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Autore: Astrid lover    04/06/2015    1 recensioni
Hiccup ha diciott'anni e si ritrova assillato dal padre che gli parla costantemente dei doveri futuri di capo. In più il ragazzo è a capo dell'accademia dei draghi, che di certo non lo aiuta a rilassarsi. Ma solo una cosa gli stravolgerà completamente la vita. Un qualcosa di mai visto, un qualcosa che proviene dal profondo di un grazioso boschetto. Una creatura magica, divina riuscirà ad aiutarlo. Anzi, riuscirà a fargli capire che cos'è il vero amore. Ma purtroppo molteplici insidie ostacoleranno questo forte sentimento che con il tempo è cresciuto tra i giovani. Questa storia dimostra quanto l'amore possa essere potente, tanto da sconfiggere tutto quello che gli si pone dinanzi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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POV. ASTRID
Sono passati quattro giorni da quando ho perso il bambino e da quel dì io sono totalmente depressa: me ne resto in camera a piangere disperatamente, mangio poco e niente e non esco mai di casa. Hiccup è preoccupato, sta sempre con me a consolarmi, a dirmi che non è colpa mia ma… so che non è così. E oggi è un giorno di questi: è ormai pomeriggio inoltrato, quasi sera e siamo nella stiva della barca che ci sta portando in Scozia da ormai tre giorni. Non so nemmeno chi sia la ragazza promessa ad Hiccup, so solo che non la sposerà perché Stoick gli ha permesso di non farlo. Sono accucciata su quello che dovrebbe essere un letto, a versare lacrime amare. Hiccup si siede vicino a me e mi accarezza una guancia, togliendomi il bagnato che la appiccica.
“Amore… ti prego non piangere.” Dice, guardandomi con occhi dolci. Sorrido un po’, abbracciandolo.
“Come faccio? Ho commesso il danno più grave della mia vita…” singhiozzo, appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
“Ti prego Astrid! Non pensarci più. Tu non sai quanto sto male a vederti così!” ribatte, avvicinando la sua fronte alla mia.
“Ti capisco, Hic, ma per una madre perdere il proprio figlio è uno shock. Dammi ancora qualche giorno e mi riprenderò, promesso.” Sussurro, cercando di sorridere.
“Promesso promesso?” chiede con voce troppo dolce, alla quale non riesco a fare a meno di ridere.
“Certo.” Rispondo, annullando così la distanza che c’è fra le nostre labbra. Ma questo dolce bacio viene interrotto da una forte scossa, che mi fa cadere completamente su Hiccup, steso sotto di me. Il cappuccio della mantella è finito sopra la mia testa nascondendo, con il pelo, il mio viso.
“Tutto ok Astrid?” mi chiede Hiccup, ridendo quando mi vede. Tira indietro l’ammasso peloso che mi sovrasta, tra una risata e l’altra e mi mette apposto la treccia.
“Sì.” Dico soffiando verso l’alto per spostare una piccola ciocchetta di capelli che mi da fastidio all’occhio. Hiccup mi aiuta ad alzarmi e insieme saliamo le scalette che ci portano al piano superiore. È una giornata orrenda: c’è nebbia e una cappa di nubi nere quanto Sdentato. Scendiamo dalla nave mano nella mano e tocchiamo suolo scozzese. Hiccup annusa l’aria, quasi schifato.
“Che hai?” gli chiedo, ridendo quando arriccia il naso.
“Nulla, non ho per nulla voglia di rivedere la mia non futura sposa.” Spiega.
“Rivedere?”
“Sì, era una mia vecchia compagna di giochi, la vedrai là.” Dice, cominciando a camminare e tirandomi dietro con sé. Proseguiamo per sentieri stupendi contornati da alberi secolari, conifere di ogni tipo, fiori dalle mille sfumature, con un atmosfera così magica che mi fa ricordare quando ero ninfa. D’un tratto ci ritroviamo ai piedi di un imponente castello.
“Ma io questo palazzo l’ho già visto!” esclamo, guardando Hic. Lui fa spallucce, un po’ confuso. Procedo tirandomelo dietro verso l’entrata: oltrepassiamo il grande ponte di pietra che ci conduce all’entrata della corte. Sì sì, io l’ho già visto. Attraversiamo le mura, ritrovandoci nel bel mezzo di un centro di artigiani, commercianti e un via vai di persone continuo. Hiccup strabuzza gli occhi e si ferma. Cavolo, dimenticavo che lui odia la confusione. Fa per andarsene ma lo fermo, tirandolo per un braccio.
“Eddai non fare il bambino Hic!!” protesto, trascinandolo con più forza.
“Lo. Sai. Che. Odio. La. CON-FU-SIO-NE!!!” esclama lui, ostacolandomi.
“Hiccup Horrendous Haddock III!!! Dobbiamo solamente correre all’interno del castello per Odino!!” tuono arrabbiata. Lui sbuffa e si lascia guidare da me, il più veloce possibile. In poco, tra uno spintone e l’altro, ci troviamo già all’interno del castello, con il fiatone per la corsa. Aleggia un profumo di biscotti e dolci di ogni tipo che mi fa venire l’acquolina in bocca. Hiccup mi prende la mano e attraversiamo il lungo corridoio luminoso. D’un tratto sento una voce possente dire:” E’ arrivato. Va, tesoro.” e delle risate felici. Poi mi ritrovo dinanzi una ragazza che in poco riconosco.
“Merida?” chiedo.
“Astrid?” domanda lei. Entrambe ci corriamo incontro e ci abbracciamo, sotto lo sguardo confusissimo di Hiccup.

