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Autore: daimler    07/06/2015    4 recensioni
ciao a tutti è la mia prima long spero che vi piaccia, per prima cosa ci tengo a dire che non è tutta farina del mio sacco ma la storia è ispirata al telefim life unspected anche se ci sono moltissime variazioni e nel proseguire la storia prenderà una strada diversa dal telefim. Nashi ha passato tutta la sua vita trasferendosi da una famiglia affidataria all'altra. Ora, arrivata a sedicianni anni, decide di farla finita e di chiedere di diventare una minore emancipata. Per farlo, però, dovrà rintracciare i genitori naturali....
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon giorno !! volevo chiedere scusa a quelli che si aspettavano il capitolo ieri ma tra il caldo, il lavoro e varie non sono riuscita a finirlo in tempo :(
questo è il penultimo capitolo e (giusto per farvi soffrire un po' di più l'attesa) è un capitolo speciale.
Non proprio un Flash-back ma un Prequel, la vita di Natsu Nashi e Lucy prima del loro incontro.
Spero che l'idea vi piaccia perché io mi sono divertita un sacco nel scriverlo.
Per quando riguarda il prossimo è ultimo capitolo della storia lo pubblicherò fra una settimana esatta, sarà un po' lungo ma pieno di sorprese!!
che altro dire? niente vi lascio alla lettura
un bacione e grazie di tutto!!

SEDICI ANNI TRA DI NOI


Quel sette luglio faceva decisamente caldo, il meteo diceva che l'estate del novantotto sarebbe stata la più calda degl'ultimi dieci anni. Natsu davanti a quel vetro guardava con commozione quel piccolo fagotto innanzi a se, una mano poggiata sulla liscia barriera che lo divideva da sua figlia. Attirò uno sguardo curioso quanto dolce da parte di un'infermiera addetta alla nursery si avvicinò a quel ragazzino dall'aria sconsolata  "ei hai interrotto una gara?" le chiese notando quel completo sportivo, Natsu scosse la testa "niente d'importante" mormorò tenendo lo sguardo sulla piccola, la donna gli poggiò una mano sulla spalla "proprio una bella sorellina" disse materna per poi lasciarlo solo. Natsu sospirò pesantemente,  "non è mia sorella" borbottò senza essere udito dalla donna, ormai lontana.  Avvicinò il volto verso il vetro digrignando i denti dalla frustrazione, stringendo il palmo aperto in un pugno di rabbia, era venuto per loro ma con quelle parole Natsu aveva capito che non  avrebbe mai potuto dargli un'avvenire sicuro, era appena diciottenne, spiantato e con nessun progetto futuro, riusciva a malapena ad prendersi cura di se stesso, come avrebbe mai potuto provvedere per Lucy e la bambina?  ora che era solo poteva lasciarsi andare senza sentirsi ridicolo. Una lacrima solcò il suo viso, "lo faccio per te" sussurrò staccandosi a fatica, un sorriso amaro si dipinse sul volto "ciao piccoletta" per poi voltare le spalle al vetro. Natsu camminava verso gl'ascensori, ogni passo era come un macigno sempre più pesante, voltò lo  sguardo verso il corridoio "Luce" soffiò, non aveva più senso andare da lei, entrò nell'ascensore, un sguardo verso il fondo del corridoio per poi chinare il viso sconfitto, le porte si chiusero. 
Lucy uscì dalla sua stanza, era riuscita a sfuggire al controllo delle infermiere, erano poche ore che aveva partorito e sarebbe dovuta stare a letto,  a piedi nudi percosse il corridoio per poi trovarsi davanti alla vetrata delle culle, si fermò deglutendo, sapeva che rivederla le avrebbe portato solo dolore, aveva già firmato per cedere la bambina ai servizi sociali e non sarebbe più tornata indietro. Si avvicinò lentamente, la candida camicia da notte oscillava al movimento di quei passi leggeri, si fermò tenendo lo sguardo sulla culla numero sette non potendo fare a meno di singhiozzare, faceva così male. Inspirò l'aria tendando di calmarsi, "sei così bella" singhiozzò, tutte quelle certezze si stavano sgretolando, durante tutta la gravidanza aveva scelto di darla in adozione, la bambina avrebbe avuto una famiglia e lei avrebbe potuto realizzare i suoi sogni e progetti ma ora ciò che desiderava era stringersela al petto, almeno per un po', ma Lucy non sarebbe tornata indietro. La piccola dormiva e Lucy avrebbe tanto voluto sapere di che colore avesse gl'occhi, anche se forse era ancora troppo piccola perché avesse già un colore preciso. Si allontanò ritornando in stanza, la bambina sarebbe stata adottata e gl'assistenti sociali le avevano assicurato che avrebbe trovato una famiglia, una mamma e un papà, era questo di quello che aveva bisogno, una mamma e un papà, si ripeté Lucy in lacrime.

