Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: kuma_g    05/06/2015    1 recensioni
Tarik e' un principe troppo bravo e bello per trovare interesse in qualcosa o in qualcuno. Un giorno conquistato un villaggio incontra un ragazzino. Sarà lui la cura per la sua noia?
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tarik uscì dalla riunione che era già buio. Era stato di cattivo umore per tutto il tempo. 'Non toccarmi.' 'Se non e' un ordine allora va via'. Davvero per tutto quel tempo aveva solo eseguito un comando?Quel pensiero lo tormentava. Si diresse a grandi falcate verso la stanza. Aprì la porta all'improvviso e si precipitò dentro. La luce era spenta; probabilmente stava dormendo. Afferrò una candela e la accese. Quando i accorse che la stanza era vuota gli sfuggì un'imprecazione. Si precipitò fuori diretto alle mura circondariali. Di certo si sarebbero accorti se fosse uscita; ma la risposta delle guardie fu negativa. Si mise allora a correre per tutto il palazzo, frugando nei cortili, nelle cucine, persino andò a chiedere a quel viscido sguattero; ma niente, sembrava essersi dissolta. Si fermò e iniziò a riflettere e un posto gli si presentò in mente come una martellata. Di corsa si diresse verso il giardino nascosto al centro della costruzione. Di notte era stupendo, tutto illuminato da candele e torce, ma lui non se ne curò. Girovagò fino a trovare dei tavolini in ferro, su uno poggiava un uomo. "Jonathan -ringhiò- dove si trova?" "Principe Tarik! Che rarità vedervi da queste parti. Avete smarrito qualcosa?" "Non fare il finto tonto. So che sai dove si trova!" "Intendi per caso quel ragazzino straniero? Capelli neri e occhi verdi, davvero bello. Avevo sentito ti eri portato dietro un ragazzino, mi era sembrato strano; ma appena l'ho guardato in faccia ho capito subito. In fondo non ci sono molti 'ragazzi' con occhi così." "Bando alle ciance. Dove si trova?" "Gli ho raccontato una leggenda, e ha tanto voluto trovare qualcosa per far felice un certo qualcuno. Si aggirava nei pressi del labirinto, quello in cui non volevate entrare, neanche se i vostri reali genitori vi ci nascondevano i vostri giochi preferiti. L'ho sentito chiamare qualche ora fa, a quanto pare si è perso. Tuttavia so che per voi è troppo laborioso cercare nel labirinto, quindi domani mattina andrò io a riprenderlo." "Quello stupido lupo ha paura del buio.". Con queste parole Tarik afferrò una torcia e si addentrò nel labirinto. Gira a sinistra, a sinistra, a destra, vicolo cieco. Destra destra destra sinistra destra avanti vicolo cieco. Tarik girò in tondo per venti minuti. All'ennesimo vicolo cieco si rilassò e cercò di ricordarsi il trucco del labirinto. Era fatto in modo che solo i reali potessero uscirvi, per poter seminare i nemici che poi morivano di fame e sete. Cercò di ricordarsi ciò che diceva la madre. 'C'e' un lupo nel labirinto che ucciderà i tuoi nemici, ma ti aiuterà. Seguilo, non sfuggirgli'. In quel momento si ricordò di aver visto qualcosa per terra: Un'impronta di lupo in cemento sul terreno. Iniziò a seguirle. Non era facile avvistarle soprattutto al buio, ma Tarik continuò a proseguire. Svoltò un'ultima volta e si ritrovò in uno spiazzo. Le stelle facevano da soffitto a quell'ampia distesa. Si diresse al centro dove vedeva una piccola figura appallottolata. Iniziò ad avvicinarsi, ma dopo qualche passo la figura emise un gridolino, si alzò e iniziò a scappare. Il principe lasciò andare la torcia per terra, su un punto senza erba e prese a correre a grandi falcate e in pochi secondi la raggiunse, fortunatamente prima che Kin si addentrasse di nuovo nell'ingorgo di siepi. La afferrò con un braccio stretto in vita e lei iniziò a dimenarsi e a gridare di lasciarla andare; il