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Autore: Zomi    03/06/2015    3 recensioni
-Ma dal falò non si riesce a godere in pace l’oceano così bene!!!- sbottò decisa –Rufy e gli altri fanno troppo casino!!!-
-Sembri proprio una mocciosa quando fai così…- sghignazzò, piegando il capo verso di lei -… che avrà mai di speciale l’oceano: è solo acqua salata-
-Per te è solo acqua salata, baka- lo spintonò con una mano sulla spalla, scuotendolo -… l’oceano è…è… è una tavolozza-
*Panda Day*
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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OCEANO ROSSO
*oceano*
 
a Vi
 
La brezza serale le scompigliò i capelli, facendoli svolazzare sulle sue spalle disegnando riccioli ramati sulla pelle candida che si colorava delle sfumature del tramonto.
Nami amava starsene seduta in riva al mare, con le gambe immerse nella sabbia e lo sguardo rivolto all’oceano che si tingeva, nelle ore del vespero, di tutte le sfumature calde del sole che si inabissava oltre l’orizzonte.
Si passò una mano tra i ricci, mantenendo fisso lo sguardo sulle onde dell’oceano che bagnavano le coste sabbiose di quel piccolo atollo dove si erano fermati.
Ridacchiò nel sentire, portate dal vento, le urla di Sanji contro il loro capitano, di certo sgattaiolato nella cucina improvvisata dal biondo sulla spiaggia, a rubacchiare qualche resto del barbecue che avevano appena concluso.
Che pazzi, navigava con dei matti in piena regola, eppure li amava così com’erano: pazzi e senza ragione.
Si strinse nelle spalle, rabbrividendo per l’ennesimo soffio di vento serale, massaggiandosi le spalle infreddolita.
Dopo tutto indossava semplicemente il suo bikini, e la temperatura si stava abbassando sulla spiaggia.
Stava per alzarsi e recuperare una giacca dal suo sacco a pelo, sistemato attorno al falò dove giocherellavano Usopp e Chopper, quando un ammasso scomposto di stoffa e stordente profumo la investì in faccia, coprendole il capo.
-Ma… ehi!!!- sbuffò, agitandosi e riuscendo a sfilarsi dal capo una camicia nera, che fissò allibita -Ma che…-
-Le mocciose non devono prendere freddo- affermò serio Zoro, facendo sussultare di paura Nami nel vederselo apparire dal nulla al suo fianco.
Lo fissò stranita, studiandolo con quel suo ghigno strafottente, le braccia incrociate al petto e con indosso semplicemente i bermuda.
-E i buzzurri dovrebbero segnalare il loro arrivo con un segnale acustico!!!- gli tirò una linguaccia, capricciosa e infantile come suo solito.
Zoro sospirò, sedendosi alla sua sinistra, ignorandola mentre si infilava la camicia, che non aveva rifiutato, ghignando di sghembo nel scuotere il capo.
Rimasero in silenzio, uno di fianco all’altro, fissando l’oceano cambiare colore sotto gli ultimi raggi di sole.
Nami stringeva le gambe al petto, infossando il visino nel colletto rialzato della giacca, respirando piano per assimilare il denso profumo che impregnava la stoffa, lanciando ogni tanto delle furtive occhiate al compagno, perso nel fissare le onde con le braccia abbandonate sulle ginocchia piegate.
-… mmmh… grazie…- bofonchiò, stringendosi nella camicia.
-Te l’ho detto…- ghignò quello, ruotando l’iride su di lei -… le mocciose non devono prendere freddo, certo…- sospirò pesantemente facendo inarcare un sopracciglio sorpreso alla cartografa-… se invece che in riva alla spiaggia se ne stessero accanto al falò, sarebbe meglio-
-Ma dal falò non si riesce a godere in pace l’oceano così bene!!!- sbottò decisa –Rufy e gli altri fanno troppo casino!!!-
-Sembri proprio una mocciosa quando fai così…- sghignazzò, piegando il capo verso di lei -… che avrà mai di speciale l’oceano: è solo acqua salata-
-Per te è solo acqua salata, baka- lo spintonò con una mano sulla spalla, scuotendolo -… l’oceano è…è… è una tavolozza-
Zoro aggrottò la fronte, fissandola in silenzio, piegando le labbra.
