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Autore: proudtobea_fangirl    03/06/2015    1 recensioni
Sono passati ormai sei anni dalla fine della guerra contro Sebastian e gli Ottenebrati, e gli Shadowhunters di New York sono tornati alla loro vita precedente. Ma ricordi oscuri riemergono dal passato, una "vecchia conoscenza" (non Sebastian) si farà presto viva, muovendo i fili e tramando nell'ombra per sconvolgere nuovamente la vita dei nostri eroi...
Fanfiction ambientata dopo CoHF.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadowhunters ~ Past, Present and Future'
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POV: Clary ~ 4 Agosto 2014, ore 12: 30


Contemplo un'addormentata Lori mentre attendo che le porte del – fortunatamente – riparato ascensore si aprano e Magnus e Alec si uniscano alla squadra. Ora che abbiamo capito cos'è il malum, non ci resta altro che scoprire dove si trova e distruggerlo al più presto, e chi meglio del Sommo Stregone di Brooklyn può aiutarci?


Con un frastuono di metallo sferragliante, le porte dell'ascensore si spalancano e i due si dirigono verso di me, sorridenti come mai prima. Da lontano sembra che Magnus stia indossando un cappotto molto gonfio nella parte superiore.


Un cappotto. Ad Agosto.
No, troppo strano anche per lui.


Mi avvicino e metto a fuoco, nella penombra dell'atrio, un piccolo corpo adagiato tra le braccia dello Stregone.

Sussulto. Che sia qualche Nascosto morto o in fin di vita? Impossibile. Non sarebbero così felici.
Alec legge la confusione sul mio viso e ridacchia. «Tranquilla, Clary! Non è successo niente. Dai, andiamo in salotto, dobbiamo farvi un annuncio molto importante.»

Forse, ma dico forse, ho capito. Magnus era "a contatto con mondani". Quel corpo è di un bambino mondano? L'hanno adottato?
Raziel, allora sono sua zia?

Alzo le sopracciglia e mi volto, guidandoli verso il salotto.

Simon e Isabelle sono sprofondati nel divano e sembrano molto stanchi. D'altronde, non posso biasimarli. Oggi è successo di tutto.

Prendo posto accanto a Simon ed esorto lo Stregone a parlare. «Allora? Quest'annuncio?»
Con un sorrisetto sbarazzino, risponde: «Mesdames et Messieurs, io e il mio fidanzato nonché futuro marito Alexander Gideon Lightwood siamo lieti di presentarvi la signorina Chrysta, della casata Bane, nobile Stregona dalle orecchie da pipistrello! Ricordiamo, inoltre, che è vostra nipote in tutto e per tutto. Grazie per l'attenzione.» Fa comparire un cappello con tanto di piuma e si esibisce in un complicato inchino tutto svolazzi.


Allora avevo ragione solo a metà! Hanno adottato una Stregona!


Isabelle scatta in piedi e si getta tra le braccia del fratello, scoccandogli un bacio sulla guancia. «Per l'Angelo, Alec! E non dici niente a nessuno?»
Lui ricambia l'abbraccio con un po' d'imbarazzo e mormora: «Lo sapeva solo Jace. Volevo farti una sorpresa, sorellina.»

Simon stringe la mano a entrambi, sorridendo raggiante. «Wow. Questo è un momento epico che entrerà nella storia degli Shadowhunters. Congratulazioni di cuore, ragazzi!»
«Promettimi una cosa, Magnus» dichiaro seria mentre gli stritolo la mano. «Niente glitter con Chrysta. Oppure, giuro su Raziel, ti impedisco di entrare in una qualsiasi profumeria del mondo.»

Alec scoppia a ridere, contagiandoci tutti e riempiendo l'aria di risate. Si aggiunge anche Jace, che, a quanto pare, ha sentito tutta la conversazione acquattato dietro la porta. «Okay, basta» sghignazzo asciugandomi una lacrima. «Sul serio, finiamola.» Mi schiarisco la voce e continuo: «Magnus, abbiamo chiesto il tuo aiuto a causa di questo malum. A quanto pare è un oggetto a forma di mela che Stephen vuole usare per ammazzare tutti i Nascosti. Sai dirci qualcosa in più?»

Sbianca. Perde per un attimo il controllo sull'incantesimo che nasconde il suo Marchio; le pupille da gatto lampeggiano. «Per Lilith... perché non me l'avete detto subito? Avete almeno idea di quale potere distruttivo abbia? Nemmeno Asmodeo può arrivare a tanto... Jace, senza offesa, hai un padre di merda.»
«Grazie, serviva proprio che me lo ricordassi» sbotta Jace sarcastico. «Sai, stavo quasi per dimenticarmelo.»

