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Autore: Sakura Hikari    05/06/2015    0 recensioni
Raccolte di flashfic principalmente Stony, Thorki e Clintasha, scritte durante gli Event organizzati nel gruppo "We are out of prompt".
1)Allenamenti, per modo di dire (Stony)
2)Movimento (Stony)
3)Tocca sempre a Thor risolvere i problemi (Thorki)
4)Cosa pensi di me, ora? (Stony)
5)Nessuno dice a Steve mai niente (Stony)
6)Easy, I'm not a rag doll (Stony)
7)Flessioni (Stony)
8)Il rispetto per chi ha più esperienza è cosa gradita (Stony)
9)E in un'istante, non c'è più (Stony)
10) Se ho te (Clintasha)
11)Sotto la pioggia (Stony)
12)Hold me (Stony)
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Movimento
 

Prompt di AlfiaH: Stony, AU, Steve fa danza classica, Tony è uno skaterboy.
Parole: 697.
 

Tony era, in tutti i sensi, il ragazzo sbagliato per Steve: era tronfio, prepotente e sarcastico, il tipo di ragazzo che ti tormenta con commenti su qualcosa di imbarazzante che hai fatto dieci anni prima.
E odiava la danza classica. Ogni volta che se ne usciva con un commento maligno a proposito, Steve doveva trattenersi dal tirargli un pugno.
La danza, al contrario, per lui era tutto: era il momento di sfogo dopo una giornata stressante; era leggerezza e libertà; era muoversi armoniosamente sul palco dimentico di ogni problema al mondo, conscio che in quel momento esistevano solo lui, il palco e, qualche volta, un pubblico da emozionare. Aveva iniziato a ballare a cinque anni e non aveva più smesso, fregandosene bellamente di chi diceva che la danza "è uno sport da femmine". Per lui la danza non era un semplice sport, era arte, era vita. Ma questo le teste dure come Tony Stark non lo capivano. Per loro era importante solo bere birra e scivolare rozzamente sullo skateboard.
Poi accadde: Natasha, la sua compagna di corso e compagna di classe, gli aveva chiesto di provare il passo a due in palestra dopo le lezioni. Dopo aver controllato di essere soli, i due ragazzi avevano provato il pezzo, soffermandosi in particolare sulla presa. Natasha era nervosa, e ogni volta era rigida nel lasciarsi andare. Pazientemente, Steve la invitò a rilassarsi e le assicurò che non l'avrebbe lasciata cadere; finalmente Natasha si fidò abbastanza da permettergli di sollevarla abbastanza bene, anche se avrebbero dovuto lavorarci ancora a lungo.
Uscendo, Steve notò Tony appoggiato al muretto di fronte che lo guardava intensamente. Una sgradevole sensazione fece capolino alla bocca dello stomaco. 
"Sono sorpreso, Steve.", esordì Stark. "Di tutte le persone, mai mi sarei aspettato che proprio tu facessi danza classica. Hai cambiato radicalmente la mia opinione su di te."
"E allora?", sbottò Steve, avvicinandosi a lui. Che andasse pure a raccontare in giro quello che voleva, Tony Stark non gli faceva paura. Che facesse pure lo spaccone, si sarebbe reso conto che Steve non era così fragile come credeva.
"Allora niente.", disse Tony. "Ti muovi bene."
Steve inarcò un sopracciglio, spiazzato. E questa da dove usciva fuori? 
"Certo, la musica è orribile e mi sarei cavato volentieri gli occhi un paio di volte, ma il modo in cui ti muovi e mantieni il controllo del tuo corpo è notevole. In un paio di salti mi sei effettivamente piaciuto. Saresti uno skater niente male.", continuò. 
A quel punto Steve scattò. "Skater? Ma per piacere. Non è altro che scivolare su una tavoletta con le rotelle e di grandioso non ha nulla.", affermò. 
Stark sgranò gli occhi sorpreso, poi sembrò prendere una risoluzione e gli afferrò un braccio. "Vieni con me.", disse, e a nulla valsero le proteste dell'altro e nessuna sua domanda trovò risposta finché non arrivarono ad una serie di scivoloni, pieno di skater. 
"Osserva.", disse semplicemente Tony, mentre si lanciava a sua volta giù per una delle discese. 
All'inizio Steve restò a guardare scettico il compagno, per nulla impressionato; poi si ritrovò a trattenere il fiato più volte, ogni volta che Stark faceva una giro a mezz'aria o un virtuosismo, e Steve credeva di vederlo già per terra: e invece, mai una volta Tony perse il controllo dello skate, mai azzardò troppo, mai accelerò troppo. Ancora qualche minuto, e Steve si ritrovò ad apprezzare i movimenti fluidi del ragazzo; da qualche parte qualcuno aveva acceso della musica, decisamente fastidiosa per i gusti di Steve con tutti quei bassi e batterie, ma l'effetto unito agli skaters che si muovevano davanti a lui non era male.
Alla fine, con un ultimo giro su se stesso, Tony si fermò e lo raggiunse.
"Allora?", chiese.
"È pericoloso.", rispose Steve. "E non è armonioso, decisamente non fa per me. Ma ho capito cosa volevi dirmi.", e lo guardò dritto negli occhi. "È il movimento, giusto? E l'equilibrio. Sono queste due cose che contano."
Tony sorrise e gli strinse una spalla amichevolmente. "Esattamente."
E diamine, Steve potrebbe aver pensato che così conciato, coi capelli in tutte le direzioni e gli occhi accesi dall'emozione, che Tony non era poi niente male, e non caratterialmente parlando.






 
  
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