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Autore: namelessjuls    04/06/2015    0 recensioni
-Al Central le cose sono due: o fai come dice lui o sei fuori, a te la scelta.-
-Le farò perdere ogni cosa, la farò impazzire come un giocattolo nelle mie mani.-
/contenuti forti./
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Violence

Spalancai gli occhi, non potevo credere che lo avesse detto sul serio.
-Sei serio?-
-Si- disse, la voce leggermente inclinata -Sei pronta?-
-Non voglio fare sesso con te.-
A me non piaceva Luke, e sicuramente non volevo perdere la mia verginità con uno come lui.
-Allora ti toccherà servirmi per un interno anno, fino a quando non sarò libero di uscire da qui.-
Mi concessi un secondo per pensare: probabilmente se fossi stata sotto il suo controllo mi avrebbe chiesto di fare cose molto peggiori di questo e, dall'altra parte, se ora avessi fatto sesso con lui avrei potuto vivere in pace per tutto l'anno.
Non avevo molta scelta.
-Okay.- dissi, infine -Ma dopo dovrai lasciarmi in pace.-
Sorrise -Come se non esistessi.-
Annuii, e subito lui si avventò come una furia sulle mie labbra, costringendomi a ricambiare quando iniziò a mordermele per avere una qualsiasi reazione.
Le sue mani intanto già salivano lungo la mia vita, liberandomi dalla felpa.
Stava facendo tutto in fretta, e capivo che per lui questo era proprio quello che aveva detto, solo sesso senza nient altro tranne che una scarica di adrenalina.
E per me era lo stesso.
Mi alzò da terra, facendomi incrociare le gambe alla sua vita, lasciandomi poi svicolare sul suo letto.
Si staccò dalle mie labbra, ormai rosse e gonfie per colpa dei suoi morsi insistenti.
Si tolse la maglia nera, lanciandola a terra, per poi avvicinarsi a me e fare lo stesso con la mia.
Osservai i suoi occhi per un istante, e li vidi gelidi, come se quello che stesse guardando fosse un compito noioso invece che il corpo mezzo nudo di una ragazza.
Si stese sul letto, costringendomi a finire sotto il suo corpo muscoloso.
Le sue labbra iniziarono a percorrermi tutto il busto dall'ombelico fino alle orecchie, lasciandomi una scia umida di baci.
Arrivato al collo, sentii i suoi denti premere con rabbia sulla mia pelle chiara, e mi feci scappare un gemito strozzato.
Lui si fermò un secondo, come se fosse preoccupato di come stessi, ma subito dopo continuò con un altro bacio simile mentre con una mano arrivava al laccetto del reggiseno nero.
Non volevo aiutarlo a togliermelo, ma lui ci riuscii abbastanza velocemente anche con una mano sola, stringendo subito uno dei miei seni.
Provai a gemere un'altra volta, ma le sue labbra sulle mie me lo impedirono.
In quel momento iniziai a sentire un calore irradiarsi per tutto il corpo, e per quanto la mia mente mi urlasse di dover correre lontano da lì, le mie gambe non riuscivano a muoversi.
Luke si staccò di colpo, trafiggendomi con i suoi occhi color del cielo, che per una volta dimostrava qualcosa che non fosse indifferenza.
Erano pieni di voglia, desiderio.
Voleva farmi sua quella notte, e non si sarebbe dato pace fino a quando non avesse ottenuto ciò che voleva da quello che, ormai, era il suo giocattolino.
Ancora guardandomi, prese una mia mano con la sua e se la fece scorrere contro la pelle candida del petto, fino ad arrivare all'orlo degli skinny jeans e andare più giù, oltre l'elastico dei boxer.
Fu allora che mente e corpo si riunirono, e riuscii, con un scatto improvviso, a liberarmi dalla sua presa.
-Che fai?- sputò, non nascondendo la sua rabbia -Non puoi tirarti indietro ora.-
-Non voglio farlo.-
