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Autore: Straightandfast    04/06/2015    6 recensioni
Noelle lo guarda e non si ricorda più niente.
Non si ricorda più il suo nome, chi siano le sue migliori amiche, quante calorie abbia ingerito quel giorno e quale sia la sua taglia di pantaloni.
Lui la guarda e si ricorda tutto.
Ricorda quanti gradi c'erano il primo giorno che l'ha vista, la distanza in metri tra la sua finestra e quella della ragazza e il colore del maglioncino che portava la prima sera che sono usciti insieme. 
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“She came home from the hospital after her father passed covered in tears.
I started crying and kept asking her ‘What can I do for you? Tell me how I can help’…And she looked up at me and said ‘Just hold me, cause you’re the only thing that can fix me right now. " 
Chris Martin sull'ispirazione di 'Fix you'





Zayn odia gli ospedali, lo ha sempre fatto.
Solo la vista di quel bianco asettico e di quelle camere impersonali e tutte uguali riesce a fargli venire i brividi dalla paura; il fatto che sua madre sia un'infermiera e che dunque passi circa 3/4 della sua vita tra quelle stanze che lui tanto odia non lo ha portato a migliorare il suo rapporto con esse, anzi.
Adesso, però, seduto su una scomodissima sedia posta sul lato destro di un corridoio lunghissimo all'interno di uno degli ospedali più famosi di Londra, Zayn sta pensando a tutto tranne che all'odio che prova nei confronti di tali strutture. In realtà, a dire la verità, ma proprio tutta la verità, non sta pensando proprio a niente.
La sua mente si è svuotata da ogni pensiero -il nuovo cd dei Kodaline che deve andare a comprare, il tatuaggio che ha in progetto di portare a termine fra qualche giorno, le sigarette da comprare- da esattamente quattro ore e ventiquattro minuti. Il suo cervello sembra non funzionare più da quando il suo cellulare ha iniziato a vibrare sul comodino della camera da letto e il nome di Lena si è stagliato a grandi lettere sullo schermo illuminato; non riesce nemmeno a ricordare cosa esattamente le abbia detto la ragazza, ricorda solo i suoi respiri trattenuti come quelli di chi sta cercando disperatamente di non piangere e il rumore sordo del telefono che tocca terra, dopo essere scivolato dalle sue dita incredule. Non sa come è arrivato in quel dannatissimo ospedale, probabilmente vi  è stato trasportato da Lena e Holly, e se qualcuno glielo chiedesse probabilmente non saprebbe nemmeno indicare a quale piano dell'edificio si trovi, il nome del corridoio o quello dello stesso ospedale. Quello che è fisso nella sua testa, incollato alle pareti della sua mente con l'attack, è che in una di quelle anonime stanze tristi c'è Noelle, incosciente ed incredibilmente magra. Zayn non ha potuto vederla, nessuno ha potuto farlo, e così non gli rimane niente a cui appigliarsi, solo gli occhi grandi di Holly pieni di un terrore che non le ha mai visto addosso, e le mani piccole di Lena che gli stringono il braccio con un calore tale che Zayn inizia davvero a capire cosa intendeva Noelle quella volta che aveva definito Lena "il suo sole personale".
Lena e Holly non hanno fatto altro che ripetergli, a intervalli regolari, che non è colpa sua, che non si deve considerare  il responsabile di ciò che è successo; gli dicono che Noelle era in caduta libera già da un pezzo prima di conoscere lui e che molto probabilmente l'equilibrio che si era illusa di aver trovare non era altro che un qualcosa di temporaneo, di poco stabile. Zayn le ascolta, annuisce alle loro parole e riesce perfino a sorridere ad una battuta sussurrata da Holly ma dentro di sè solo lui sa ciò che sta provando; non importa quanto le due ragazze cerchino di rassicurarlo, Zayn sente comunque una voragine all'altezza della bocca dello stomaco che gli impedisce di respirare, di parlare, di pensare.
Nella sua mente ci sono solo gli occhi grandi di Noelle spaventati, feriti, nel momento in cui ha scoperto che lui aveva sempre saputo ogni cosa su di lei e la sua malattia; pensa che quello sguardo non riuscirai mai a dimenticarlo perché mai niente gli è sembrato disperato quanto quegli occhi scuri ed infiniti. Ed ora che sono arrivati a questo punto, ora che è seduto su quella dannatissima sedia bianca di fronte alla stanza di ospedale in cui hanno ricoverato di urgenza Noelle, Zayn si chiede che diavolo volesse fare con tutte quelle ricerche; per la prima volta si chiede il motivo di tanta curiosità, della sua ingordigia quasi infantile nel recuperare il maggior numero di notizie possibili. Sa di aver sbagliato, ma sa anche che i suoi intenti erano mossi solo dalla volontà di capirla, di aiutarla; per lui Noelle è sempre apparsa come un mistero intricatissimo, uno di quei gialli di cui non riesci ad afferrare nulla e anche quando arrivi a leggere il finale fatichi a capirne il senso, gli intrecci. Cercare notizie su stupidi siti internet, parlare con i suoi dottori, arrivare a spiarla durante i pasti erano tutte azioni attraverso le quali lui sperava di poterla capire un po' di più; si era illuso che, arrivando a comprendere fino in fondo la sua malattia, avrebbe potuto capire meglio i suoi sbalzi di umore, il suo avvicinarsi e ritrarsi improvviso che lo faceva uscire di testa, la sua freddezza e timidezza seguita da una sfacciataggine in grado di gareggiare con quella di Holly.