-L’oceano ora è rosa…- sorrise Nami, indicando le onde arrossarsi per il tramonto -… ma è anche blu, di blu cristallino e accecante quando il sole splende…-
-Quando invece è notte diventa una tavola piatta di nero e le onde diventano linee bianche sotto la luna…-
Si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio, per imbarazzo più che per fastidio, continuando a sostenere lo sguardo indagatore dello spadaccino.
-Ma l’oceano da il meglio di sé con la tempesta…- sussurrò piano, ruotando il capo verso la risacca -… diventa grigio, di un grigio mutevole: a volte ha sfumature blu, altre bianche, altre ancora addirittura violacee-
Prese un respiro profondo, sorridendo e socchiudendo piano gli occhi.
-A volte rosse- parlò flebile, ammirando il sole morire oltre l’orizzonte –Rosse come le chiocce dei capelli di Bellmere quando salvò me e Nojiko dalla nostra isola in guerra, affrontando un oceano in tempesta per portarci al sicuro-
Non ricordava molto di quel viaggio, troppo piccola per ricordare, e forse era un bene.
Ma era certa che in quella notte di tempesta, con il vento che ululava e le onde che si ingrossavano minacciose intorno all’esile barchetta su cui Bellmere proteggeva con testardaggine lei e sua sorella, la tormenta dell’oceano avesse assunto delle sfumature rossastre come le ciocche ribelli di sua madre, a testimoniarne la forza d’animo e l’amore che già provava per loro.
Nami non sapeva perché amasse tanto l’oceano, forse per quella convinzione, forse perché senza onde sotto i piedi non riusciva a vivere.
Forse perché l’oceano le aveva portato tante cose belle come Rufy e i suoi Nakama.
L'oceano le aveva portato Zoro.
Già Zoro, ancora muto a fissarla, senza commentare quel suo sproloquio da mocciosa sentimentale.
-…e  poi…- si alzò in fretta, spolverandosi il sedere dalla sabbia e nascondendo oltre la frangia il suo imbarazzo -… davanti all’oceano le cose si fanno migliori…-
-Tipo?- domandò lo spadacino, fissandola stiracchiarsi.
Credeva davvero che le avrebbe permesso di cambiare discorso così facilmente?
Per una volta che si apriva con lui, che condivideva quel suo animo di bambina cresciuta troppo in fretta e gli donava una piccola, fragile, parte di lei?
-Bhè…- pestò i piedi nella sabbia, incurvandosi con il busto verso Zoro -… tipo i baci…-
-I baci?- ghignò, sollevando il volto verso di lei.
La vide annuire, sorridendo malandrina e con una strana luce negli occhi.
La stessa luce che aveva quando lo strattonava nella sua cabina o quando gli rubava un bacio dietro le spalle di Sanji.
Forse aveva anche lui quella luce nello sguardo quando la baciava nel suo agrumeto o sul ponte, orgoglioso della loro relazione.
-Si dovrebbe provare…- sorrise di sghembo, allungando il collo verso la rossa.
Nami socchiuse gli occhi, sporgendosi con il busto verso di lui, le mani ferme sui reni e le labbra arricciate in un bacio.
il ghigno di Zoro si ampliòmentre chiudeva l’occhio buono, pronto a bearsi delle labbra della sua mocciosa, ma non appena  sfiorò la bocca della compagna, spingendosi con tutto il peso del busto in avanti, quella si sottrasse a lui facendolo rovinare sulla spiaggia.
-Nah, fidati che è così: non c’è bisogno di una prova- ridacchiò monella, allontanandosi da lui.
Zoro ringhiò, sollevando il capo insabbiato dalla fossetta che aveva creato spiaccicandosi al suolo, fulminando la rossa.
-Se ti prendo…- grugnì, alzandosi di scatto e iniziando a rincorrerla, pestando i piedi nel bagno asciuga dove Nami correva ridendo, annaspando tra le risate e sfuggendo al verde.
Zoro ghignava, correndole dietro, trattenendosi dall’acciuffarla troppo in fretta, lasciandola giocare ancora un po’ sotto le ultime luci del tramonto e tra le onde del suo amato oceano.
Perché si, con l’oceano, per fino Nami diventava ancor più bella quando rideva.
 
 



 
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