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Autore: dreamer_J812    02/06/2015    3 recensioni
HTTYD-Pirate AU.
Astrid Hofferson fa parte di una temibile ciurma di pirati.
Hiccup Haddock è figlio del re di un piccolo regno.
Il destino farà incrociare i loro cammini.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Qualche giorno dopo Hiccup era stato svegliato da un fastidioso rumore metallico; qualcuno stava aprendo la cella: Astrid.
-Tieni.- aveva detto la bionda con tono freddo tirandogli degli indumenti e mettendo sgarbatamente per terra una brocca d’acqua e un tocco di pane.
Hiccup aveva aperto gli occhi appena in tempo per afferrare i vestiti al volo, ci aveva messo qualche secondo a realizzare dove si trovava.
-Dovrebbero starti, sei magrolino.- aveva continuato lei, con tono che sembrava quasi dispezzante.
-Buongiorno- aveva detto educatamente il castano alzandosi faticosamente in piedi.
La bionda aveva incrociato le braccia e si era appoggiata con un fianco alla soglia della gattabuia, senza rispondere.
-Allora, hai intenzione di metterci molto?- aveva chiesto Astrid irritata, mentre il giovane guardava i vestiti rigirandoseli tra le mani.
-Non è che potreste…emm…beh, si ecco…voltarvi?- aveva domandato timidamente lui, imbarazzato.
-Andiamo! Credi che non abbia mai visto un uomo nudo? Che lagna che sei!- poi, vedendolo così a disagio, aveva sbuffato e si era girata.
Hiccup si era levato velocemente i suoi pantaloni, ormai bagnati, sporchi e strappati e si era infilato altrettanto rapidamente gli indumenti che gli aveva dato la bionda: una maglia verde e dei pantaloni marroni.
Poi aveva bevuto tutta l’acqua della brocca, ma non aveva mangiato niente.
-Seguimi.- aveva tagliato corto la ragazza facendogli cenno di seguirla.
-Dove stiamo andando?
Lei non aveva risposto e aveva continuato a camminare a passo svelto, Hiccup faceva fatica a starle dietro.
Una volta fuori Hiccup aveva visto che il sole era già alto in cielo, doveva essere mezzogiorno passato, si chiedeva quanto era stato là dentro.
-Come avete detto di chiamarvi?
-Astrid.- aveva detto con tono indifferente senza neanche voltarsi.
-Che bel nome!
Hiccup aveva tentato di farle un complimento, ma sembrava che la bionda non avesse gradito; si era voltata di scatto guardandolo con sguardo serio e facendo spegnere il piccolo sorriso che si era formato sulle labbra di lui.
-Senti, non mi piacciono i leccaculo, okay? Stai nel tuo.
Hiccup aveva deglutito; si stava chiedendo se quella ragazza fosse sempre così dura e impassibile. Aveva deciso di stare zitto per il resto del tragitto.
-Ecco!- aveva detto alla fine la bionda, piantandogli un secchio e un bruschino in mano.
Hiccup, che pareva non aver capito, la guardava confuso.
-Pulisci tutto il ponte, poi sposta quelle casse sul ponte di primo corridoio. Ah, devi pulire i vestiti della ciurma.- aveva spiegato, o meglio, ordinato, indicando vari punti sulla nave- Ne sei capace?
-C-credo di sì.
-Bravo.
Gli aveva dato una forte pacca sulla spalla che lo aveva fatto barcollare e rovesciare un po’ d’acqua dal secchio, poi se ne era andata.
Il castano si era massaggiato il braccio per qualche secondo, prima di mettersi al lavoro.
Era davvero stancante, soprattutto sotto quel sole cuocente. Lui era un principe, non era abituato a quel tipo di lavori e ad essere trattato in quel modo.
A complicare le cose c’erano alcuni ragazzi della ciurma che non facevano altro che rompergli le scatole.
-Continua a sgobbare, principino!- aveva detto un ragazzo alto e moro.
Hiccup lo aveva riconosciuto; era uno dei due ragazzi che lo aveva sbattuto in cella pochi giorni prima, Eret si chiamava.
Il castano si era portato l’avambraccio alla fronte per asciugarsi il sudore.
-Che c’è? Sei già stanco?- chiese Snotlout con lo stesso tono con cui si parla ad un micetto ferito, per poi scoppiare a ridere insieme al moro.
-Servi portategli un bicchiere d’acqua!- aveva detto sarcasticamente Eret battendo le mani come per chiamare qualcuno e provocando le risate di Snotlout, che si stava tenendo la pancia per il toppo ridere.
Hiccup tentava di ignorarli e continuava a strusciare con forza il bruschino per terra.
Un ragazzo biondo e grassottello si era avvicinato a loro.
-Dai ragazzi, lasciatelo in pace!
-Vuoi stare zitto Fishlegs! Ci stiamo solo divertendo un po’!- aveva detto Snotlout con tono scocciato.
In quel momento era arrivata Astrid.
-Che fate tutti qui? Cosa c’è la riunione degli scansafatiche? Tornate alle vostre postazioni!
I ragazzi avevano ubbidito agli ordini della bionda e si erano dileguati, ma prima di andarsene Snotlout era passato davanti al castano e aveva dato un calcio al secchio rovesciandolo e riprendendo a ridere come un pazzo.
Hiccup aveva sbuffato e si era rimesso a sgobbare.
Stava pensando a tutto quello che era successo, al litigio con suo padre, alla festa alla quale sarebbe dovuto andare, all’inseguimento nel castello, al rapimento, alla sudicia cella nella quale era stato rinchiuso… Non sapeva neanche quanto tempo era stato là dentro, gli sembrava fosse passata un’eternità. E non aveva la più pallida idea di dove si trovasse in quel momento; non si vedevano terre all’orizzonte, solo mare aperto. Chissà dove accidenti erano e quanto era distante Berk.
“Papà, dove sei adesso?” aveva pensato il giovane, cercando di trattenere le lacrime, continuando a strofinare il pavimento.
Non poteva non pensare che se avesse dato retta a suo padre e fosse andato alla festa, ora sarebbe al castello, sano e salvo.
“Beh, almeno non devo sposarmi!” aveva pensato ironicamente il giovane, tanto per smorzare la nostalgia e scacciare tutti quei dubbi e quelle domande inutili. Ma, in effetti, questa era davvero una cosa positiva, e forse non l’unica.
 