~

Il tempo andò via trascorrendo, e le vite di Lucy e Natsu andarono avanti per la loro strade, non s'incontrarono, non si cercarono, andarono avanti tenendo nascosto quel piccolo segreto che univa i due. Ma il piccolo segreto durante quei sette anni era cresciuto, a  braccia incrociate e broncio tipicamente infantile stava seduta nella sala d'aspetto della casa famiglia, all'interno dello studio del direttore vi era la solita coppia pronta per portarsela a casa. Nashi sbuffò sonoramente, in tre anni era la quinta famiglia a cui veniva affidata ed incominciava ad averne già abbastanza, le cose andavano sempre male dato che quei "mamma" e "papà" si rivelavano persone poco attinenti a quelle due figure che Nashi tanto agognava e a sette anni la piccola aveva già capito che forse erano gl'assegni affidatari che portava con se ad' attirare le "premure" se così potevano definirsi, di tali persone. Si tirò su avvicinandosi alla finestra quel giorno di dicembre nevicava fittamente e Nashi si perse a guardare quel biancore, ogni tanto ci pensava a loro. Si era crudele per se stessa farlo,  ma specialmente in quei momenti di solitudine pensava ai suoi genitori, nessuno le aveva mai parlato di loro ma lei lo sentiva che erano ancora vivi da qualche parte, non voleva chiedersi il perché dell'abbandono, quello faceva troppo male. Sospirò sprofondando il mento tra le braccia incrociate poggiate sulla mensola della finestra, era così bella la neve.
"Lucy! ei Lucy mi senti?" chiamò Levy punzecchiando le dita sulla spalla della sua bionda amica "mm che c'è?" rispose lei distratta nel guardare fuori dalla finestra, "tutto ok?" chiese Levy notando una certa malinconia negl'occhi di Lucy, ma ella sorrise "o si e che è così bella la neve" rispose ritornando poi a quello che stava facendo. Levy in piedi al centro della stanza, mani poggiate sui fianchi si guardò intorno notando il disastroso stato in cui la stanza del dormitorio universitario si trovava, scatoloni sparsi ovunque. "non ci credo che fra qualche mese saremo fuori da qui" confermò entusiasta, Lucy si voltò verso di lei sollevando quel pesante scatolone "già" disse felice. Dopo anni di studio ormai la laurea era giunta e Lucy aveva già trovato lavoro, dopo le vacanze natalizie avrebbe iniziato uno stage presso un piccolo giornale potendosi così permettere di vivere da sola, la vita solitaria nella villa del padre non le mancava per niente. Posò la scatola sul ripiano della scrivania avvicinandosi a Levy, un sorriso radioso sbocciò sul suo viso, "sono così felice che ti trasferirai a Magnolia" disse gioiosa e Levy l'abbracciò forte, la ragazza aveva deciso di trasferirsi nella stessa città di Lucy, le voleva così bene da seguirla e iniziare una nuova avventura in una città a lei sconosciuta. Lucy era felice ma riportando lo sguardo su quella finestra qualcosa si animò nel suo cuore, le capitava spesso sotto Nalate di pensarla. La immaginava con un bel vestitino intenta ad addobbare l'albero di Natale, nel conforto di una casa, magari con un bel sorriso sotto gl'occhi amorevoli dai da quelli che per lei erano i suoi veri genitori. Sentì una fitta al cuore, ma non doveva pensarci, erano così che le cose dovevano andare.
Una mano poggiata sulla spalla di Natsu fece sobbalzare il ragazzo, si voltò trovandosi davanti Erza, la donna le sorrise stanca "perché non ti stacchi da quella finestra e vai da papà?" gli chiese con una tono imperativo e Natsu annuì privo di emozioni felici. Si avviò, attraversando i corridoi bianchi dell'ospedale, l'ultima volta che era stato in un edificio simile, era stato sette anni fa, ed era inevitabile pensare alla piccoletta. Arrivò alla porta bussando lieve "papà" sorrise malinconico, Igneel si voltò verso di lui "Natsu" rispose stanco. Natsu si sedette accanto a lui, prese la sua mano massaggiandogliela con amore  "Grandine è molto fiduciosa" snocciolò sicuro di se "la malattia è al primo stadio è quindi ci sono buone probabilità di sconfigger-" "Natsu ho il cancro e non voglio che ti illudi " rispose lui e Natsu chinò il capo difronte a quella bruttissima parola, erano solo pochi giorni che l'avevano scoperto e per Natsu era ancora impossibile che il suo forte papà avesse un male del genere.  Igneel però sorrideva lo stesso, sciolse la presa di Natsu per portagli due dita sulla guancia, sfiorandole con dolcezza "ciò non vuol dire che non lotterò"  e Natsu annuì facendosi forza, "mi prenderò io cura di te papà, e di Erza" Igneel lo guardò orgoglioso, voltò il viso verso la finestra "non trovi che sia bellissima? la neve a dicembre è qualcosa di spettacolare, mi ricordo che da bambino non staccavi lo sguardo dalla finestra"  "si, è vero" rispose lui accarezzandogli i capelli.