Solo adesso capisce che la bellezza di Noelle sta proprio in quello, nel suo mistero. Capisce che non ci avrebbe perso la testa fino a quel punto, fino al punto di sentire la mancanza perfino del mignolo della sua mano destra, se lei non fosse stata così sin dall'inizio. Capisce che ha cercato di risolvere un mistero che non può essere risolto, che non deve essere risolto, perlomeno non da lui.
Non può sapere cosa sia accaduto davvero nella testa di Noelle quando ha scoperto quello che lui le aveva tenuto nascosto in tutti quei mesi ma lì, seduta stante, in quei corridoi che ha sempre odiato con tutto se stesso e nei quali si era ripromesso di non camminare mai, decide che per una come Noelle, per una che si muove come lei, che parla come lei e che, dio, ride come lei, vale la pena di lottare.
Alle 17.14 di Lunedì 12 Marzo, Zayn Malik decide che per la prima volta in vita sua lotterà.
Passano altre tre ore prima che la porta bianca dietro alla quale si nascondono le più grandi paure di Zayn si apra per la prima volta. Durante quell'arco di tempo è arrivato Harry, la camicia ancora più stropicciata del solito e un velo di preoccupazione in grado di gettare un'ombra sui suoi occhi verdi e limpidi che rende il suo sguardo tormentato. Non dice niente quando arriva, si limita a sedersi per terra accanto a Lena e a prenderle con delicatezza una mano fra le sue, dopo aver rivolto un cenno leggero in direzione di Zayn e Holly. Quest'ultimo non ha potuto fare a meno di apprezzare ancora una volta la spiccata sensibilità di Harry che ha compreso perfettamente i bisogni di tutti; Lena lo voleva accanto, Holly e Zayn, al contrario, hanno solo bisogno di silenzio, nient'altro.
Lui non sa descrivere la sensazione che prova quando finalmente una dottoressa dai capelli rossi esce dalla camera in cui è stata ricoverata Noelle; si sente come se il suo equilibrio fosse precario, in bilico tra la disperazione e la speranza. Alza gli occhi lentamente, impaurito di ciò che potrebbe trovare nascosto tra le rughe dolci del viso della dottoressa, come se tra di esse potesse esserci nascosta la risposta alle sue preoccupazioni.
«Voi siete gli amici di Noelle?» Le loro teste si muovono all'unisono in un cenno di assenso unico con il quale intendono rispondere alla domanda della dottoressa. Zayn sente la mano piccola di Holly scivolare sul suo fianco e stringere il suo maglione con forza mentre ascoltano ciò che i medici hanno loro da dire. «Immagino che voi sappiate che in teoria potrei parlare solo con i parenti del paziente, ma per questa volta faccio un'eccezione perché raramente ho visto un gruppo di amici così affiatato e, soprattutto, preoccupato per la sorte di uno di loro. Non vi nascondo che le condizioni della vostra amica, quando è arrivata qui, erano abbastanza gravi.» Zayn inizia a sperare davvero per la prima volta quando comprende l'importanza dell'uso del verbo al passato; se le sue condizioni erano gravi, significa che ora non lo sono più, no? Si aggrappa a questa piccola lucina in fondo al tunnel, mentre si avvicina ancora di più quasi le sue orecchie avessero bisogno di nutrirsi di quella voce dolce e materna. «Il suo livello di disidratazione era davvero allarmante, e lo stesso vale per il livello di potassio che l'ha portata ad avere una irregolarità del livello cardiaco molto preoccupante. Non abbiamo avuto modo di pesarla, per il momento, ma penso che il suo peso molto al di sotto della media sia visibile senza bisogno di bilance o numeri. Abbiamo dovuto procedere con l'alimentazione forzata, ovviamente, e da qualche ora il suo battito cardiaco si è regolarizzato.» La dottoressa sorride quando un sospiro di sollievo collettivo riunisce gli animi di tutti i ragazzi presenti. Zayn sente la mano di Holly che stringe un po' meno il suo maglione adesso, e sorride un po', permettendo alle sue labbra di incurvarsi all'insù. «Pochi minuti fa si è anche risvegliata, ha capito subito dove si trovava e ricorda più o meno ogni cosa.»
Zayn percepisce con chiarezza il corpo di Holly che si allontana dal suo, scattando sull'attenti e non si stupisce affatto di vedere quella rossa mingherlina stringere con tutta la forza che ha la dottoressa; lui, nel frattempo, lascia che le parole appena sentite arrivino alla sua coscienza con calma e dolcezza, proprio come sono state pronunciate. Sorride un po' solo alla fine, quando capisce che lei probabilmente lo odierà a morte e non vorrà parlare mai più con lui ma almeno è viva. E' viva.

