Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: SAA89    02/06/2015    2 recensioni
Allora, manca meno di un mese ad Avengers: Age of Ultron, ma abbiamo visto tutti la scena nei titoli di coda del primo film. Sappiamo che il prossimo avversario dei Vendicatori sarà Thanos. E sappiamo anche che non lo metteranno a nanna prima del 2019, e ci vorranno la bellezza di UNDICI FILM!
Quindi, se non vi va di aspettare così tanto, questa è la mia idea su come potrebbe svolgersi la storia. Questa fic inizia dopo Iron Man 3: Loki è sotto chiave ad Asgard, ma il suo fratello adottivo ha già notato che qualcosa in lui è cambiato. Nel frattempo, gli altri Avengers continuano le loro vite a New York. Ma forze oscure cospirano contro i nostri eroi...
(a proposito, Romanogers a partire dal capitolo 2. Perché? Perché sì.)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La vita del colonnello dell'Aeronautica James Rupert Rhodes, per gli amici “Rhodey”, da qualche anno era diventata piuttosto movimentata. Da quando nell'ormai lontano 2008 era nato Iron Man, Rhodey aveva visto e fatto cose che nessun altro colonnello della US Air Force aveva mai neanche immaginato.

Credeva che, dopo il gran casino sulla petroliera Roxxon Norco ad opera del Mandarino, non ci fosse nient'altro che lo potesse sorprendere. Ma quello che stava succedendo ora portava la sua vita ad un livello di assurdità senza precedenti.

Nick Fury, dopo aver parlato con il Presidente, lo aveva contattato con estrema urgenza ordinando la sua presenza in una località remota nell'Idaho. Appena arrivato, Rhodey aveva creduto di essere atterrato nel bel mezzo dell'inferno.

L'intera vallata in cui si trovava era coperta di crateri, come se l'Esercito avesse sparato contemporaneamente in quella zona tutte le sue munizioni. I pochi alberi rimasti erano sradicati e in fiamme. Alla sua sinistra, poteva scorgere le rovine di una piccola casa. Che diavolo era successo?

Un attimo più tardi, uno degli alberi divelti venne scaraventato in aria. Rhodey scorse Hulk che ruggiva dove prima c'era il grosso albero. E lì vicino, stesi per terra e privi di sensi, due individui dall'abbigliamento poco discreto.

Hulk si avvicinò minacciosamente. Rhodey era indeciso se provare a parlargli o darsela a gambe levate. Il gigante verde, però, non sembrava eccessivamente imbufalito. Forse valeva la pena tentare: < Ehi... vengo in pace, ok? Non ti faccio niente... Amici... >

Hulk emise un suono a metà tra un ringhio e uno sbuffo.

Rhodey provò a continuare: < Chi sono quei due? > chiese, avvicinandosi alle due figure prive di conoscenza.

Incredibilmente, Hulk gli rispose parlando: < Gracili... > ringhiò.

Avvicinandosi abbastanza, Rhodey si accorse che i due non erano altri che Thor e... Loki? Che ci faceva Loki sulla Terra?

Comunque, gli scanner della sua armatura riportarono che i due asgardiani erano ancora vivi e vegeti. Erano semplicemente svenuti. Che fosse stato Hulk a proteggerli da... qualunque cosa fosse successa poco prima?

C'era un'altra domanda a cui Rhodey doveva dare una risposta: < Hulk... dove sono gli Avengers? >

Il bestione si girò, avviandosi verso i resti della piccola casetta. Rhodey lo seguì.

Il colonnello fu sorpreso di vedere, al centro del pavimento, quella che sembrava a tutti gli effetti la tromba di un ascensore.

Hulk indicò proprio quel punto: < Qui sotto > disse soltanto, mettendosi a scavare.

Sotto lo sguardo basito di Rhodey, Hulk iniziò a strappare via pezzi di cemento, scendendo sempre più in profondità. Rhodey rimase ancora più sorpreso quando il gigante uscì dalla voragine da lui stesso creata portando sulle spalle una gigantesca cassa rettangolare e posandola al suolo con una delicatezza di cui nessuno lo avrebbe mai creduto capace.

Il colonnello osservò perplesso il gigante per qualche secondo, per poi scorgere una grossa porta su uno dei lati del grosso container. Avvicinandosi, bussò energicamente quattro volte.

La porta si aprì, rivelando un Tony Stark agghindato in un'armatura pesantemente danneggiata, senza il casco.

< Rhodey? > chiese.

< Tony? > rispose Rhodey con lo stesso tono.

< Che ci fai qui? >

< Potrei farti la stessa domanda! >

< E' una lunga storia... >

< Ho tutto il tempo. C'è mezzo mondo che vi sta cercando... Sono stato chiamato dallo SHIELD! Lo SHIELD non mi chiama mai! Che è successo? >

< Alieni cattivi, divinità in pericolo... il solito > cercò di sdrammatizzare Tony. Ma era chiaro che non l'avrebbe passata liscia, questa volta. Dietro di lui, uno alla volta uscirono dalla cella anche tutti gli altri.

