~After Dawn _ A new day~
♥ Capitolo 1_ Vita e
immortalità
Parte
1
Mi svegliai. Sorrisi,
senza aprire gli occhi. La pioggia picchiettava sul tetto mentre io rimanevo a
godermi gli ultimi istanti in cui sarei potuta rimanere a letto. La stanza
profumava ancora come tanti anni prima: un misto tra resina, legno e vaniglia.
Mi rigirai tra le coperte. Non mi sarei voluta alzare per nessun motivo, ma
quella era una giornata troppo speciale per poterla passare a dormire…
Come a voler confermare i miei pensieri, la sveglia sul comodino trillò.
Aprii un occhio guardandola con odio. Se qualcuno potesse realmente detestare
un oggetto, quella ero io. Avevo sempre odiato quell’aggeggio (e sulla
mia lista di oggetti distrutti, le sveglie erano al primo posto), ma per quante
ne rompessi, ogni mattina ce n’era sempre una nuova. A volte ancora
più assordante di quelle precedenti. Alla fine mi ero arresa…
Abbandonata la pigrizia, mi alzai dal letto e spostai l’interruttore su
“off”. Il silenzio tornò a regnare in casa. Rimasi a lungo
sul bordo del letto, ancora mezza addormentata, poi mi costrinsi ad alzarmi. La
sera prima ero andata a letto davvero molto tardi. Tutta colpa dello zio e
della sua passione per il baseball…
Sbadigliai mettendomi una mano tra i capelli e stiracchiandomi. Poi il mio
sguardo si volse verso un angolo della stanza. *è l'ora della
verità...* pensai mordendomi il labbro.
Titubante mi avvicinai allo specchio, ancora in pigiama. Non sapevo esattamente
chi avrei trovato davanti ai miei occhi. La stessa ragazza del giorno prima?
Una persona totalmente estranea? In qualche modo ero intimorita, anche se non
avrei dovuto averne il motivo. *Sciocca… Cosa vuoi che succeda? Non sarai
cambiata per niente…*
Ma mi sbagliavo, anche se di poco. I capelli erano cresciuti di almeno tre
centimetri e mi ero alzata ancora un po’. Sorrisi, guardandomi negli
occhi. Quelli non erano mai mutati per fortuna. Erano sempre rimasti di un
bellissimo color nocciola chiaro, splendenti.
Improvvisamente sentii delle braccia fredde stringermi le spalle.
«Ciao zia… »
La sentii ridere con la sua risata argentina, mentre la sua immagine si
rifletteva nello specchio. Non era altissima, ma molto carina, con il viso da
folletto e i corti capelli scuri spettinati. Mi baciò dolcemente sulla
guancia.
«Nessie, ti stanno aspettando tutti. Su, tesoro, adesso ti vesto
io… »
L’immagine che le proiettai nella mente la fece ridere. Avevo pensato ad
una top model in sfilata. E non mi ero sbagliata di molto...
Alice, mia zia, era fissata con gli abiti alla moda e le cose appariscenti. Il
vestito che tirò fuori dal guardaroba era niente poco di meno che un
abito da sera blu, di seta.
«Emh… zia, è solo un compleanno… »
«Sbagliato! È il TUO compleanno, anzi, è il tuo
settimo compleanno. È da festeggiare alla grande! » disse
piena di entusiasmo.
Tornai a fissarmi nello specchio. Ero una ragazza del tutto formata, bella e in
linea. Avevo colorite guance rosa e labbra rosse appena pronunciate. I capelli
bronzei mi ricadevano fin sotto alla schiena. Chiunque mi avesse incontrato mi
avrebbe dato minimo 18 anni.
Sorrisi, rivelando un paio di canini lucenti. Io, però, non ero una
ragazza normale… e a soli sette anni avevo raggiunto la
maturità…
«Avanti Nessie! Non perdere tempo! » disse Alice riportandomi coi
piedi per terra.
«Che cosa fai lì impalata? Su, vieni qui che ti sistemo
io…»
In pochi secondi mi ritrovai in balia di mia zia che, con i suoi tocchi
aggraziati, mi stava vestendo ed acconciando. Sempre guardate da occhi esterni,
saremmo potute sembrare due coetanee, se non due sorelle. Sorrisi di nuovo.
«Dove sono mamma e papà?» chiesi all’improvviso.
«Top secret. » rispose Alice senza fermarsi.
«Dai zietta! Cosa ti costa dirmelo? » dissi facendo finta di fare
il broncio.
Alice ridacchiò con la sua risata cristallina per poi rivolgermi un
sorriso malizioso.
«Da me non avrai una parola… ma perché non chiedi a Jacob?
»
«Cosa centra Jake adesso?»
«Mah… niente. Ho nominato una persona a caso… » disse
con finta aria ingenua.
«Sì, certo, come no!? »
Alice portò le mani al viso recitando la parte della persona stupita ed
offesa.
«Cosa? Non mi credi?» Ma poi si aprì in un altro sorriso
pieno di sottintesi.
«Qui qualcuno ha la coda di paglia…»
«Ma non è vero!»
«Noooo! Certo che no!»
«Zia!»
«Ok, ok… la finisco.» Ma dal suo sguardo dedussi che da lei
avrei dovuto subire altri commenti del genere per il resto della giornata…