~

L'estate cocente avanzava  il suo corso, è quella giornata soleggiata di Luglio non era certo ideale a far da sfondo a un triste addio. Natsu con le mani ben strette al leggio  fissò lo sguardo sulla bara ornata da fiori, lo rivoltò poi su Erza stretta tra le braccia del suo fidanzato, il viso stravolto dalle lacrime era seduta tra la platea della chiesa, sospirò pesantemente per poi farsi coraggio "papà non hai smesso di lottare, ha combattuto fino alla fine " disse con voce ferma a tutta quella gente che era andata a dare l'ultimo saluto a Igneel. Erano passati due anni da quel giorno in ospedale, e da allora la vita di Natsu era stata stravolta da quella terribile malattia, si era preso cura del padre fino all'ultimo giorno. "papà ha perso la battaglia più grande, ma ha sorriso fino all'ultimo momento, non ti dimenticheremo mai" concluse allontanandosi dal leggio, passando la mano sul legno della bara.
Al di fuori della chiesa la gente si apprestava a dare le condoglianze e ritornare ognuno a casa, Grey a braccia conserte si appoggiò alla sua auto aspettando Natsu, Cana sbirciò dal finestrino "perché ci mette così tanto?" chiese preoccupata "sta parlando con Erza" rispose lui. Natsu abbracciò la sorella asciugandole le lacrime "sicuro? potrei sempre restare qui" mormorò lei, ma Natsu la confortò "non preoccuparti" le posò una mano sulla spalla stringendogliela con amore. Erza annuì chinandosi poi verso il sedile posteriore della sua auto "c'è questa, te la lasciata papà" soffiò, Natsu prese in mano quella scatola inarcando un sopracciglio "non so cosa c'è dentro, a me ha lasciato queste" disse poi Erza mostrandogli delle lettere, stringendosele al petto. Natsu annuì vago, le diede un ultimo bacio sulla guancia, raggiungendo poi Cana e Grey.
Grey guidava, lo sguardo verso la strada, Cana seduta sul sedile posteriore si era spostata nel mezzo appoggiando l'avanbraccio  sul sedile del guidatore, il silenzio era piombato in' auto dal momento della partenza,  fece un'occhiata verso lo specchietto incrociando gl'occhi di Grey, dovevano dire qualcosa a Natsu ma in quel momento sapevano che non esistevano parole possibili nel confortarlo, Natsu all'apparenza poteva sembrare forte ma loro due lo conoscevano e sapevano che in  realtà il ragazzo stava terribilmente male. Natsu chinò il capo verso la scatola, per un attimo sorrise tirando fuori quel vecchio libro che suo padre gli leggeva quando era bambino, con il pollice ne sfiorò la consistenza ormai ruvida della copertina, soffermandosi sulle lettere appena sobbalzate del titolo, "Fairy Tail" sussurrò con un filo di voce, lo poggiò tra il suo ventre e la scatola continuando a rovistare all'interno di essa, oltre al libro vi era anche una sciarpa, quella che Igneel gli regalò molti anni fa, una lettera e un mazzo di chiavi, inarcò un sopracciglio nel prenderle in mano, "cosa aprono?" chiese Cana curiosa spezzando il silenzio, Natsu scosse la testa aprendo poi la lettera, all'interno vi erano due fogli, Cana tentò di sbirciare e Grey lanciò occhiate verso Natsu cercando di decifrare l'espressione del suo volto "andiamo in periferia" gettò lasciando sbigottiti i due, fu invano chiedergli il perché, Natsu oltre alla via di dove andare non disse più nulla.
Grey si guardò intorno, Natsu li aveva portati di fronte a un palazzo e dopo di che aveva aperto la porta del retro e poi anche quella d'ingresso entrando e scoprendo uno spazioso appartamento. Cana divertita saltellò intorno a Natsu "wow, tuo padre ti ha lasciato una casa!!  anzi tuo padre ti ha lasciato tutto un palazzo!!" cinguettò applaudendo le mani in' allegria ignorando l'occhiataccia di Grey, non era proprio il momento di gioire in quel modo ma Cana lo ignorò cingendo un braccio intorno al collo di Natsu " che cosa hai intenzione di farci? è molto spazioso" chiese curiosa. Natsu rimase in silenzio, avanzando di qualche passo dando loro le spalle "dovrebbe trasferirsi qua, questo posto è spettacolare!" "la vuoi  smettere" la rimbeccò Grey, bisbigliando, guadagnandosi uno sguardo truce da Cana "che c'è?" berciò stizzita. Natsu sembrò ignorare il battibecco che stava avvenendo tra i suoi amici, ritirò fuori quel foglio in  cui suo padre gli aveva lasciato un ultimo messaggio.

