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Autore: rossella0806    03/06/2015    3 recensioni
Il commissario Alessandro Terenzi torna all'attacco: dopo averlo lasciato a Porto Ercole, in Toscana, alle prese con misteriose sparizioni e spartiti musicali inesistenti, ora lo ritroviamo nella sua Torino ad indagare su un caso apparentemente semplice.
Al suo fianco ritroveremo l'ispettore Francesco Ghirodelli, la burbera questore e, ovviamente Ginevra, la studentessa di Archeologia e aspirante investigatrice, di cui il poliziotto ha fatto la conoscenza proprio a Porto Ercole, e che si rivelerà una piacevole ed inaspettata compagnia.
La Germania, dove il caso ha avuto inizio nove anni prima, appare lontana, ma ben presto Terenzi dovrà ricredersi, perchè nulla appare come sembra.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Ore 12.30, commissariato “L’Aquila”, Torino

L’improvvisa e sperata presa di coscienza che prestissimo sul caso “Dünnerz-Perrez” si sarebbe finalmente scritta a caratteri cubitali la parola fine, ha ristorato Terenzi, ripagandolo di tutti quei giorni d’indagine a vuoto.
Ora la quasi certezza che Sebastian Perrez in realtà sia vivo e vegeto, così come probabilmente Rebecca Dünnerz, lo fa gongolare come il cane che aveva da ragazzino, Otto, un incrocio tra un meticcio e un labrador nero, che aveva la mania di scavare nel giardino di casa e al parco piccole buche ad otto, capacità che gli aveva fatto guadagnato il nome.
Il commissario ricompensava l’affetto del quattro zampe con un osso di gomma gialla, per cui il cane andava letteralmente matto, cominciando a saltellare e a sbavare non appena vedeva Terenzi avvicinarsi con il premio tra le mani: ecco, riflette soddisfatto il poliziotto, in quest’ultima ora mi sento proprio come Otto, felice di aver ottenuto la mia ricompensa!
Quell’osso finto, sebbene per il momento riesca a vedere solo la forma galleggiante nella sua mente invasa dalla foto segnaletica di Perrez e dall’ultimo quadro della fidanzata ex morta e ora viva, non lo fa smettere di sorridere inebetito, perso tra i ricordi del passato e le ipotesi sull’indagine in corso.  
Altro che vittime, commenta a bassa voce, cercando di darsi un certo tono, quei due sono peggio del diavolo e dell’acquasanta! Si sono trasformati in carnefici  e per nove anni si sono presi gioco della polizia!
E’ anche vero che la parte più difficile deve ancora venire, si dice, dobbiamo ancora scoprire dove si trovano e perché hanno ucciso Schörell e la Oliver.
Lo stomaco comincia a brontolargli: con tutto quel trambusto, tra donne che resuscitano, assassini presunti che in realtà si rivelano tali, trafficanti di diamanti, sparizioni misteriose ed ossi di gomma, Terenzi, quella mattina, si è completamente dimenticato di andare da Maurizio a fare colazione con i soliti cappuccino e brioche alla crema.
Miss Marple e le sue buste di insalata! continua a pensare tra sé e sé, riferendosi al pranzo della sua tartaruga di terra, ogni volta mi riduco all’ultimo momento a fare la spesa! Così, puntualmente, chi ci rimette siamo sempre io e il mio stomaco!
Sbuffando leggermente per quello spiacevole inconveniente e per la nostalgia del cornetto soffice e profumato, il poliziotto si dirige alla macchinetta del caffè: in corridoio c’è il solito viavai di agenti in divisa e in borghese, ma vicino alla sua meta, per fortuna, non c’è nessuno.
Recupera dalla tasca dei jeans la chiavetta da inserire nell’apposita fessura di quell’aggeggio spara schifezze: preme con una smorfia di disgusto il bottone blu di fianco la scritta cappuccino, ben consapevole che la brodaglia che uscirà non sarà neppure lontanamente il gemello della spumosa e abbondante tazza di cappuccio di Maurizio, innaffiato da una spolverata di cacao amaro.
Nel frattempo che aspetta il risultato di quell’esperimento alla Frankenstein, Terenzi si concentra sull’altra macchina sputa schifezze, piena di merendine, pacchetti di patatine unte e bisunte, tramezzini mezzi ammuffiti.
Per una volta, non morirò mica … cerca di consolarsi il poliziotto.
Il beep che annuncia l’avvenuta preparazione della sottospecie di cappuccino, distoglie per un attimo l’uomo dalla sua ricerca poco convinta di una porcheria meno porcheria delle altre: notando che nessun altro si sta dirigendo verso l’aggeggio spara bevande, il commissario ritorna a fissare un pacchetto di barretta di riso ricoperto di cioccolato.
La chiavetta ancora in mano, l’uomo digita il numero per ottenere quello spuntino che sembra il più salutare in mezzo a quel mare di cibo spazzatura.
Vergognandosi di quanto sia caduto in basso, Terenzi recupera, furtivo come un ladro e lanciando occhiate a destra e a manca, lo scarso bottino e, bicchiere e barretta tra le grinfie, ritorna lesto come Otto con il suo osso di gomma gialla in bocca, in ufficio, tirando un sospiro di sollievo una volta richiusa la porta dietro di sé.