< Tony, basta così! Quello sdraiato lì per terra a prendere il sole è chi penso che sia!? > sbottò, indicando i due asgardiani svenuti in lontananza.

Steve fu il primo a incamminarsi nella direzione di Thor e Loki. Dopo essersi accertato delle condizioni di Thor, che stava già iniziando a riprendersi, scosse violentemente Loki per svegliarlo.

Loki però non reagiva, e la pazienza di Steve si stava ormai velocemente esaurendo. Uno schiaffone in faccia fu sufficiente perché gli occhi dell'asgardiano si aprissero lentamente.

< Ora basta giochetti – esordì Steve, tirandolo in piedi per il bavero della casacca – siamo stati appena bombardati da un'astronave aliena! O mi dici quello che voglio sapere, o ti ficco in quello cella assieme ad Hulk! > minacciò, indicando la cella in vibranio che era appena stata riportata in superficie dal gigante verde, che ora lo guardava in cagnesco.

Loki ricordava bene il suo incontro ravvicinato del terzo tipo con Hulk alla Stark Tower. Non era proprio entusiasta di ripetere l'esperienza. E poi non aveva più molta scelta: Ronan era stato mandato ad ucciderlo. Non poteva più stare da quella parte.

< … e va bene... sì, parlerò... > si arrese infine.

Ma le spiegazioni avrebbero dovuto attendere ancora. In quell'istante, un sibilo sommesso iniziò a farsi sentire nell'aria, aumentando sempre più di volume, fino a che i presenti non riuscirono a scorgere un Quinjet dello SHIELD in avvicinamento da est.

L'aereo atterrò piuttosto rapidamente in mezzo alla zona dilaniata dal recente bombardamento, e non appena il portellone di coda si aprì, ne uscirono il vicedirettore Hill e un palesemente irritato direttore Fury.

Entrambi notarono la... ridondanza di guerrieri asgardiani. Non era un buon segno, specialmente considerando che con loro, anche se si reggeva appena in piedi e veniva sostenuto da Thor, c'era anche Loki.

< Signori... > salutò cortesemente Maria, prima che Fury le passasse davanti a passo di marcia, fermandosi davanti a Tony e Steve: < Spiegate. Ora. > ordinò. Darcy non poté fare a meno di metterci bocca: < Ehi, Barbanera! Siamo appena stati bombardati! Un “per favore” sarebbe carino >

Fury non credeva alle proprie orecchie: < Come dici, ragazzina? > disse minaccioso, avvicinandosi.

< Ho detto che un “per favore” sarebbe carino, capitan Harlock... > gli tenne testa Darcy, piazzandosi davanti a lui con le mani sui fianchi.

Tony iniziò a ridere di gusto al nuovo soprannome che Darcy aveva dato a Fury: < Capitan Harlock... come ho fatto a non pensarci prima? >

Le occhiatacce inceneritrici che gli furono lanciate da quasi tutti i presenti furono sufficienti perché il gioviale miliardario si zittisse all'istante, tornando serio. Sif e i Tre Guerrieri si scambiavano sguardi confusi, completamente ignari del significato di quell'alterco.

Fury era sconvolto: < Ma chi diavolo è questa? > chiese, rivolto a Steve.

Darcy rispose per se stessa: < Darcy Lewis. Dottoressa Lewis, per te. E tu invece chi saresti? >

A Nick ormai prudevano le mani: < Nicholas Joseph Fury, direttore dello SHIELD. Direttore Fury, per te >

Darcy era sbiancata, sgranando gli occhi e perdendo all'istante tutta la sua baldanza. Credeva che quelli fossero due comuni agenti dello SHIELD, come quelli che avevano incontrato in New Mexico. Non si aspettava certo il capo di tutta la baracca. Anche se, effettivamente, se un'astronave aliena si metteva a bombardare l'Idaho la situazione era piuttosto seria.

Finalmente, Darcy si decise a mordersi la lingua e lasciar parlare le persone competenti.

Stavolta era stato Steve a parlare per primo: < Che ci fai qui, Nick? >

Fury era sull'orlo di un collasso nervoso: < Che ci faccio qui? Dirigo la più grande agenzia di controspionaggio del mondo; cosa pensi che ci faccia qui? Abbiamo rilevato un gigantesco oggetto volante entrare nell'atmosfera, sorvolare questa zona e poi sparire come è venuto! Ed è chiaro che voi siete coinvolti, quindi se non ti dispiace le domande qui le faccio io! Ad esempio, perché questa valle somiglia ad una riproduzione di Gettysburg? Perché ci sono tutti questi asgardiani con voi? E soprattutto, CHE CAZZO CI FA LOKI SU QUESTO PIANETA SENZA MANETTE ?!? >

Steve aveva pazientemente aspettato che la scenata finisse. Poi aveva risposto con assoluta e serafica calma: < Abbiamo commesso un errore di valutazione... >

< UN ERRORE DI VALUTAZIONE??? > ripeté urlando Nick, ancora imbestialito.