ehi cosa si fa quando si è triste ricordi?  te l'ho insegnato ricordi?
allora fallo, alzati e combatti
sono con te ora e per sempre,
fammi vedere comi vivi la tua vita, parlami del tuo futuro,
trova la tua ragione di vita
fammi ridere da lassù
ti voglio bene papà

aprì il palmo della mano fissando il mazzo di chiavi, notando che dovevano essere tre le serrature da aprire, si avviò verso la porta superando Cana e Grey, sbigottiti di fronte a quello scatto.
Natsu uscì ritornando di fronte al palazzo, capì che la terza chiave era di quello che doveva essere un garage ma quando aprì le porte ed entrò non trovò un semplice spazio ma un'enorme open-space. Raggiunto da Cana e Grey, stupiti allora volta  si guardarono intorno notando l'ampiezza di quel locale "probabilmente era una vecchia officina" ipotizzò Grey chinando il capo e spostando col braccio quella ragnatala che pendeva da una trave. Natsu si girò di scatto verso i suoi amici, ritrovando il sorriso, puntò poi su Gray "potremmo farci qualcosa" esordì strappando una ristata di aspettative a Cana, Grey rimase pacato  "del tipo?" "mm non so, in cosa siamo bravi?" chiese Natsu portandosi una mano dietro la nuca, il gelo calò in quella stanza, "oh dai saremo pure capaci a fare qualcosa" sbottò Natsu. Cana riuscì a sedersi su quello che doveva essere un tavolo da lavoro accavallando le gambe, dopo il liceo lei aveva continuato gli studi e ora lavorava come segretaria nella piccola azienda vinicola del padre, ma quei due spiantati dei suoi amici, dopo ben nove anni non avevano niente di concreto passando da un lavoro all'altro nel corso del tempo. "a parte riuscire a sostenere un alto tasso alcolico e  fare baldoria, non mi viene in mente nulla" disse picchiettandosi un dito sul mento. Natsu e Grey si guardarono ritrovandosi sulla stessa lunghezza d'onda "una bar" dissero all'unisono facendo sobbalzare appena Cana. Natsu incominciò ad agitarsi in modo euforico "io ho da parte qualche soldo e anche tu" spiegò a uno scettico Grey, che dopo l'euforia iniziale ora sembrava essere ritornato al suo stato di pacatezza, "dai" lo incitò porgendogli la mano con il palmo aperto e mostrandogli quel suo sorriso raggiante che sembrava essere sbiadito negl'ultimi mesi. Dopo qualche attimo rimasto a pensare Grey ghignò battendogli la mano con la sua "ci sto" approvò stringendo la mano di Natsu. I tre si misero uno di fronte all'altro, quanto erano quindici anni che si conoscevano?" Cana fu felice per loro, sentirli parlare del proprio futuro, fantasticare su dove sarebbe stato il bancone e i tavoli. Natsu li guardò entrambi, quei due c'erano sempre stati per lui, sopra tutto negl'ultimi due in cui Natsu aveva dovuto affrontare il calvario della malattia del padre. "è ovviamente ci trasferiremo tutti qua" esordì all'improvviso Natsu, Grey approvò con cenno del capo mentre Cana rimase interdetta, una mano tra le perle che portava al collo e lo sguardo incredulo "anche io?" chiese sorpresa, "certo" rispose lui sorridendo chiudendoli in un soffocante abbraccio.
Dopo qualche ora passata all'interno di quel vecchio Garage, i tre decisero che era ora di andare, Cana avanzò uscendo e prima che lo facesse anche Natsu Grey lo fermò poggiandogli una mano sulla spalla "ne sei sicuro?" chiese con voce ferma e Natsu annuì serenamente " Erza andrà a convivere tra qualche settimana e non me la sento di stare da solo in quella casa in cui stavamo insieme a papà" spiegò  passandosi una mano dietro la nuca "tu e Cana siete come fratelli per me e se  papà mi ha fatto questo regalo è perché sapeva che avrei voluto condividerlo con voi" Grey sorrise e Natsu si guardò intorno " ha voluto darmi un  futuro e io non lo deluderò" disse fiero, guardò poi Grey sorridendo d'aspettativa, "e ora facciamo nascere il Fairy tail".