Holly e Lena, ricevuto il permesso dalla dottoressa particolarmente sorridente e divertita, si precipitano dentro la stanza della loro amica, gli occhi luccicanti di speranza ed i cuori pieni di una muta gioia che quasi hanno paura di esprimere. Zayn rimane insieme ad Harry, entrambi appoggiati con una spalla al muro bianco dell'ospedale, i visi ancora increduli per la notizia appena ricevuta; tra di loro c'è un silenzio pesante, interrotto solo dal ticchettio irregolare prodotto dalle scarpe delle infermiere. Zayn è immerso nei suoi pensieri fatti di occhi scuri, capelli neri come la pece e ossa sporgenti e ne viene distolto solo a causa della voce roca di Harry.
«Lei non ti odia.» Dichiara il riccio, girando il capo di tre quarti in modo da poter guardare il suo interlocutore in faccia. «Ti odiava all'inizio, questo sì, ma adesso non ti odia più. Ha bisogno di te, e lo sa anche lei.» Continua poi, in risposta al sopracciglio alzato di Zayn, a sottolineare la sua incredulità di fronte alle parole dell'amico.
«Ho fatto un casino.» Si limita a dire il moro con un sospiro esausto, dopo una serie di minuti interminabili in cui ha cercato di trovare una frase che potesse racchiudere tutto quelle che sente da qualche settimana a quella parte.
«Sì, è vero.» Replica Harry senza battere ciglio. «Ma niente ti impedisce di rimetterlo a posto, questo casino.»
Zayn rimane nuovamente a bocca aperta, quasi boccheggiante, stupito dal prospettarsi di una possibilità a cui non si era mai nemmeno permesso di pensare; e invece, adesso che Harry gli ha suggerito l'idea che sì, può riparare il casino che ha combinato, non c'è niente che gli è mai sembrato più semplice. E' ancora lì, sorpreso da una possibilità così semplice e allo stesso tempo così sollevante, quando Holly e Lena escono dalla stanza. I loro visi sono distesi, adesso, e stanno ancora ridacchiando per qualcosa di cui ai comuni mortali non è dato sapere, qualcosa che deve rimanere rinchiuso fra le quattro mura della loro solida amicizia.
E' Harry il primo a dargli una spintarella verso quella dannatissima porta, seguito dai sorrisi incoraggianti di Holly e Lena; Zayn, il cuore sottosopra, le occhiaie intorno agli occhi e i capelli scompigliati segue il loro consiglio senza nascondere un po' di agitazione, ma comunque raffrancato dagli incoraggiamenti delle persone che condividono con lui l'amore per Noelle.
La prima cosa che nota quando entra in quella stanza è l'immensa finestra posta su una parete, dalla quale fa capolino una Londra delle sette di sera, illuminata a festa e piena di turisti che si aggirano con il naso per aria. Poi vede i muri bianchi, la televisione accesa su Mtv music, un enorme macchinario su cui posta una flebo piena di acqua e uno sgabello con un borsone pieno di vestiti che, fino a qualche minuto prima, stava nelle mani responsabili di Lena.
Noelle è sdraiata su un lettino, lo schienale leggermente reclinato e i capelli sparsi disordinatamente sul cuscino, ad incorniciarle il viso come un'aureola. Le guance sono smunte, le labbra di un colore tendente al viola e gli occhi tristi che guardano all'ingiù. Zayn non ha mai visto creatura più bella.
«Ciao, Zayn.» La sua voce esce un po' gracchiante, perché ha le labbra e la gola secche e perciò non riesce a suonare sicura di sè come vorrebbe, ma davvero non le importa. Zayn Malik è di fronte a lei, di nuovo, e Noelle davvero non riesce a capire per quale dannatissimo motivo un tempo lo abbia potuto odiare.
«Ciao, Elle.» La sedia fa un rumore davvero fastidioso, mentre lui sedutocisi sopra, la sposta in modo da essere il più vicino possibile al letto della ragazza. Lei non si ritrae quando le poggia la sua mano tatuata sul braccio, ma anzi si limita a guardarlo con quegli occhioni scuri, quasi non capisse davvero il motivo della sua presenza lì. «Mi dispiace per quello che è successo. Tra me e te, intendo.» Lui la guarda come se ne dipendesse della sua vita, da quella conversazione,e Noelle deve abbassare un po' lo sguardo per riuscire  a parlare lucidamente. Lo sguardo le si posa sul tatuaggio che ricopre la mano del ragazzo, e lo fissa insistentemente mentre gli risponde.
