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Autore: Paccy    07/01/2009    6 recensioni
"Il Team InoShikaCho viene spedito in missione con lo scopo di proteggere Mizumi; una nobile ragazza del Villaggio del Fiore. Sulla strada incontreranno ostacoli di ogni genere: sfide, incertezze, litigi, gelosia, rabbia, orgoglio, paura... ce la faranno i nostri eroi a superare loro stessi?" Ho scelto questo titolo perché la Neve è presente in tutta la storia e, in questo periodo nevoso, mi ha ispirato questa semplice ficcy!^^ Dedicata a Sakurina e a tutti gli amanti della coppia biancaH. [SHIKAINO] <3
Genere: Romantico, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TTTSnowTTT

 

TTTSnowTTT

Naruto è © di Masashi Kishimoto

 

 

 

A Sakurina per il suo compleanno.

(rigorosamente in ritardo XD)

Ti AmoH by Paccy.

 

 

T

 

“ Capitolo I ”

 

La neve candida e soffice cadeva fiocco per fiocco, posandosi gentilmente e tingendo lo spoglio paesaggio di un incantevole bianco. Ino sapeva benissimo quale fosse il comportamento consono da tenere in una missione, ma saltellando qua e là sul morbido manto non era riuscita a resistere; come una bambina si era accucciata sulla neve e, munita di guanti viola, aveva appallottolato un'enorme massa davanti a lei. I due compagni, quando si accorsero di averla lasciata indietro, ritornarono sui propri passi.

"Che cavolo stai facendo?!" brontolò Shikamaru con tono vagamente schifato.

Lui amava la neve. Gli piaceva starsene a letto e guardare fuori dalla finestra - nei rari casi di nevicate su Konoha - ma camminarci sopra o correre nella tempesta lo infastidiva alquanto. Nel Paese del Fuoco la neve era rara e una piacevole sorpresa che, talvolta, li coglieva d'inverno. Insomma, in quel momento il Nara aveva il viso congelato, i piedi pesanti come blocchi di ghiaccio e il naso che colava. E lei, Ino Yamanaka, se ne stava bella calma ad appallottolare quella calca umida come se fosse venuta apposta per farlo.

"Eheh..." ridacchiò la biondina, alzandosi di scatto e scagliando la grossa palla in direzione del ragazzo col codino.

Lui, che ovviamente se lo aspettava, si spostò appena in tempo. Sogghignò soddisfatto e, subito dopo, percepì alle spalle un tonfo e un lamento.

"Oh, scusami Choji... non volevo colpire te!" sorrise la Yamanaka, reprimendo una risatina nel vedere l'altro amico completamente sommerso di bianco.

"Adesso vedrai!" ribatté il rosso, alzandosi a fatica.

Quando Choji fu in piedi sorrise, concentrò il chakra nelle braccia e le ingrandì. I due amici sgranarono gli occhi e si fissarono tra di loro, terrorizzati. Shikamaru, prontamente, saltò su un albero e raggiunse il ramo più alto. Ino prese a ridere istericamente, iniziando una folle corsa intorno allo stesso tronco su cui il Nara era appostato. Choji afferrò un'enorme quantità di neve e la strinse nelle grosse mani, dopodiché prese a rincorrere l'amica con l'intento di farne un pupazzo di neve vivente. Shikamaru ridacchiò dall'alto della sua posizione, al sicuro da quell'attacco senza via di scampo.

"No, no, no! Ti prego Choji! Ti offro il pranzo domani!" supplicò la biondina mentre scappava, tra urla e risa.

"Questa volta me la paghi, Ino!" sogghignò l'Akimichi, caricando il colpo e scagliandolo verso di lei.

I due ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata. Ammirare una montagna di neve con un ciuffo biondo che spuntava, era lo spettacolo più divertente che potessero sperare di vedere in quella missione. La biondina riemerse dal cumulo agitando le braccia, indecisa se ridere o uccidere l'amico.

"Ben ti sta!" commentò Shikamaru, balzando giù dal pino.

"Uffa non è giusto! Choji ha le mani quattro volte le mie! Ecco, ora sono tutta bagnata!" si lagnò lei, spolverandosi i pesanti dai fiocchi umidi e appiccicosi.

I compagni ripresero a ridere e lei mise il broncio, incrociando le braccia. Rimasero a scherzare per qualche minuto, poi tornarono seri. Tsunade aveva affidato loro il compito di fare da guardie del corpo ad una nobile ragazza, dalle montagne fino ad un paesino in una valle lì vicino. L'Hokage inizialmente aveva optato per la squadra di Naruto ma, in seguito, Ino aveva fatto in modo di scambiare la missione "Suna" del Team 10 con quella sulla neve del Team Kakashi. Ino sospirò; andare nuovamente in mezzo al deserto l'avrebbe fatta impazzire e così, con qualche capriccio, era riuscita a convincere la sensei... dopotutto non voleva trovarsi davanti una certa ragazza dai quattro codini che, da troppo tempo, turbava il suo cuore.

