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Autore: Classicboy    06/06/2015    3 recensioni
AU! Modern, AU! Mistery, AU! Fantasy
Nel villaggio tra le montagne di Cover Village tutto sembra scorrere nella più assoluta tranquillità.
Ma allora perché Hazel ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va? Perché suo fratello si comporta in maniera così paranoica? Perché lui ed il padre non le hanno mai parlato del fatto che, prima di farla vivere con loro, vivevano lì? E soprattutto chi è la misteriosa figura di cui tutti parlano ma di cui nessuno fa cenno quando lei è presente?
Verità e fantasia a volte si confondono, rischiando di diventare un incubo senza vie d'uscita.
C'è un motivo se un tempo le persone avevano paura del buio...
ATTENZIONE: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE PER IL DISAGIO!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo autore:

Salve, oggi scrivo quassù per farvi godere il più possibile il capitolo.

Forse vi potrà sembrare corto, ma fidatevi: i contenuti ripagheranno di molto la lunghezza.

Purtroppo vi devo anche dare una brutta notizia: ho quasi finito i capitoli già pronti, quindi c'è il rischio che non sarò più puntuale con gli aggiornamenti!

Però c'è anche una buona notizia: visto che la scuola è quasi finita (si sentono rumori di festa e bottiglie di champagne aperte) sta ritornando la mia creatività, e quindi forse riuscirò comunque a continuare ad essere regolare.

Inoltre vi avviso che questo è l'ultimo capitolo della sezione mistery della storia, dal prossimo il genere... cambierà leggermente.

Già vi avviso che grammaticalmente fa schifo, ma: è estate, fa caldo, ho appena affrontato l'ultima verifica dell'anno ed io non ho voglia di far nulla.

Ora vi lascio in pace a godervi la storia.

Bye!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

CAP.9: AGGUATO

 

 

Dopo la notizia del nuovo attacco della Creatura Hazel fu praticamente relegata in casa e c'era sempre qualcuno assieme a lei, solitamente il fratello.

La ragazza però non protestava per la presenza del baby-sitter: ormai sapeva che la sua famiglia lo stava facendo per il suo bene. E non si lamentava neanche della reclusione. Del resto con chi poteva uscire? Percy e Annabeth passavano tutto il tempo assieme, Leo, Jason e Piper erano inseparabili o comunque avevano da fare, e Frank... Non parliamo di Frank!

Anche se le cose si erano rimesse a posto col fratello, con l'amico invece era un disastro! La evitava, era scontroso, burbero e violento. Persino Percy le disse che non l'aveva mai visto comportarsi così: preferiva isolarsi, e quando dialogava con qualcuno lo faceva solo se costretto e rispondeva col minor numero di parole possibile.

Ma ciò che era peggiorato di più era il rapporto del moro con Leo. Prima erano amici molto affiatati, ora invece sembrava quasi che per il cino-canadese il folletto fosse solo un fastidio. Hazel si sentiva in colpa, perché sapeva che ciò era accaduto per le cose che lei aveva detto, per il fatto che aveva paragonato i due e perché lei, in preda alla rabbia, aveva scelto Leo, cosa che razionalmente non avrebbe mai e poi mai fatto (erano amici, ma Leo non era il suo tipo).

Ormai le sembrava che il rapporto con Frank non si potesse più aggiustare.


 

Una sera stava tornando a casa a piedi. Ormai era il crepuscolo. Si era intrattenuta un po a casa di una compagna, Rachel, per finire un progetto. Avendo terminato il tutto prima di quanto si aspettasse aveva deciso di tornare a casa a piedi, nonostante le proteste dell'amica, che invece aveva insistito perché aspettasse l'arrivo del padre previsto tra mezz'ora.

<< Forse però avrei dovuto darle retta >> pensò la ragazza mentre sentiva un nodo alla gola. La Creatura aveva fatto un'altra vittima dopo l'omicidio menzionatole da Nico e la cosa la preoccupava non poco.

Era ormai giunta a meno di cinque minuti da casa quando accadde.

