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Autore: SagaFrirry    04/06/2015    2 recensioni
Storia in capitoli auto-conclusivi, ognuno dei quali narra come i gold hanno ottenuto la loro armatura. Saranno di vario tipo e genere, buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold Saints
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Correndo fra le molte statue di Buddha del tempio a Henan, due ragazzini si inseguivano fra il disappunto degli adulti. In quel luogo non erano ammessi schiamazzi e l’abate più volte aveva ripreso i due più giovani abitanti di quell’edificio sacro, senza risultato.

“Dai, prendimi!” incitò uno dei due e l’altro accettò la sfida.

Entrambi finirono addosso ad uno dei monaci, che li sgridò aspramente ed ordinò loro di tornare ad allenarsi. Sospirando, i giovani obbedirono.

“Tenetevi pronti” parlò loro l’abate “Il nemico sta arrivando e dovrete spostarvi lungo il versante opposto del monte Songshan. Là sarete al sicuro”.

“Ma..maestro!” si lamentò quello un pochino più anziano “Noi siamo pronti! Vogliamo combattere!”.

“Sei impetuoso e forte, ragazzo. Ma non ancora pronto ad affrontare uno scontro. La tua tecnica deve essere perfezionata e sarebbe un peccato se perissi prima. Nel tuo futuro vedo grandi cose”.

“Lieto di sentirvelo dire, abate. Però vorrei comunque combattere”.

“Tu obbedirai ai miei ordini, chiaro? E proteggerai questo fanciullo appena giunto al tempio, con cui vedo che già hai fatto amicizia. È più piccolo di te e molto inesperto, ma anche lui con grandi potenzialità. Te lo affido. È un compito importante”.

“Grazie per la fiducia”.

 

Salendo lungo la montagna, con due sacche sulle spalle, i due ragazzi erano in cammino verso il rifugio situato quasi in cima. Dovevano portare in salvo alcuni oggetti sacri, nel caso il nemico fosse riuscito a sconfiggere il tempio.

“Ma da chi fuggiamo?” domandò il più giovane.

“Non fuggiamo! Mettiamo in salvo preziose proprietà del tempio! E non ti preoccupare. Più volte i Manciù hanno tentato di distruggerci ma non ci sono mai riusciti”.

“Ah, io mi fido”.

“E fai bene. Dai, coraggio! La strada è ancora lunga”.

La notte trovarono rifugio fra gli alberi. Accesero un fuoco e si rifocillarono. Già si preparavano a riposare quando, nel buio, udirono un rumore. Subito pensarono a qualche animale e si allarmarono. Per fortuna loro, spuntò solo un’anziana.

“Va tutto bene?” domandò il più grande dei due “Vi siete persa?”.

“No, mi sono solo attardata un po’ troppo. Posso stare qui accanto al fuoco con voi, giovanotti?” rispose lei, appoggiandosi ad un bastone e camminando piano.

“Prego” invitò il più giovane.

“Allora..” parlò ancora l’anziana, dopo qualche istante di silenzio, guardando il maggiore “..dove andate? Qual è la vostra meta, fanciullo dallo sguardo di tigre?”.

“Tigre?!”.

“I tuoi occhi trasmettono la stessa forza e fierezza della tigre”.

“Noi stiamo portando al sicuro alcune cose dal tempio Shaolin. I manciù ci stanno per attaccare”.

“Siete aspiranti monaci? Ci vuole tanta dedizione e coraggio. E anche pazienza. Spero che l’imperatore Qianlong si faccia presto valere anche su questi ribelli..”.

“Di politica ammetto di non averci mai capito molto..”.

“Non sei più tanto piccolo. Potresti ritrovarti presto nell’esercito dell’imperatore. Quanti anni hai?”.

“Undici. E lui ne ha dieci”.

“Sei quasi un uomo. Se tu fossi una donna, saresti già in età da marito!”.

“Me ne farò una ragione”.

Il ragazzo rise, offrendo all’anziana un po’ di riso.

 

La mattina seguente, i due giovani si apprestarono a riprendere il cammino.

