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Autore: Jules_Kennedy    05/06/2015    2 recensioni
"Si erano trovati.
Si erano consumati.
Senza paura si trascinavano l'uno nelle tenebre dell'altro, sempre pił gił, sempre pił in basso.
C'era davvero un fondo che la loro follia avrebbe potuto toccare?
Kid aveva deciso di non volerlo sapere."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ehy, ya.
 
I remember the sound,
of your november downtown,
i remember the truth,
a warm december with you.
("Winter", Joshua Radin)
 
 
 
Una luna prepotente e luminosa si stagliava nel cielo estivo, rilucendo d'argento sulle leggere creste che si formavano tra le increspature delle onde. Uno sciabordio regolare e delicato accompagnava la navigazione, piccoli cavalloni si infrangevano contro la chiglia. La polena attraversava tranquilla le brumose acque scure, che parevano bere di quel bianco che illuminava il cielo.
 
In quel genere di momenti, ogni cosa sembrava potersi fermare. Tutto sembrava avvolto da un onirico velo di indefinitezza, un piccolo angolo di paradiso in uno sputo di mare, un minuscolo puntolino nell'immensa distesa nera del mondo.
Eustass Kid fissava l'acqua senza proferire parola. Il silenzio era una realtą che aveva imparato ad apprezzare con il tempo. Sin da ragazzo amava senza ombra di dubbio fare casino, far sfoggio della forza, intromettersi in risse e godere del fracasso delle ossa rotte, del clangore delle armi, delle urla di battaglia.
 
Eppure dentro di se ardeva ogni giorno di pił per potersene stare sul ponte della sua nave a sera calata, con una bottiglia di sakč accanto e solo lo sciabordio delle onde a fargli compagnia. Nessuno attorno. Nessun bisogno di mettere maschere, urlare, imporsi, parlare.
 
Nessun bisogno di nascondersi.
 
Fissava le stelle su di se, non vergognandosi per una volta dei suoi pensieri.
Chissą se anche lui stava guardando quello stesso cielo.
"Conoscendolo, starą conducendo qualche esperimento notturno su qualche povero malcapitato.." pensņ sorridendo debolmente. Era proprio pazzo quel chirurgo. Con le sue manie assurde, le sue occhiatacce, la sua lingua tagliente e la sua spada, se possibile, ancora pił tagliente.
Faceva paura solo a guardarlo. Freddo e vuoto, cosģ tutti avevano in piacere di ammirare Trafalgar Law.
 
Solo lui, solo il Capitano Kid poteva arrogarsi il diritto di vedere il rovescio della medaglia, di godersi ogni istante di quello che Law era veramente. Caldo e folle, ecco cos'era quel Chirurgo.
Con quegli occhi in cui ti perdevi, e che nei momenti pił inconfessabili brillavano solo per lui.
 
E lui bruciava, bruciava, bruciava, sempre pił a fondo, sempre pił forte.
Non sapeva se quello che provava per Law era amore. Lui non se lo era mai chiesto, e non avrebbe iniziato in quel momento. In quell'inferno che era stata la sua infanzia, e che la vita in generale riusciva ad essere, quel chirurgo magro da far schifo era stato un diversivo intrigante e pericoloso. Non c'era mai stata fratellanza tra di loro, cameratismo, conoscenza reciproca.
 
Si erano trovati.
Si erano consumati.
Senza paura si trascinavano l'uno nelle tenebre dell'altro, sempre pił gił, sempre pił in basso.
C'era davvero un fondo che la loro follia avrebbe potuto toccare?
Kid aveva deciso di non volerlo sapere.
Erano come due candele che si scioglievano velocemente, coinvolte nelle fiamme reciproche che nessuno dei due avrebbe mai voluto spegnere.
 
Indipendentemente dalla motivazione, Kid era consapevole in cuor suo di avere innescato un meccanismo fatale.
Avrebbe mai ammesso a qualcuno, e in primis a se stesso, che ormai non era nemmeno pił una questione di orgoglio? Che Law aveva ottenuto nella sua anima un posto che era sempre stato vuoto, e che nessuno avrebbe mai dovuto occupare?
 
Lo amava davvero?
 
Socchiuse gli occhi, inspirando profondamente. L'aria salmastra gli riempiva i polmoni, immettendogli in circolo quella piacevole sensazione di frescura che aveva imparato ad amare segretamente. Si mise seduto lentamente. Tornando a guardare la distesa tranquilla di fronte a se, Kid si chiese se per davvero ne valesse la pena.
Passare tutte quelle notti insonni sperando che quello stronzo entrasse dalla sua finestra e non gli lasciasse il tempo di respirare, di pensare.
 
Perchč pensare fa male, di questo Kid ne era convinto.
Anche Law fa male, fa male la sua presenza e ancora di pił la sua assenza.
 
Sdolcinato? Forse, ma senza pensarci due volte, Kid sapeva bene di che morte avrebbe voluto morire.
 
E si immaginava gią su quale bocca avrebbe lasciato le sue ultime parole.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ehy, ya!
Nulla da dire. Ero ispirata, ho scritto e questo č il risultato. Ai posteri l'ardua sentenza! :)
 
Un saluto malinconico, vostra,
 
Jules
   
 
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