“Guarda!
Un
tuo simile!” ridacchiò Aphrodite, indicando un
paguro.
“Guarda!
Tua
madre!” ribatté Deathmask, indicando
un’orca gonfiabile per bambini.
“Bastardo!”.
“Femminuccia!”.
Shura
ruotò
gli occhi al cielo. I giovani cavalieri erano in spiaggia.
“Cos’è
quello sguardo, killer di Sagittari?” lo apostrofò
il Cancro.
“Non
infierire!” si sentì rispondere.
La
notte
degli inganni era ancora viva nella mente degli abitanti del santuario
ed il
piccolo Capricorno era uno degli ultimi che voleva parlarne.
“Suvvia,
rilassati! Il Gran Sacerdote ci ha detto di divertirci e noi lo
faremo”
continuò Deathmask “Per oggi, siamo persone
comuni”.
“Sì,
non
pensiamo al santuario per oggi” sorrise Milo “Chi
mi offre un gelato?”.
“Sei
uno
scroccone” rispose Camus.
“Tu
potresti farmelo gratis il gelato e non lo fai, perciò stai
zitto”.
Shaka
sospirò.
Aldebaran scoppiò a ridere.
“Ma..”
domandò Mu “..Aiolia
dov’è?”.
Arles
respirò
profondamente. Che pace! Aveva concesso ai bambini e ragazzini del
tempio una
giornata di svago. Ufficialmente per prendere fiato e rallegrare la
mente, realmente
per levarseli dai piedi. Non era adatto a fare la baby sitter e quei
mocciosi
erano invadenti. Ma non doveva preoccuparsene, perché ora
è solo al tempio. Tutto
solo!
“Maestro..?”
mormorò una vocina.
“E
che
palle!” sibilò Arles, mordendosi la lingua per non
parlare.
Il
piccolo
Aiolia entrò alla tredicesima. Vi stupì di
trovarvi il sacerdote spaparanzato
in modo poco elegante sul trono. L’uomo non comprese subito
il suo sguardo
interrogativo ma poi realizzò e sedette composto.
“Che
succede, Aiolia?” parlò, tentando di trovare la
calma “Non sei in giro come
tutti gli altri?”.
“Gli
altri
mi trattano male. Dicono che sono il fratello del traditore”.
“Fanno
tutti così?”.
“No,
ma
tanti lo fanno ed a me non piace”.
“E..che
fai
qui?”.
“Ho
bisogno
di compagnia”.
Il
lato
buono del sacerdote si commosse, davanti agli occhi dolci e tristi
dell’apprendista
Leone. Di tutt’altro avviso era il lato malvagio, che
lanciava frasi nella
mente del buono che ordinavano “Mangialo!”
e “Another dimensionalo!”
a
ripetizione e a raffica.
“Aiolia..”
si sforzò di dire Arles “..io ho molte cose da
fare. Non posso aiutarti”.
“Ma
se
eravate stravaccato sul trono a fare nulla?!”.
“Stavo
meditando”.
“Non
è vero”.
Arles
digrignò i denti. Per fortuna, da sotto la maschera, il
bambino non lo notò. Si
alzò, fingendo di avere tantissimi compiti importantissimi
da svolgere. Aiolia
lo seguì.
“Santa
pazienza..” si disse Arles “..è
irritante quasi quanto suo fratello”.
Il
bambino
lo prese per mano e il sacerdote dovette arrendersi: quel bambino non
si
sarebbe tolto di mezzo tanto facilmente.
“Cosa
fai?”
domandò Aiolia, mentre Arles prendeva fra le mani alcuni
documenti.
“Cose
che
non capisci” fu la risposta. E, per intenderci, nemmeno Arles
capiva. Semplicemente
voleva fingere di fare qualcosa di spaventosamente noioso, nel
tentativo di
allontanare il bambino.
“Cosa
c’è
scritto? Scrivi proprio male..”.
“Scrivo
meglio di te..”.
“Io
sono
piccolo”.
Arles
sospirò.
Aiolia continuava a seguirlo ovunque e non sapeva come liberarsene.
“Maestro..a
te manca Aiolos?”.
“Ma
certo”
rispose Arles, sapendo di doversi fingere Shion.
“Anche
se è
stato cattivo ed ha tentato di ucciderti?”.
“In
tanti
cercano di uccidermi..”.