Adesso lo stomaco è pieno, così il poliziotto può buttarsi nuovamente a capofitto nelle indagini.
Prima di convocare  Ghirodelli, come erano rimasti d'accordo, l’uomo vuole togliersi lo sfizio e il dovere di richiamare la donna da cui tutto ha avuto inizio, la persona che gli ha fatto perdere tempo con le sue menzogne ma, contemporaneamente, lo ha -a sua insaputa- messo sulla giusta strada, indirizzandolo verso la Verità.
L’unica persona che può chiarire gli ultimi punti oscuri di questa intricata vicenda è suor Maria, devo solo chiamarla, si decide, rovistando in uno dei cassetti della scrivania per recuperare il numero di telefono del convento.
Apre il taccuino su cui ha appuntato le parole che aveva scambiato con la suora poche settimane prima quando, l’ennesima presa in giro, si era fatto convincere a raggiungerla in convento, dove però non tutto gli si era ritorto contro: aveva infatti scoperto che il presunto assassino della pittrice intesseva costanti rapporti con la madrina della vittima e, prove importantissime, aveva trovato il dipinto della Madonna con il biglietto d’addio di Rebecca e le lettere scambiate tra Perrez e suor Maria.
Vittorioso e più sicuro che mai di trovarsi a pochi passi dalla fine positiva dell’indagine, compone il numero dell’ “Heilige Familie Kloster” e si fa passare la donna, in attesa che gli dia finalmente gli ultimi chiarimenti di cui ha bisogno.
Qualche attimo dopo, una voce tremolante fa capolino dall’altro lato della cornetta:
-Signor commissario, come mai mi ha cercata? Vuole restituirmi le lettere di Sebastian e la miniatura della mia bambina?-
-No, suor Maria- ribatte l’uomo, mettendo da parte una punta d’imbarazzo, reazione del tono affettuoso e spaurito della donna  -l’ho chiamata per sapere finalmente la verità-
-La verità? Ma gliel’ho già detta quando è venuto a trovarmi l’altro giorno … -
-Lei mi ha detto solo una parte della verità! E, da adesso in poi, la prego di non mentire!-
-Perché mi sta aggredendo, signor commissario? Che cosa le fa pensare di dire tutte queste cattiverie con cui mi sta travolgendo?-
-Non è cattiveria, suor Maria, non mi permetterei mai. Abbiamo però fatto dei passi avanti con le indagini e mi sembrava giusto metterla al corrente-
Un attimo di pausa interrompe il botta e risposta tra l’uomo e l’anziana suora.
-Se è così, ha fatto bene ad avvisarmi, signor commissario. Mi dica … -
-Abbiamo scoperto che molto probabilmente né il signor Perrez né la signorina Dünnerz sono morti-
-Oh, santo Cielo, che il Signore la ascolti! Come è successo? Come ha fatto a scoprirlo?!-
-Suor Maria, la prego, la smetta di recitare! Lei è una donna di chiesa, come può essere così convincente?!-
-Signor commissario, lei continua a darmi della bugiarda, e questo non posso tollerarlo! Io le ho sempre detto la verità, non le ho mai mentito!-
