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Autore: TheHellraiser    05/06/2015    4 recensioni
-Facciamo una scommessa. Stanotte resto qui, non sarà tanto difficile. Alle cinque tornate pure a controllare, sarò ancora qui, altro che fantasmi- [...]
-Signor Schmidt, la prego, deve aiutarmi. I miei amici sono scomparsi-

Sì, prima o poi dovevo fare una fan fiction su FNAF. Spero non sia poi così male. x'D
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mike Schmidt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 1 – 12 AM
 
-Allora, dai, spiegami com’è andata- disse Mike con tono vagamente svogliato, tamburellando con le dita sul volante dell’auto e soprattutto senza distogliere l’attenzione dalla guida. Nico, che fino a quel momento si era limitato a guardare fuori dal finestrino con aria assente, si scosse appena e guardò verso Mike.
-Eh…- disse, senza aggiungere altro per un lungo periodo di tempo, pensando a come spiegare la cosa senza farla sembrare la gran cazzata che in realtà era.
-Dunque, siamo andati da Freddy a farci una pizza, e parlando degli animatronics è uscito fuori il discorso sul fatto che Foxy fosse posseduto o cose del genere… Sa, l’hanno rimpiazzato, e ovviamente nascono sempre queste teorie assurde su Internet ogni volta che succede qualcosa. Vance non ci credeva e io e Wade abbiamo cominciato a prenderlo in giro dicendogli che aveva solo paura. Così, lui si è incazzato con noi e ha detto che per provarci il contrario sarebbe restato tutta la notte nel ristorante. Quando siamo andati via, infatti, lui è rimasto lì. Alle cinque Wade doveva tornare a controllare che Vance fosse ancora lì, ma non ho più visto nessuno dei due. Certo, non pensi che io creda che li hanno rapiti i fant..-
-Per l’amor di dio, smettila di darmi del lei, non sono mica un cinquantenne. E chiamami Mike, non signor Schmidt- lo interruppe Mike ad un certo punto. Nico rimase piuttosto sorpreso dall’uscita di Mike, ma si limitò ad annuire. In effetti, non si era mai chiesto quanti anni avesse lui in realtà, anche perché in fondo non aveva mai avuto motivo di interessarsene. Stava per chiederglielo, quando all’improvviso il cellulare di Mike si mise a squillare. La suoneria era una musichetta da carillon di cui Nico non ricordava il nome – qualcosa tipo Pop! Goes the Weasel – ma che aveva già sentito da qualche parte. Mike fece un cenno a Nico, e questo si sbrigò a prendere il cellulare e a rispondere alla chiamata. Mise il vivavoce, così che Mike potesse sentire anche mentre stava guidando.
-Ehi, Mike- rispose una voce che per Nico era sconosciuta.
-Ciao, Jeremy. Cinque minuti e siamo lì- rispose Mike. Probabilmente, questo Jeremy li stava aspettando da Freddy, visto che era lì che stavano andando, almeno stando a ciò che Mike aveva detto a Nico prima.
-Non importa, non vi sto aspettando. Ho lasciato aperto l’ingresso principale, le chiavi sono sul bancone. Tornerò alle sei, devo almeno far sembrare di non avervi lasciato in giro a fare casino per il locale tutta la notte. Dai un’occhiata in giro e non distruggere niente. Quando entri, chiudi la porta principale, perché quei pupazzi non hanno la modalità notte e non voglio doverli rincorrere in giro per la città. Ah, e stai attento che non entri qualcuno, visto che tempo fa era già entrato quel tizio vestito di viola a smontare tutti i pupazzi- disse Jeremy, tutto di fila. Nico si chiese se di tanto in tanto avesse bisogno di pause per respirare, visto che parlava velocemente come una mitragliatrice. Mike sbuffò sonoramente.
-Lo so, Jeremy, ti ricordo che c’ero pure io ad aiutare a rimontarli, e ho lavorato lì prima di te- brontolò Mike all’amico. Anche se in quel momento non potevano vedere Jeremy, sia Mike che Nico erano sicuri che in quel momento lui avesse sul viso un’espressione scettica.
-Certo, come dici tu. Se ti serve qualsiasi cosa vai a cercare nel mio ufficio, lì ci sono anche le telecamere di sicurezza in caso vogliate dare un’occhiata. Se hai fame o sete, c’è il minifrigo dietro la mia postazione… Ma non divorarmi tutto- sottolineò Jeremy.
-Senti, all’università non ero io quello che svuotava il frigo del nostro appartamento. O forse ricordo male?- replicò sarcasticamente Mike con un sorrisetto stampato in viso. Nico scoppiò a ridere, e non arrivò alcuna risposta dall’altra parte del telefono per parecchi secondi.