POV. HICCUP
O gli dei sacri! Che qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo per favore!!!
“Da quanto tempo non ti vedo, Astrid! Dov’eri finita?” chiede Merida alla mia ragazza.
“Sono successe una marea di cose… sarebbe troppo lungo da spiegare!!” esclama Astrid.
“Hiccup! Fatti abbracciare amico mio!!” urla la riccia. Io non muovo nemmeno un dito ed è allora che si fa avanti lei, abbracciandomi. Astrid mi rivolge un’occhiataccia, vedendo che non ricambio.
“E così vi conoscete.” Dico con voce scocciata per rompere il silenzio imbarazzante che è calato.
“Eh sì. Lei era la mia migliore amica d’infanzia!!” cinguetta la rossa, lasciandomi. Per poco non svengo. “Beh sarete affamati. Venite nella sala da pranzo, abbiamo un intero banchetto!” dice solennemente Merida, facendoci strada. Astrid si affianca a me.
“Perché non l’hai salutata?” mi chiede sussurrando.
“Perché non voglio Astrid!!” rispondo irritato. “Per me è una tortura essere qui!!”
“Dai Hic! E’ così gentile!” protesta nuovamente. Metto il broncio e incrocio le braccia al petto. Entriamo nell’enorme salone, con due finestrone enormi e delle tende il raso verde a contornarle. Un grande tappetone rosso viene calpestato dai nostri piedi e Merida ci indica delle panche, dove ci sediamo. Accende il camino dinanzi ad esso e ci raggiunge, accomodandosi vicino ad Astrid.
“Allooooooora. Com’è andato il viaggio?” chiede la rossa, entusiasta.
“Beh… bene tutto sommato.” Risponde Astrid, mascherando il velo di tristezza che di nuovo si è abbattuto su di lei. Mi viene un colpo quando vedo i suo bellissimi occhi lucidarsi e mi avvicino ulteriormente a lei, abbracciandola.
“Che… che succede?” chiede Merida, preoccupata.
“Abbiam-… cioè, ha avuto una grande perdita.” Spiego freddo, baciando la fronte di Astrid e stringendole una mano.
“Oh… mi dispiace tanto, Astrid.” Replica la riccia, visibilmente dispiaciuta, lasciandole una carezza su una guancia. La mia ragazza cerca di sorridere ma le lacrime che aveva trattenuto escono potenti, sgorgando inesorabilmente sulle sue guance. Lei si accascia a terra, mettendosi una mano sulla pancia e accarezzandola un po’, pur sapendo che Stefan non c’è più.
“Ho perso una delle cose più care a questo mondo per colpa mia…” singhiozza lei. Merida mi guarda, interrogativa ma non le rispondo. “Mery… ho perso mio figlio.” Sussurra Astrid.
“Oh Thor…. Oddei Astrid non sai quanto mi dispiace!!!! Ma il padre del bambino? Lo sa?” le chiede mormorando. Astrid mi guarda e mi fa un piccolo sorriso malinconico.
“Sì, lo sa.” Dice sospirando. Merida si alza e va in cucina, tornando dopo un po’ con un bicchiere d’acqua e un pasticcino che offre ad Astrid.
“Tieni.” Dice, guardandola con sguardo pieno di compassione.

