Echi

La voce della signora Potter venne allegra e spensierata, mentre loro si facevano strada, a lunghi e goffi passi, nella neve.

"Tieni d'occhio per me quello scavezzacollo, mi raccomando, Sirius!"
Affettuosa e gioviale come sempre, nei confronti del figlio.

Il giovane Black ridacchiò, divertito.

"Sì, che non si metta nei guai, come al solito!"
Rincarò il signor Potter, con una punta d'ironia.

Sirius si voltò brevemente, giusto il tempo di replicare, con la sua istintiva sicurezza e spavalderia.
"Contate su di me!"

Questa volta fu James a ridere del suo impegno ben poco solenne...

E quella risata rimbombava nella mente intorpidita di Black come un eco remoto ed implacabile.

Una casa distrutta, un uomo disteso ai piedi della scalinata.
Immobile.
Morto.

Una chioma rossa ed una nera che non avrebbero più vibrato nell'aria del mattino.

Una risata gioiosa che si tramutava in un crudele ringhio persecutore.

E manti neri, che veleggiavano tutt'intorno, senza lasciar tregua alle loro prede, senza risparmiar loro un istante di quel gelo che sembrava attanagliare il cuore e le membra.
Senza possibilità di sfuggire a quell'abisso di dannazione.

Inconsolabile, tremendo pungolo che si piantava nel petto di Sirius.

"Contate su di me!"

Occhiali storti, lenti luccicanti di fronte ad iridi scure insensibili alla luce.
Un viso conosciuto.
Suo fratello.

Perdòno... Perdòno!

Inutile invocazione.
Sirius non si sarebbe mai perdonato per quella promessa infranta.


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Note dell'Autrice
Eccomi qui con un'altra brevissima storia.
Una flashfic, se non sbaglio nella classificazione.
Comunque la vogliamo chiamare, Lettore, spero Tu l'abbia apprezzata.