-Bella no?-
Oscar invita le due ragazze a salire sulla sua auto. Lui indossa una camicia rosa e dei pantaloni attraversati da una cintura bianca. Una mano sullo sterzo e un’altra sul bordo del finestrino.
Alice entra per seconda, costretta a stare davanti, e guarda sinceramente ammirata l’abitacolo.
Pulitissima, i sedili in pelle nera, il navigatore acceso e un design… moderno, bellissimo.
Ma sembra proprio che l’accessorio più accattivante della Peugeot sia lui, il guidatore.
Gli fa un sorriso.
-Grazie dell’invito-
-Di nulla. Pensavo che… visto che andiamo nella stessa scuola… forse lo conoscevi-
-Sì, hai pensato bene-
-E poi, stasera mica avevi nulla da fare?-
La guarda con un sorriso non malizioso, ma nemmeno tanto ingenuo. Ha i capelli più lunghi del normale aggiustati a regola d’arte e dai quali spunta un paio di occhiali da sole posti sulla testa. Anche se è sera e certo il sole non è un problema.
-Andiamo allora?- fa Alice, sviando il discorso.
Sembra che quella macchina non possa andare più veloce di così. In pochissimo tempo sono già arrivati.
Non si è messa la cintura e non ha ricevuto nessun rimprovero. Però, strano.
Sorride divertita a quel pensiero e scende dall’auto.
-Vedi che è già servito a qualcosa?- lui la raggiunge facendo il giro.
-Cioè? A cosa?-
-Ti ho fatto ridere-
Lei è tentata di dirgli la verità, ma poi qualcosa la fa trattenere. E anche questo, pensa, è strano.
Luciano spinge il portone e dà una pacca sulla spalla dell’amico. Poi lo guarda interrogativo.
-Allora qual è il problema?-
-Beh vedi- gli mostra il salotto.
Ci sono giornali, barattoloni di vernice e qualche pennello.
-Io e Alice pensavamo di verniciare questa parete- la indica.
-E c’avete ragione, fa schifo…-
-…però prima dobbiamo spostare un po’ di roba-
-Ah, ho capito. Ti serve un altro paio di braccia e un ca…-
-Sì, certo- lo interrompe Davide ridendo.
-Ma… e lei?-
La risata gli scompare dal viso e si intristisce.
-Ad una festa-
Subito dopo va verso il divano, come a non voler dare peso a quell’affermazione.
Luciano se ne accorge, ma decide di non insistere.
-Allora, da che cominciamo?-
Decine di metri più lontana, Alice ha appena finito di farsi un ballo con la sua amica, che ora è stata, per usare i suoi termini, “rapita” da un ragazzo.
Così ora si riposa bevendo un… un qualcosa di non identificato.
Poi però si stufa di non fare nulla, e pensando che non c’è Davide, prende dalla borsetta sigarette e accendino e riesce a sgusciare fuori.
Si appoggia ad una macchina lì davanti al locale e accende la sigaretta.
-Ah però. Non l’avrei mai detto che fumavi-
Oscar sorride sornione e si appoggia alla macchina, accanto a lei.
-Posso?-
Lei gli porge volentieri la sigaretta, sorridendo, e il ragazzo si fa un tiro.
Gliela rende.
-C’è anche altro, se ti va…- inizia, vago.
-Altro di che tipo?-
-Altro-
-No-
Ribatte secca, poi riprende a fumare.
-Come ti va… ma che hai stasera?-
-Perché dovrei avere qualcosa?- domanda.
-Perchè… beh- Oscar esita, incrociando le braccia e alzando le spalle -ti ho vista le altre volte. Tutta combattiva…-
-Sono stanca- sospira e chiude gli occhi per un attimo.
-Problemi col… col fidanzato?- chiede lui.
Alice lo squadra, sospettosa. Poi decide di fidarsi.
-Un po’… ma sai… cose che capitano-
-Altrimenti non saresti mai venuta qui con me-
Lei lo guarda stringendo gli occhi
-Forse no- ammette.
-Allora meno male. Non avrei avuto nessuno con cui andarci-
La ragazza ride e fa un verso scettico.
-Certo, come no… ma chi vuoi prendere in giro?-
-Ma è vero!- fa lui -Che non mi credi? Posso provartelo…-
Aspetta, doveva ridere anche lui, pensa Alice. Non ha riso.