-Vaffanculo. Ah, un’ultima cosa. Non dimenticarti assolutamente, per nessun motivo al mondo, di ricaricare il carillon nel Prize Corner. Ok?- lo ammonì Jeremy, con tono che a Mike sembrò molto più preoccupato di quanto in realtà non servisse. Lasciare che un carillon si spegnesse per qualche secondo non sembrava un problema così terribile, per Mike.
-Altrimenti?- rispose Mike, divertito. Numerosi secondi di silenzio seguirono la domanda, riempiti solo dal respiro nervoso di Jeremy che era udibile dall’altoparlante del cellulare.
-Non dimenticartene e basta. Ci si vede alle sei, non fare troppo casino.-
Prima che Mike potesse aggiungere altro, la chiamata si interruppe. Nico lanciò uno sguardo perplesso al cellulare, ma preferì non commentare. Mike continuò a rimanere in silenzio tenendo lo sguardo fisso sulla strada. Nessuno dei due aveva poi molta voglia di parlare all'altro e non avevano nemmeno molto da dirsi. Entrambi, infatti, chi per un motivo e chi per l'altro, non vedeva l'ora di tornarsene a casa sua e finirla con quella storia. Nico perchè sperava di rivedere Vance e Wade, mentre Mike perchè avrebbe finalmente potuto tenere per sè il suo wi-fi.
-Siamo arrivati- si limitò a dire dopo un po’ Mike, indicando la grossa insegna che portava sopra le parole “Freddy Fazbear’s Pizza” scritte con dei tubi al neon luminosi. Mike parcheggiò l’auto di fronte al ristorante e scese, invitando Nico a fare lo stesso con un cenno della mano. Prima di scendere, tuttavia, allungò una mano verso i sedili posteriori dell’auto e prese una torcia e delle batterie che erano state buttate lì chissà quanto tempo prima. Una volta sceso, svitò la parte superiore della torcia e ci inserì la batterie, riavvitandola poi al suo posto e accendendo e spegnendo la torcia un paio di volte per controllare che funzionasse bene.
-A che ti serve?- chiese Nico, incuriosito. Non si stavano di certo avventurando in una caverna, la torcia gli sembrava un po' una cosa di troppo.
-Meno luci accendiamo e meglio è- si limitò a rispondere Mike. In effetti aveva senso, magari se avessero acceso troppe luci nel ristorante, da fuori qualcuno avrebbe potuto accorgersi che c’era qualcosa che non andava. Mike spostò lo sguardo verso il ristorante e rimase a fissarlo per un po', immerso in qualche pensiero che solo lui conosceva.
-Uhm. Un bel miglioramento- si limitò a commentare, avviandosi poi verso l’ingresso. Nico lo seguì, intenzionato a stargli dietro per tutta la notte. Forse avrebbe semplicemente dovuto lasciare che ci pensasse Mike, ma si sentiva un po' in colpa per aver lasciato andare Wade a controllare da solo. Nico sapeva fin troppo bene che in fondo era una stronzata, però continuava a ripetersi che forse, se fosse andato con Wade, a quel punto non ci sarebbe stato quel problema. Si limitò a scacciare quel pensiero, preferendo spostare la sua attenzione su altro. Di sicuro Wade e Vance stavano più che bene, e magari si erano solo nascosti da qualche parte per fargli uno scherzo o qualcosa di simile. Con l'umorismo pessimo che avevano quei due, l'opzione non poteva affatto essere scartata.
-Lavoravi qui?- chiese Nico a Mike. O almeno, questo era quello che aveva dedotto da ciò che Mike aveva detto a Jeremy poco prima.
-Sì. Dovevo pagarmi l’università, e questo impiego non mi sembrava male. Insomma, mi immaginavo un ristorante niente male con almeno un po' di pizza gratis per gli straordinari. Quando invece sono arrivato qui ho scoperto che era solo una specie di posto di merda con appena abbastanza budget per tenere le luci accese durante la notte. Infatti, dopo nemmeno sei giorni che mi avevano assunto hanno chiuso- rispose Mike con un ghigno amaro. Nico annuì senza aggiungere altro, e i due varcarono l’ingresso del ristorante. Nico cercò le chiavi menzionate da Jeremy, e le trovò sul bancone principale assieme ad un badge dai colori improbabili con su scritto "Ciao, benvenuto al Freddy Fazbear's Pizza! Io sono..." e sotto la firma "Jeremy Fitzgerald" fatta in una calligrafia così orribile da rivaleggiare con quella di un medico. A lato, un Freddy stilizzato e allegro indicava con una zampa la linea su cui stava la firma. Senza pensarci troppo, Nico le prese, usandole per chiudere l’ingresso principale da dentro in modo che nessuno potesse entrare... o uscire. Mike si guardò intorno per una manciata di secondi, e infine accese la torcia, puntando il fascio di luce nel buio per vedere un po’ meglio. Esplorò per bene la stanza con lo sguardo, scorrendo la luce della torcia sui vari mobili, ma si fermò quando raggiunse il palco. La luce illuminò i tre animatronics che Nico aveva visto ballare il giorno prima. Erano immobili e fissavano il vuoto di fronte a loro con lo sguardo perso degli occhi di plastica, che riflettevano la luce come se fossero biglie di vetro colorato.