-Non è vero!-
Terenzi cambia orecchio, accalorato da quella conversazione che non sta prendendo la piega tanto sperata: se l’avessi qui davanti, credo che la strozzerei! Non è una suora, è un’attrice!
-Mi dispiace suor Maria, ma non le posso e non le voglio credere! Sono state uccise due persone e …-
-Come sono state uccise due persone? Se mi ha appena detto che Rebecca e Sebastian sono vivi!-
-Sì, loro sì, ma hanno ucciso un uomo e una donna per farlo credere a tutti altri, polizia compresa!-
-Oh no, non è vero, sta dicendo così solo per spaventarmi-
-Questa è la verità! Non quella che lei sta cercando di propinarmi!-
La donna emette un lungo sospiro di indecisione, seguito da un rumore molto simile a un singhiozzo:
-Se è così, allora le devo raccontare tutto, ma giuro sulla mia anima, signor commissario, che tutto quello che ci siamo detti nel nostro incontro, corrisponde a verità, anche per quanto riguarda il biglietto che ha trovato nella cornice: non lo avevo mai visto prima-
-Allora cos’è che non mi ha detto?- ribatte esasperato l’uomo, cambiando nuovamente orecchio.
-Due settimane fa, quando Sebastian è venuto a trovarmi per l’ultima volta, oltre al ritratto della Madonna, mi ha lasciato una busta: non c’era nome, non c’era scritto nulla sopra. Mi ha fatto promettere che l’avrei aperta solo se la polizia fosse tornata ad interrogarmi … -
-E lei l’ha fatto? Ha letto la lettera?-
-No, non ho avuto il coraggio: c’era qualcosa dentro di me che mi spingeva a non farlo.
Ho ancora la busta, se è questo che le interessa-
-Probabilmente lì dentro c’è la chiave di questo mistero. La conservi fino a quando non arriverà il collega Marz a prenderla. Me lo giura?-
Qualche attimo di incertezza da parte della donna e di Terenzi, che prende a mordicchiarsi il labbro inferiore, poi la voce rassegnata della suora risuona nella cornetta:
-Sì, non la aprirò né la nasconderò. Quando verrà il suo collega?-
-Lo chiamerò subito, spero già oggi pomeriggio-
-Signor commissario, davvero Rebecca ha fatto quello che mi ha detto? E davvero è viva?-
-Se la lettera confermerà la mia ricostruzione dei fatti, allora sì, Rebecca è viva, ma a caro prezzo e dovrà pagare per quello che ha fatto, così come Sebastian-
-La potrò incontrare?- continua emozionata.
-Non lo so, questo non dipende da me. Sarà la giustizia tedesca a decidere -
-Ho capito. Signor commissario, le chiedo solo un favore … -
-Mi dica-
-Mi ridia le lettere e l’immagine della Madonna, la prego: sarà l’unico ricordo certo della mia bambina-
Terenzi annuisce come se l’altra potesse vederlo poi, a voce alta e accondiscendente per la prima volta dall’inizio della conversazione, prosegue:
-Non si preoccupi, suor Maria, gliele spedirò oggi stesso-
-Grazie, signor commissario, grazie-



