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Autore: Okimar    07/01/2009    3 recensioni
Una storia che comincia dalla fine di M.A. Elena parte. Conoscerà un nuovo ragazzo, che le ricorda qualcuno. Zick scopre terribili segreti sul suo passato e su quello di Elena. Un dubbio unisce i due quasi inseparabili migliori amici..
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suono di una sveglia irruppe nella stanza, e tre teste di ragazze mugolarono stiracchiando gli occhi. La ragazzina si alzò velocemente, e con un insolito sorriso stampato in faccia. La ragazzina che si stava pettinando lo notò, ma non fece commenti. Ormai si era abituata alle stranezze di Elena.
-Vado io in bagno.- urlò superando a razzo Amy che rimase un pochino scombussolata, ma si riprese subito.
-Ma certo, fa con comodo.- le rispose ironicamente.
Nel bagno, Elena, si mise in fretta la divisa, pettinò i capelli e uscì ancora sorridendo, prese i libri e si diresse nella sala mensa a fare colazione, seguita da due occhi stupiti che non sapevano a cosa pensare.
"Oggi è il gran giorno!"
Entrò nella mensa, prese una brioche e raggiunse Steve, che se ne stava appoggiato fuori dalla mensa, e che le sorrise non appena la vide. Elena finì in fretta di fare colazione e disse: -Allora sei pronto?-
-Certo, non crederai che abbia cambiato idea!-
-No, no. Allora ci vediamo a fisica.- lo salutò e si diresse verso l'aula di matematica, che aveva alla prima e seconda ora.
-Ciao Elena, com'è andata la verifica di inglese, ieri?- le chiese una ragazzina molto alta e con lunghissimi capelli castani.
-Abbastanza bene, ho preso sette. E tu hai parlato con il prof dell'errore dell'altro ieri?-
-No, perchè era già nervoso di suo...- rise, ma smise non appena il professore di matematica fece il suo ingresso.
-Speriamo che non interroghi.- le disse una ragazza, che stava appena dietro di lei.
-Io non ho potuto studiare, perchè...- disse la ragazza dai capelli castani.
-Jenny, le tue scuse ormai le conosciamo tutte. Perchè non provi semplicemente a studiare?- chiese Elena alla sua compagna di banco, sottovoce.
-Già, a proposito che ne dite se per il prossimo compito studiamo insieme?- propose la ragazza dietro, che sventolò i suoi capelli rossi, nella fretta di voltarsi, quando il professore si piazzò davanti a Elena e Jenny.
-Signorina Patata, signorina Owin, vedo che avete argomenti di conversazione più interessanti per non seguire la mia lezione.-
Elena e Jenny stettero in silenzio aspettando la ramanzina e i compiti in più che gli avrebbe dato il prof. di matematica.
Quando la campanella suonò, Tamara, la ragazza che sedeva dietro di loro, le invitò a venire la prossima settimana nella biblioteca della scuola per prepararsi alla prossima verifica di algebra.
Jenny e Elena facevano lo stesso corso di storia, oltre che di matematica, ma non erano compagne di banco, infatti, vicino a Elena c'era una ragazza molto minuta, con due occhiali neri più grandi di lei, una ragazza timida, ma simpatica.
-Ciao Tracy.- la salutò Elena, ricevendo un lieve sorriso.
-Bene ragazzi oggi parleremo dell'epoca romana...- cominciò la professoressa, mentre Elena partì per il viale dei ricordi, ripensando all'ultima settimana passata con Zick.