“Siate prudenti” si raccomandò l’anziana.

“Lo saremo” assicurò il più piccolo.

“E tu, tigre..vedo lungo il tuo cammino qualcosa di speciale. Vedo..un drago. Un drago di giada”.

“Un drago di giada? Che significa? Un pericolo?”.

“Ma no. Anzi. Sarà per te motivo d’orgoglio”.

Il ragazzo tentò di chiedere altro ma l’anziana non parlò. I due apprendisti allora proseguirono, correndo lungo lo stretto sentiero.

“In cima a questa ripida scalinata, c’è la nostra meta” ridacchiò il maggiore, di buon umore.

“Ottimo! Stavo iniziando a stancarmi di vedere solo alberi!”.

Il codino biondo del più piccolo ondeggiava ad ogni scalino ed il più grande lo osservava divertito. Saltellando da uno scalino ad un altro, erano quasi giunti in cima quando il maggiore fece segno di fermarsi.

“Qualcosa non va..” mormorò “C’è troppo silenzio..”.

“Silenzio?”.

Perfino il vento sembrava essersi fermato.

“Scappa. Mi hanno detto di proteggerti perciò lo farò. Scappa e non guardarti indietro”.

“Ma..io..”.

“Nasconditi!”.

Il più piccolo fu spinto fra la vegetazione dal più grande, che si preparò a combattere.

“Mi hanno detto che ho lo sguardo fiero della tigre..” si disse “..quindi vi combatterò come una tigre!”.

Si ritrovò circondato da nemici sconosciuti.

“Ma che carino..” lo sfotté uno di loro “..si è messo nella posizione della tigre! Moccioso, sei solo un gattino! Fatti da parte!”.

“Non lo sottovalutare” lo ammonì un altro dei nemici “Potrebbe essere uno di quelli del tempio Shaolin”.

“Non ho paura di voi! Fatevi sotto!” gridò il bambino.

“Datti una calmata! Noi dobbiamo impedire l’accesso a questo luogo a chiunque, compreso a te!”.

“E perché mai? Lasciatemi passare, subito! O ve la vedrete con me!”.

“Ma sentitelo..”.

Il ragazzino si scagliò contro i nemici, cercando in ogni modo di passare e proseguire il suo cammino.

“Io sono la tigre!” ringhiò il giovane.

Anche se i nemici erano numerosi, non si tirò indietro e continuò a combattere. Gli avversari però erano in molti e per un solo bambino non era facile.

“E questo chi è?” sentì dire.

Purtroppo, uno di quegli sconosciuti era riuscito a scovare l’altro bambino del tempio.

“Mettimi giù!” protestò questi, sollevato per la sciarpa.

“Perché altrimenti cosa mi fai?” sorrise l’uomo.

Il fanciullo, di tutta risposta, si mise nella posizione della gru.

“Divertente! Combattiamo!”.

“Basta!” tuonò una voce e gli avversari si fermarono, allarmati “Lasciate stare quei bambini”.

“Si..signor Hakurei!” balbettò uno degli uomini “Noi..”.

“Avete obbedito agli ordini. Ora sparite”.

Hakurei, cavaliere del santuario di Atena, era apparso dall’alto della scalinata. Con un cenno, invitò i due piccoli a salire.

“Aspetta! Non ci dobbiamo fidare..” storse il naso il più grande.

“Non ha l’aria cattiva” rispose invece il più piccolo e continuò a salire, raggiungendo lo sconosciuto.

L’altro allora fece lo stesso, perché aveva giurato di proteggere quel bambino.

 

“Ho visto come combattete” iniziò Hakurei, una volta all’interno dell’edificio e con davanti una tazza di tè caldo “Siete futuri monaci Shaolin?”.

“Sì. E voi? Chi siete e cosa ci fate qui?”.

“L’abate, il tuo mentore, è uno di noi. Siamo qui per dare manforte. Abbiamo portato cibo e acqua e una squadra dei nostri sta combattendo a fianco dei monaci”.

“E tu perché sei qui?”.

“Aspettavo te..”.

“Me?!”.

