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Autore: unika    04/06/2015    1 recensioni
Sofia è sei anni che vive con il padre e la matrigna. Non sa cosa accade nel mondo dei vivi, suo padre non le dice nulla, è la matrigna che rivedendo nella figliastra se stessa per la prima volta è buona con i figli che il marito ha avuto con altre donne.
Persefone ogni volta che torna negli inferi le parla del mondo dei vivi raccontandole di quanto è bella la natura, ma senza mai parlarle degli scontri che ci sono stati negli anni. un giorno il padre le permette di uscire finalmente dagli inferi. alla sua prima uscita tutto le sembrava incredibile, ma mai quanto rivedere dopo così tanti anni il gemello che credeva morto, nonostante non l'avesse mai trovato fra le anime dei morti.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Gli Dèi, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Good reading of the chapter nineteen

Capitolo diciannove
 
NICO
 
-non sappiamo cos'abbia sognato... non ce lo vuole dire- rispose Chirone alla mia domanda preoccupata.
-potremmo chiedere aiuto a Clovis della casa di Ipno- proposi.
Chirone annuì pensiero.
-si, è sicuramente l'unica soluzione, se lei non riuscirà a parlarcene-
-ho parlato con nostro padre e lui dice che non ne è mai stato certo- spiegai.
-può essere... negli inferi la foschia della morte sarà molto più presente, perciò può essere che non abbia mai avuto la possibilità di accertarsene- commentò ragionando su ciò che ancora gli passava per la mente Chirone.
-in sei anni?-chiesi quasi incredulo.
Passi sei anni con tua figlia, sospetti che in lei ci sia la capacità di comandare la foschia della morte se non te ne accerti? No... lui non mi ha detto tutto.
-Nico, in questi sei anni c'è stata la guerra contro Crono e Gea- mi ricordò Chirone.
Aveva capito la mia allusione e non si era osato a commentare.
 
IL GIORNO DOPO
 
SOFIA
 
Ellen mi ha detto di concertarmi sulla mela.
Concentrarmi e pensare che solo una minuscola parte della foschia della morte la raggiunga.
...il problema è che io ci sto provando da mezz'ora.
La frustrazione mi assale e tiro un calcio alla povera mela.
E in quel momento eccola.
Mi blocco subito e la vedo che mi circonda.
Subito dopo però sparisce senza lasciare alcuna traccia, se non soltanto le impronte delle mie scarpe.
-c'eri quasi- si complimentò Ellen.
-ero frustrata- spiegai iniziando a giocherellare con la mia treccia.
-può darsi che la foschia della morte sia legata ai tuoi sentimenti negativi: rabbia, tristezza, frustrazione, dolore...- ipotizzò Nathaniel.
Mi sedetti vicino a lui e bevvi un sorso d'acqua.
-potrebbe essere- concordò la figlia di Ecate.
-ti è successo alla festa con i figli di Apollo che ti prendevano in giro mi hai detto... poi ieri sera con l'incubo e ora che eri frustrata- elencò Nathaniel.
-e alla caccia alla bandiera... ma li era diverso ero mezza svenuta- aggiunsi io.
-riprovaci pensando a qualcosa che ti rattrista, ma una cosa piccola non troppo grande- mi propose Ellen.
Rimetto la mela davanti a me e cerco fra i miei ricordi.
Torno al mio primo compleanno negli inferi.
Ero sola, mio padre credendo che avrebbe fatto piacere mi regalò un'amica zombie spettrale.
Poverina era morta a quattordici anni nel lontano 1800 a.C.
Essendo figlia di Zeus era temuta e l'avevano assassinata durante la notte.
Quando la vidi per la prima volta scappai in camera mia.
Ero spaventata e mi sentivo sola.
Quando riaprii gli occhi vidi come un minuscolo tentacolo avvicinarsi alla mela.
Cercai di spingerlo ancora di più verso ad essa e riuscii addirittura ad avvolgerla.
Le gambe iniziarono a tremarmi.
In breve la foschia della morte sparì e io mi ritrovai seduta a terra con la testa fra le mani.
Gambe, braccia, tremavano tutta per lo sforzo.
Nathaniel mi corse vicino ed appoggiò una mano sulla schiena, per sostenermi.
 
Quando Nico venne a sapere del mio “allenamento” si rabbuiò.
Ed iniziò pazientemente ad insistere che io dovessi dire cos’avessi sognato.
Ma ciò che avevo sognato la scorsa notte per me era da dimenticare, non volevo che mentre stavo mangiando, passeggiando, allenando o altro tornassero quelle immagini.
-ma non ricordi nulla?- domandò Nico.
Lo avevo sconfortato con la mia risposta “non riesco a ricordare”.
Proprio mentre stavo pensando che non avrei più toccato l’argomento incubo arriva Jason con un lista di cose da fare, tra cui un certo album di figurine per Cimopolea.
-che succede?- chiese chiudendo il suo quaderno.
-Sofia non ricorda l’incubo- spiegò Nico passandosi una mano fra i capelli.
-provate a chiedere a Clovis, ammesso che anche lei non abbia un non so che tipo di blocco creato da un Dio lui riuscirà a scoprire di cosa si trattava… ora vado Cimopolea vuole al più presto le figurine- spiegò in fretta Jason per poi sparire nella casa I.
-Sofia...- mi chiamò Nico come per avvisarmi.
A fatica deglutii.
Ormai mancava poco e l'idea di dover rivivere quel sogno non è delle migliori.
 
NICO
 
-Sofia...- la chiamo.
Deglutisce come se dovesse mandare giù il nocciolo di una pesca e mi guardò a disagio.
-andiamo da Clovis... tanto starà solo dormendo- dissi porgendole la mano.
Un po' incerta l'afferrò.
Ci dirigemmo verso la casa dei figli di Ipno ma lei rimaneva sempre qualche passo indietro.
Era rigida e le tremava la mano a ogni passo che si avvicinava sempre di più nella direzione di Clovis, che come suo solito dormiva.
-non credo di stare molto bene- sussurrò Sofia.
La guardai ed era pallidissima.
I capelli raccolti nella treccia non erano tutti ordinati, così le incorniciavano il viso.
-hai paura?- le chiesi.
Annuì con i suoi occhi blu sbarrati.
-di cosa?-
Scosse leggermente il capo.
-l'unica cosa che ricordo è che non voglio rivivere quel sogno...- balbettò indietreggiando di qualche passo.
I suoi occhi iniziarono a velarsi lacrime.
Non provò neanche ad asciugarli, lascio che le lacrime scorressero sulle guance libere.
Improvvisamente sciolse la presa delle nostre mani e corse via.
-Sofia!- provai ad afferrarla per il polso, ma aveva fatto uno scatto troppo veloce ed era già scomparsa dentro ad un'ombra.
Provai a cercarla, ma non la trovai né alla casa XII, né ad allenarsi e neanche da Nathaniel o qualche altro posto.
Nathaniel mi aveva chiesto cos'era successo. Gli spiegai che Sofia all'idea di rivivere il sogno si era spaventata ed era corsa via in lacrime.
Non aveva detto più nulla, solo annuiva preoccupato.




Hy!!! I hope you enjoyed this chapeter as others :)
(scusate oggi mi sentivo un pò inglese )
By unika
   
 
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