-Bah- si limitò a commentare Mike, avvicinandosi a loro ed esaminando il muso di Bonnie.
-Qual è il problema? Hai visto qualcosa?- fece Nico, preoccupato, avvicinandosi a sua volta a Bonnie e osservandone attentamente il muso.
-No, nessun problema. È solo che quando ero piccolo venivo qui e Bonnie sembrava molto meno finocchio. Era il preferito di mio fratello- spiegò Mike, voltandosi verso di Nico. Lui lo guardò, perplesso. Era? Beh, forse ora aveva cambiato animatronic preferito, o semplicemente non gli interessava più.
-E ora qual è il suo preferito?- chiese, con tono quasi divertito, come se stesse ridendo del fatto che Mike aveva dato del “finocchio” a Toy Bonnie.
-Se sapessi dove si trova, glielo chiederei. È scomparso anni fa in questo stesso ristorante, quando aveva dieci anni- replicò gelidamente Mike. Nico deglutì, distogliendo lo sguardo da Mike.
-Scusa- biascicò, incapace di pensare a qualche altra frase che potesse sembrare sensata in quella situazione. Mike non rispose, limitandosi a proseguire la camminata in direzione della stanza successiva, con Nico che lo seguiva con atteggiamento mogio. Gli pareva di essere stato così tremendamente scortese nei confronti di Mike, anche se ovviamente non poteva sapere cosa fosse successo, e non sapeva davvero cosa dire per scusarsi. Ogni parola che gli veniva in mente gli sembrava fin troppo banale o di circostanza per poter essere detta. Tuttavia, dopo un po' fu proprio Mike a rompere quel silenzio pesante come piombo.
-Fa niente, ragazzino, non potevi saperlo- disse senza nemmeno voltarsi verso Nico. Lui annuì appena, anche se Mike non poteva vederlo, e continuò a camminare in silenzio. L’atmosfera in quel ristorante era completamente diversa rispetto a com’era durante la giornata. Il buio invadeva ogni cosa, rendendo impossibile vedere cosa si trovasse intorno a loro, e in più una musichetta di carillon proveniva da chissà dove riecheggiando nelle altre stanze debolmente, e contribuendo solo a rendere più tetro il tutto. Quella musichetta e i passi dei due erano gli unici suoni che si potevano sentire in tutto il ristorante: per il resto, nient’altro si muoveva. O almeno, loro non riuscivano a vederlo muoversi. In breve i due arrivarono nella Hallway del ristorante, e finalmente Mike si decise a rivolgere nuovamente la parola a Nico per proporgli quello che sembrava essere un piano.
-Bene. Conosco ancora abbastanza decentemente questo posto, quindi direi che possiamo cominciare a cercare dalla stanza di Parts e Service. Se c’è un posto dove il tuo amico può essere andato a ficcarsi, è sicuramente quello. Nessuno ci entra mai, a parte quelli della manutenzione che sono stati licenziati… qualche era glaciale fa- disse Mike, annuendo verso Nico. Lui, di canto suo, non rispose, limitandosi a fissare Mike con sguardo stralunato, come se avesse appena visto satana in persona. Mike rimase perplesso per qualche secondo, piegando leggermente la testa con fare interrogativo. Insomma, non gli pareva di aver tirato fuori un piano talmente orripilante da meritarsi uno sguardo del genere.
-Beh? Hai un’idea migliore? In tal caso, dilla- disse Mike a Nico, con tono vagamente infastidito. Quello continuò a non rispondere, ma si limitò a muovere appena le labbra come se stesse tentando di dire qualcosa. Alzò lentamente un dito, puntandolo verso Mike. Lui non capiva cosa stesse cercando di fare o dire, e continuò a guardarlo in attesa di un chiarimento.
-C’è un… C’è un… - biascicò Nico, senza spostare lo sguardo di un millimetro dallo stesso punto che stava fissando in precedenza. Finalmente, Mike capì quale fosse il problema. Non stava indicando lui, ma qualcos’altro. Per la precisione, qualcos’altro di cui lui non si era accorto fino a quel momento. Finalmente, dopo vari tentativi, Nico riuscì finalmente ad articolare una frase sensata.
-Dietro di te-
 
NdA: Gente bella, grazie per aver recensito, favvato o seguito la mia fan fiction, sappiate che siete belle persone e che il karma vi ricompenserà con abbondante budino al cioccolato (?) Sì, mi piacciono i finali di capitolo così. Si capisce? :’)
  
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