"A che pensi?" le domandò Shikamaru, inarcando le sopracciglia.

"Non te lo dico!" sorrise lei, mascherando alla perfezione la propria agitazione.

Lui scosse le spalle e decise di non indagare oltre, anche se ormai era palese; sia lui che Choji negli ultimi tempi l'avevano colta distratta un po' troppe volte. L'Akimichi tirò fuori dallo zaino un pacco di biscotti e prese a mangiucchiarli, nervoso per il rallentamento che la neve causava al loro cammino.

 

T

 

Proseguirono almeno per altre due ore e, completamente intirizziti, raggiunsero un rifugio a poche ore di distanza dal villaggio. Ormai era buio; era inutile arrischiarsi sulle strette rocce scivolose. Avrebbero continuato dall'alba dell'indomani, quando la luce fioca li avrebbe guidati nuovamente per quel arduo cammino.

Quando entrarono nella casa di legno, un dolce tepore li accolse. Vi era un tappeto rosso che ricopriva gran parte del piano terra, una stanzetta a lato che fungeva da cucina, una in un angolo che probabilmente doveva essere il bagno, qualche tavolino sparso qua e là, un grandissimo camino fumante, una specie di bancone, due divanetti di pelle e una rampa di stretti scalini che conducevano al piano superiore. Dall'esterno pareva estremamente più piccolo e, i tre amici, rimasero impalati e perplessi a guardarsi intorno.

"Benvenuti!" li accolse una ragazza molto carina vestita da cameriera, che gestiva quella specie di ostello.

"Questo è il mio rifugio." intervenne quello che doveva essere il padre "Il mio nome è Ryugi e questa è mia figlia Natsumi. Spero che il soggiorno qui sia di vostro gradimento! Prego, dovreste fornire un documento!" spiegò l'uomo, dalla stazza paragonabile ad un armadio.

"Che bello... è tutto per noi! Io sono distrutto. Posso salire in una stanza?" domandò Choji.

"Prego, ti faccio strada! Purtroppo abbiamo solo tre camere, inclusa la nostra. Sono piccole ma molto carine!" spiegò la ragazza con un’occhiata complice, invitando l'Akimichi al primo piano.

Shikamaru sogghignò, ripose lo zaino e si scrollò la neve di dosso. Si avvicinò al camino e tese le braccia verso il fuoco, accucciandosi davanti ad esso. Ino lo imitò e lo affiancò, sospirando di stanchezza.

"Che bel calduccio!" sorrise la bionda, estasiata dal tanto desiderato calore.

"Etciùùùùù..." starnutì il Nara, asciugandosi il naso con il dorso della manica.

"Che schifo!" si stizzì lei, con una smorfia.

Poi frugò nella tasca, estrasse un fazzoletto di stoffa rosa e glielo porse.

"Tieni, rozzo che non sei altro!" sussurrò scuotendo il capo.

"Mpf..." sbuffò lui, asciugandosi il naso senza troppa finezza.

Qualche minuto dopo, non vedendo più l'amico ritornare, Ino e Shikamaru decisero di raggiungerlo. Si accostarono alla porta di una stanza, da dove avevano sentito provenire delle risate. Ino socchiuse piano la porta ed entrambi sbirciarono all'interno. Videro Choji ridere e chiacchierare amabilmente con Natsumi, che sembrava gradire di buon grado la sua compagnia.

"Mi sa che per stasera non lo vedremo più..." commentò il Nara, annoiato.

Lei gli diede una gomitata, lanciandogli un'occhiata traversa.

"Che diavolo stai insinuando! Choji non andrebbe mai con una appena conosciu-..." ma l'amico portò il dito davanti alle labbra, in segno di silenzio, e le fece cenno di guardare.

Ino spalancò gli occhi color ghiaccio nel vedere la scena davanti a sé; Choji aveva preso le mani della ragazza all'improvviso e lei gli si era gettata tra le braccia. Ora si stavano baciando appassionatamente e con una complicità inusuale, per due persone appena conosciute... e soprattutto per Choji.

"Cho..." sussurrò Ino, incredula.

Lui la trascinò poco più in là, aprì l'altra stanza e indietreggiò nella camera vuota, richiudendo immediatamente la porta. Sbuffò lievemente e lasciò libera l'amica, sebbene di malavoglia. Gli piaceva inspirare il suo profumo dolciastro... l'aveva sempre fatto sentire tranquillo. O meglio, negli ultimi anni, abbastanza agitato per la troppa vicinanza.

"Shika, ma dico... hai visto...?" sussurrò Ino, fissando un punto indefinito davanti a sé.

"Ho visto fin troppo, direi." commentò lui, cercando di far abituare gli occhi alla penombra.