Dopo più di cinque ore di lavoro, finalmente aveva finito.
Ormai il sole stava tramontando e Hiccup era esausto.
Si era lasciato cadere a terra, aveva piegato le gambe e appoggiato le braccia a queste e la schiena al bordo della nave. Aveva buttato la testa all’indietro, facendola sbattere contro il legno della nave.
Astrid vedendolo, si era avvicinata a lui.
-Bel lavoro, Haddock! Puoi riposare ora. Il capitano ha detto che se continui così stasera potrai avere una stanza.
Ad Hiccup erano venuti i brividi al solo pensiero di tornare in quella lurida cella.
-Continui!?- chiese poi il giovane guardandola con gli occhi che imploravano pietà. Era davvero stanco.
-Tranquillo, devi solo servire la cena e lavare i piatti questa sera. Forse potrai anche cenare con noi.- lo aveva detto con un tono quasi scocciato, come se le desse fastidio che facesse parte della ciurma.
Il giovane l’aveva guardata allontanarsi.
Si chiedeva se le avesse fatto qualcosa di male, se ce l’avesse con lui o se fosse così dura con tutti.
Poi si era rimesso a riposarsi, aspettando la sera.
 
 
Angolo della Pazza
Hi guys! Ecco il terzo capitolo! Scusate se ci ho messo un po’. Mi ero dimenticata di dirvi che in questa storia i ragazzi hanno 19 anni. Se ci sono delle cose che non vi piacciono, se i capitoli sono troppo lunghi o troppo corti, se ci sono troppe descrizioni, se sono noiosi, se avete consigli… ditemelo! Come sempre, se lasciate una recensione mi fate un gran piacere! Grazie mille a tutti quelli che seguono e recensiscono! Non ho altro da aggiungere, quindi…Bye!
   
 
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