-Allora, dove vorresti andare?- le chiese Zick.
-Non so, tu?-
-Oggi è il tuo giorno, quindi si farà tutto quello che vuoi.-
-Davvero...- disse Elena, facendo una faccia molto strana, che spaventò Zick.
-Cosa vuoi? Che ti vada a prendere la luna?-
-No, vorrei solo andare a vedere la mia scuola, prima di andarci a vivere per un anno.-
-E come facciamo, c'è un treno, la metro, un autobus, qualcosa che ci porti lì?-
-No, mi porteranno i miei genitori, e l'unico altro modo per arrivarci è un autobus della scuola, ma porta solo studenti con il tesserino e io non l'ho ancora ricevuto.-
-Ma perchè devi andarci così presto?-
-Perchè mi devo ambientare, memorizzare le aule, sistemarmi nella stanza che mi assegneranno, e comunque non farò lezione fino a settembre, come te.-
-Sarà..- aveva risposto lui, lasciandola con un tremendo dubbio.

-Elena, allora ci vieni o no?-
-Cosa? Oh, ciao Ron.- disse, ritornando alla realtà.
-Ti ho chiesto se vuoi venire alla mia festa.- disse lui, rimanendo calmo, solo perchè Elena era abbastanza carina da colmare i suoi modi per niente femminili e le sue stranezze.
-Oh, e quando sarebbe?-
-Tra due settimane.- chiuse il discorso il ragazzo, lasciando un invito sul suo banco.

-Ma dove sono le mie scarpe?- chiese un ragazzo dai capelli blu, distruggendo la sua camera nel tentativo di ritrovarle.
-Zick, ma quando imparerai?- le chiese sua madre porgendogli le scarpe.
Il ragazzino se le infilò in fretta e uscì dalla casa.
Camminando, non potè fare a meno di lanciare un'occhiata verso la casa di Elena. Lei, che ora era così lontana...
Entrò in classe e si sedette in un banco. Da solo. Non c'era un ragazzina con le trecce arancio e un naso a patata, con un forte carattere irritabile, a fargli compagnia...
E se avesse incontrato qualcuno che avesse preso il suo posto? No, Elena non avrebbe mai trovato qualcuno come lui...

-E avete visto quando gli è caduto in testa quel liquido?-
-Già troppo spassoso.-
Eh già, Elena era proprio in bella compagnia. Con Amy, Ron, Johnny, Katy, Jenny, Tracy e Tamara.
Un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli neri, le si avvicinò e si sedette accanto a lei.
-Ciao Steve.- cinguettarono Amy e Katy.
-Come va Monn?- disse invece Johnny.
-Bene.- rispose, mentre a Elena fece l'occhiolino, facendo scattare risolini da Katy e Amy.
-Noi andiamo a educazione fisica.- disse Elena.
-Ok, ci vediamo.- dissero gli altri.
-Allora, che piano hai preparato?- chiese Elena a Steve.
-Dovremmo semplicemente fingere di stare male, tanto siccome ci frequentiamo da poco, a nessuno verrà in mente che lo facciamo per stare insieme e non mi sembra che tu abbia mai saltato una lezione di educazione fisica, o sbaglio?-
-No, ma è solo un mese e un giorno che la facciamo. E comunque, chi non fa fisica sta in panchina, posto dal quale è impossibile non essere visti.- lo informò. -Lo so, credi che non ci abbia pensato?- le lanciò un'occhiataccia. -Basterà stare male sul serio, o meglio avere i sintomi di essere veramente malati, così il prof ci manderà in infermeria, molto vicino al..- ma non terminò la frase, perchè Elena aveva finalmente capito le intenzioni di Steve.
-Al cancello! Steve, sei un vero genio.-
-Già, ma tu hai un tremendo mal di testa e ti viene anche da vomitare, ok?-
-Scusa, ma non devi parlarmi così forte, mi sta per esplodere la testa, e...- tenendosi la testa con entrambe le mani, finse di stare per vomitare.
-Ma che ci fai in questa scuola? Dovevi andare a hollywood!- esclamò Steve e entrambi si misero a ridere. -Adesso però andiamo o rischieremo di dover andare davvero in infermeria, ma per la fatica di tutti gli esercizi supplementari che Smith ci farà fare!-
-Certo, ma tu cosa avrai?-
-Non ti preoccupare. Tutto calcolato.- disse, sorridendole.
Raggiunsero la palestra, pronti a fare la loro esibizione.
Ma non ce ne fu bisogno, perchè quel giorno, il professor Smith era malato e quindi la supplente, una ragazza molto carina, ma che di educazione fisica non capiva niente, dato che era una delle segretarie dell'istituto, decise che avrebbero visto un film sulla fisica, sfortunatamente però prese un dvd che parlava delle equazioni miste e del tempo per velocità fratto spazio, quindi tutti si addormentarono nei suoi vani tentativi di togliere il dvd dal lettore.
-E adesso che cosa facciamo?- aveva chiesto sottovoce Elena a Steve che era seduto di fianco a lei.
-Tu rispetta il piano, fidati.-
-Ok...- disse lei, anche se non era totalmente d'accordo con Steve.
Quindi si avvicinò all'arrabbiatissima segretaria e mostrandosi visibilmente in cattivo stato, chiese il permesso di uscire per andare in bagno, ma la segretaria abboccò completamente all'amo, tanto che la lasciò andare direttamente in infermeria.
E ora tocca a me pensò Steve, mentre sfregava mano contro mano.
-Persone immobili!- ordinò mentre tutti si fermarono nel preciso istante nel quale lui chiuse la bocca, preparandosi a gettare un'altro ordine.