Con passo lento e trascinato si avvicinò alla piccola finestrella ed ammirò l'esterno, completamente bianco. Ino, ancora nella sua postazione, stentava a credere a quanto appena successo. Non poteva credere che Choji, solitamente così timido con le ragazze, si fosse lasciato andare in quel modo... sconsiderato.

"Ma-ma ti rendi conto?!" continuò lei, facendolo sbuffare.

"Che palle Ino, sono fatti suoi! Si vede che è stato un colpo di fulmine!" replicò il Nara, girandosi verso di lei con fare seccato.

"Colpo di fulmine...?" ripeté la ragazza, sconvolta "No, voi due non me la raccontate giusta." fece lei, portando le mani sui fianchi e assottigliando lo sguardo.

Si avvicinò a lui con aria minacciosa e si fermò a pochi centimetri di distanza dal suo viso che, per la vicinanza, si corrugò.

"Io non ne so niente." sospirò pazientemente il ragazzo con il codino, roteando gli occhi al soffitto.

"Invece tu lo sai. Tra voi due c'è sempre stata un'intesa perfetta e ora non venirmi a dire che non sai cosa gli frulla per la testa!" alzò la voce, sbattendo le braccia lungo i fianchi.

"Che scenata inutile! Se t'interessa tanto, chiedi a lui!" rispose laconico, facendo per scansarla.

Ma lei non lo lasciò scappare; lo afferrò per un braccio e lo trattenne.

"Tu non vai da nessuna parte!" lo strattonò, senza molti risultati.

Anche se lo teneva con tutta la sua forza questo non era bastato ad arrestarlo. Il Nara continuava a camminare strascicando i piedi a terra, per nulla infastidito dalla sua zavorra. Ino puntellò i piedi a terra e si sporse all'indietro, finendo inevitabilmente per inciampare da qualche parte, a causa del buio. Stava per rovinare pericolosamente contro lo spigolo del comodino, se non fosse stato per il saldo equilibrio del ragazzo. Con una mano l'aveva afferrata per un avambraccio e la tratteneva a mezz’aria, con un'espressione di rimprovero.

"Cosa c'è Yamanaka, vuoi imboscarti anche tu?" sorrise divertito, lasciandola in quella posizione precaria.

Lei lo fulminò con lo sguardo e si ricompose. Si affrettò ad annullare quel contatto con lui che, stranamente, si stava facendo insopportabile. Era come toccare neve gelata o fuoco puro; ci pensò sopra ma, nella confusione, non riuscì a realizzare bene a cosa meglio si avvicinasse. Percepì le guance farsi calde e, quando alzò lo sguardo per ribattere, lui aveva già oltrepassato la soglia. Lo sentì scendere lentamente gli scalini. La bionda sospirò sofferta e si lasciò cadere seduta su uno dei lettini. L'insinuazione fuori luogo del compagno stava per essere ripagata da un ceffone ma, quel contatto diverso dal solito, l'aveva paralizzata.

 

T

 

Durante la cena, Ino era stata in silenzio per tutto il tempo. Osservava con celata curiosità il continuo chiacchierare tra Choji e quella ragazza – e sembrava si conoscessero da anni - ascoltava distrattamente le risate acute del padre alle battute ironiche di Shikamaru e scrutava lo stesso Shikamaru che non la degnava di uno sguardo.

"E ditemi, come mai vi siete spinti fin qua su, shinobi di Konoha?" domandò Ryugi, mentre addentava una coscia di pollo.

"Mah, una noiosa missione. Dobbiamo fare da scorta ad una ragazzina viziata che si crede importante." scosse le spalle il Nara, provocando al proprietario del cottage l'ennesima risata.

"Io sarei felice di essere protetta da due ragazzi così forti!" replicò Natsumi, sbattendo teatralmente le ciglia.

Shikamaru sorrise poco convinto e Choji guardò altrove. Alla Yamanaka non sfuggì l'occhiata compiaciuta che la brunetta rivolse al compagno col codino. Ma la cosa che la infastidì di più fu lo sguardo disinteressato di Choji e quello divertito di Shikamaru. Ino portò le mani sotto il tavolo e strinse i pugni.

"Ehi, tutto bene?" le chiese Natsumi, con voce mielosa.

Lei alzò lo sguardo e si rese conto di avere tutti gli occhi puntati addosso. Solo ora realizzava di non avere ancora aperto bocca. Come una sciocca scosse il capo e boccheggiò, senza far uscire alcuna parola dalle labbra secche. Il Nara inarcò le sopracciglia e le fece un cenno con la testa, ma lei lo ignorò.

"Non hai toccato cibo Ino, stai male?" domandò l'Akimichi, apprensivo.

"Sì... cioè no... sono stanca, vado a dormire!" rispose lei, turbata da troppe cose accadute nello stesso momento.