-Okay okay… d’accordo- lo tranquillizza, stupita.
Oscar non pare accorgersi dello sbaglio di battuta che ha fatto.
-Vieni a ballare o ti geli qua fuori?-
Si allontana ma le tenda la mano.
La ragazza schiaccia la sigaretta a terra; poi ci pensa su.
-Va bene-
Uno strappo deciso e il giornale è a metà.
-Ehi, pensa te… la Roma compra un esterno francese…- Luciano è seduto sulla scrivania e legge un brandello della Gazzetta dello Sport.
-Ma va’?- Davide riemerge da terra, dove ha sistemato un tappeto di giornali -è di agosto quello-
-Ah… ecco, mi pareva di averlo già sentito…-
L’altro scende giù e si sbottona la camicia.
Davide si è cambiato. Indossa una maglietta a maniche corte e dei pantaloni di tuta.
-Mi daresti una mano invece di guardarti allo specchio?- domanda irritato.
-Cosa?- Luciano si riscuote ma si china ad aiutarlo.
-Prendi il cartone-
Lo prendono e lo ficcano di forza nello spazio libero dei giornali.
Una volta finito ammirano il loro lavoro. Luciano annuisce soddisfatto.
-Non male, no?-
-Sì, ora spostiamo i mobili dal muro-
-Che?- chiede l’altro.
-Spostiamo i mobili. Che credevi, fosse tutto qui?- ridacchia.
-Ehi, so farlo amico. Che ci vuole?-
Allarga le braccia e alza le spalle.
Si mettono l’uno ad un capo della scrivania e l’altro all’opposto.
Poi insieme fanno forza e la sollevano da terra.
-Madonna santa quanto pesa…- sbuffa Luciano.
-E pensa che è vuota…-
Fanno qualche passo, attenti a non spostare i giornali sistemati con tanta cura, e la posano con un tonfo al muro opposto.
-è una è andata-
Davide guarda la parete disastrosa ora scoperta.
-Ma poi tu… perché due scrivanie?-
-Boh, erano belle. Comode e grandi- alza le spalle.
-Si però… spero che questo non lo dobbiamo alzare…- Luciano indica il divano.
-Eh… mi sa di sì…-
-Sei pazzo? Pagati un traslocatore! O chiedilo ad Alice-
-Se non le ho chiesto di spostare i mobili…- fa lui con tono ovvio.
-Secondo me quella ha più forza di noi. Pare dinamite-
Davide ride.
-Questo è vero- ammette.
-Senti ma… poi ci sei andato da Marilena?-
Ahia, impreca mentalmente. Lo sapeva che sarebbe arrivato quel discorso.
-Sì, oggi pomeriggio-
-E allora?- Luciano lo segue mentre vanno in cucina a prendersi da bere -Non mi dici nulla?-
-E che ti devo dire?-
-Che ha detto, che le hai detto?-
-Beh………-
Sai, di te non gliene frega e ha provato a baciarmi. Bella risposta.
-Io ho detto che stavi uno schifo…-
-Sì, te la sei lavorata con qualche scemenza… e poi?-
-E poi… niente. Non ne ha voluto sapere-
-Porca miseria!- fa lui, battendo il pugno sul legno del tavolo. Poi però dopo se lo massaggia.
-Io in realtà non capisco perché vuoi stare con lei- dice Davide, bevendo un bicchiere d’acqua.
-è bella-
-Poi?-
-è…… è sofisticata- continua.
-E basta?-
-Beh… in questo momento non mi viene, però ce le ha le qualità!- Luciano sorride e fa la faccia maliziosa -vedessi a letto…-
-Si vabbè non me ne frega- lo interrompe.
Un pensiero lo attraversa.
-Ma tu sei sicuro che lei ti sia stata fedele?-
-Che vuoi dire?-
Ripensando alla sera prima non gli riesce difficile.
-Beh… che ne sai, dicevo così… un’ipotesi…- si pente di averlo detto.
Ma Luciano non si muove e sembra pensarci su.
-Che hai in mente? Mi fai paura…- Davide posa il bicchiere.
L’altro si riprende e fa un sorriso finto.