Lucy uscì dalla redazione del Magazine Sorcer, lo sguardo luminoso e un sorriso di vittoria, appena focalizzò Levy le saltò addosso cingendogli le braccia al collo quasi  a soffocarla "c'è l'ho fatta!!" gioì facendo felice l'amica. Quel giorno aveva sostenuto un colloquio di lavoro in una delle più prestigiose redazioni di Magnolia e Lucy l'aveva superato brillantemente. Dopo due anni passati a fare fotocopie e portare caffè ora finalmente poteva aspirare a molto di più, quello stage non era stato appagante come lei l'ho aveva immaginato ma Lucy non aveva mollato, aveva creduto nelle sua potenzialità tanto da tentare un colloquio in quella redazione di alto prestigio. Levy le sorrise felice e Lucy la guardò "potresti provare anche tu, cercavano dei reporter" chiese euforica prendendogli le mani e Levy contraccambiò con uno sguardo perplesso, lei era una fotografa non aveva mai avuto esperienze simili, annuì vagamente "proverò" mormorò non aspettandosi nulla. Ancora rimaste li a guardarsi Levy sobbalzò appena nel ricordarsi un dettaglio "dobbiamo festeggiare" affermò facendo annuire Lucy, le due s'incamminarono verso l'auto " hai già intenzione di dove andare?" chiese non perdendo quel sorriso. Levy sgranò gl'occhi "c'è un nuovo locale aperto da poco, ho sentito due ragazze che ne parlavano sulla metro  e non so perché ma credo che dovremmo andarci" Lucy s'incuriosi "come si chiama?" "non ricordo ma me lo sono scritto sulla man-" ma Levy si bloccò, quel tono felice della voce tramutò in amareggiato nel vedere quella scritta informe e sbiadita sulla propria mano, con il caldo il sudore aveva cancellato il gran numero delle lettere, emanò un sospirò. Lucy non demorse, le prese la mano sgranando gl'occhioni nocciola "fammi vedere" disse arricciando le labbra all'in su "Fai- ta, faira o forse faiil-a" mugugnò nel tentare di risolvere quell'arcano, Levy sbuffò "lascia perdere, andremo da qualche altra parte" sentenziò.

Era arrivato l'inverno di quell'anno, e per le strade si poteva respirare il clima Natalizio. Nashi quel giorno era stata portata al luna park, era felice e impaziente di salire sulle giostre, si guardò intorno visualizzando la biglietteria. Arrivò e tirando su le punte dei piedi si fece vedere a appena dall'addetto "uno biglietto per la ruota panoramica" squittì con la vocina tipica di una bambina di nove anni, a malapena riuscì a mettere le monete su quel bancone troppo alto. L'uomo le mise il biglietto sul ripiano non preoccupandosi di passarglielo e Nashi tentò allungandosi con il braccio di afferrarlo, "aspetta" una voce dietro di lei la bloccò, vide una mano maschile passargli il biglietto e senza voltarsi scappò tenendoselo stretto. L'uomo sorrise di fronte all'imbarazzo di quella bambina "tre per le montagne russe" chiese poi tirando fuori il portafogli. Intanto Natsu a qualche metro più la guardava le montagne russe con enfansi, si voltò vedendo Grey arrivare "perché ci hai messo così tanto!!" sbraitò "c'era coda alla biglietteria, perché non sei andato tu!!" ringhiò Grey sventolando i biglietti, Cana tra di loro, glieli sfilò dalle mani "bambini basta!" scherzò con tono imperativo avanzando tutti e tre per le montagne russe.

