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Autore: Queen_Of_Love    04/06/2015    1 recensioni
E' la mia prima storia! Quindi pietà, vi supplico! Questo racconto narra principalmente di una ragazza, divenuta appena maggiorenne, Valery, che, tra un passato turbolento e un presente che non riesce a definire, dovrà attraversare un sentiero, che determinerà la donna che sarà da lì in poi. Il sentiero della vita, che la porterà a scegliere chi essere e cosa volere. La sua storia è intrecciata con quella di altri personaggi, ognuno con la sua storia, ognuno coi suoi problemi. Una storia che segna il passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
< Voglio essere felice! Con te! > urlò Valery.
< Puoi avere solo una delle due cose > affermò fermamente Jackson serrando la mascella.
Cosa sceglierà Valery? E come si svilupperà la sua vita?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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2. Tra amore e attrazione?

 

La mattina seguente Valery si ritrovò sul letto, in camera sua, avvolta dalle coperte. Non si ricordava minimamente come ci fosse arrivata a casa. Non si ricordava niente. Si ricordava solo che aveva bevuto qualche birra con Meredith e sicuramente, ritrovandosi in quelle condizioni, per giunta con un mal di testa allucinante, la birra aveva preso il sopravvento su di lei. Una cosa però se la ricordava, il motivo per cui aveva iniziato a bere: Alberto. Subito la rabbia repressa della sera prima si fece sentire dentro di lei ma troppo debole fisicamente lasciò perdere quel sentimento e si alzò dal letto, accompagnata da giri di testa continui.

< Ben alzata miss birretta! > Raisa la prese per mano dalle scale e la fece sedere al tavolo della cucina, dandole un bicchiere d'acqua e un'aspirina. < Tieni! Per il post-sbronza è ottima > Valery guardò Raisa confusa. < Non..non sei arrabbiata? >

< Lo ero ieri sera, ma Meredith è stata così gentile da spiegarmi il motivo della tua bravata così.. ho lasciato correre. Avrei alzato il gomito anch'io al tuo posto. >

< Già.. vorrei che fosse diverso a volte, vorrei che ci mettesse più impegno per il nostro rapporto, vorrei.. >

< Non ci pensare, riposati ok? > disse Raisa interrompendola. Valery si lasciò prendere da quella malinconia che ormai l'aveva invasa, tristezza a cui non aveva lasciato spazio la sera prima. Adesso tutte le emozioni a cui non aveva dato modo di uscire, la stavano avvolgendo completamente.

< Quindi mi ha accompagnata Meredith a casa > collegò, cercando di ricordare almeno l'ultima parte della serata.

< No > Valery si stupì della risposta, credeva che avesse passato tutta la serata con Meredith. Allora chi l'aveva accompagnata a casa? Si chiese.

< No? E.. allora chi? > Raisa si alzò da tavola farfugliando qualcosa di incomprensibile su un ragazzo che era stato talmente cortese da portarla a casa prima che iniziasse a vomitare per strada.

< Un ragazzo? Chi è? > Valery non si ricordava di aver parlato con un ragazzo in modo così confidenziale da farsi portare a casa. Non avrebbe potuto nemmeno dare indicazioni stradali, quindi si trattava di qualcuno che la conosceva, sapeva dove abitava. Un compagno di classe forse.

< No non era un tuo compagno di classe, altrimenti l'avrei riconosciuto. Era un bel tipo, alto, moro, brizzolato. è stato molto gentile >

< E tu ovviamente non ti sei posta qualche domanda sulla sua esistenza! > esclamò Valery roteando gli occhi.

< Pensavo lo conoscessi.. > Raisa guardò Valery con aria interrogativa. < non è così? > Valery continuò ad interrogarsi sull'individuo che l'aveva portata a casa quella notte, non riusciva a ricordarsi nulla. Probabilmente aveva conosciuto qualcuno che gentilmente l'aveva riportata a casa, ma non ricordarsi minimamente di chi si trattasse era frustrante. Blackout totale. Come se qualcuno le avesse estirpato parte della memoria. Questo significava anche che avrebbe potuto fare qualcosa di cui pentirsi, qualcosa di cui avrebbe dovuto chiedere scusa, cosa era successo? Decise di chiamare Meredith, doveva assolutamente sapere qualcosa.

