Nota:
pensavo di inserire questa flash in Piccole cose, poi
mi sono resa conto che ho pubblicato parti anche più brevi
in Presso fuochi di
campo, quindi eccovi la nuova diciassettesima parte della serie.
Si svolge a metà di Sui
nostri occhi e le nostre labbra (che trovate sul mio AO3)
e precede cronologicamente La
città del sole :)
Ne approfitto per ringraziare tutti voi lettori, e per scusarmi con coloro alle cui recensioni non ho ancora risposto. Ci riuscirò, prometto!
Tags: Pregnancy, Off-screen labor, Feels, Jötunheimr | Jotunheim, Future Fic, Families of Choice, Jotnar's strange biology.
--------------------------------------------------------------------
Loki è veloce, agile di corpo e di mente. Il parto degli Jötnar è lento, pesante e tortuoso. Anche per gli ìviðiur.
Le acque di Loki si rompono quando il Bifröst li deposita su Jötunheim e le gambe di Thor reggono all'impatto senza però riuscire ad ammortizzarlo. Il fluido è denso e cola lentamente nella neve, tra i lacci che chiudono la pelliccia di Loki; che ormai non ha più voglia di scherzare. I gemiti che trattiene sono veri.
Thor lo tiene più vicino e sale sulla navetta che è venuta a prenderli. Stringe i denti mentre si dirigono verso il palazzo, sballottati da una bufera di neve.
Quando arrivano nelle stanze di guarigione, Loki è caduto in una sorta di catalessi. Angantýr assicura che è del tutto normale: gli Jötnar sono figli di un mondo misurato che fa tutto secondo tempi ragionevoli; partoriscono come i ghiacciai, senza fretta, un pollice di terreno alla volta.
Thor ne è orripilato – a Loki la cosa non piacerà. (Anche se già lo sapeva, in teoria.)
Ma Loki, sdraiato sul suo giaciglio, lo guarda attraverso un velo di calma che rasenta l'insensatezza, palpebre socchiuse. Sul suo corpo crescono e si ritraggono cristalli di ghiaccio. In fondo ai suoi occhi, distanze siderali.
Thor gli siede accanto e si prepara all'attesa. Sarà una lunga notte.
Una lunga alba.
Una lunga settimana.
Quando è finita, Loki crolla.
Quando si sveglia, Thor è con lui: ha tra le braccia due neonati e sul volto un sorriso che Loki non ha mai visto. Sull'uscio c'è anche sua madre, che scivola via con discrezione.
Thor si alza, siede accanto accanto a Loki e gli posa in grembo i bambini. E' come se tutto il mondo trattenesse il respiro.
«Raði...»
«E Torleik» mormora Loki.
Le loro mani si trovano, e stringono forte.
Sono cresciuti credendosi parte dello stesso microcosmo, eternamente indissolubile malgrado le differenze di indole, interessi e scelte... solo per maturare e scoprire che erano divisi non solo dal carattere, ma anche dal sangue. Nessun legame tangibile fra loro, nessun appiglio per Loki. Poi il tempo è passato e hanno scoperto che qualcosa li legava ancora, nonostante tutto. L'amore li ha riportati indietro e si sono aggrappati l'uno all'altro, felici ma spaventati.
(Mancava ancora qualcosa di eterno.)
Anche quell'ultima barriera non esiste più. Non andranno mai più alla deriva.
Sono legati per sempre nel sangue e nello spirito dei loro figli.
Ne approfitto per ringraziare tutti voi lettori, e per scusarmi con coloro alle cui recensioni non ho ancora risposto. Ci riuscirò, prometto!
Tags: Pregnancy, Off-screen labor, Feels, Jötunheimr | Jotunheim, Future Fic, Families of Choice, Jotnar's strange biology.
--------------------------------------------------------------------
Legami
I
Loki è veloce, agile di corpo e di mente. Il parto degli Jötnar è lento, pesante e tortuoso. Anche per gli ìviðiur.
Le acque di Loki si rompono quando il Bifröst li deposita su Jötunheim e le gambe di Thor reggono all'impatto senza però riuscire ad ammortizzarlo. Il fluido è denso e cola lentamente nella neve, tra i lacci che chiudono la pelliccia di Loki; che ormai non ha più voglia di scherzare. I gemiti che trattiene sono veri.
Thor lo tiene più vicino e sale sulla navetta che è venuta a prenderli. Stringe i denti mentre si dirigono verso il palazzo, sballottati da una bufera di neve.
Quando arrivano nelle stanze di guarigione, Loki è caduto in una sorta di catalessi. Angantýr assicura che è del tutto normale: gli Jötnar sono figli di un mondo misurato che fa tutto secondo tempi ragionevoli; partoriscono come i ghiacciai, senza fretta, un pollice di terreno alla volta.
Thor ne è orripilato – a Loki la cosa non piacerà. (Anche se già lo sapeva, in teoria.)
Ma Loki, sdraiato sul suo giaciglio, lo guarda attraverso un velo di calma che rasenta l'insensatezza, palpebre socchiuse. Sul suo corpo crescono e si ritraggono cristalli di ghiaccio. In fondo ai suoi occhi, distanze siderali.
Thor gli siede accanto e si prepara all'attesa. Sarà una lunga notte.
Una lunga alba.
Una lunga settimana.
II
Quando è finita, Loki crolla.
Quando si sveglia, Thor è con lui: ha tra le braccia due neonati e sul volto un sorriso che Loki non ha mai visto. Sull'uscio c'è anche sua madre, che scivola via con discrezione.
Thor si alza, siede accanto accanto a Loki e gli posa in grembo i bambini. E' come se tutto il mondo trattenesse il respiro.
«Raði...»
«E Torleik» mormora Loki.
Le loro mani si trovano, e stringono forte.
Sono cresciuti credendosi parte dello stesso microcosmo, eternamente indissolubile malgrado le differenze di indole, interessi e scelte... solo per maturare e scoprire che erano divisi non solo dal carattere, ma anche dal sangue. Nessun legame tangibile fra loro, nessun appiglio per Loki. Poi il tempo è passato e hanno scoperto che qualcosa li legava ancora, nonostante tutto. L'amore li ha riportati indietro e si sono aggrappati l'uno all'altro, felici ma spaventati.
(Mancava ancora qualcosa di eterno.)
Anche quell'ultima barriera non esiste più. Non andranno mai più alla deriva.
Sono legati per sempre nel sangue e nello spirito dei loro figli.