< Già. Pensavamo di poter gestire la cosa senza tirare in ballo lo SHIELD. Ma a quanto pare ci sbagliavamo >

< PUOI DIRLO FORTE, CAZZO!! >

< Avrai tutte le risposte che cerchi. Loki, qui, stava giusto per sputare il rospo... > disse. Tutti si voltarono verso il dio dell'inganno. Era il momento della verità.

Washington D.C., casa di riposo Thomas Circle

Una Porsche Carrera S metallizzata ultimo modello era parcheggiata davanti all'istituto, dall'altro lato della strada. Una vecchia Chrysler blu parcheggiò lentamente dietro di essa. Brock Rumlow scollegò i fili che aveva legato insieme quando l'aveva rubata pochi minuti prima, spegnendo il motore, prima di scendere e avviarsi verso  la Porsche. Si affacciò al finestrino del lato passeggero e sorrise all'interno dell'abitacolo, prima di aprire la portiera e accomodarsi nell'auto.

Al volante della Porsche era seduta una ragazza dai capelli rossi e lo sguardo fanatico. Indossava pantaloni aderenti in pelle nera e lunghi guanti dello stesso materiale. Gli stivali al ginocchio e il corpetto che le fasciava il busto erano invece di color rosso fuoco, in tinta con i suoi capelli.

< Sei pronto? > chiese la ragazza, con un sorriso glaciale.

< Piccola, ho appena violato l'Area 51. Non ho bisogno di essere pronto per questo >

< Andiamo, allora... >

I due scesero dalla macchina, avviandosi a passo svelto verso l'ingresso della casa di riposo.

*

Rumlow stava strangolando l'ultima delle guardie mentre la misteriosa ragazza, che ora indossava un camice bianco da infermiera preso a una delle loro prime vittime, apriva la porta per entrare nella stanza che cercavano.

All'interno una signora anziana con i capelli sciolti che le ricadevano dolcemente sulle spalle, stava lavorando a maglia, seppur con qualche difficoltà dovuta agli acciacchi della vecchiaia.

La ragazza le si parò davanti: < Peggy Carter? > chiese.

Peggy sollevò la testa, osservandola con curiosità: < Sì... sono io... > disse.

Il viso della ragazza misteriosa si contrasse in una smorfia malefica, mentre estraeva una pistola. Era una Luger P 08, la pistola usata come arma d'ordinanza da tutte le forze armate tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale.

< Teschio Rosso ti manda i suoi saluti... > sibilò, prima di sparare tre colpi contro l'inerme Peggy.

Rumlow entrò nella stanza un attimo dopo, trovando la ragazza che osservava con sguardo rapito il sangue che colava dalle ferite nel petto di Peggy.

Si portò al suo fianco, osservando anch'egli il cadavere della povera donna con lo stesso ghigno malvagio della ragazza:

< Questo dovrebbe attirare la sua attenzione, che ne dici? > chiese lei.

< Questo lo farà incazzare di brutto... > rispose Crossbones.

< Mi fa piacere. È uno dei pochi modi per farlo soffrire come merita >

Mentre ritornavano verso la Porsche, Rumlow ruppe il silenzio: < Vuoi davvero effettuare la consegna al quartier generale? >

< Ci troverebbero comunque, Brock – rispose la ragazza sedendosi al posto di guida – tanto vale farci trovare dove siamo più preparati. Ma ricordati una cosa: Captain America è mio... >

Rumlow annuì semplicemente. Il motore della Porsche prese vita con un potente rombo, e l'auto sfrecciò via nel traffico di Washington.





Nick Fury ha una benda sull'occhio e una nave volante: come capitan Harlock.
Gli Easter eggs degli scorsi capitoli sono i seguenti:
Capitolo 8: Steve ammacca lo scudo di Sif con un pugno: riferimento a Captain America: il primo vendicatore, in cui Teschio Rosso ammacca il suo vecchio scudo con un pugno nello stesso modo.
Capitolo 9: lo scettro di Loki è chiamato da Fury e Hill " 0-8-4 ": nella serie televisiva Agents of SHIELD, "0-8-4" è una classificazione per ogni oggetto di origine sconosciuta.
Qualche idea in più su chi possa essere la donna misteriosa alla fine del capitolo? Di certo è una grandissima... quella parola che inizia per P e che Steve non vuole che dica.
A presto!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: SAA89