~

Un nuovo anno era iniziato e quella fredda mattinata di Gennaio, Nashi ormai tredicenne era seduta sul muretto della scuola, un sorriso le spuntò nel vedere Meldy arrivare, "ei" la salutò lei fermandosi davanti a Nashi, sistemandosi per bene il paraorecchie sulla testa. Nashi ancora seduta inclinò il viso verso l'entrata della scuola, ormai stavano entrando quasi tutti, ma lei probabilmente avrebbe saltato anche quella giornata  "sai oggi dovresti entrare" le disse Meldy attirando la sua attenzione, Nashi la guardò con occhio critico mugugnando un "perché".  Meldy la guardo eccitata "oggi è la giornata di orientamento, verranno alcune persone a parlarci del loro lavoro", Nashi non cambiò espressione, con un balzo scese giù dal muretto battendosi poi la stoffa dei Jeans "è chi verrebbe di così speciale?" chiese atona, Meldy incominciò a fare la conta,  chiuse una mano a pugno e con l'altra andò a toccare il pollice schiudendo le altre dita man mano, il mento leggermente tirato su e gl'occhi inclinati verso l'alto "mmm, allora il capo della polizia di Magnolia, il proprietario dell'industrie mermaid heel e il capo redattore del Sorcere magazine"  disse guardando poi Nashi, sperando di averla convinta, ma Nashi rimase ferma sulla sua posizione. La terza campanella, l'ultima di richiamo, suonò e Nashi diede le spalle a Meldy "io passo" disse soltanto tirando su una mano in segno di saluto. Meldy si corrucciò, Nashi era un tipo così difficile, ma non gli si poteva fare un torto se fosse così poco incline nel avere progetti futuri, la guardò un' altro po' per poi voltarsi e dirigersi verso l'entrata. Nashi aspettò che le porte dell'autobus si aprissero, sali scomparendo dalla visuale della strada. Quando l'autobus svoltò l'angolo, dall'altra parte comparve l'auto di Lucy, la donna parcheggiò in uno dei posti liberi di fronte all'edificio scolastico, scese dall'auto stringendo i manici della valigetta, era un po' tesa, oggi avrebbe dovuto affrontare un'orda di ragazzini affamati di sapere. Scrollò le spalle stringendo poi un pugno innanzi a se "forza Lucy" disse ad alta voce, avviandosi verso l'entrata della scuola.

Intanto era ancora mattina quando Cana seduta di fronte a Grey tentavano di fare colazione, tentavano perché dalla camera del loro coinquilino provenivano urla femminili, e non di piacere. Cana mise su un sorriso beffardo "sta risuccedendo" ghignò sporgendosi oltre a Grey, puntando lo sguardo verso la porta della stanza di Natsu. Grey sospirò esasperato spalmandosi una mano sul viso, lo sbattere della porta  in modo fragoroso, contornato da "vaffanculo stronzo" interruppe i due facendoli voltare verso la camera di Natsu, non si sorpresero nel vedere la signorina di turno marciare a passo di carica verso la porta d'ingresso, aprirla e chiuderla con la stessa enfasi della prima. Grey ritornò verso la sua tazza di cereali, ormai sia lui che Cana non si sorprendevano più di "quello", erano quattro anni che convivevano e "quello" succedeva spesso. Dopo qualche minuto fece la sua comparsa Natsu sbadigliando, i capelli arruffati e una mano intenta a grattarsi il sedere. Si sedette accanto a Grey sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi "buon giorno" esordì versandosi il latte nella tazza, "vedo che anche stavolta il tuo cuore è a pezzi" ironizzò Grey passandogli i cereali, Natsu fece spallucce, "siamo usciti solo due settimane, forse tre" rispose vago, Cana portò il gomito sul tavolo poggiandosi il pugno sulla guancia, lo guardò spiegando le labbra in sorriso, Natsu non riusciva a stare insieme ad una ragazza per più di un mese, era sempre stato così ma pensava che con il tempo questo atteggiamento immaturo sarebbe cambiato, ma ormai trentaduenne pensava che Natsu non avesse speranza. Cana si tirò su " sono in ritardo" disse portandosi alla bocca una fetta biscottata e uscendo di fretta, Grey si stiracchiò "scendo, dovrebbe arrivare Max a momenti" disse a Natsu che rispose un cenno del capo. Rimasto solo incominciò a puntare lo sguardo verso il fondo della stanza, diede l'ultima sorsata alla sua tazza notando quella rivista che Cana lasciava sempre in giro, annoiato dal momento l'aprì sfogliandolo svagatamente, a lui non è che importasse molto di moda. Sfogliò un paio di pagine, vagando con gl'occhi, ma qualcosa lo bloccò in un punto preciso della pagina, sbatté le palpebre più volte nel leggere quella firma sotto un' articolo, "Lucy heartphillia" sussurrò, forse si trattava di un' omonimo? sospirò passando poi le dita su quel nome, sorrise dolcemente, si ricordava dei suoi sogni, le piaceva scrivere e anche se ai tempi gli parlava di romanzi e non giornali, Natsu capì che era proprio lei l'autrice di quell'articolo, richiuse il giornale spingendolo in avanti con le dita, si chiedeva se fosse felice. Si tirò su buttando la tazza nel lavello, erano passati tredici anni, eppure quella fitta al cuore nel leggere solo il suo nome, Natsu l'aveva sentita eccome.