Intanto, Zick, ignaro di quello che stava capitando alla sua migliore amica, o meglio non del tutto ignaro visto che...
-Sono tornato da scuola!- urlò un ragazzino dai capelli blu, entrando nella sua casa, superando a velocità della luce i suoi nonni e arrivando finalmente a raggiungere suo padre.
-Vuoi proprio andare il prima possibile, vero?-
-Si.- aveva risposto lui, senza perdere tempo.

-Bene, persone, da questo momento dimenticherete le ultime ore, e solo quando lo vorrò io vi sveglierete.- mentre ammirava soddisfatto il suo lavoro, sperò che Elena avesse eseguito alla lettera i suoi ordini. "Sarebbe un peccato doverla uccidere, lei dovrà essere mia..."
Uscendo dall'aula video, chiuse la porta e vide soddisfatto che anche tutti gli altri semplici umani si erano addormentati secondo il suo desiderio. Mentre richiudeva il cancello che segnava il confine tra scuola e esterno, sperò che non ci fossero tanti domatori, domatrici o rifugiatori. Perchè essi, come Elena non avrebbero avuto nessuno effetto del suo “incantesimo”, funzionava solo con i semplici umani, quelli che non avevano nessun potere.
Raggiunse la ragazza e cominciò a dirle come sarebbero entrati nel covo di mostri, ma i due non erano soli come credevano, infatti due occhi verdi li stavano spiando.
-Quindi entriamo da quella porta e poi...- Steve tappò la bocca a Elena con la mano e le disse sottovoce: -Silenzio. C'è qualcun'altro qui.-
A Elena venne in mente uno dei primi giorni che era diventata amica di Zick, quando avevano spiato Tobia, il proprietario di un bar chiamato il vecchio mulino. -Chi?- chiede a bassa voce, liberandosi della sua mano.
-Non lo so... forse sono solo un pò scosso.- disse Steve, scuotendo la testa.
-Sarà... Comunque andiamo?- chiese spazientita. Aveva fretta di finire, chiudere quella storia. Sentiva che dietro al covo di gorka e spettri neri si nascondeva di più, anzi le ricordava una... una trappola! Ma che cosa potevano volere da lei? Che Steve fosse più forte, forte come Zick, tanto da avere nemici come Magnacat?
-Ok...-
Si incamminarono e cominciarono a seguire una piccola viuzza che era circondata da case che avevano l'aria disabitata, poi deviarono per un boschetto, Elena a un certo puntò si dovette fermare, perchè qualcosa si era incastrato ai suoi pantaloni. Si chinò e subito si spaventò quando si accorse che quella era una maniglia. "Una maniglia in mezzo a un bosco, e a cosa servirà?" si chiese ingenuamente.
-Steve, qui c'è una... maniglia.- pregò che non pensasse che fosse completamente impazzita. Dopo tutto qualcuno la doveva pur districare da quella maledetta cosa, no?
-Fantastico!- esclamò, sotto lo sguardo stupito di Elena.
-Fantastico?- ripeté lei come un registratore, solo con una nota di disappunto.
-Si, credo che l'abbiamo trovata.- disse Steve, colto in fallo. Quello era stato il suo primo errore, non poteva certo commetterne un altro. Sperò che Elena si fosse bevuta la storia del covo di mostri e che pensasse che lui avesse esclamato ciò perchè era felice che lo avessero trovato.