principe la fece voltare e le afferrò un polso al tentativo di Kin di tirargli un pugno in pieno viso. "Kin -disse con decisione- sono io!" "Pri... Principe?" -sussurrò Kin con le lacrime agli occhi. Poi le gambe le cedettero e Tarik la accompagnò al suolo, inginocchiandosi con lei. Tarik sapeva che era spaventata, sicuramente vedere un colosso che sbuca dal labirinto all'improvviso mentre si e' già terrorizzati dal buio non era buono per il cuore; il suo primo impulso fu di abbracciarla, baciarla; ma si ricordò le parole che gli aveva detto la mattina. "Perché diamine saresti entrata qui? -chiese con una rabbia e una freddezza che non provava. "Il tesoro" -disse a un certo punto Kin porgendogli un oggetto che aveva tenuto stretto in grembo. Tarik lo prese, era un sacchetto che conteneva alcune pietre preziose molto rare, di certo valevano una fortuna, persino per un principe- Per te. Il giardiniere mi ha detto che poteva rendere felice persino un principe; e io volevo fossi felice." Tarik lasciò cadere il sacchettino e tutte le pietre si sparsero per terra. Kin fece per raccoglierle preoccupata, ma lui la tiro' a sé e la strinse tra le sue braccia. "Pensavo... Te ne fossi andata." -esordì il principe come se stesse per piangere. Kin rimase in silenzio, smettendo di dimenarsi per andare a raccogliere tutte quelle pietre. "Sarebbe stata un'ottima occasione. Non avrei potuto inseguirti fino a sera." "Non posso scappare." "Per via del patto?" -chiese il principe e Kin lo sentì irrigidirsi. "Più o meno." "Al diavolo quel patto -sbottò lui allontanandola; alzò la voce e iniziò a gridare- se davvero lo odi così tanto vattene! Continuerò a pagare lo stesso il soldato perché rimanga al vostro servizio!" Kin aveva lo sguardo terrorizzato da quel tono; gli afferrò le guance tenendolo fermo con una delicatezza e una forza tale che impressionò il principe e lo bacio' delicatamente, ma lui non ricambiò troppo stupito per fare alcunché. Kin prese coraggio. "Nel patto ti ho giurato di darti il mio corpo, e l'ho fatto ieri sera- Tarik si incupii al pensiero che gli si fosse donata solo per dovere- ma prima di ieri sera avevo già rispettato la seconda parte dell'accordo. Forse per te io sarò solo 'un animale', ma per me tu non sei più 'un padrone' da tempo... Io ti amo, principe." Il modo in cui Tarik la guardò era un misto di sorpresa, commozione e felicità. Quasi con timore le portò una mano dietro la nuca. "Quando non ti ho trovata ho pensato te ne fossi andata per sempre. In quel momento mi ha avvolto un dolore che non pensavo di poter provare per un animale -Kin assunse un'espressione rammaricata in volto, allora era solo così che la vedeva- e ho capito che per me sei decisamente più che un animale. Ti amo, come donna. Ti desidero come donna. E voglio averti come donna.". La avvicinò e le baciò le labbra famelico. Quando si staccò lei lo fissava con gli occhi che brillavano e capì cosa intendesse Jonathan: nessun maschio può avere occhi così dolci e sensuali. Lo prese un moto di gelosia al pensiero di quanti uomini notassero quegli occhi. La baciò prima delicatamente e poi con passione e senti' la malizia farsi strada nelle membra di Kin che si stava lasciando andare tra le sue braccia. Kin iniziava a desiderare di riprovare le emozioni della notte prima, soprattutto alla promessa di non sentire più quel dolore lancinante. Continuando a baciare Tarik, salì le mani fino alla cintola. Provava un forte imbarazzo, ma decise di vincerlo; voleva che anche lui provasse le stesse sensazioni che faceva provare a lei. Passò la mano sotto i pantaloni del principe. Al contatto con le dita fredde della ragazza la virilità di Tarik si risvegliò e il ragazzo emise un ringhio roco. Kin lo accarezzò