POV. ASTRID
Le sorrido, accettando con piacere ciò che mi ha offerto.
“Oh Astrid… non so come aiutarti, davvero!” esclama lei, in difficoltà.
“Non devi preoccuparti, Mery, ho già qui Hiccup al quale rompo già le scatole con le mie lagne, non voglio annoiare anche te!” rispondo dando un morso al pasticcino alla crema.
“Ti ringrazio molto, Astrid!” dice ironico il mio ragazzo. Vedo Merida strabuzzare gli occhi con la bocca spalancata in un enorme sorriso. 
“Ma voi…?” sussurra, indicandoci. Io e lui annuiamo, guardandoci sorridenti.
“Voi due state insieme!!!! Ma allora…” comincia, poi si abbassa sul mio orecchio. “E’ lui il padre del bambino?” chiede. Io annuisco, sotto uno sguardo sotto shock di Merida.
“Odino santo…” mormora. “Ehi Jeb!” urla poi lei, attirando l’attenzione di un servo minuto, abbastanza altino e moro.
“Dica principessa.”
“Prepara una bella stanza per questi due miei amici.” Ordina dolcemente lei. Jeb si inchina e annuisce, dirigendosi nel corridoio. “Avevo fatto preparare una stanza solo per lui, non sapendo che ci saresti stata, perciò vi farò dormire in una camera molto più grande, insieme.” Dice sorridendo.
“Grazie Merida, non so come ringraziarti.” Rispondo riconoscente, abbracciandola.
“E’ un piacere, amica mia.” Dice lei, sorridendo. Passano venti minuti buoni, che copriamo chiaccherando e mangiando un po’, siccome io e Hiccup abbiamo una gran fame.
“Beh, a questo punto io vi lascerei andare a dormire nella vostra stanza. Buonanotte e a domani!” esclama radiosamente Merida, salutandoci e noi, o meglio dire io, ricambiando. Io e Hiccup ci prendiamo per mano e saliamo le scale in pietra, per poi giungere in un ampio corridoio con enormi finestre e delle porte. Vediamo la nostra.

POV. HICCUP
Entriamo nella stanza e chiudiamo la porta. Un enorme letto a baldacchino di raso verde troneggia nella stanza, dinanzi ad esso un bel caminetto e di fianco due finestre. Astrid si siede sul morbido materasso e fissa un punto della stanza. La raggiungo, dandole un bacio sulle labbra che ricambia sorridendo.
“E’ tutt’oggi che non mi baci.” Borbotta lei, guardandomi con un finto sguardo arrabbiato.
“Non è vero…” rispondo dandole un altro bacio. “Come posso farmi perdonare?”
“Vuoi proprio saperlo?” chiede, guardandomi dolcemente.
“Ogni cosa è un ordine, milady.” Dico sorridendo.
“Bene, perfetto.” Risponde soddisfatta, riprendendo a baciarmi, stendendomi sul letto. Le mie mani finiscono sui suoi bellissimi fianchi e le sue… beh, sono intente a slacciarmi la tuta alare. In poco la parte superiore finisce per terra ma Astrid si alza dal letto, andando alla porta.
“Che fai?” chiedo osservandola.
“Mi assicuro che la porta sia chiusa per bene.” Risponde con sguardo furbetto, facendo roteare la chiave nel suo indice. Ricambio l’occhiata, assecondandola. Lei corre verso di me e finisce tra le mie braccia, baciandomi e riprendendo a togliermi ciò che rimane della mia divisa da volo.
“Astrid… sicura?” le chiedo guardando il suo petto coperto solo dalla fascia per il seno.
“Perché non dovrei esserlo?” domanda.
“Non lo so… non voglio che tu sia costretta.”
“Se la metti su questo piano, sono io che costringo te.” Risponde volgendo gli occhi al cielo. Sospiro ma poi la guardo con aria di sfida e lei mi asseconda, togliendosi pure la fascia per il seno. A quel punto arrossisco pesantemente.

POV. ASTRID
Io rivoglio Stefan, voglio dare un motivo di felicità in più all’uomo che amo follemente. Non sarà certo una stupida caduta a fermare il mio sogno d’amore con Hiccup.


ANGOLO AUTORE
Ehilà! Triste, romantico e un po’ comico allo tesso tempo (mi riferisco alle facce che mi immagino di Hiccup mentre fa il bambinello monello), eccovi l’undicesimo capitolo! Allora, soddisfatti del mio operato? Ora che finiscono le scuole avrò molto più tempo da dedicare alla scrittura, per questo credo che aggiornerò molto presto. Ma il dodicesimo capitolo si farà attendere: sabato finisce la rumba e devo fare un concerto a scuola. Dopodiché la sera sono a dormire fuori e la domenica non sono disponibile. Lavorerò al capitolo la prossima settimana, attendendo che mi arrivino delle idee decenti…. -_- Se avete illuminazioni originali potete sempre dirmele nelle recensioni, così io le posso valutare e scrivere. Ovviamente vi citerò a fine capitolo!!!
Un salutone a dreamer che per quanto riguarda recensioni e supporto morale è la BOSS NUMBER 1!!! No,  a parte gli scherzi, grazie di cuore per aiutarmi in tutto per tutto. T.V.B
Baci a tutti voi e recensite, please!
Astrid

P.S Spero che il capitolo non sia stato noioso…

 

   
 
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