Capitolo 04
Fast Food Kiss

Yuuichi Tate si fermò davanti alla porta del dormitorio femminile con un mazzo di fiori stretto tra le mani e un enorme groppo alla gola.
Aveva bussato, dopo aver trovato il coraggio, ed ora attendeva che una delle due inquiline gli aprisse.

Passò qualche istante, ma alla fine si trovò davanti la piccola Mikoto.
“Ah, sei tu!”.

“Sì, buonasera anche a te” rispose con un sopracciglio alzato. “Per caso… ahem… c’è Mai?”.
“No” replicò con sguardo malinconico. Si portò la mano sullo stomaco. “Fa-me”.

Il ragazzo, mortificato, ma divertito, scoppiò a ridere.
“Se vuoi ti posso preparare qualcosa”.

La ragazzina cambiò espressione, gli occhi le s’illuminarono e spalancò la porta, un rigagnolo di bava che le colava sul mento.

“Comunque, Mikoto-chan?” cominciò a riempire un panino con gli ingredienti che c’erano nel frigorifero dopo aver consegnato il presente floreale alla piccolina. “Mai non dovrebbe essere già qua?”.

“Sì, ma con questa neve dev’essere complicato tornare dall’aeroporto” rispose lei velocemente.

Yuuichi sospirò, porgendole il piatto e guardandola azzannare la cena come se non avesse mangiato da un paio di giorni.

Il tempo che aveva impiegato lui per farsi coraggio e andare là ad invitare la sua bella per uscire e andare a cena in un bel ristorante a Tsukimori.
Si era lavato con più attenzione del solito, si era fatto la barba, si era persino messo l’acqua di colonia ed aveva indossato un completo giacca-e-cravatta che giaceva abbandonato nel suo armadio.

Poi, dopo aver comperato dodici rose scarlatte, spendendo un quarto della sua paga, era corso al dormitorio, pronto a due alternative: ricevere un no e quindi disperarsi oppure ricevere un sì e passare un meraviglioso ultimo dell’anno con la ragazza che amava più al mondo, ma con la quale aveva un rapporto molto impacciato.

“Buono!” esclamò Mikoto, la bocca ancora piena dall’ultimo morso. “Comunque Mai dovrebbe tornare a breve!”.

“Davvero?!” Yuuichi si sporse sul tavolo. La sua delusione era leggermente diminuita.

Aspettarono silenziosamente una ventina di minuti quando la porta si spalancò ed una distrutta Tokiha si buttò a capofitto nella stanza, lasciandosi cadere sul pavimento.
“GIURO! Non voglio mai, mai più fare Tokyo-qua quando nevica!”.
Alzò lo sguardo e si meravigliò sul curioso quadretto che le si presentava.

“Yuuichi?”.
“Mai!” esclamò lui, scattando in piedi, il cuore a mille e la mano che tremolava.

“Io vado da Nao” annunciò Mikoto, lasciandoli da soli.
“Sì” la HiME annuì, sorridendole.
Fece qualche passo e guardò l’ospite.

“Come sta tuo fratello?”.
“Bene, ti ringrazio per esserti preoccupato”.

Takumi, sopravvissuto al brillante intervento americano, era stato trasferito in un policlinico di Tokyo dove sarebbero stati fatti ulteriori aggiornamenti di routine.
E la ragazza, da brava sorella maggiore, aveva deciso di trascorrere il Natale con lui, soprattutto per dare ad Akira l’opportunità di prendersi qualche giorno di riposo.

“Sarai distrutta, aspetta che ti aiuto con il bagaglio” Yuuichi scattò in piedi, afferrando la valigia e portandola ai piedi del letto della ragazza.
Indugiò qualche secondo a guardarlo.
Lei, la sua dolce HiME, dormiva lì, coperta dalle lenzuola e sdraiata, vulnerabile e bellissima, proprio come nelle sue fantasie più intime.

“Tutto bene?” intervenne posandogli una mano sulla spalla.

Deglutì a fatica, evitando di saltare per aria, rosso in volto.
Si voltò, trovandosi a pochi centimetri da lei.
“Ma-Mai…”.

“Dimmi, ma… sembri strano, lasciatelo dire!”.

“Mai, ascolta! Vieni fuori a cena con me stasera?!” esclamò tutto d’un fiato. “Per festeggiare il capodanno insieme, insomma…”.

La ragazza scoppiò a ridere, annuendo.
“E poi dobbiamo rifarci per il Natale perduto!”.

Yuuichi, il cuore leggero, sorrise, stringendole le mani.

“Prima di venire qua sono stata dalla Direttrice” spiegò Mai. “Sembrerà incredibile, ma sono già pronta visto che ho fatto la doccia da lei”.

“Ottimo, allora vogliamo andare?” le tese la mano, titubante.

La ragazza l’afferrò, sorridendo “Avviso Mikoto e poi andiamo”.
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“Ha un aspetto delizioso” disse Yuuichi, osservando la sua cena.
“Sì, concordo. È meraviglioso! E piantala di essere così mortificato!” lo sgridò Mai mentre addentava il suo cheeseburger.
“Io… io pensavo di avere il portafogli in tasca, ma… ma…”.
“Yuuichi” la ragazza gli strinse la mano teneramente. “Io adoro questo cibo e… la cosa più importante è trascorrere la serata con te”.

Lui sobbalzò e annuì. Si alzò e tremò, meditando sul piano venutogli in mente due nanosecondi prima.
Si lasciò cadere sul divanetto al fianco della HiME, prendendole il viso e dandole un appassionato bacio.

“Yuu…”.
“Scusa non ce la facevo più!”.

Mai scoppiò a ridere, dandogli uno scappellotto e spingendolo via. “Idiota!”.

Dopo la cena ipercalorica e poco salutare, ma comunque decisamente gustosa, uscirono per godersi il freddo dicembrino e l’affascinante neve che stava imbiancando Tsukimori.

“Ora, però, facciamo qualcosa che piace a te” propose il ragazzo.
“Bisogno di farti perdonare, Tate?” azzardò lei con un sorriso.
“Precisamente, ojou-sama”.

Lei sospirò, prendendolo a braccetto e guardandolo con occhi da bambina.
“Si va al karaoke, caro mio!”.

Yuuichi, consapevole di avere la voce intonata come quella di una gallina strozzata, sospirò, ma annuì, sorridendo alla sua amata.
Cosa non avrebbe fatto per lei…!




E così si conclude la raccolta di fic sulle feste! Un po’ in ritardo visto che l’Epifania era ieri, ma queste son piccolezze XD Ringrazio tutti quelli che hanno commentato, spero che anche quest’ultima storiella vi sia piaciuta ^_^
Alla prossima, Hanako