«Smettila» gli intimo lanciandogli un'occhiataccia. «Su, Magnus, dicci tutto.»

«Il malum è uno strumento stregonesco molto utilizzato tra il 1600 e il 1750, più o meno nel periodo dell'Inquisizione protestante. Lo vidi per la prima volta a Salem, mentre il reverendo Cotton Mathers lo mostrava alla popolazione come prova dell'appartenenza di due imputate a una setta stregonesca. I libri di magia nera lo descrivono come la chiave del Sommo Rito, una sorta di rito di purificazione paragonabile ideologicamente al diluvio universale. Non è mai, e dico mai, stato usato per quello scopo. È intoccabile per la maggior parte dei Nascosti, compresi gli Stregoni. Ci brucia e, talvolta, ci avvelena. Ma come diavolo gli è passato in mente di volerlo usare come arma per distruggere tutti i Nascosti? È progettato per uccidere gli umani, se viene effettuato il Sommo Rito! È pazzo! Non capisce che morirà anche lui? Morirete tutti! Solo noi Stregoni – una minima parte, comunque – resteremo vivi!»


Oh. Mio. Raziel.


Jace vacilla e si appoggia al muro per non cadere. Iz e Simon sembrano sul punto di svenire, Alec porta una mano alla bocca e chiude gli occhi.
«P-Per l'Angelo...» balbetto stringendomi istintivamente Lorianne al petto. «Stephen è... oddio, non ci sono aggettivi per descriverlo.»

«Ragazzi, bisogna trovare il malum al più presto e distruggerlo» sussurra Jace con voce tremante. «Stephen non mi ha detto nulla. Nulla su dove si trovi Maryse o su dove sia quest'oggetto. Non ha proferito parola.»
«Noi invece sappiamo che è proprio lei ad averlo, ma non abbiamo idea di dove sia. Ha lasciato il cellulare qui all'Istituto quando è venuta a vedere Lorianne e di solito non risponde ai messaggi di fuoco» mormora Iz mordicchiandosi il labbro inferiore. «Però potremo provare con una runa di localizzazione. Vado a prendere il suo cellulare.» Si fionda fuori dalla stanza, i capelli che frustano l'aria.

Alec sospira e si passa una mano sul viso. «Avverto Idris. Ho il sospetto che, di qui a poco, ci sarà una battaglia molto impegnativa. Abbiamo bisogno di guerrieri.» Annuisco e lo osservo afferrare un pezzo di carta, scrivere qualcosa di getto e incendiarlo con lo stilo.

Iz ritorna brandendo il cellulare di Maryse come un trofeo di guerra. Lo lancia ad Alec, che si traccia una runa di localizzazione sul pugno chiuso. Chiude gli occhi. «Se vi dicessi che non riesco a capire in quale luogo sia mamma, mi credereste? Sul serio, vedo solo pietra e una sostanza biancastra, forse marmo, non lo so. Fratellino, prova tu.»
Jace ripete la stessa operazione. «Mi sa che i tuoi occhi ti ingannano. Ci sono delle sbarre di ferro.»

Simon schiocca la lingua e appoggia i gomiti sulle ginocchia, prendendosi la testa fra le mani. «Idioti! È la Città Silente, dannazione! Maryse è lì per liberare Stephen!»

Scattiamo tutti in piedi contemporaneamente. «In Armeria, presto!» urla Jace trafelato. «Veloci! Dobbiamo fermarla! Io avviso i Fratelli Silenti.» «Jace, e le bambine? Non possiamo portarle con noi!» grido, cercando di sovrastare il rumore di sei paia di gambe che corrono nel corridoio.
«Amore, non c'è tempo! Le lasceremo ai Fratelli Silenti oppure chiederemo a Magnus di fare un incantesimo di protezione, non so... Dobbiamo sbrigarci!»


Alec spalanca i battenti dell'Armeria e tiene aperta la porta. «Lame angeliche, misericordie d'argento e qualche boccetta d'acqua santa, nel caso avesse portato con sé dei Nascosti. Chiaro? E non dimenticate lo stilo!» intima con voce sicura. «Qualunque cosa succeda, non abbiate esitazioni nel ferire mamma. Ricordiamoci che è sotto il controllo di Stephen – anche se dobbiamo ancora capire come l'abbia indotta a recarsi alla Città di Ossa per liberarlo – e non risponde delle sue azioni.»