“Anche
se è
stato cattivo ed ha tentato di uccidere Atena?”.
“In
tanti
cercano di uccidere Atena!”.
“E
ti manca
il cavaliere dei Gemelli? A me sì e non capisco
perché sia andato via”.
“Ti
manca?”
si stupì Arles.
“Sì.
Era
buono e forte, come il mio fratellone. E mi mancano
entrambi..”.
“Non
devi
sentirti legato al passato, giovane aspirante cavaliere. La tua
armatura deve
risplendere di luce, non di tenebra. Credi in un futuro sereno e la
paura non
ti fermerà”.
Ma
che ho detto? Saga..sei un sentimentale del
cazzo! Sembri un impasticcato!
“Ma
io ho
tanta paura. Senza il mio fratellone, io mi sento tanto solo. E non so
cosa
fare!”.
E
vuoi l’aiuto mio? Ma lo hai visto come sto
messo, dannato moccioso?!
“Cosa
posso
fare, maestro?” continuò Aiolia “Che
devo fare per ritrovare la motivazione?”.
“La
motivazione non è qualcosa che posso darti io. Devi trovarla
in te perché dovrai
affrontare molte battaglie e non potrai mai farlo se hai
paura”.
“Ma
io non
sarò mai valoroso come lui!”.
“Valoroso?
Ha
attentato alla vita di Atena! Non dovresti tentare di
somigliarli”.
“Ma
io non
capisco..non capisco il perché del suo gesto”.
Ed
io non capisco perché tu sia qui a
sdrucivergarmi le palle ma guarda come sono bravo a reprimere gli
istinti
omicidi! E, pensa te, perfino ti ascolto.
“Sei
solo
un bambino ed il gesto di Aiolos ha turbato tutti quanti. Ora puoi
tornare ai
tuoi allenamenti”.
“E
se..”.
Arles
sospirò, di nuovo, all’ennesimo tentativo fallito
di liberarsi di quel
fastidio.
“E
se non
fosse veramente un traditore? Se avesse agito perché
posseduto da una qualche
entità malvagia?”.
“Interessante
teoria ma non saprei come provarla”.
Il
sacerdote
continuava a camminare di buon passo. Si stupì della
testardaggine dell’aspirante
Leone, che si ostinava a pedinarlo.
“Non
devi
perdere la speranza, Aiolia. Tuo fratello ha agito come ha agito, ma tu
non sei
lui”.
“Però
tutti
non fanno che rinfacciarmi quel che ha fatto lui..”.
“Ed
allora
tu dimostragli che sei diverso da come ti descrivono. Che non sei solo
il
fratello di un traditore ma qualcosa di più”.
“E
come?”.
“Prendendoti
l’armatura d’oro, per esempio”.
“Altri
la
vogliono..”.
“E
allora? Altri
vogliono il mio posto ma qui ci sto io! Devi farti valere, piccolo! E
prenderti
quel che desideri. Sei un Leone oppure no? Il leone non chiede permesso
prima
di mangiarsi la sua preda!”.
“Il
leone è
un animale feroce..”.
“E
tu sii
lo stesso. Smettila di fare il micino cieco alla ricerca di
latte”.
“Ma..io..”.
“Ma,
ma
sempre ma! Non sai dire altro? Tira fuori le palle!”.
“Le
palle?”.
Il
bambino
era lievemente a disagio. Che strano era il maestro Shion!
“Ti
aiuto!”
si offrì poi, vedendo il sacerdote alle prese con vari
documenti.
Arles
represse
una bestemmia.
“Guarda!
Una
stella cadente! Esprimi un desiderio!” sorrise Aphrodite,
indicando il cielo.
“Voglio
un
gelato” piagnucolò Milo.
“Ancora?!”.
“Sì..”.
“Ah,
ragazzi..si sta troppo bene qui! Non mi va di tornare al Grande
Tempio” ammise
Cancer.
“Ma
dobbiamo!” si affrettò a dire Shaka.
“Sì,
lo so,
biondino guastafeste!”.
“Si
è fatto
pure tardi..” si aggiunse Mu “Forse è
meglio rientrare”.
“Il
Tempio
è la nostra casa. Dobbiamo onorare le armature che
indossiamo e..”.
“AH!