-Mi sembri un tantino troppo felice, come se sapessi già che quella maniglia porta a una botola che ci farà arrivare direttamente al covo...- disse lei, scettica. Cominciava ad avvertire qualcosa di negativo, ma era troppo stordita per riuscire a capire cosa la facesse stare così.
-Ma va? E come potrei?- disse lui, sincero come la volpe di Pinocchio.
Steve liberò la caviglia di Elena e cominciò a tirare la maniglia, ma non riuscì a ottenere niente di buono. Elena allora, capendo la situazione lo prese per le spalle e lo aiutò a tirare. finalmente sentirono un rumore, come la tomba di Dracula che si apre cigolando, e di botto Steve cadde addosso a Elena, con la maniglia in mano.
-Credo che dovremmo andare..- disse Elena, la voce era terrorizzata. Non le facevano paura il bosco, oppure quel grande buio che si vedeva guardando nella botola: no, c'era qualcos'altro, o meglio qualcun'altro che sembrava volerla minacciare, ma nonostante si sforzasse al massimo, non riusciva proprio a capire da dove venisse.
-Non possiamo andare adesso, ormai siamo alla resa dei conti: non volevi finire questa storia il prima possibile? Bene allora andiamo giù e quando torneremo ti assicuro che saremo cambiati, oh si.- disse, sottolineando l'ultima frase, cosa che lasciò Elena perplessa. Stava cominciando ad avvertire la verità, ma ormai non poteva fare nient'altro se non assecondarlo. Se avesse mostrato qualche segno che aveva capito cosa voleva in realtà fare Steve, lui avrebbe anche potuto eliminarla, pur di fare gloria al suo signore.
Aveva capito tutto in un solo secondo: le era bastato il contatto con la mano di Steve, quando aveva pronunciato quelle parole quando torneremo saremo cambiati, oh si.
Troppo spaventata per dire qualcosa, Elena seguì Steve nella botola, sparendo nel buio.

-Allora, credi che adesso potremo andare da Timoty?- chiese un ragazzino dai capelli blu a suo padre.
-Si, certo.- Per risparmiare tempo, i due domatori si infilarono i telepattini e atterrarono direttamente nel salotto del tutore stellato Timoty Moth.
-Zick! Zob! Cosa ci fate qui, con i telepattini?-
-Abbiamo brutte notizie, timoty.- disse Zick.
-Zick, non siamo ancora sicuri che ci sia un covo di mostri vicino alla scuola di Elena.- lo rimbeccò subito il padre.
-Ma io LO SENTO!- urlò.
-Mi volete spiegare una buona volta cosa sta succedendo?- chiese Timoty.
-Certo. Zick crede che...-
-Io non credo... sono sicuro che Elena sia in pericolo.-
Per far finire questa situazione, Zob tappò con la mano la bocca di Zick, e disse:
-Zick ha scoperto che vicino alla scuola dove sta andando Elena, c'è un covo di gorka e spettri neri.-
-E ti sembra poco?- ribattè il figlio, liberandosi dalla sua presa.
-Credo che Zick abbia ragione.- disse Timoty Zob rimase molto stupito.
-Dobbiamo contattare i tutori massimi.- disse Timoty, poi si concentrò e creò un contatto telepatico con loro.
-Tutore stellato Timoty Moth, qual'è il motivo del tuo richiamo?-
-Motivi gravi purtroppo. Il domatore Zick avrebbe scoperto un covo di gorka vicino alla scuola media di NewBigburg.-
-Bene, attendete ordini.- dissero i tutori, chiudendo il contatto.
-Allora, cos'hanno detto?- chiese Zick, impaziente.
-Hanno detto di aspettare.- rispose.