Gli lancio un’occhiata. Nonostante la schiettezza con cui ha pronunciato queste parole, si vede chiaramente che è tesissimo e molto preoccupato.
Jace mi sfila Lori dalle braccia per permettermi di indossare la tenuta da combattimento. «Clary, qualunque sia la situazione che ci si presenterà, devi sapere che Stephen crede che io sia dalla sua parte. Nel caso dovesse liberarsi, sarò costretto a schierarmi sul suo fronte e non potrò aiutarvi a rimetterlo in cella. Mi dispiace, ma era l'unico modo per essere sicuro che confessasse.» Mi guarda con gli occhi pieni di tristezza e mi porge una lama angelica. «In queste situazioni, "merda" è la cosa più giusta da dire, no?»
Annuisco. «Merda. E ora andiamo.»

***

Il Portale ci lascia di fronte alla statua dell'Angelo nel cimitero.
Un Fratello Silente, avvolto nella tunica grigiastra, solleva la testa coperta dal cappuccio. Abbiamo gradito il vostro avvertimento, eravamo raccolti in meditazione e non avevamo fatto caso all'intrusione di Maryse Trueblood. La cella del vampiro è
sorvegliata, ma di guardia ci sono solo due Fratelli. Tutti gli altri sono in Archivio, stanno cercando un modo per distruggere il malum. Alza un sopracciglio, o almeno è così che sembra. Ci sono due bambine con voi. Avete intenzione di portarle in battaglia?

«No, Fratello Elia.» Jace si fa avanti esitante. «In realtà ci stavamo chiedendo se avremmo potuto lasciarle a te.»
L'ombra di un sorriso passa sul volto sfigurato del Fratello Silente. Potete. Sarà anche un modo per osservare da vicino la bambina Angelo.
«Sapete che...» balbetto incredula, facendo istintivamente un passo indietro.
Annuisce. Sì. Sappiamo quando Raziel scende sulla Terra e perché. Ma non ti preoccupare, il segreto è al sicuro con noi. Conosco le tue preoccupazioni, signorina. Sei reduce dall'esperienza di Valentine e ora anche Stephen sta dimostrando le sue stesse intenzioni. Sii tranquilla, non riveleremo a nessuno la vera natura di tua figlia.

Tiro un sospiro di sollievo e poggio una mano sulla spalla di Jace, esortandolo a lasciare Lori a Fratello Elia. «Su Jace, stiamo sprecando tempo prezioso.»

Il Fratello prende Lorianne con un braccio e Chrysta con un altro, poi fa scivolare il cappuccio all'indietro con un movimento della testa, scoprendo le orbite vuote e la bocca cucita. So che non è tradizione tra gli Shadowhunters augurare buona fortuna prima di una battaglia, ma credo fermamente che in questo caso un po' di fortuna non faccia male. Attenti, l'esercito è potente. Sono in ventidue, compresi Maryse e Stephen. La Città Silente offre parecchi nascondigli e molti punti strategici per attaccare senza essere visti. Sfruttateli a vostro favore e non permettete che sia il nemico a farlo. Oggi vi si offre l'occasione di evitare una sanguinosa guerra che potrebbe portare alla distruzione dell'umanità intera. Auguri, ragazzi.


La terra cede sotto i nostri piedi, facendoci precipitare direttamente nel livello adibito a prigione per i Nascosti. Mi alzo con un gemito e mi scrollo la polvere dai vestiti, controllando che tutte le armi siano al loro posto nella cintura.
«Di qua» ci guida Jace, facendoci segno di seguirlo. «La cella di Stephen è la quinta sulla sinistra, l'unica senza sbarre.» Improvvisamente si blocca, sussurrando a denti stretti: «Dannazione. È fuori.»


«Salve salve salve...» fa Stephen con aria trionfale. «Che bel comitato di benvenuto! Non credi anche tu Maryse?»
Lei annuisce e sfodera la spada angelica, puntandola in direzione dei suoi figli, mentre un manipolo di Nascosti ci circonda da tutti e quattro i lati. «Attenti, ragazzi. Soprattutto tu, Jace. Fate un solo passo falso e finirete infilzati.»


Alec deglutisce. «Mamma, che ti ha fatto Stephen... oh mio Raziel!» Si volta verso la sorella con uno sguardo triste e addolorato, che lei ricambia appoggiandogli d'impulso una mano sulla spalla.
«Mamma, svegliati, ti prego» mormora Iz con la voce rotta da un singhiozzo. «Svegliati, per favore» ripete sull'orlo delle lacrime.


