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Autore: lawlietismine    06/06/2015    1 recensioni
Raccolta di semplici scene di vita quotidiana nella tanto amata Camelot.
I. Challenge: “Merlino, io sono il Re: non puoi parlarmi così”
II. Poetry: "Merlino tenta di scansare Artù, così da concentrarsi sul rumore che gli è parso di sentire, ma l’altro non gli concede questo lusso"
III. Guilt: "Merlin odia i sensi di colpa, li odia con tutto il cuore."
IV. Tavern: “Oh andiamo, Merlin!” Gwaine sbuffa una risata, prima di buttare giù un pezzo di pane, e gli lascia una spallata derisoria.
V. Jealousy: “Ci vediamo, Gwen” dice frettoloso, e la risposta dell’altra non fa in tempo a raggiungerlo, che lui è già corso verso il castello.
VI. Jealousy 2.0: Merlin si sente chiamare e un attimo dopo Gwaine e Lancelot lo hanno già affiancato “ti dispiace se ti rubiamo?”
VII. Sleeping peacefully: "Arthur lancia un'occhiata al ragazzo nel suo letto, che – ancora profondamente addormentato, tutto intrecciato nelle coperte sfatte – si è mosso e ha farfugliato qualcosa di incomprensibile nel sonno"
VIII. Morgana: “Mia signora?” domanda incerta, posando le vesti sul letto, per poi avvicinarsi a lei e scrutarla curiosa: Morgana non si muove, non si scompone.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camelot: scene di vita quotidiana.


#3 





 
I sensi di colpa sono la cosa più corrosiva del mondo.

Ti prendono pian piano, come un virus che lentamente si diffonde nel corpo, e prima che tu possa rendertene conto, ti stanno letteralmente consumando dall’interno in un modo impossibile da fermare.
Sono insopportabili, insistenti e calcolatori: ci sono in ogni istante, ma si fanno sentire sempre quando meno te lo aspetti e ti tormentano come se non avessero altro da fare se non quello, ricordandoti incessantemente il motivo della loro presenza, della loro stessa esistenza, privandoti della pace e serenità che ti sei permesso di provare per un solo insignificante attimo.

Perché in fondo – per esistere – hanno bisogno di un motivo indiscutibile.

Merlin odia i sensi di colpa, li odia con tutto il cuore.
Lo fanno impazzire come nient’altro è mai riuscito a fare, e il che è tutto dire per uno che ha sulle spalle un incredibile destino, eppure è proprio così.

E non saprebbe dire come sia possibile il loro arrivo improvviso, dopo così tanto tempo - che poi così tanto non è – dall’ultima volta, il perché di quella rinascita proprio in quel momento, ma lo sguardo intenso di Arthur, il suo sorriso sincero, quelle parole nascoste nel silenzio, lo colpiscono come una lama incantata dritta al cuore, mentre si accinge a ricambiare.

Merlin si sente sporco di sangue e di bugie, maledetto, colpevole.

Quelle iridi chiare che lo studiano, osservano e che gli comunicano tanto, occupano i suoi incubi peggiori, la menzogna gli romba nella testa come un grido di guerra al mattino presto, dolendo come neanche un pugnale nel petto potrebbe fare.

Sente la fiducia del suo Re sfumare ancora e ancora, è intontito e attonito di fronte a un’immagine nitida nella sua testa, nonostante sia una sua invenzione, predizione del futuro forse, di un Arthur ferito nell’animo e disgustato di fronte a una rivelazione che Merlin continua a nascondergli, alimentando il senso di colpa che lo corrode dentro.

Si sente in colpa per così tante cose.
E poi, in fondo, se lo merita? Merita di stare al fianco di Arthur e di ascoltarlo nei momenti in cui si lascia andare a qualche confessione? Di seguirlo nelle missioni, di occuparsi di lui e di dargli consigli, merita di ridere e scherzare insieme a lui?

“Sai Merlin, c’è qualcosa in te…” che mi sfugge, dice piano Arthur, con gli occhi che emanano una strana luce e un angolo della bocca leggermente piegato all’insù, tanto da dare vita a una fossetta.

Quante volte ha ripetuto questa frase? Quante volte invece gli ha detto che tanto ‘non può nascondergli niente’?  

Merlin trattiene il fiato, mentre un macigno sullo stomaco gli rende impossibile respirare e ragionare, a volte – in queste occasioni – vorrebbe piangere e pregarlo per il suo perdono, anche se lui non sa.

Poi Arthur scuote la testa e scrolla le spalle, spostando lo sguardo altrove e il mago resta lì, immobile, a fissarlo con le labbra schiuse e una verità che vorrebbe uscire fuori, ma tanto non lo fa. 



 


Buondì, cari. 
Dunque, oggi ho rischiato davvero: qui fa un caldo atroce, stamani a scuola stavo per morire. 
Nada, non chiedetemi perchè... In pratica il primo pezzo sui sensi di colpa è preso da una flashfic che avevo pubblicato su teen wolf e poi eliminato, insomma l'ho preso e modificato
 ^^" 
E... è uscito questo, perché i giorni a Camelot non sono stati tutti felici (?)
E poi ho messo quelle due immagini perché... Non trovavo quelle adatte, ma mi sono imbattuta in quelle e... Insomma... ç_ç Vabbé, spero vi sia piaciuto comunque e alla prossima, 

Lawlietismine 

  
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