-Oh no, nulla… continuiamo?-
Non del tutto convinto, il ragazzo torna di là.
Un’ora dopo, un paio di balli, cocktail sospetti e una toccata troppo audace del ragazzo, Alice decide che ne ha abbastanza di quella serata.
Oscar le è stato tutto il tempo appiccicato. Il che non è stato un male, perché non conosceva nessun altro, ma quando la sua mano è scivolata… casualmente, diciamo, troppo in basso, aveva cominciato a tenersi più distante e a trattarlo con più freddezza.
Così, recuperata Giò dalle braccia non proprio discrete di un ragazzo, si avviavano verso l’uscita.
-Mi spiace che devi andartene dalla festa…- si scusa mentre salgono di nuovo in macchina.
-Fa nulla, anche perché, se vuoi la verità……-
-Cioè?-
Alice sorride maliziosa e alza un sopracciglio.
-… ci siamo imbucati- ammette.
-Sul serio?-
-Ehi tranquille… se ci becca la festeggiata mio padre può…-
-Scherzi?-
Alice lo interrompe. Poi scambia un’occhiata con l’amica.
-è una ficata!- ride lei.
Accompagnata a casa Giorgia, rimangono soli in macchina.
Lei si fa accompagnare sotto casa di Davide.
-Casa tua?- domanda Oscar.
-No, di Davide- risponde sorridendo.
-Davide?-
-Il mio ragazzo-
-Ah… capisco…-
-Sai, è un sacco che non…- lascia cadere nell’ovvio il resto e fa una smorfia maliziosa.
-Ho capito. Prego allora, vai-
-Grazie per la festa, ciao-
Scende velocemente, senza dargli il tempo di fare altro. Gli ha chiuso ogni prospettiva invitante, giocando d’anticipo. Potrà essere bello quanto vuole, ma…
La Peugeot sgomma sull’asfalto e si allontana nella notte. Sono le undici e cinquanta.
Suona al citofono, poi nota una macchina nera che non ha mai visto lì sotto.
Si acciglia. Poi si apre il portone. Avanza lentamente nell’atrio, formulando ipotesi. Non è detto che debba essere per forza con un’altra. Non è detto che debba essere per forza con quella Marilena!
Ma un timore tremendo la assale e non riesce a toglierselo di dosso.
Fa velocissima le scale e suona il campanello.
Sente due voci dall’altra parte.
Impreca mentalmente. Razza di stupido, io sono fuori e faccio la brava e tu…
Ti diverti a casa con lei!
Ma ora ti sistemo io…
-Sono io, scemo, Cenerentola! È mezzanotte, ricordi?-
La porta si apre e spunta lui.
Subito lo getta di lato e fa per guardare alle sue spalle. Ma nel salotto messo sottosopra c’è solo Luciano.
Che la guarda stupito.
-Andata bene la festa?- chiede con un sorriso.
Davide la raggiunge.
-Cercavi qualcuno?-
Lei lo guarda; sta sorridendo strafottente. Ha capito a cosa stava pensando.
Alice si sente mortificata.
Le viene spontaneo.
-Scusami… scusami scusami scusami amore!-
Gli prende le mani, supplichevole e lo fissa dritta negli occhi.
Il ragazzo, spiazzato, ci mette un po’ a riprendersi.
-Come… come mi hai chiamato?-
Grazie a coloro che hanno messo la storia nei preferiti, a chi recensisce e a chi legge solamente.
Dunque...
Per Jiuliet: diciamo che Davide non ha proprio l'istinto per arrabbiarsi con lei, ma Alice sì che ce l'ha. E penso abbia fatto bene a prendersela, la sua seppure piccola rivincita. Grazie di aver recensito.
Per titti6493: questa sì che è una recensione che mi fa molto piacere, sapere che sono migliorato è un bel complimento e ovviamente molto gradito, ma non mi monterò la testa perchè ancora non sono bravo. E tra parentesi non credo che si molleranno... non ora almeno...
Per giunigiu95: grazie per gli auguri, altrettanto ovviamente, beh giudica tu come si è comportato Davide.
Per Lady Alice: dato il suo carattere immagino sarebbe sembrato strano che non avesse reagito in altro modo...è giusto che si prenda la sua piccola vendetta. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.