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Autore: Yssis    03/06/2015    3 recensioni
|IE!GO| Kidou’s POV| 600 parole| Because I ship them, eew.
Un grazie particolarmente sentito a Lady Dragon, a cui è dedicata la shot, per avermeli fatti scoprire e amare~
“Guarda di nuovo il nome di Shindou riportato sui documenti, accarezza con dita raffreddate la foto allegata e quasi gli sembra di udire dei passi nel corridoio, ma è solo suggestione.”
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jude/Yuuto, Shindou Takuto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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=Indecisione=




Plichi ordinatamente sparsi per la stanza soleggiata formano un percorso bianco sul pavimento piastrellato. Al centro, seduto alla scrivania, sta l’allenatore della squadra, immerso e sperduto nel punto vuoto del caos cartaceo tutt’intorno.
La follia lo vizia, il disordine lo tramortisce, lasciandolo imbambolato a fissarsi nello specchio opaco dei suoi occhiali.
Si sente pieno di deboli timori, mentre sfoglia distrattamente le schede di adesione al club, riportanti dati anagrafici e risultati scolastici ed extrascolastici di ogni membro della squadra di calcio che ha richiesto. Sono fogli comuni, niente di troppo ufficiale, eppure al solo contatto viene colto da sentimenti angoscianti.
Era molto tempo che non rispolverava tali emozioni: negli ultimi anni si era concentrato solo sugli studi, allenando mente e corpo a ritmi diversi… Il suo animo era asciutto.
Ora viene travolto dall’alta marea, senza preavviso né supporto: l’acqua si era ritirata da anni, Kidou non immaginava che sarebbe potuta tornare così repentinamente.
Una scheda in particolare gli passa in mano, una scintilla trema negli occhi cremisi.
“Vieni da me, domani…”
Le parole con le quali ha invogliato il capitano Shindou a presentarsi da lui, per continuare un discorso incominciato una sera in un fortuito incontro per strada, si ripresentano ora con un eco diverso alle sue orecchie, più spaventoso e più maligno di quanto avrebbe sperato di ricordare.  La paura, il senso di sfiducia che la squadra di Endou ha riservato al loro primo incontro lo ha ferito più di quanto avrebbe pensato. Non vuole che il suo nome, il suo titolo, la sua fama siano specchio del suo comportamento: non sarà così.
Guarda di nuovo il nome di Shindou riportato sui documenti, accarezza con dita raffreddate la foto allegata e quasi gli sembra di udire dei passi nel corridoio, ma è solo suggestione.
Quante potenzialità vede in quel ragazzo, quanto talento armonioso… Ma soprattutto, in Shindou invidia – ma di un’invidia distaccata e nostalgica – la libertà che brilla nei suoi occhi. Takuto non è influenzato da nessuno al di fuori di se stesso e della sua autostima: i suoi occhi ne sono una chiara testimonianza. Così forti, capaci di illuminarsi e brillare di tenacia, ma altresì dediti al pianto, alla riflessione… Gli occhi dell’allenatore non sono mai stati così, ne è consapevole.
Il suo animo tediato da una rabbia quieta gli ha fatto rivolgere a Shindou parole oscure ed ora con lo stesso stato d’animo spera che il giovane giunga il prima possibile.
“Voglio dirti che non mi occuperò di te, ragazzo.
Vorrei poterti parlare, elargirti consigli, mostrarti gli schemi dai quali io appresi, giovane atleta per diletto.
Vorrei poter essere accolto nella tua casa, osservare i tuoi balzi d’umore adolescenziali, udire la tua musica e scacciare i tuoi dubbi fino a quando, pronto e teso quanto basta dall’eccitazione della sfida, scenderai in campo e vincerai, maestro dei tuoi ritmi e guida della tua squadra.
Vorrei tutto questo e so che potrei ottenerlo ma, se è vero che ho dovuto subirla, questo non vuol dire che meschinamente io ripeterei la mia vita in te. Non sarebbe altro che un riflesso opaco, non sarebbe altro che un eco distorto. Non lo farò, non preserverò in un sbaglio che ferirebbe entrambi.
Vieni da me, voglio dirti che non mi occuperò di te, ragazzo.”
La porta si apre, la corrente improvvisa smuove i fogli che perdono senso, in quell’ordinata confusione che conduceva in un sentiero di carte e pensieri.
Kidou alza lo sguardo, un sorriso crespo dipinto sulle labbra.
-Buongiorno.-
-Buongiorno, mister.-

E già sembra che è tutto finito: stranamente, all’allenatore non dispiace affatto.








Ohayo!
Come da anteprima di lettura, questa fanfic è dedicata a Lady Dragon: tanti auguri carissima, alla fine ce l’ho fatta a scrivere su Kidou e Shindou, visto? <3 Spero che sia stata di tuo gradimento!
Alcune spiegazioni generali: io li shippo, ovviuz, ma non potevo esordire con qualcosa di esagerato -  ergo mi sono trattenuta, avrei potuto ideare qualcosa di molto peggio *^*
Spero di aver reso Kidou maturo e sensibile come me lo immagino: del suo lato complessato e depresso sono stanchina, sinceramente. Ho voluto svelare l’indole a farsi domande e cercare le soluzioni migliori, che è comunque propria del personaggio; sul finale, la dimostrazione che ora sa prendere decisioni non solamente per il proprio tornaconto ma soprattutto per il bene dei suoi ragazzi. Se Kidou è sembrato in balia dei suoi pensieri confusi è perlopiù dovuto al fatto che ho tratto ispirazione da una precedente fanfic di Lady Dragon: prendetevela con lei, dunque. (Sai che ti voglio bene, cara <3)
Grazie a tutti per la lettura: se vi è piaciuta lasciatemi un commento… Per il resto yay, ci si risente prossimamente!

ys.
  
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