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Autore: pineapplemoustached    05/06/2015    0 recensioni
Steve Rogers/OC
Una giovane ragazza, sola e amante delle feste, costretta a lavorare per mantenersi, si ritrova faccia a faccia con gli Avengers durante l'attacco dei Chitauri.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano e io ero costretta a lavorare in un orribile bar in centro. Tutto il mio tempo che non ero dentro quella topaia lo passavo a lezione e l'unico tempo libero che avevo era di notte, quando dovevo studiare. 'Quanto vorrei del tempo libero... Vorrei anche una casa degna di essere chiamata così, magari che si trovasse anche lontana da questo squallido bar in cui sono bloccata gran parte della giornata'. Mi trovavo proprio lì, dietro il bancone a fare caffè ai pochi clienti che avevano il coraggio di entrare.
Improvvisamente si sentirono delle persone urlare, guardai fuori. Tutti correvano e urlavano presi dal panico. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, poi alzai la testa e vidi un enorme squarcio nel cielo dal quale usciva qualcosa. Le poche persone dentro il bar uscirono correndo. Io ero immobile con lo sguardo fisso verso quel buco. "Cosa diavolo sta uscendo da lì?" ormai non c'era più nessuno che potesse rispondere o anche solo sentire la mia domanda. Quelle cose sfrecciavano velocissime per la città facendo esplodere qualsiasi cosa si trovassero davanti. "Perfetto un invasione aliena" non credevo a quel che era appena uscito dalla mia bocca. Non era possibile quelle cose succedono solo nei film. Uscii dal bar, ma non sapevo bene cosa fare. In mezzo alle esplosioni mi sembrava di sentire delle urla provenire dal palazzo di fronte. Quell'edificio era in fiamme, ma se c'era qualcuno dentro non potevo lasciarlo bruciare. Senza pensarci due volte iniziai a correre ed entrai. C'era un bambino da solo all'ingresso, le fiamme erano lontane. Mi avvicinai e gli chiesi se c'era qualcun altro nell'edificio, la sua risposta fu negativa. 'beh allora perché non sei scappato e basta?'. Lo trascinai fuori e gli dissi di correre il più lontano possibile. Correvo nella direzione opposta di tutta la gente, volevo aiutare le persone in pericolo, anche se non era una grande idea visto che non ero addestrata e non avevo idea di cosa dovessi fare in caso di invasione aliena.
 
Tutto intorno a me bruciava. Ero riuscita ad aiutare qualcuno, ma non era abbastanza. Dovevo aiutare altra gente.
I palazzi continuavano a scoppiare, gli alieni continuavano ad uscire da quella voragine. Io stavo dando il massimo, ma non era sufficiente. C'erano troppe persone in pericolo non sapevo chi aiutare per primo. Avevo ormai perso la calma e la speranza, tutta la fiducia in me stessa era svanita. Pochissimi cercavano di aiutare i bisognosi, la maggior parte delle persone fuggivano a gambe levate. Io avevo schegge di vetro conficcate ovunque, le forze iniziavano a venir meno. Ero stata troppo vicina a troppe esplosioni ormai l'unica cosa che ero in grado di sentire era un fischio fortissimo. Non sapevo nemmeno più dove stavo andando o cosa stavo facendo. Per quanto fossi forte ero arrivata al limite. Non riuscivo più a correre o a muovermi. 'Che questa sia la fine? Questi alieni sono troppo forti non c'è nessuno che possa contrastarli...' proprio in quel momento, proprio mentre avevo perso tutte le speranze vidi qualcosa di circolare colorato sfrecciare davanti ai miei occhi seguito da un uomo con un costume blu. 'Ma quello è...' entrò in una banca e pochi secondi dopo vidi uscire di corsa un sacco di persone fuori da quella costruzione. Per ultimo uscì lui Capitan America. Vederlo fu come ricevere uno schiaffo. 'Qualcuno che combatte per noi c'è... Magari non è la fine... Bisogna... Resistere' sentii come una scarica dentro di me, la speranza era tornata in me.
Iniziai ancora una volta a correre, la strada era stretta e c'erano molti vicoli. Sentii un urlo agghiacciante che sembrava provenire da dietro l'angolo a pochi passi da me. Senza rallentare girai l'angolo 'pessima idea' mi trovai a pochi centimetri da uno di quegli alieni. Era enorme e brutto. Molto brutto. Teneva in mano una donna, ormai per lei era troppo tardi. 'Sono arrivata troppo tardi...' non avevo tempo di piangermi addosso, l'alieno aveva già deciso che la prossima sarei stata io. E per l'ultima volta iniziai a correre. Non sarei mai riuscita a seminare quell'enorme essere non terrestre. Svoltai in un grande viale un tempo molto trafficato, ora le uniche macchine che c'erano erano bruciate. Era una visione raccapricciante. Il viale era lungo e rettilineo, non avevo alcun posto in cui nascondermi, ormai mi era addosso il suo arto mi aveva quasi afferrata quando una freccia lo colpì dritto in fronte facendolo cadere per terra morto. Mi guardai attorno, ma non vidi nessuno 'chi è stato a scoccare quella freccia? Chi mi ha salvata?' una mano mi afferrandomi la spalla mi fece fare un salto dallo spavento. "Hey tutto bene?" mi voltai di scatto e con la bocca spalancata sussurrai "Capitan... America...?" la mia voce era troppo bassa, lui non sentì il mio sussurro così ripeté la domanda. Non ebbi molto tempo per rispondere poiché da dietro di me una voce metallica parlò "Questo non è esattamente il tuo posto, dico bene? Ragazza mi costringi a ripetermi". Mi voltai avendo già udito quella frase una volta e sapendo già chi aveva parlato. 'Ironman' fissavo l'armatura senza aprire bocca, lui sollevò la maschera lasciando scoperto il viso. "Eri decisamente meglio la prima volta che ti ho incontrata, non hai una bella cera dovresti farti curare le ferite e andare in un posto sicuro". Capitan America ci fissava con un'aria interrogativa. La mia bocca si aprì per chiedergli perché gli importava qualcosa di me o quale posto sarebbe stato sicuro durante un'invasione aliena, ma dietro il Capitano vidi uno di quegli alieni sparare alle sue spalle e tutto quello che uscì dalle mie labbra fu "Attento!". Quegli attimi sembravano durare secoli. 'Usa tutte le tue energie e atterralo' pensai, ma sapevo benissimo che non ce l'avrei mai fatta. 'Piano B'. Senza perdere nemmeno una frazione di secondo, con un ampio e svelto passo mi posizionai dietro al Capitano, proprio nella traiettoria del colpo che da lì a pochi istanti sarebbe arrivato.
Le forze mi abbandonarono rapidamente, pensi il controllo del mio corpo e senza accorgermene mi lasciai andare all'indietro. Sentii due braccia muscolose che tentarono di sostenermi; un attimo dopo tutto divenne nero.
   
 
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