Si alzò di scatto e, nella foga, fece rovesciare la zuppa davanti a sé, macchiando buona parte della tovaglia. Arrossì imbarazzatissima, mentre gli altri scoppiarono a ridere.

"Non ti preoccupare, vai pure a riposare!" la tranquillizzò l'uomo, andando in cucina a prendere uno straccio.

"La aiuto!" lo seguì Choji, abbandonando insolitamente la postazione a tavola.

Shikamaru assottigliò lo sguardo sulla Yamanaka; decisamente troppo imbranata per essere la solita Ino. Sembrava quasi una Ino versione Hinata. La scrutò a lungo, finché lei non ricambiò lo sguardo. Natsumi li scrutò, sospirando quasi infastidita. La bionda mormorò delle scuse e salì al piano di sopra, senza aggiungere altro.

 

T

 

La Yamanaka non riusciva proprio a prendere sonno. Era almeno un'ora che si era rifugiata nella cameretta in cui si era nascosta, poche ore prima, con Shikamaru. Si girava e rigirava nel letto, domandandosi cosa ci fosse di strano... di diverso dal solito. Insomma, quella era l'ennesima missione con i due compagni eppure... era la prima volta che li guardava con luce diversa. Da quando Choji era così sorprendentemente audace? Dov'era il piccolo e paffuto Akimichi impacciato con le ragazze? E Shikamaru? Lo Shikamaru che conosceva non si sarebbe soffermato a spiare in quel modo, ne si sarebbe premurato di essere così delicato con l'amico, tantomeno si sarebbe chiuso in quella camera con lei, causando quella situazione imbarazzante. Se ne sarebbe semplicemente andato, lasciandola sola con la sua curiosità. E quegli sguardi maliziosi che ultimamente vedeva sul suo viso? Quel suo viso perennemente apatico e scocciato ora lasciava spazio anche ad altre espressioni nuove e più adulte. Eppure, quegli sguardi, non erano mai rivolti a lei. L'aveva sorpreso interessarsi a varie ragazze, cosa che da Shikamaru Nara, perfetto maschilista misogino fin dai dodici anni, non si sarebbe mai aspettata. Anche se ormai era normale; aveva diciotto anni. Perché lei si accorgeva solo ora dei normalissimi cambiamenti istintivi e maschili degli amici? Forse, dopotutto, lei era l'unica ad essere rimasta com'era sempre stata.

Qualcuno bussò alla porta, ma Ino non rispose. Portò le coperte a nascondere il viso e percepì il battito del cuore accelerare. Udì pochi passi inconfondibili e, quando si arrestarono, percepì la presenza di Shikamaru vicinissima al suo letto. La ragazza chiuse gli occhi fingendo di dormire, sentendo poi il fruscio del lenzuolo scoprirla.

"Mi prendi per scemo?" commentò lui accucciandosi di fianco al letto, puntellando i gomiti sul materasso.

Lei aprì lentamente gli occhi e poté distinguerne soltanto la sagoma scura. Lui si avvicinò ulteriormente per guardarla meglio.

"Che c'è?" sussurrò lei, flebilmente.

"Dovresti dirmi te, cos'hai." rispose pazientemente.

"Io non ho niente." ribatté, testarda e orgogliosa come sempre.

Ci fu un'occhiata intensa che non riuscirono a distinguere nel buio, ma che entrambi colsero.

"Benissimo, non insisto. Quando ne avrai voglia ce ne parlerai te." si rialzò facendo scrocchiare le ginocchia "Io ho da fare ora. 'Notte." la salutò con un sorrisino, facendo per dirigersi verso la porta.

"Da fare...?" fece lei, alzandosi a sedere di scatto.

Lui si voltò e accentuò il ghigno che lei non riuscì a vedere e che, nuovamente, immaginò.

"Già. Sai, Ryugi dorme della grossa dopo tutto quel vino. Natsumi si sente sola e, dato che Choji si è addormentato sui divanetti di sotto, beh..." il ragazzo lasciò volutamente la frase in sospeso e, all'improvviso, accese la luce nella stanzetta.

Ino si schermò il viso con il braccio e, lentamente, lo fece ricadere sulle coperte. L'espressione smarrita che le era sorta spontanea fece scoppiare a ridere l'amico. Era assolutamente da immortalare; faccia perplessa, capelli sciolti e spettinati, bocca semiaperta... quello era il lato nascosto di Ino Yamanaka che solo lui e Choji conoscevano.

"Dovresti vederti!" esclamò lui, ricomponendosi.

"Sei un... un... un..." ringhiò la bionda, alzandosi di scatto dal letto.

A grandi falcate si avvicinò e gli mollò uno schiaffo talmente forte da mandarlo contro il muro.

"Uno stronzo." concluse sibilando, con il respiro affannato.