Ore 13.40, commissariato “L’Aquila”, Torino

Terenzi è riuscito ad andare in posta prima che chiudesse e a spedire quello che la suora gli ha chiesto così accoratamente, non prima di aver fatto una copia di tutto il materiale.
Al rientro ha subito mandato un fax a Marz per informarlo delle ultime novità, scrivendogli di recarsi al convento per ritirare la misteriosa lettera che Perrez ha fatto avere a suor Maria.
La risposta del collega non si fa attendere, così come la meraviglia per quella che sembra la risoluzione definitiva del caso e la promessa che nel pomeriggio gli avrebbe fatto pervenire la traduzione del messaggio.
Adesso gli manca solo da contattare il questore, sperando che sia di buon umore e che abbia tempo per ascoltarlo.
-Commissario, che piacere sentirla! Sbaglio o è da un po’ che non mi telefona per tenermi informata?-
Bene, dalla voce Crudelia Demon mi sembra mansueta, ha appena il tempo di pensare Terenzi, prima di trovare una risposta che potesse soddisfarla:
-Signor questore, mi scusi, ma siamo stati molto impegnati in questi ultimi due giorni, per questo non ho avuto modo di contattarla-
-Si riferisce al caso della pittrice assassinata?- s’informa interessata la donna, mentre il poliziotto se la immagina avvolta in qualche attillato completo, tappezzata di trucco e gioielli costosissimi.
-Sì, esatto. Finalmente abbiamo risolto il caso-
-Molto bene, commissario, molto bene! Allora l’omicida era quel tale, il fidanzato, giusto?-
-No, lui e Rebecca Dünnerz in realtà non sono le vittime, ma gli assassini-
-Come?! Non sono morti?-
-No, signor questore, al loro posto hanno ucciso due trafficanti di diamanti, probabilmente per questioni economiche. Nove anni fa è stata la volta della moglie di Markus Podonskij, Andrea Henriette Oliver, e pochi giorni fa dello stesso Podonskij, che in realtà si chiamava Markus Friedrich Schörell-
-Mi sono già persa con tutti questi nomi falsi! Comunque sia, ottimo lavoro, commissario, come sempre non mi delude! Per lunedì voglio una relazione dettagliata, la aspetto alle dieci nel mio ufficio-
-Perfetto-
-Potrebbe anticiparmi il movente?-
-Di questo non siamo ancora sicuri, signor questore. Probabilmente avevano degli affari in comune, poi qualcosa è andato storto e la Dünnerz e Perrez hanno ucciso la Oliver. Oggi pomeriggio saprò rispondere anche a quest’ultima domanda: Marz, il collega che si è occupato fin da subito delle indagini, mi farà avere una prova che confermerà quello che le ho appena detto-
-Quindi lo ha già avvisato?-
-Sì, signor questore-
-Bene, molto bene. E il cadavere che hanno ritrovato in Svizzera poche settimane fa apparterrebbe a questo tale Markus Nonsoché?-
-Esatto … -
-E’ stato un caso davvero insolito, ma sembra che abbia scritto la parola fine anche questa volta. Le rinnovo ancora i miei complimenti, commissario. La saluto e si ricordi la relazione per lunedì-
-Mi scusi, avrei ancora una cosa da dirle: le potrei chiedere un favore?-
-Dipende, mi dica-
Fine dell’idillio, commenta Terenzi, notando il tono di voce non più euforico e accondiscendente della donna.
-Vede, l’ispettore Ghirodelli, come lei sa, è un poliziotto molto capace: è merito suo se sono riuscito a comprendere una parte importante di questo mistero-
-Si sta riferendo al quadro del Brasile, quell’intuizione del suo sottoposto di cui mi aveva accennato un po’ di tempo fa?-
-Sì, esatto. Per questo motivo e per la proficua collaborazione che c’è sempre stata con l’ispettore, le chiedo di riconoscere pubblicamente il merito delle operazioni investigative anche a lui, tenendo presente quella promozione che da tempo aspetta-
Adesso mi bloccherà con la solita domanda: altre richieste?
Invece, stranamente, la donna sembra comprendere, tanto da ribattere ragionevolmente:
-Ho capito, commissario. Me ne ricorderò, non si preoccupi-
-Grazie, signor questore-




NOTA DELL’AUTRICE


Ciao a tutti! Scusate la mia lunga assenza di un mese, ma sono davvero presa dall’attività universitaria fuori sede!
Siamo agli sgoccioli! Nel prossimo capitolo scopriremo davvero tutto, dalla sparizione del padre di Rebecca a quella dei due fidanzati e, finalmente, ci sarà anche un incontro più o meno romantico tra Terenzi e Ginevra!
Grazie a chi leggerà e commenterà il capitolo!
A presto!
   
 
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