per un po', per poi cercare di togliergli i pantaloni. Tarik la aiutò e lei si ritrovò davanti la sua durezza. Prese a massaggiarlo e accarezzarlo, l'imbarazzo che si dissolveva ogni secondo di più; Tarik iniziò a grugnire e poggiò la testa sulla spalla di Kin, avvolgendole il torace in un abbraccio. Quando arrivò vicino al punto di esplodere la bloccò. Alla seconda volta non voleva fare qualcosa di volgare come venirle in mano. "Adesso tocca a me"-le disse con un sorriso maligno. La tiro' a sé baciandola, le slacciò i pantaloni che le ricaddero lungo i fianchi, le sciolse i capelli e le sfilò la maglietta prima di spingerla sul prato soffice, mettendosi sopra. Continuò a baciarla mentre le sue mani si insinuavano tra le bende, cercando con ansia di scioglierle. Quando ci riuscì nulla lo avrebbe separato da quelle morbidezze. Afferrò il seno destro con la mano sinistra, usando l'altra per non pesare troppo sulla ragazza, che intanto gemeva aggrappandosi alla sua nuca, tirandolo a sé e posandogli baci sul collo che gli facevano venire i brividi.Con le gambe le si insinuò tra le cosce aprendogliele. Si staccò da lei solo per strapparle l'intimo, per poi riprendere a baciarla. Lei si sentiva totalmente appagata tra le sue braccia. Non era mai stata istruita all'amore, ma l'istinto e Tarik erano più che sufficienti a sopperire la mancanza di insegnamenti. Quando lui iniziò a massaggiarla intimamente sentì delle scosse elettriche e un intenso calore propagarsi in tutto il corpo; e quando inserì un primo dito e poi un secondo, muovendoli su e giù si rese conto di non stare aspettando altro, e di volere di più. "Tarik, ti prego- lo supplicò -Tarik!". In risposta alle sue suppliche il principe si posizionò; le sussurrò di amarla e la penetrò provocando in lei un gemito forte. Aspettò qualche secondo prima di iniziare a spingere e ritrarsi. Vedeva chiaramente il piacere di Kin e sentiva il suo crescere. La ragazzina era una visione così sensuale: i seni che si muovevano al ritmo delle spinte di Tarik, la pelle era lucida, i capelli neri sparpagliati sul cuscino, i grandi occhi verdi annebbiati dal piacere, la bocca che lo reclamava e pronunciava il suo nome. Le sensazioni che gli dava erano qualcosa che nessuna donna gli aveva mai dato. Era bagnata, calda e accogliente. Continuò a spingere, sempre più forte e più veloce; lei gli incrociò le gambe intorno alla vita e lo accarezzava sul torace, baciandolo ovunque riuscisse ad arrivare, aggrappandosi a lui. Quando venne si sforzò di continuare vedendola vicina al culmine. Quando anche lei raggiunse l'apice la baciò, soffocando con la lingua quell'ultimo gemito. Restarono fermi a fissarsi, immobili, aspettando che i respiri si calmassero. Tarik uscì da lei e restò a quattro zampe per riprendersi un attimo. Dopo qualche secondo si stese affianco a Kin, coprendoli con la sua ampia casacca e abbracciandola. Kin si sentiva così al caldo e al sicuro, anche se fuori faceva freddo, e si accoccolò sul petto del principe. "E' normale che mi senta così stanca, ogni volta?. Voglio solo dormire, ora." "E' solo questione di resistenza; e poi puoi dormire quanto desideri, ci sarò io a vegliare su di te. Sempre.". Kin sorrise, poi l'occhio le cadde su dei piccoli oggetti sparsi al suolo. "Le pietre!" sussultò preoccupata; da povera conosceva bene il valore dei soldi e l'importanza della parsimonia; Tarik la strinse ancora di più impedendole di andarsene dalle sue braccia. "Al diavolo le pietre - disse- Duk' karogh yek' im gandzn." "Cosa hai detto?" "Niente. Ora riposati. Per colpa tua ho buttato la torcia, fino a domani mattina non potremo uscire da qua.". Kin avrebbe voluto non uscirne mai.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: kuma_g