Lui scosse le spalle e, con aria indifferente tornò a guardarla. Questa volta non sorrideva più. Socchiuse gli occhi e la squadrò dall'alto in basso, mettendola in evidente disagio. La kunoichi indossava una maglia lilla, zeppa di cuoricini rosa e, a dir la verità, forse un po' troppo leggera per quel clima. Sotto aveva un semplice paio di slip neri che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione...

"Che diavolo stai guardando???!!!" s'irritò lei, arrossendo di rabbia per quello sguardo che sembrava disapprovarla.

"Dovresti coprirti. Sei oscena. Vieni in montagna e rimani in mutande? E se avessimo dovuto dormire in tenda?!" ribatté infastidito.

"Ma questi non sono affaracci tuoi!" imprecò Ino, con un diavolo per capello "Ora vattene e lasciami dormire! Fuori! Fuori!!!" lo spintonò verso la porta, per quel poco che riuscì a muoverlo.

"Sai che sei proprio rozza? Altro che Miss Bellezza..." sogghignò "... il tuo Sai dovrebbe chiamarti Mister Finezza!" commentò ironico, sottolineando aspramente il nome del ragazzo.

"Shikamaru..." sussurrò lei "... esci subito da questa stanza se non vuoi finire come Mister Castrato!!!" controbatté la bionda.

Finalmente riuscì a portarlo in corridoio, dopodiché sbatté violentemente la porta e la chiuse a chiave. Con passi da elefante tornò a letto e si ficcò sotto le coperte, scomponendole del tutto per la grazia usata. Dall'altra parte della porta lui la sentì e scosse il capo. Poi, con un sorrisino divertito, s'incamminò nella stanza dove Natsumi lo aspettava.

 

T

 

Il giorno dopo ripartirono alle prime luci dell'alba. Ringraziarono i due ospiti e s'incamminarono; in testa una Ino più carica e imbronciata che mai, in seconda posizione un perplesso Choji e, infine, uno Shikamaru che sbuffava peggio di un treno.

"Si può sapere che avete, voi due?" domandò l'Akimichi, stanco del pesante silenzio solitamente riempito dai loro divertenti bisticci.

"Non ho voglia di parlare con un Choji così donnaiolo. Per non parlare del playboy di Konoha!" rispose acida la Yamanaka.

"Donnaiolo? Playboy?" ripeté il rosso, con occhi sorpresi.

"Mah, lascia stare. Ha le palle girate e se la prende con noi." ribatté di risposta il Nara, corrugando le sopracciglia.

"Choji, puoi dire al tuo compare che il solo suono della sua voce mi fa' venire i nervi?!" cominciò lei, stizzita.

"Choji, puoi dire alla tua amica che ha una voce stridula e fastidiosa come una gallina?!" la scimmiottò Shikamaru.

"Ah! Ma sentitelo! Come se lui fosse il più sexy degli shinobi! Ma fammi il favore, che con quei capelli a spazzola del secolo scorso è già tanto se ti si avvicinano i tuoi simili!" brontolò la ragazza, accelerando il passo per il nervoso.

Choji, preoccupato, fu costretto a seguirla per evitare che una distrazione la facesse scivolare su quel precario sentiero. Il Nara, controvoglia, superò il compagno e si affiancò a lei, sicuro che - con la testa sulle nuvole che la biondina aveva ultimamente - avrebbe combinato qualche danno.

"I miei simili? Ah beh, allora ti insulti da sola; Miss coda da cavallo!" rispose sarcastico.

"Ma vuoi mettere? I miei capelli sono impeccabili! Mica come quelli della tua amichetta di lenzuola!" sibilò, velenosa.

A quel punto lui le mise una mano sulla spalla e la bloccò. Lei, che aveva interpretato quel gesto come una provocazione, si preparò a tirargli un secondo ceffone, ma lui questa volta la bloccò. Ino provò a dimenarsi ma il ragazzo, con forza, la tenne stretta.

"Scema che non sei altro, guarda dove cazzo cammini!!!" la rimproverò, stringendola a sé.

"Ah..." Ino guardò verso il basso, scoprendo con orrore che se lui non l'avesse tenuta in tempo a quest'ora sarebbe scivolata in una fossa ricolma di rocce appuntite.

"Ringrazia per non essere diventata un pezzo di groviera..." sbuffò Shikamaru, sollevato nell'averla ancora viva davanti a sé.

"Ino, ci farai morire di paura!" intervenne Choji, sorpassando l'ostacolo.

Il Nara non l'aveva ancora lasciata andare e, per sicurezza, le aveva stretto la mano nella propria. La biondina aveva provato a ribellarsi, ma la sua presa ferrea non glielo permise. Si accorse con orrore che era arrossita, rivelando un evidente contrasto tra il viso pallido e le guance colorate. Si girò dalla parte opposta per non farsi vedere, ma incontrò il sorriso compiaciuto dell'Akimichi.

"Ora vedi di stare calma e, soprattutto, zitta. Mancherà sì e no un'oretta per raggiungere il villaggio." disse Shikamaru, facendo strada.