Simon muove un passo nella sua direzione, ma viene subito fermato da un vampiro – con un'acconciatura alquanto discutibile – sbucato all'improvviso da un'apertura sulla destra.
Alza le mani in segno di resa. «Sembra che il destino voglia farci stare insieme, Brett» dice sarcasticamente abbozzando un sorrisetto. «Oppure il Fato prevede che uno dei due uccida l'altro» aggiunge poco dopo; il sorriso si trasforma in un ghigno.
Tira una gomitata potentissima allo stomaco del vampiro, che si piega in due dolorante, poi gli sferra un calcione, mandandolo definitivamente al tappeto. «Sai, quasi quasi mi dispiace ucciderti.»


Proprio mentre sta per calare la spada, un lupo mannaro a metà trasformazione gli salta addosso, spingendolo contro la parete e bloccandogli le mani con le zampe.
Mi rianimo, afferro la lama angelica e traccio un ampio arco in aria ruotando su me stessa, falciando a metà le due giovani vampire che erano dietro di me. Corro in avanti e lancio un pugnale d'argento, che va a conficcarsi dritto nella schiena del licantropo.
Simon scaraventa di lato il corpo del lupo morente e mi ringrazia con un cenno della testa, poi riprende la spada e si getta a capofitto nella mischia.


Alla mia destra, Iz sta fronteggiando una Stregona che blatera incantesimi in una lingua tutta gorgoglii e suoni gutturali, mentre poco più avanti Alec sgozza un vampiro dalla pelle più pallida della norma.

Mi passa in mente lo strano pensiero che il tipo appena morto sarebbe potuto essere un nordico, proveniente dalla Svezia, dalla Danimarca o dalla Finlandia.
Mi piace la Finlandia. Ci sono le terme naturali.


L'unico che non sta combattendo è Jace. Tutti i Nascosti sembrano girargli al largo; alcuni di loro gli lanciano delle occhiate cariche d'odio, ma nessuno si azzarda a toccarlo con un dito. Immagino che Stephen abbia ordinato loro di non fargli del male.


Ormai i caduti sono più dei vivi. Finisco con un colpo di spada gli ultimi due lupi mannari; Simon manda all'altro mondo una vampira e Alec trafigge da parte a parte uno Stregone dalla pelle viola. Magnus, dall'alto di una sporgenza sul soffitto, scaglia una raffica di incantesimi contro un terzetto di vampiri che sta dando parecchi problemi a Isabelle.


«Fermi tutti!» urla Stephen strabuzzando gli occhi. «Okay, devo ammettere che ho sottovalutato la vostra forza. Complimenti, ragazzi. Ora, per favore, deponiamo le
armi. Non voglio schierare in campo i miei migliori combattenti» accenna a Drake, Brett – miracolosamente ritornato in piedi – e Maryse, «perché sinceramente non so se sareste voi ad avere la meglio su di loro – e in questo caso perderei guerrieri importantissimi – oppure se accadrebbe il contrario. Credetemi se vi dico che in un certo senso mi sono affezionato a voi. È vero, non vi conosco, ma mi basta sapere che siete amici di mio figlio. Non voglio che moriate, sul serio. Se volete mantenervi la pelliccia deponete quelle armi, e i miei faranno lo stesso.»
Con uno sbuffo lascio cadere a terra pugnali, coltelli e varie boccette d'acqua santa, poi getto la lama angelica davanti a me. Intravedo Simon, Alec e Isabelle fare altrettanto.

Solo Jace continua a tenere in mano la spada. «Non credo che ci lascerai andare così facilmente, Stephen» dice con sicurezza voltandosi verso di lui. «Soprattutto non ora che so cosa vuoi fare. Lo giuro su Raziel: te lo impedirò in ogni modo possibile.»

Ma cosa sta facendo? Non aveva detto che doveva schierarsi dalla sua parte? Lo sta sfidando apertamente!


Faccio per avvicinarmi a lui, ma un suo gesto, quasi impercettibile, mi blocca.
L'indice e il pollice della sua mano destra, dietro la schiena, si sono avvicinati fino a creare il segno dell' "okay".


Tiro un sospiro di sollievo.


È un segnale che abbiamo convenuto un paio di anni fa, prima di intrufolarci in un nightclub pieno di demoni – e Shadowhunters con la sifilide demoniaca. Significa che sta facendo il doppio gioco.

Forse vuole che Stephen lo rapisca e lo porti con sé, così potrà scoprire quando, come e dove intende mettere in pratica il suo piano.