Un
ragno!!” gridò Aphrodite, interrompendo i pensieri
filosofici di Shaka e
fuggendo via dalla bestia che il Cancro stringeva fra le mani.
“Ma
se io
sarò il cavaliere del Leone..” continuava il
logorroico Aiolia “..poi gli altri
mi tratteranno meglio?”.
“Non
lo
so..” e non mi importa.
“Mi
abbracci?”.
NO!
Aiolia
abbracciò il sacerdote, con gli occhi lucidi.
“Senti..Aiolia..io
non posso aiutarti. Però posso dirti una cosa: se sei nato
sotto l’influsso
della costellazione del Leone, allora indosserai
quell’armatura. Non avere
timore..”.
“Fuori
è
buio..”.
“Fuori
è
notte!”.
“Non
mi
piace la notte”.
Certo
che sei proprio piagnucoloso! Peggio di
Saga senza antidepressivi..
Arles
non
voleva dire altro a quel bambino petulante. Però quegli occhi da micino
impaurito in un certo
modo lo intenerivano.
“Posso
vedere Atena?” domandò il piccolo.
“La
statua
tutte le volte che vuoi. La vera Atena no. Sei troppo
piccolo”.
“Quando
la
potrò vedere? Il mio fratellone mi ha detto che è
tanto bella”.
“Lo
è ma tu
ora sei piccolo. Quando sarai più grande”.
“Ma
piange
la notte? E beve il latte dal biberon?”.
“No..la
allatto! Certo che beve dal biberon..ma che domande fai?!”.
“Boh.
Forse
una Dea fa cose diverse. Fa come tutti i bambini piccoli?”.
“Piange,
dorme, rompe le palle..”.
La
velata
allusione a quanto stressante fosse non fu colta da Aiolia, che si
strusciò
contro la veste del Sacerdote. Arles fissò la cosa,
perplesso.
“Sei
io
prenderò l’armatura, poi mi manderai a combattere
contro i mostri?”.
“I
mostri? Quali
mostri, Aiolia?”.
“I
cattivi.
Se io avrò l’armatura, mi manderai contro tutti i
cattivi più cattivi? Così dimostrerò
il mio valore e le mie zanne puniranno i malvagi”.
“Ti
manderò
contro tutti i cattivi che vuoi”.
“Grazie!”.
E
dopo sono io lo psicopatico..
“E
così..te
la sei goduta qui, tutto da solo” ghignò
Deathmask, al cospetto del Gran
Sacerdote.
“Fidati..NO!”
rispose lui, sorseggiando vino.
“Vacci
piano con quella roba. Vuoi guastarti il fegato prima dei
vent’anni? Già hai i
capelli grigi..”.
“Pensa
per
te, Deathmask!”.
“Mmm..ok..mi
sa che oggi sei nervoso”.
“Ma
non mi
dire..”.
“Cosa
ti ha
fatto innervosire tanto? Avevi il Tempio tutto per te! Vino, donne e
rock and
roll!”.
“E
marmocchi appiccicosi in crisi depressiva”.
“Andiamo..Saga
non è un marmocchio. È in crisi depressiva
ma..”.
“Non
parlavo
di Saga!”.
“Ah!
Scusa!
Pensavo avessi passato la giornata ad insultarti da solo.
Dev’essere
interessante avere la doppia personalità. Specie se le
personalità fra loro si
odiano..”.
“Vuoi
che
ti uccida?”.
“Ma
no.
Tanto so che non lo fai..”.
“E
cosa te
lo fa credere?”.
“Perché
mi
vuoi tanto bene”.
Deathmask
scoppiò
e ridere. Arles sospirò, per l’ennesima volta quel
giorno.
“Beviamoci
su..” si disse “..è la vita che ho
scelto”.
Nel
frattempo,
un giovane aspirante cavaliere di nome Aiolia guardava le stelle.
Convinto più
che mai, riprese ad allenarsi alla luce della luna. Avrebbe dimostrato
a tutti
quel che valeva!
“Le
zanne
del Leone proteggeranno per sempre Atena!” disse “E
un giorno io sarò cavaliere
d’oro!”.
Leoncino
time! Sì, non c’è descritto come
questi si piglia l’armatura. Il motivo? In episode G viene
descritto perciò ho
sorvolato :P ho preferito fare un piccolo siparietto un pochino idiota,
per
smorzare la depressione XD alla prossima!