“Il tuo maestro mi ha parlato di te. Ed in effetti ci ha visto giusto: tu possiedi un forte cosmo. Ed anche tu, anche se sei più piccino”.

I due ragazzini si fissarono, senza capire di che stesse parlando quello sconosciuto.

“Inoltre..” riprese Hakurei, guardando il più giovane “..tu non sei cinese, dico bene? Io e te abbiamo qualcosa in comune..”.

“Noi due?”.

La conversazione fu interrotta dall’ingresso di un bambino più o meno della loro età. Aveva i capelli verdi e sedette accanto ad Hakurei.

“Lui è Shion” spiegò l’uomo”Possiede un cosmo, come voi”.

“Cos’è un cosmo?” domandò il più grande.

“Ve lo spiegherò. Ma prima dovete farvi un bagno, cambiarvi e mangiare qualcosa”.

“Uffa..”.

“Coraggio. Non vi dirò niente finché  non sarete di nuovo presentabili”.

“Vai prima tu” sorrise il più piccolo.

“Possiamo fare il bagno insieme. Il fiume è qui vicino, lo ricordo bene” rispose il maggiore.

“No, va pure tu. Io faccio dopo”.

“Ma perché?”.

“Non posso fare il bagno con te!”.

“E perché?”.

“Perché è una femmina, deficiente” borbottò Shion, sorseggiando tè.

“Che?!”.

La piccola arrossì e chinò il capo.

“Perché non mi hai detto che sei una femmina?!”.

“Perché al tempio Shaolin possono combattere solo i maschi ed io non sapevo dove altro andare”.

“E quanto tempo pensavi di tenerlo nascosto?!”.

“Non molto, in effetti. Sto iniziando a crescere..”.

Hakurei sorrise. Quei tre bambini erano avvolti da un cosmo speciale ed avrebbero vissuto grandi avventure assieme, se lo sentiva!

 

Non passò molto tempo prima che il nemico raggiungesse anche quel luogo. I tre giovani osservarono con ammirazione la forza con cui Hakurei, apparentemente un vecchio, riusciva a respingerli.

“Non voglio restare qui a guardare” si lagnò la bambina “Scendiamo in battaglia!”.

“Ma è rischioso!” l’ammonì Shion.

La bambina non lo ascoltò e nemmeno l’altro ragazzino del tempio Shaolin. Hakurei non riuscì a fermarli per tempo. Vide solo due piccoletti sfrecciare fra i nemici vestiti di nero.

“E voi due mocciosi cosa volete?” sibilò un uomo.

“Non siamo mocciosi! Chiamaci per nome, così che sia l’ultima cosa che dici prima di morire” replicò la giovane.

“E quale sarebbe il tuo nome?”.

“Nella mia lingua, sono sempre stata definita tagliente e pericolosa come una lama. Yuzuriha vengo chiamata. E ora muori!”.

Hakurei alzò lo sguardo. La giovane, con estrema facilità, aveva sconfitto un gran numero di nemici ed alle sue spalle brillava, a sua difesa, l’armatura della Gru. Il bambino le dava le spalle e, sulla schiena nuda, ora era apparso il muso di una bellissima tigre.

“Io sono Dohko” parlò “Io sono Tigre” e già su di lui vegliavano le vestigia della Bilancia.

 

Per oltre duecento anni Dohko si era chiesto e richiesto cosa volesse dire quell’anziana con la sua profezia sul drago di giada. Si era quasi convinto che fossero tutte stupidaggini. Ma poi un giorno capì..

“Maestro” si sentì chiamare.

Eccolo il drago di giada! Sirio, fiero possessore dell’armatura verde del drago, era davvero per il suo maestro un motivo d’orgoglio.

“Maestro! A che state pensando?”.

“A nulla, Sirio. Non ti preoccupare, drago di giada”.

Sirio non comprese quelle parole ma sorrise, tornando ad allenarsi.

 

È un po’ corto, chiedo perdono. Questo racconto è nato da un sogno (io faccio sogni strani) quindi ho dovuto faticare per riordinare le idee..

   
 
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