~

Anche quell'anno scivolò come l'acqua di una cascata, il ciclo delle stagioni aveva fatto il suo corso, l'inverno era andato e come un battito di ciglia era tornato. Quella sera di dicembre la tenuta degl'heartphillia era addobbata a festa, non che ci fosse un'occasione speciale, ma Jude organizzava spesso cerimonie e festicciole pompose, giusto per sfoggiare le proprie ricchezze. Lucy se ne stava in posa annoiata, un braccio stretto alla vita e l'altro a reggere quel flute di champagne, era stata costretta controvoglia a parteciparvi e contando i minuti non vedeva l'ora di scappare da quello strazio. La vita altolocata non faceva per lei, non riusciva a partecipare ai discorsi poco intelligenti di quelle ragazze vanitose di cui l'alta borghesia purtroppo disponeva, tentò di non sbuffare, sentiva lo sguardo di suo padre addosso. Si limitò a dare la schiena nuda, che quel vestito scopriva quasi interamente, verso gl'invitati,  per guardare il panorama che le vetrate che davano al giardino le offrivano. "la cosa più bella che io abbia mai visto" si sentì dire all'improvviso, inclinando la testa di scatto  trovandosi davanti un' uomo affascinante e di bell'aspetto in giacca e cravatta. Lucy, dopo l'imbarazzo iniziale, annuì "il giardino d'inverno è davvero uno spettacolo" rispose gentile portandosi il flute verso le labbra. L'uomo l'affiancò guardando l'esterno "ma io non parlavo di quello" soffiò guardandola di sottecchi, Lucy deglutì mandando giù quel sorso di Champagne a fatica. L'uomo si voltò verso di lei "Loki" disse semplicemente, stringendole la mano "Lucy" rispose lei. Loki la guardò malizioso, "la figlia di Jude?" chiese e Lucy annuì, ricordandosi che aveva già intravisto quell'uomo negli uffici del padre. Loki tentò di attaccare bottone con frasi e sguardi maliziosi ma Lucy cortesemente si negò, fece per voltargli le spalle ma Loki la fermò sfiorandole in modo lieve il braccio "un paio di occhi come i tuoi non si dimenticano così sai?" soffiò con voce seducente e occhi ardenti, Lucy arrossì, quell'uomo aveva fascino indubbiamente, si staccò silenziosamente voltandogli le spalle, il suo cuore batteva impazzito per l'effetto di quella frase, ma si mise in testa di non farsi illusioni, conosceva gl'uomini come Loki, rampolli di buona famiglia ma con la brutta abitudine di fare le loro donne come oggetti da esporre in vetrina. Loki rimase al centro della sala, le mani in tasca e quel sorriso di sfida, "Lucy" mormorò, non sarebbe passato molto tempo dal loro prossimo incontro.