Ino lo seguì senza protestare, percependo il calore del ragazzo attraverso la stoffa dei guanti; quelli verdi di lui in netto contrasto su quelli viola di lei. Spesso aveva criticato i gusti bizzarri dell'amico ma, doveva ammettere, che su di lui tutto stava bene. La ragazza, senza rendersene conto, prese a fissare la sua schiena - leggermente più avanti rispetto a lei - e rifletté su quanto fosse diventata grossa e muscolosa. Insomma... da bambino insignificante e impopolare si era trasformato in un bel ragazzo dal fascino irresistibile. Purtroppo, però, vi era di mezzo quello che lei definiva come "insormontabile ostacolo".

Erano migliori amici.

 

T

 

Quando scorsero il villaggio poco lontano era pomeriggio inoltrato. Un timido sole risplendeva tra le nubi dense e cariche; prima di sera sarebbe nevicato nuovamente. Dovevano organizzare la discesa dal monte al più presto. Ancora mano nella mano, Ino e Shikamaru percorsero l'ultimo tratto di sentiero e, una volta che lo shinobi si assicurò che non ci fossero più pericoli, lasciò la mano dell'amica. Lei percepì un freddo pungente là dove, un attimo prima, il suo tocco la infiammava. Inarcò le sopracciglia e sospirò.

Una volta al centro del paese, scorsero qualcuno in lontananza e si avvicinarono per chiedere informazioni.

"Salve!" salutò il Nara sbrigativo "Stiamo cercando Mizumi. Siamo gli shinobi di Konoha." spiegò brevemente ad un vecchietto incontrato fuori dalla locanda del paesino.

"Ahhh vi aspettava tutto il villaggio, cari ragazzi! Vi conduco immediatamente da Mizumi-sama." rispose pacato l'anziano, alzandosi a fatica dalla panca dov'era appostato e varcando la soglia.

Una volta dentro la loro attenzione fu attirata dalla figura di una giovane donna seduta davanti al camino, che aveva lunghi capelli mossi e corvini. Quando quest'ultima si girò, i tre rimasero abbagliati da tanto splendore; occhi verdi e scintillanti, labbra piene e sensuali, corpo minuto e formoso... a dirla tutta Choji e Shikamaru rimasero incantati, mentre Ino corrugò le sopracciglia, infastidita.

"Benvenuti, shinobi. Il mio nome è Mizumi Seiko, ambasciatrice del Villaggio del Fiore." sorrise cordialmente "Vi prego di comportarvi come se foste a casa vostra. Io sono già pronta a partire, non appena voi vi sarete riposati a dovere. Immagino che le vostre scorse nottate non siano state delle più piacevoli, spero dunque che questa lo sia. Abbiamo preparato le tre migliori stanze. Ovviamente è tutto offerto da me." concluse, avvicinandosi e porgendo loro un lieve inchino.

Il Team 10 rimase letteralmente senza parole. La fissarono, confusi dai suoi modi eleganti, impreparati a tanta gentilezza. Soprattutto Ino si sentì mancare; in confronto poteva veramente passare per una scaricatrice di porto. Shikamaru, intuendo i suoi pensieri, si ridestò e sorrise.

"Grazie Mizumi-san, ti condurremo fino a valle, come da accordi." replicò il ragazzo con il codino, imitando l'inchino.

Lei sorrise ampiamente, mentre Ino e Choji storsero il naso e si guardarono fra di loro.

"Posso sapere i vostri nomi?" domandò la moretta, con sguardo fisso sul Nara.

"Shikamaru Nara." si presentò lui.

"Forse è un po' troppo lungo il nome Shikamaru, ti chiamerò Shika-san!" replicò.

"Come ti pare." replicò il ragazzo con il codino, scuotendo le spalle.

"Ino Yamanaka." s'intromise la bionda, senza troppa gentilezza.

"Choji Akimichi, ai tuoi ordini!" fece il rosso, inchinandosi.

"Ino-san, Choji-san, è davvero un onore per me. Sono contenta che l'Hokage di Konoha abbia mandato la sua squadra migliore, ne sono lusingata." continuò Mizumi.

"Come fai ad esserne certa?" chiese il ragazzo col codino, inarcando le sopracciglia.

"Me l'ha detto lei stessa! Shikamaru il genio pigrone, Ino la bella medic-ninja e Choji il simpatico golosone!" li scrutò uno ad uno, convenendo per le descrizioni azzeccate.

I tre non poterono fare a meno di sorridere, perfino la Yamanaka non seppe resistere all'appellativo "bella". Eppure, quella ragazza le suscitava uno strano senso di gelosia. Non era invidia, no di certo. Ino, sebbene avesse una bellezza opposta alla sua, non le era certo da meno. Forse, ad irritarla, era quel suo modo di fare così accomodante e forse troppo servizievole... non la convinceva affatto.