La ragazzina si calò sempre più nel buio, seguendo a tentoni il ragazzo sotto di lei, che scendeva tanto veloce come se sapesse già dove mettere i piedi. Pregando che il contatto telepatico con Zick funzionasse, Elena atterrò sul pavimento della base dei gorka con un salto.
-Allora, hai ancora paura?- le chiese Steve.
-Non del buio, questo è certo.- rispose lei, sperando che non notasse la sua agitazione.
-Allora andiamo, scommetto che sono proprio in quella stanza.- disse, prendendola per un braccio e trascinandola verso la porta di una stanza.

-Non possiamo aspettare! Dobbiamo andare a tutti i costi, anche se significasse disubbidire agli ordini dei tutori.-disse Zick.
-NO.- disse suo padre, senza ammettere obbiezioni.
-Ma...-
-Tuo padre ha ragione Zick. Forse in passato abbiamo disubbidito ai tutori, e ci è andata sempre bene, ma non potrà andare sempre così.- aggiunse Timoty.
-E se nel frattempo capitasse qualcosa a Elena?-
-Elena? Che cosa c'entra lei in tutto questo?- chiese Timoty, sempre più confuso.
-La scuola media è quella dove va lei.- disse Zick, chinando la testa.
-Ora capisco tutto...-

-Allora? Com'è stato il tuo primo mese?- chiese una signora dai capelli biondi, con in braccio due bambini.
-Bello, sì. Ho fatto tante nuove amicizie.-
-Vuoi andare a trovare i tuoi vecchi amici?-
-No, sono troppo stanca.-
Elena salì le scale diretta alla propria camera, ma nonostante si trovasse in uno stato che non sapeva nemmeno definire, non potè fare a meno di lanciare uno sguardo in direzione della casa di Zick, precisamente nella finestra della sua stanza.

Zick si trovava nella sua camera, arrabbiatissimo con suo padre e con Timoty, che di solito l'aveva sempre aiutato. Sapeva qual'era il problema: tutti credevano che lui volesse andare a salvare Elena da un "presunto" pericolo, che di certo si era inventato solo per andare a trovarla alla sua scuola. Ma non era così, poteva giurarlo. Avrebbe tanto voluto essersi inventato tutto, ma purtroppo non era così.
Guardò verso la casa di Elena, scorse la sua stanza. Vuota come al solito. Erano rimasti i poster attaccati al muro, ovviamente i mobili e il letto nel quale aveva dormito un sacco di volte prima di trasferirsi in quell’altra scuola.
Stava per distogliere lo sguardo, quando qualcosa, o meglio qualcuno attirò la sua attenzione.

Elena si sedette sul suo letto, e tentò di concentrarsi su Zick, per raggiungere un contatto telepatico con lui. Si sforzò al massimo, immaginandolo nella sua camera, dalla sua visuale, ovvero la sua finestra. E a un certo punto credette di essere riuscita davvero, perchè vide Zick, seduto sul suo letto, nella sua stanza.