Riuscii a liberarmi dalla gabbia che avevano formato le sue braccia, raccogliendo in fretta i miei vestiti e facendo per andarmene, ma Luke riuscì comunque a riprendermi con uno strattone e ributtarmi sul letto, bloccandomi con un ginocchio sullo stomaco.
Non riuscivo a respirare per colpa di quel peso, e cercavo di divincolarmi, per quanto a Luke bastasse una sola mano per tenermi ferme entrambe le mie.
Con la mano libera si slacciò gli skinny jeans, e riuscii a intravedere il tessuto rigonfiato dei boxer blu.
Portò la mano all'elastico dei miei pantaloni, iniziando ad abbassarlo, e io presi lentamente a piangere.
-Luke, mollami, ti prego!- urlai, cercando di oltrepassare la barriera di quegli occhi ormai scuri.
Non volevo che andasse così, sarei dovuta restare nella mia camera e fare finta di avere la febbre, e forse questo non sarebbe più successo.
Il ragazzo non riusciva a togliermi i pantaloni, impedito dal ginocchio che mi teneva ferma.
Lo spostò per un secondo dal mio sterno, ma quel millesimo di attimo fu essenziale per permettermi di raccattare tutte le mie forze e spingerlo con le gambe il più lontano possibile, facendolo finire contro il muro, dove sbattè la testa e cadde a terra, forse svenuto.
Mi sedetti di scatto sul letto, iniziando a respirare affannosamente, continuando ad osservare il corpo steso del biondo.
Avevo pochi secondi per andarmene da lì, prima che Luke riacquistasse lucidità e riuscisse a riprendermi.
Afferrai i miei vestiti e me li rimisi alla rinfusa, correndo poi lungo le scale e il corridoio buio, chiudendomi dentro alla grande camerata.
Avevo fatto un rumore terribile, ma nessuno mosse un muscolo.
Tutti sapevano ma nessuno voleva aiutarmi, forse per paura di essere la prossima vittima.
Chiusi la porta a chiave, e andai a gettarmi sul mio letto.
Sentivo l'adrenalina percorrermi lungo le vene, e il sangue andava così velocemente al cervello che sembrava che mi stesse per scoppiare.
L'avevo scampata quella notte, ma non sarei sopravvissuta ancora per molto.
Avevo perso.
***
-E quindi è scappata.-
Una scia di fumo uscì dalle labbra carnose del ragazzo dalla pelle olivastra.
Al Central era vietato fumare, ma Luke aveva i suoi mezzi per procurarsi qualche sigaretta per lui e i suoi amici.
Ed uno di questi era proprio Calum Hood, un ragazzo di diciassette anni che per qualche strana ragione aveva ottenuto il rispetto di Luke.
-Si.- disse il biondo, appoggiandosi alla muretta.
Non aveva toccato la sua sigaretta, ancora gli faceva male la testa per la caduta e non voleva peggiorare la situazione.
Calum sorrise -Non pensavo che la Strana avesse così tanto fegato.-
Luke fece una smorfia, non aveva voglia di parlarne, ma Calum non era uno che si risparmiava a domande.
-Non sa a cosa sta andando incontro, vero?-
Luke annuì -Le farò perdere la testa, la farò impazzire, come un giocattolo nelle mie mani.-
Calum aspirò di nuovo dalla sua sigaretta, buttando poi il pezzo finale a terra.
-Non la sottovaluterei così in fretta.-
Luke non disse nulla, ormai non ascoltava più la voce roca dell'amico.
Ero arrabbiato, totalmente furioso con se stesso per essersi fatto mettere i piedi in testa da una ragazzina ingenua.
Doveva fargliela pagare, arrivando a farle così male da rimpiangere il giorno che era nata.
-Luke- lo richiamò l'amico, vedendo il suo improvviso silenzio -Che vuoi fare con lei ora?-
Sorrise, prendendo tra i denti la sigaretta, rilassato -Ho vinto, ora dovrà pagare il suo debito.-

Mio angolo :)
Grazie per essere arrivate fino a qua, ditemi che ne pensate, se vi va :)
Giulia.
  
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