Mi sposto verso destra e batto le palpebre un paio di volte per essere sicura che quello che ho visto non sia stata un'allucinazione. No, è reale: sta parlando a Stephen nella lingua dei segni – che, guarda caso, è una delle poche che non conosco.


Il vampiro sembra riflettere per un secondo; Jace, impaziente, tamburella con le dita sull'elsa della spada. «Beh, credo sia chiaro che, a causa di tutto quello che sai, non è proprio il caso di lasciarti libero» declama Stephen. Mi è sembrato di cogliere una nota di divertimento nella sua voce.
Con un movimento fulmineo cinge la vita di Jace con un braccio e urla un avvertimento incomprensibile a Drake, che apre un Portale dai riflessi azzurrini.

Prima di venire trascinato nel Portale, Jace trova il tempo di rivolgermi una strizzatina d'occhio.

POV: Jace

Atterro in malo modo sul pavimento dell'appartamento di Stephen, picchiando la testa sul battiscopa. Un dolore lancinante parte dalla tempia e si diffonde fino alla mascella.
Mi aggrappo al muro e mi metto a sedere, sbattendo le palpebre più e più volte per scacciare il velo di foschia che mi impedisce di vedere chiaramente. «Dannazione... ho perso lo stilo!» sibilo a denti stretti.
Un paio di braccia possenti mi afferrano per la vita e mi tirano in piedi. Il viso di Stephen, a pochi centimetri dal mio, si corruga in un'espressione esasperata. «Devi scusare Drake, i Portali sono il suo punto debole. Seguimi, di là dovrebbe esserci del ghiaccio.»

Mi conduce fino alla cucina. Sarebbe anche carina, se non fosse per un telo rosso – che ha tutta l'aria di avere quel colore poiché impregnato di sangue – buttato nel lavandino.
Apre uno sportello e ne trae una manciata di ghiaccio tritato, sorridendo di fronte alla mia espressione confusa. «Mi piacciono le granite, sì. Soprattutto quelle alla menta. È una caratteristica che ho conservato, al contrario di tutte le altre che ho perso dopo la trasformazione.»
«Immagino allora che il liquido rosso su quel telo sia estratto di ciliegia, giusto?» replico sprezzante sedendomi sul tavolo.
Mi si avvicina con in mano lo strofinaccio pieno di ghiaccio e me lo poggia sulla tempia, facendo attenzione a non premere troppo.

Stranamente lo lascio fare. È curioso: in altre situazioni gli avrei tagliato non solo la mano, ma tutto il braccio; invece ora è quasi piacevole averlo qui vicino a me.

«Quello è sangue, Jace» mormora, dando voce ai miei timori. «Te l'ho detto: ho condotto molti esperimenti, sia su di me che su altri Nascosti. Sono riuscito persino a creare un vampiro invisibile.»

Sussulto, afferrando d'istinto il bordo del tavolo.

«La tua reazione è lecita» continua a bassa voce. «Chi lo avrebbe detto, che sangue licantropico e sangue vampiresco in dosi uguali avrebbero dato come risultato l'invisibilità... purtroppo il vampiro è stato ucciso a Idris, poco dopo aver compiuto una missione. Ossia fare il malocchio a Simon» conclude, pronunciando le ultime parole con un fil di voce.

Reprimo a stento un moto di rabbia, trattenendomi dall'afferrare questa sedia e fracassargliela in testa. Non solo ha creato qualcosa che non dovrebbe esistere su questa terra, se n'è anche servito per i suoi scopi malvagi! E ha pure il coraggio di dirmelo così, con noncuranza!

Mi accorgo solo ora di un piccolo particolare. «Dove sono Maryse, Brett e Drake?» butto lì con indifferenza.
«Oh, per strada» dice allontanando il ghiaccio dalla mia tempia. «Malum est aperta, Jace, non lo dimenticare.»
Mi scocca una strana occhiata e mostra il palmo aperto della mano sinistra, agitando le dita.

Di colpo capisco.

Capisco perché, ogni volta che cercavo di farlo rispondere a una mia domanda, tamburellava le cinque dita della mano sul tavolo.
Perché batteva le palpebre sempre cinque volte.
Perché disegnava in aria quegli strani simboli simili a una S.

Capisco anche che la frase in latino ha un terzo significato.

La mela è aperta.
No, non il malum.

La sede della Apple sulla Fifth Avenue.

KABOOOM! *ba dum tss*
E non dico altro. Sappiate che questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà quindi l'ultimo, e per concludere ci sarà un capitolo ambientato dopo 5 mesi, cioè a Gennaio.
Cià.


  
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