La nebbia!

Lenta e inesorabile cominciò ad alzarsi e a riversarsi lungo le vie della cittadina ormai deserta.

La ragazza provò ad affrettare il passo. Inutilmente. Ben presto si trovò circondata e perse completamente il senso dell'orientamento.

<< Ok, Hazel. Respira. È solo nebbia, non c'è nulla di cui avere paura >> ma era comunque inquieta.

Ad un certo punto sentì una nenia provenire da un punto alla sua sinistra:

"Dormi dormi fratellino,

Dormi dormi piccolino,

Su di te veglierò,

La tua stella guida io sarò,

Dormi dormi tra le mie braccia

E agli incubi fai una linguaccia

Dormi dormi..."

Impaurita si voltò e vide una minuta figura femminile ferma immobile, la stessa che l'aveva accolta la prima volta che era comparsa la nebbia.

“Prenditi cura di lui” sussurrò la ragazza prima di voltarsi e scomparire.

“Aspetta!” urlò Hazel. Stava per mettersi ad inseguirla, quando sentì un sibilo, diverso però da quello che aveva interrotto la sua discussione con Luke la prima volta.

Istintivamente spostò la testa e un dardo le passò a pochi centimetri dall'orecchio.

Spaventata si voltò e vide, ferma in mezzo alla nebbia, la figura di un uomo con un mantello bianco, il viso nascosto dal cappuccio.

Quello era un nemico, glielo diceva il suo sesto senso, e ne ebbe la conferma quando la figura si portò una cerbottana alle labbra.

Non ci pensò due volte: fuggì via.

<< Che sta succedendo! >> pensò mentre sentiva dietro di sé il rumore di qualcuno che correva ed un occasionale sibilo.

Dopo un po vide comparire qualcos'altro nella nebbia. Sulle labbra le si dipinse un sorriso. Forse era salva! Ma tutto cambio quando notò che anche la figura verso la quale stava correndo aveva un cappuccio ed un mantello.

Spaventata cambiò strada di nuovo.

<< Come ha fatto a raggiungermi?! >>

Non voleva parlare, perché sentiva che se lo avesse fatto presto si sarebbe trovata con il suo inseguitore davanti.

Un'altra figura incappucciata di bianco le si parò davanti. Lei provò a virare ma vide di nuovo l'uomo pararsi di fronte a lei, ed allora capì.

<< Sono più di uno! >> pensò prima di essere circondata completamente.

Guardò le dieci silenziose figure attorno a sé.

“Chi siete?! Cosa volete da me?!” chiese mentre sentiva salirle dentro il panico.

Nessuno rispose. Quello che sembrava il capo fece un passo avanti e si portò la cerbottana alle labbra.

Lei spaventata aprì di scatto le braccia. All'istante si sollevò del vento e la visibilità si fece un po più chiara. Le figure arretrarono mormorando agitate, ma ben presto, vedendo che lei era confusa quanto loro, ripresero coraggio e si avvicinarono di nuovo.

Lei arretrò fino ad inciampare. Ormai il capo la sovrastava completamente e lei già si sentiva spacciata.

“Aiuto” riuscì a mormorare con le lacrime agli occhi.

Poi lo sentì: un ululato squarciò la nebbia e la Creatura le comparve davanti.

Era maestosa! A prima vista sembrava essere un lupo, solo che era grande il doppio, il pelo era folto e curato di una tonalità nera che tendeva all'argento, il muso, in quel momento atteggiato in una smorfia rabbiosa, era fiero e gli occhi chiari le sembravano quasi umani.

Nel frattempo tra le fila dei nemici era scoppiato l'inferno. Gli uomini in bianco urlavano e si davano ordini l'un l'altro pronunciando una sola singola parola a lei sconosciuta: “Fenrir! Fenrir!”

Uno di loro, forse il più stupido forse il più coraggioso, si avventò sulla creatura brandendo quella che sembrava essere una spada. Il mostro lo schivò ed azzannò l'aggressore alla vita, forandolo da parte a parte.