 

T

 

Quella sera scorse insolita. Dopo cena si erano riuniti davanti al camino, per giocare a carte. L'indomani sarebbero partiti e avrebbero avuto tre lunghi giorni di cammino per scendere a valle, senza contare eventuali imprevisti.

"Hai vinto ancora, Shika-san!" ridacchiò Mizumi, con malcelata civetteria.

"Queste cose mi annoiano. Preferisco lo Shogi." ribatté lui, buttando le carte sul tavolino e stiracchiandosi.

"E' inutile giocare con lui a queste cose di strategia!" brontolò Ino "Piuttosto, ci sono giochetti più divertenti e intriganti di questo!" continuò, gettando via il proprio mazzo.

"Ehm... io me ne vado a dormire!" fece Choji, che fu prontamente interrotto dalla salda presa della bionda.

"Tu non vai da nessuna parte." esclamò minacciosa.

L'Akimichi lanciò uno sguardo di supplica a Shikamaru, ma lui si limitò a scuotere le spalle. Dopotutto, anche lui si annoiava a vincere sempre. Per una volta avrebbe potuto darla vinta a Ino. E poi... lo divertiva quel silenzioso confronto tra donne. Furtivo, lanciò uno sguardo prima alla bionda, poi alla mora; niente da dire entrambe da mozzare il fiato. Si soffermò sulle curve formose della nuova arrivata, che era fasciata da un abitino blu generoso alla vista ma non volgare. Poi, con più familiarità, passò alle grazie della Yamanaka... che ormai conosceva alla perfezione ma non si stancava mai di esaminare. Notò che le si erano ingrossate un po' le...

"Shikamaru! Mi stai a sentire?!" lo rimbeccò la kunoichi.

Il ragazzo si ridestò da certi pensieri, incrociò le braccia e schioccò la lingua sul palato, infastidito da quella brusca interruzione.

"Bene. Il gioco è molto semplice: obbligo o verità!" trillò Ino, divertita.

Era anche un modo per conoscere meglio quella strana Mizumi, oltre che a scoprire cose nuove sui due amici. Li aveva presi nel sacco e, se rifiutavano, potevano far credere di voler nascondere qualcosa. La bionda lanciò loro degli sguardi di sfida.

"Che gioco insolito! Mai sentito!" fece la mora, inarcando le sopracciglia.

"In pratica si gira una bottiglia." spiegò Shikamaru, alzandosi e prendendone una "Per due volte. Il becco della bottiglia indicherà due persone; la prima, che deve fare una domanda alla seconda e, la seconda, che deve scegliere una tra le due opzioni: obbligo o verità. A seconda di quale sceglie, la prima darà istruzioni. Tutto chiaro?" concluse il Nara, sintetico.

"Direi di sì. Mi piace." affermò lei, con occhi maliziosi.

"Bene, inizio io a girare..." disse la Yamanaka, con una punta di gelosia.

La prima persona che indicò fu, appunto, Mizumi. Ino imprecò mentalmente. Al secondo giro uscì Shikamaru. La bionda si morse il labbro inferiore.

"Verità." rispose lui, pigramente.

"Hai la ragazza?" domandò lei, diretta.

Ino e Choji trattennero il fiato e puntarono lo sguardo su di lui.

"No." scosse le spalle, con ovvietà.

Mizumi sogghignò, mentre Choji girò la bottiglia per il secondo turno. Uscirono Shikamaru e Ino. Lei si accigliò e percepì un insolito batticuore.

"Obbligo." disse, senza pensarci.

Non voleva rischiare di dover rispondere a qualcosa del tipo "chi è il ragazzo che ti piace?".

"Per tutta la sera devi servirmi e riverirmi." sentenziò lui, compiaciuto.

"Ehi, non vale!!!" protestò lei, alzandosi in piedi per sembrare più minacciosa.

Il ragazzo sostenne il suo sguardo, perfettamente calmo. Quel ghigno divertito non prometteva nulla di buono. Si guardò intorno, inarcando più volte le sopracciglia, facendola innervosire ulteriormente. Choji deglutì preoccupato; quando quei due giocavano pesante... voleva dire che c'erano guai e litigate serie in vista. Mizumi, nel frattempo, studiava il modo di fare dei due, lievemente perplessa.

"Portami un'altra tazza di sakè!" ordinò il Nara, gesticolando con finta altezzosità.

"Tu... tu... sei diventato un mostro! Ti preferivo da apatico e scansafatiche!!!" s'indignò lei, camminando verso il bar con passi pesanti.

Shikamaru ridacchiò lievemente e Choji sorrise poco convinto. Mizumi fece compagnia al Nara, come per prenderla in giro. Quando la biondina tornò con il sakè e li vide ridere così gioiosamente, sbatté la tazza sul tavolino e ne rovesciò parte del contenuto.