«Non è colpa tua, davvero. Immagino che sarebbe successo comunque. Insomma, io te e non funzioniamo un granchè bene, no?» E le sue parole si riferiscono al letto di ospedale in cui si trova, le mani che le tremano senza nessun motivo, le occhiaie pesanti sul volto di entrambi, il viso esausto di Zayn e il suo guardarla con timore. No, decisamente non funzionano bene, loro due.
Zayn la guarda con gli occhi spalancati, adesso, le mani che corrono ad afferrarle il polso sottile, incurante di stringerla tanto da farle male, incurante di ogni cosa.
«Questo non è vero, non è vero proprio per un cazzo, Noelle.» Nella voce si sente solo bisogno. Bisogno di farsi sentire, di farsi capire, di farsi amare. «Fammi un piacere, perfavore. Non pensare al cibo, non pensare all'anoressia, non pensare nemmeno al casino che ho combinato. Se ci riesci, non pensare nemmeno ad Holly e Lena, Harry e Niall. Pensa solo a noi, io e te insieme, senza nessun altro, senza nient'altro.»Un piccolo sorriso spunta sulle sue labbra sottili, mentre le parla e si immagina nella sua testa se stesso insieme a lei, magari stesa al suo fianco, magari senza vestiti, magari coperta solo da un suo braccio tatuato. «Eravamo belli Noelle, lo sai anche te. E fidati, lo possiamo ancora essere. Io lo so.» Zayn le sorride in modo incoraggiante, completamente convinto di ciò che ha finito di dire; sa che Noelle è la sua occasione, e sa che lui è quella per lei. Lo sa e basta.
Noelle lo guarda con i suoi occhioni spauriti, le parole di lui che si accoccolano nella sua mente ad infonderle un po' di sicurezza, il cuore che sembra improvvisamente riprendere a battere e il cervello un po' meno sicuro delle decisioni che aveva scelto di portare avanti fino a quel momento. Guarda la barba da fare di Zayn, i suoi jeans scuri, il maglione rosso che ha indossato quel giorno e che non gli aveva mai visto prima, le mani sporche di inchiostro e il collo ben delineato e teso in chissà quale sforzo. Decide che sì, ha ragione lui, ha sempre avuto ragione lui, per tutto il tempo.
Si sporge un po' dal lettino, attenta a non incasinare nessuno dei fili che la avvolgono tipo marionetta e rivolge un segno inequivocabile in direzione di Zayn; lui capisce e, con un sorriso che potrebbe davvero farle perdere la testa definitivamente, si alza e le avvolge il collo con le sue braccia esili ma forti. Noelle incastra il viso nell'incavo tra la spalla ed il mento di Zayn, il naso spiaccicato sul suo collo ad inalare a pieni polmoni il suo profumo. Oh, quel profumo. La sua voce, quando parla, giunge alle orecchie del ragazzo un po' attutita, tanto che lui impiega qualche secondo prima di comprendere con esattezza le singole parole.
«Non sarà facile, sai? Dovrai aiutare a ripararmi, come una bambola rotta.»
Zayn sorride piano, e le lascia un bacio tra i capelli perché quello è il modo strano di Noelle per dire che sì, ci possono provare di nuovo.
«Ci ripareremo a vicenda.»
E, per la prima volta in vita sua, Zayn riesce perfino a pensare che gli ospedali non siano poi così male, dopo tutto.
Dopo tutto.

 

Ciao belle!
Sono in un ritardo stratosferico, lo so, e non vi sto neanche ad elencare le diecimila cose che mi stanno facendo impazzire in questo periodo maaa..
alla fine sono qui!
Vi avviso già che, purtroppo, questo è il penultimo capitolo :( :(
Sono molto triste, ma perlomeno ho ancora l'altra storia da portare avanti, quindi sappiate che non vi libererete molto facilmente di me :D
Questo capitolo non è uscito esattamente come me lo ero immaginato, ma è molto importante per me perché è uno dei primi che ho scritto - ormai quasi sei mesi fa - e ci tengo davvero tanto tanto.
Fatemi sapere cosa ne pensate, siete ovviamente fantastiche come sempre.
Lots of love,

Chiara
An happy Noelle :3
 


A beautiful Zayn :3

 
  
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