< Ehi Val! Ti sei ripresa? > Meredith ridacchiava e Valery non capiva da cosa fosse scaturita la risata.

< Mer.. arrivo al punto.. cos'è successo ieri? Ho come un vuoto mentale e mia madre sostiene che ieri notte mi abbia accompagnato un “bel tipo” a casa. Chi cavolo era questo tizio? > disse Valery tutto d'un fiato. Al momento un altro sentimento col quale doveva fare i conti era l'ansia. E se avesse tradito Alberto?

< Val calmati! Respira! Non è successo niente di cui preoccuparsi! Hai alzato un po' il gomito, hai ballato un po', ti sei divertita e hai fatto amicizia col cameriere > Il cameriere? Valery ebbe un flashback, le apparvero dinanzi due occhi verdi che la guardavano, iniziò a ricordare il suo volto. Poteva corrispondere alla descrizione, ma non rimembrava di averci parlato ancora durante la serata.    < Siccome sapevo che una brava ragazza come te non avrebbe retto abbastanza alcool da risultare sobria durante la serata, ho chiesto a Jackson di accompagnarti a casa >

< Ma sei pazza? Mi hai fatto accompagnare a casa da uno sconosciuto? > Meredith sorrise < Fidati.. non lo trattavi come uno sconosciuto > e continuò a ridacchiare. < È un bravo ragazzo, l'ho osservato, non ti avrebbe fatto nulla, anche perché prima di farti portare a casa l'ho minacciato di una morte lenta e dolorosa se solo ti avesse toccata > Valery era rimasta ancora all'allusione dell'amica. Che aveva combinato? Si chiese. Chiuse la chiamata con l'amica e cercò in tutti modi di ricordare. Prese il telefono: 5 chiamate da Alberto. Non rispose, era ancora arrabbiata. Il problema era che non sapeva se ne aveva il diritto, e se avesse fatto qualcosa di sbagliato con questo Jackson? Solo al ricordo di quel viso sentì una scossa per tutto il corpo, un senso di eccitazione che la immerse. Era successo sicuramente qualcosa. Aveva intenzione di scoprirlo.

 

Sua madre sarebbe dovuta andare a pagare il resto della quota d'affitto del locale e decise di andare con lei. Finalmente avrebbe saputo cos'era successo. Alberto chiamava ancora ma lei non rispondeva, era troppo presa dalla vicenda. Arrivate a destinazione Valery, titubante, aveva paura di scoprire qualcosa che non avrebbe giovato né a lei né alla sua storia con Alberto.

Entrarono nel locale, i camerieri erano tutti in sala, stavano preparando i tavoli, ci sarebbe stato un battesimo e tutto doveva essere pronto. Raisa andò a destra dell'entrata per cercare il titolare e pagare la serata, Valery intanto scrutava i volti dei camerieri per capire se ci fosse anche questo, ormai famoso, Jackson; dei cinque nemmeno uno corrispondeva al suo ricordo.

< Posso aiutarti? > Valery sentì una bella voce maschile e si girò di scatto, per scoprire chi mai possedesse una voce così armoniosa; andava matta per le voci baritonali. Il suo sogno nel cassetto, da quando era piccina, era di stare con un cantate come John Legend.

Alla sua vista, nel volto di Jackson, si accese un sorriso. Posò i tovaglioli che aveva in mano sul bancone e la osservò da capo a piedi, mordendosi le labbra divertito. < La festeggiata.. sei qui perché.. > cercava di comrendere il motivo della sua venuta, intanto a Valery si era gelato il sangue. Quegli occhi verdi le erano rimasti impressi. Li sentiva addosso a sé, l'attraevano come il ferro viene attratto da un magnete.

< Ehm..sono qui perché.. > Valery si guardò intorno, schiarendosi la voce, gli si avvicinò e parlò sottovoce. < ..volevo sapere se l'altra sera, avevo fatto qualcosa di..particolare > Valery abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore e Jackson sorrise malizioso per il ricordo che aveva di lei.

< Particolare, dici? No.. > Valery annuì ma Jackson sembrava divertito. Sapeva che le stava nascondendo qualcosa. Si avvicinò al cameriere ancora di più con tono minaccioso, colpendogli con l'indice il petto al suono di ogni parola.