"Tocca a lei Mister Simpatia." sibilò la kunoichi, sferzante.

Il chunin annuì e si occupò del terzo giro. Choji e Mizumi.

"Verità." sorrise lei, sorniona.

"Ehm..." l'Akimichi sentiva l'insopportabile occhiata dell'amica "Ti piace il ramen?" sorrise ingenuamente.

"Sì..." rispose Mizumi, perplessa.

Ino si gongolò divertita e Shikamaru porse la bottiglia alla bella principessina delle montagne. Nel farlo, le loro mani si sfiorarono e lei sembrò arrossire. Quella scena, che a Ino risultò vagamente patetica, diede come una scintilla al Nara. La Yamanaka, nervosa, accavallò le gambe e incrociò le braccia, impaziente di andare avanti.

La moretta girò la bottiglia. Ino e Shikamaru. Questa volta, la bionda sogghignò compiaciuta.

"Verità, ovviamente." fece il Nara, simulando uno sbadiglio.

Lei s'imbronciò e rifletté su qualche cattiveria da proporre, per vendicarsi dell'umiliazione subita... magari qualcosa per denigrarlo alla vista di Mizumi.

"Quante donne ti sei portato a letto?" domandò pungente.

"Mah. All'incirca una ventina, chi più, chi meno." rispose lui, con un'agghiacciante nonchalance.

La bionda ci rimase male. Choji si grattò la nuca imbarazzato e Mizumi scosse il capo infastidita dalla sfacciataggine di Ino. Fare domande del genere, davanti ad un'estranea, le sembrava sconveniente.

"Mi aspettavo di meglio, Yamanaka." la stuzzicò Shikamaru, inclinando il capo da un lato.

"Aspetta e vedrai, Nara." rispose lei a tono, sorseggiando il suo sakè.

Continuarono così per altre due ore, accompagnati dalla dolce ebbrezza dell'alcool. Choji, ormai, era completamente ubriaco e non faceva altro che ridere. Mizumi, dopo l'iniziale rifiuto, aveva preso a bere peggio di un vecchio alcolizzato. Ino, ormai, era brilla all'ultimo stadio. Shikamaru sembrava l'unico ancora lucido. Girò lui la bottiglia. Shikamaru e Ino. Ancora.

"Veeeriiità... taaanto mi obblighi già a farti da schiavaaa... maschilistaaa del cavolooo..." sbiascicò la Yamanaka, su di giri.

"Verresti a letto con me?" domandò lui, divertito.

Choji, nel frattempo, russava appostato sulla poltroncina. Mizumi non era da meno; si era accucciata sul divanetto tipo gatto. Ino dondolava di qua e di là, vedendo davanti a sé un doppio Shikamaru. Sorrise e lo scrutò a lungo, poi annuì con la testa. Si alzò barcollante e, ridendo, gli si avvicinò. Il Nara non si era perso un singolo movimento e, ovviamente, non aveva trascurato le "parti ondeggianti" della compagna.

"Era un sì?" fece lui, approfittando della sua ubriachezza.

"Sììì..." ripeté lei, facendogli eco.

Una volta davanti al ragazzo Ino si lasciò andare addosso a lui. Il Nara la sorresse senza fatica e la dovette abbracciare per non farla scivolare a terra. La Yamanaka, soddisfatta, non tardò molto ad addormentarsi. Artigliò la maglia dell'amico, si strinse a lui, emise un profondo sospiro di appagamento e chiuse gli occhi. Il Nara, dopo qualche minuto, sbuffò. Delicatamente la prese in braccio, attento a non svegliarla, e la portò nella sua stanza. La depose sul letto, le tolse le scarpe e le rimboccò le coperte.

"Shikaaa..." sussurrò lei, in dormiveglia.

Lui non rispose, si limitò a fissarla.

"Ti voglio beneee..." sbiascicò con tono quasi impercettibile.

Lo shinobi sorrise. Le carezzò velocemente i capelli e lasciò la camera. Ripeté quella buona azione, esclusa la carezza, per altre due volte... o meglio, una e mezzo. Portò Mizumi nella sua stanza e, quando tentò di sollevare Choji, rinunciò nella folle impresa. Lo lasciò sul divanetto del piano terra e lo coprì con un piumone. Quando, finalmente, riuscì a trascinarsi nella propria stanza, le luci dell'alba filtravano già dalla finestra.

"Mendokuse... col cazzo che partiamo subito!" detto questo, si stese sul materasso e sprofondò in un lungo sonno.

 

T

 

Grazie a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di leggere fino alla fine *inchino* questo è il primo capitolo di tre… e premetto che la storia è già stata scritta tutta e quindi non si concluderà a metà come al mio solito… ^^” La voglio dedicare, naturalmente, anche a tutte le mie MoschineH BiancheH e alle/agli amanti dello ShikaIno!!! Vi adoroH kiss Paccy X3

  
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