"Ma... ho sognato o ho davvero visto Elena nella sua camera?"
Zick non poteva credere ai suoi occhi: quella era davvero Elena, nella sua stanza, a Bigburg. Era tornata! Questa notizia non poteva essere migliore.
Quando i suoi occhi castani incontrarono quelli di Elena, si staccarono dal resto del mondo, e per lui esistette solo lei. Ma mentre stava così, Elena si alzò dal suo letto, si avvicinò alla finestra e... la chiuse.
Zick ci rimase molto male, ma non si perse d’animo. Aprì la porta della sua camera, scese le scale, attraversò la sala, chiuse la porta di casa, suonò alla porta di Elena.
Venne ad aprirgli la madre di Elena, Julie.
-Oh, ciao Zick, cosa ti porta qui?-
-Ho intravisto Elena dalla finestra. Potrei andare a salutarla?-
-Mi dispiace, ma è molto stanca e non vuole vedere nessuno adesso. Ripassa più tardi.-
-Ok, grazie signora Patata, le dica che sono passato.-
-Certo.- rispose chiudendo la porta.

-Chi è venuto?- chiese la ragazzina, tenendosi la testa con entrambe le mani. Aveva una terribile emicrania, in più aveva sognato a occhi aperti Zick, che la guardava dalla sua stanza. Eppure, qualcosa le diceva che non aveva immaginato niente, ma a un certo punto, tutto era scomparso e lei si era ritrovata per terra, di fianco al suo letto e la finestra era chiusa.
-Zick.- rispose, ma la ragazzina non sentì quello che le disse sua madre, perchè era svenuta appena sul primo scalino delle scale. Julie corse il più veloce possibile chiamando a gran voce il marito, che stava guardando la televisione nella sala da pranzo.
-Tesoro! Elena è svenuta!-
Julie sollevò la testa di Elena, e lei aprì appena appena gli occhi, ma l’immagine che le arrivava era sfocata. Riuscì a intravedere anche suo padre che la sollevava di peso, sua madre che apriva la porta della casa, suo padre che la metteva in macchina, il rumore dell’auto che si accendeva e per ultimo un ragazzino con i capelli blu, ma ancora una volta, pensò di essersi sognata tutto.

Zick era seduto sul primo gradino della scalinata che portava alla porta di casa sua quando vide i genitori di Elena uscire in gran fretta, il padre con in braccio la ragazza, lei come un corpo inanimato, sembrava non pesare niente. Vide la macchina partire, e corse in casa, per parlare con i genitori.
-Tu pensi che il malore di Elena sia collegato con quel covo di gorka?- gli chiese suo padre.
-Non lo so, e anche se lo sapessi, non mi credereste, quindi sarebbe inutile.- rispose Zick.
-E va bene.- disse Zob, decisissimo.
-Va bene cosa?- chiese il ragazzino senza capire.
-Domani partiremo alla ricerca di questo covo di mostri.- si spiegò il domatore.
-Davvero?- chiese Zick, al colmo della felicità.
-Voi credete?- disse una voce familiare alle loro spalle.

-Tesorino, stai un pò meglio?- chiese una donna dai folti capelli neri.
-Chi, dove sono?- chiese una ragazza.
-In ospedale, ti ci hanno portato i tu genitori dopo che ti hanno trovato svenuta per le scale.
-Ma... io devo andarmene, devo dire una cosa molto importante a... Zick- disse quasi senza fiato.
-E chi sarebbe questo Zick? Il tuo ragazzo?- chiese all’oscuro di quanta verità stava dicendo, l’infermiera.
-N-no, no no. E’ il mio migliore amico. Anzi, era.- ribatte Elena, arrossendo.
-Mi sembra strano che una ragazza carina come te non abbia un ragazzo.-
-Dove sono i miei genitori?- chiese per cambiare argomento.
-Sono a casa tua, sono tre giorni che non ti svegliavi.-
-Vuole dire che sono stata in... coma?-

Spazio autrice:
grazie per aver commentato, continuerò a pubblicare...
E ora una domanda per tutte le fan del Mondo Di Patty:
Ma sono davvero tornati i nuovi episodi? Oggi ho visto la pubblicità dei nuovi episodi, ma non ho ben capito.. chiunque sapesse qualcosa, potrebbe riferirmelo nel proprio commento?
Al prossimo capitolo, ciao! :*)

  
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