Altri tre provarono ad attaccarlo, ma furono tutti respinti ed uccisi.

Ben presto gli uomini capirono che non potevano fare niente e si ritirarono, lasciandola nel più completo silenzio accanto all'animale.

Hazel, titubante, si alzò e si avvicinò a quella sorta di lupo: “Senti, io...”

Ma questo ringhiò e si voltò verso di lei. La ragazza arretrò spaventata, poiché quella creatura sembrava essere intenzionata a mettere anche lei sul menù del giorno.

Il mostro le saltò addosso.

Ormai era pronta al suo destino quando sentì un sibilo ed un guaito.

Aprì gli occhi e vide la Creatura ad alcuni metri da lei che ringhiava. Una ferita da cui usciva del sangue scuro e denso era comparsa nella zona corrispondente alla spalla.

Ma la cosa che più la stupì era che di fronte a lei se ne stava una ragazza con una spada scintillante macchiata di cremisi e i capelli biondi.

“Annabeth” sussurrò lei stupita dalla presenza dell'amica.

La ragazza non la sentì o fece finta di non sentirla e si mise in posa di guardia contro l'animale. Quello sembrò soppesare per alcuni attimi l'idea di attaccarla, però alla fine dovette decidere che non ne valeva la pena perché si voltò e se ne andò.

La bionda sembrò rilassarsi. Si voltò verso la ragazza: “Stai bene Hazel?”

“Chi erano gli uomini che mi hanno aggredita?! Perché hanno chiamato quella sorta di lupo Fenrir?! E soprattutto perché tu hai una spada?!” chiese lei in una crisi di nervi.

“Stai bene” sentenziò la maggiore, rinfoderando l'arma e guardandola con aria seria “Noi due dobbiamo parlare”


 

“Non l'avete presa?!” urlò l'uomo con la maschera d'oro.

“Mio signore, sono costernato. Si è trattato di...” provò a giustificarsi il capitano, ma non riuscì a terminare la frase che cadde a terra agonizzante con le mani strette intorno al collo. Rimase a contorcersi per alcuni minuti sul terreno, urlando come un ossesso. Quando tutto finì e le grida cessarono del uomo non era rimasta alcuna traccia, come se fosse diventato polvere.

Il mascherato guardò quello che era stato il vice-capitano: “Spiega” sibilò.

Questi deglutì e si fece coraggio: “Padrone, era praticamente nostra, poi però è comparso un Fenrir e...”
“Aspetta. Hai detto Fenrir?” lo fermò. Il suo tono non era più arrabbiato, bensì eccitato.

“Si mio signore” esclamò quello deglutendo nuovamente. Forse poteva ancora salvarsi “Sembrava giovane e in forze. Ha ucciso quattro dei nostri senza alcuna fatica!”

Il padrone fece un gesto noncurante con la mano: “Pedine sacrificabili, nulla di più” sorrise sotto la maschera: “Bene bene, un nuovo Fenrir. A quanto pare questa missione non si è rivelata un completo fallimento”


 

La creatura avanzò per la collina a passo pesante.

La ferita pulsava dolorosamente, mentre cercava di restare concentrato. Doveva sforzarsi, almeno fino a che non fosse giunto nella sua tana.

Ben presto arrivò in vista della casa.

Usando le forze rimastegli saltò sul muro, poi sul ramo di un albero affianco all'abitazione ed infine in una finestra lasciata appositamente aperta.

Stancamente si portò al centro della stanza, si lasciò cadere su di un tappeto e permise alla dolorosa trasformazione di avere inizio.

Sentì le zampe mettere su muscoli e grasso e in contemporanea accorciarsi, il petto divenne più grande mentre la regione dello stomaco si ingrossava, il pelo divenne meno fitto e cambiò colore diventando completamente nero, il muso divenne più schiacciato mentre gli occhi cambiavano tonalità.

A trasformazione finita il ragazzo si mise a sedere e si accasciò contro il letto mentre riprendeva fiato.

“Spero di non aver combinato casini stanotte” mormorò dolorante Frank.

   
 
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