< Senti “caro barista” so che è successo qualcosa e considerando il modo in cui ridi sotto i baffi, esigo di sapere cosa, intesi? > mantenne lo sguardo di sfida su Jackson. Lui le prese la mano con cui gli aveva puntato il dito contro e gliela strinse, accorciando ancor di più la distanza tra i loro volti. Valery sentì un brivido e deglutì cercando di non far trapelare alcuna emozione che provava per lui in quel momento. Sorrise beffardo sentendo il suo respiro farsi più corto. Aveva una certa reputazione come latin lover.

< Mi hai raccontato del tuo ragazzo, hai bevuto, hai filtrato con me e ti ho accompagnato a casa perché la tua amica mi ha disperatamente implorato di farlo, ti ho presa in braccio perché non ti reggevi in piedi e poi.. > Jackson si interruppe cercando di ricordare il continuo, alzando gli occhi al cielo.

< E poi.. > chiese Valery spingendolo a continuare. Lasciò per un attimo scivolare lo sguardo sulle sue labbra per poi ritornare sugli occhi.

< E poi..tua madre ha aperto la porta, mi ha accolto in casa e ti ho portata in camera > Jackson sorrise e le lasciò la mano.            < Soddisfatta del resoconto? > e se ne andò ad apparecchiare i tavoli, lasciandola lì come uno stoccafisso senza neanche degnarla di un saluto. Valery rimase ferma, con la stessa espressione, non riusciva a capire l'attrazione che provava per lui. Era forte, troppo forte. Non aveva mai provato qualcosa del genere. Era attratta da Alberto, ma quel ragazzo la stregava.
Si voltò verso di lui e lo rincorse. < Grazie > Jackson la guardò interrogativo.
< Per cosa esattamente? >
< A quanto ho capito, mi hai sopportato da ubriaca, non dovrebbe essere facile. Inoltre mi hai accompagnata a casa e nessuno ti aveva costretto, quindi grazie, sei stato molto gentile > si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Era un gesto che faceva sempre per timidezza. 
< Non c'è di che.. > strizzò l'occhio e tornò a lavoro.

Era normale provare attrazione per un ragazzo che non era il tuo ragazzo? Possibile provare attrazione per un ragazzo sconosciuto? Valery chiuse gli occhi per ritornare in sé, e un'immagine annebbiata le tornò alla mente. Le loro labbra che si sfioravano. Si sfregò gli occhi immediatamente, interrompendo quel ricordo. Non era successo niente, gliel'aveva detto lui, e lui non avrebbe avuto motivo di mentire, perché allora avrebbe voluto che fosse successo qualcosa?

 

A casa,Valery si sprofondò sul letto,pensò insistentemente a Jackson e alla sera del suo compleanno. Tutto quello che ricordava erano immagini sfocate che la confondevano di più di quanto già non fosse. Jackson aveva accennato a un flirt ma non ricordava nulla a riguardo. Prese il telefono e compose il numero di Alberto. Le solite conversazioni di sempre in cui non si dicevano niente. Non accennò all'altra notte. Non gli disse che si era ubriacata perché ci era rimasta male della sua dipartita. Non nominò né Jackson né il flirt che c'era stato tra loro. Decise di lasciar perdere, da lì a poco avrebbe dimenticato. L'importante era tenere in piedi il loro rapporto perché lei amava Alberto. Questa era l'unica cosa che contava.


 

Ciao bei cornetti nutellosi! Non so in quanti leggeranno questo secondo capitolo, quanti mi seguiranno, quanti mi malediranno per la schifezza che sto scrivendo o quanti mi ameranno per questo ma a tutti dico che sono contenta se spendete un po' del vostro tempo per leggere ciò che scrivo! :D Spero che il secondo capitolo vi piacca! Ce ne saremmo molti altri, e ancora non avete visto niente (e meno male ahahah). Un bacione e ve prego non lapidateme! Vogliatemi bene! ;) 
Un saluto a tutti dai miei personaggi, a cui ho deciso di dare un volto! Ve garbano? Io me li sono immaginati così:

 

 

Il fascinoso Jackson



Il ballerino Alberto



La tenera Valery


La bella Meredith

 

   
 
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