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Nashi stava seduta a braccia conserte fissando il muro bianco, inclinò la testa studiando quel tipo seduto a tre posti da lei, dall'aspetto sinistro e dal ghigno insolito dato le manette ai polsi. Nashi ritornò a guardare il muro quando un'agente di polizia arrivò per prenderlo e trascinarlo via da li, ripensando a come cavolo era finita nella stazione di polizia della città. Tirò la testa indietro poggiandola sul muro e sospirò impaziente aspettando che il suo assistente sociale la tirasse via da li, di certo non il posto adatto per una quindicenne. Al di la del muro Natsu arrivò trafelato, si guardò intorno marciando poi a passo di carica verso la reception "mi scusi starei cercando Redfox" farfugliò agitato ma la voce dello stesso Gajeel lo fece voltare all'istante. Natsu strabuzzò gl'occhi nel vederlo dietro le sbarre della cella provvisoria della caserma, si avvicinò a lui con un'espressione dubbiosa "Gajeel che ci fai qui? mi ha chiamato la polizia facendomi il tuo nome" chiese laconico, Gajeel sbuffò "questi poliziotti bastardi, stavo acciuffando Racer quando mi hanno arrestato per disturbo alla quiete pubblica" Natsu si portò una mano sul viso, erano anni che lo conosceva e non era nuovo a questo tipo di cose, la sua indole distruttiva non era mutata con il tempo  "è comunque ci hai messo anche tanto, testa calda!! sono ore che ti aspetto" ringhiò il corvino stringendo le sbarre tra le mani, Natsu assottigliò lo sguardo "perché cavolo hanno chiamato me?" sbraitò infastidito "perché nel portafoglio avevo solo il biglietto da visita del Fairy Tail" ringhiò, si fece poi calmo all'improvviso sfoggiando un ghigno "non è che mi pagheresti la cauzione?" chiese irritando Natsu a tal punto da fargli tremare un' occhio dal nervoso.
"sei una testa di ferro, ti ci farei marcire qua dentro" Nashi inclinò il viso sentendo le urla che provenivano al di la del muro, curiosa dalla sfilza di epiteti che sentiva provenire a poca distanza da lei volle sporsi per vedere dall'altra parte ma prima che potesse farlo una voce la chiamò "Ashley?"  Nashi si girò di scatto trovandosi davanti l'agente capo, in mano una cartella e le sopracciglia aggrottate  "night club?" chiese alla ragazza, Nashi sbuffò. Quel pomeriggio era riuscita a trovare un lavoretto, lei non aveva genitori che le davano la paghetta mensile, gl'affidatari di quel periodo si preoccupano solo dello stretto necessario, una casa, un piatto per non morire di fame e i vestiti ripassati degl'altri figli e Nashi a quell'età incominciava a desiderare di più di una maglietta bucata. Il lavoro in questione era semplice volantinaggio. Peccato che i volantini in questione pubblicizzavano un Night aperto da poco in città e la ragazza, essendo minorenne, era stata portata direttamente alla polizia quando per sfortuna, aveva dato quel volantino in modo sorridente proprio a un poliziotto in borghese. Fortunatamente quell'agente sembrava una brava persona si sedette accanto a e spiegato il malinteso, ovvero che Nashi non fosse una baby squillo, l'accompagnò gentilmente verso la segreteria, il suo assistente sociale la stava aspettando la. Strada facendo l'uomo la guardò con tenerezza, poteva avere l'età di sua nipote, "perché un lavoro? i tuoi affidatari dovrebbero ottenere degl'assegni mensilmente" le chiese e Nashi roteò gl'occhi al cielo "a quanto pare non sono abbastanza per tutti" ironizzò, era consapevole che di quei soldi, solo una piccola parte le veniva data ingiustamente, i suoi "genitori" di turno avevano tre figli e anche una certa tendenza al lusso. Arrivarono davanti alla segreteria "aspetta" le disse l'agente capo regalandogli con affetto una ciambella rubata da una scatola di un collega, Nashi accettò di buon grado, anche i dolci erano una cosa rara in quella casa, tutti fissati con la linea. L'uomo le poggiò una mano sulla spalla, forse era sbagliato dirle una cosa del genere, ma aveva potuto vedere la sofferenza negl'occhi di quella ragazzina e voleva in qualche modo aiutarla "potresti provare con l'emancipazione" le consigliò, Nashi inarcò un sopracciglio, non sapeva cosa fosse, "ai sedici anni compiuti puoi chiedere a un giudice il permesso di prenderti cura di te stessa da sola e legalmente" le spiegò, Nashi annuì silenziosa, l'idea era allettante ne avrebbe parlato subito con l'assistente sociale. L'uomo la guardò sorridente "ei Roubaul!, ci sono due idioti di la che non fanno altro che litigare, cosa faccio,  arresto quello che è venuto a pagare la cauzione all'altro?" intervenne un giovane poliziotto, Roubail sospirò pesantemente, dopo anni e anni di servizio e  a pochi mesi dalla benedetta pensione gli toccava ancora avere a che fare con certi imbecilli "arrivo" disse soltanto, salutò Nashi scompigliandole i capelli.

Era una sera di marzo dello stesso anno, il Fairy Tail era affollato come al solito e Natsu era il protagonista ignaro di una discussione a un certo tavolo. Un gruppetto di ragazze ridacchiavano e parlottavano tra di loro di quei due baristi dall'aspetto niente male, Lisanna più volte aveva lanciato sguardi maliziosi verso Natsu senza che lui, indaffarato nel servire i clienti si fosse accorto di niente. Quando ebbe un' attimo di sospiro si poggiò al bancone con i gomiti, vagò con gl'occhi finché non si trovò davanti Lisanna sorridente, si avvicinò cauta con una punta d'imbarazzo ma riuscendo a sostenere lo sguardo di Natsu "ciao" disse timidamente e Natsu le rispose sorridente. Lisanna si spostò una ciocca di quel taglio decisamente troppo corto per una ragazza, dietro l'orecchio " c'è una scommessa che vorrei vincere" gli disse soltanto suscitando in lui una divertente curiosità. Erano ormai le due notte, il Fairy Tail stava ormai chiudendo, Grey era tornato a casa e nel locale erano rimasti solo Natsu e Lisanna, i due, pause dell'uomo permettendo, avevano parlato tutto il tempo e Natsu era rimasto colpito da quel tipino, e da quel modo furbetto di fare. Lisanna si tirò su dallo sgabello " grazie, per avermi fatto vincere" gli disse sorridendogli in modo dolce, "o di niente, mi piace aiutare le donzelle in difficoltà" scherzò lui. Lisanna rise, si morse poi un labbro in modo malizioso "sai, avrei potuto scegliere il tuo collega" confessò e Natsu assecondò quel sorriso "ma hai scelto me" rispose provocante. Lisanna annuì, lo salutò con un bacio sulla guancia "ciao" soffiò allontanandosi, ma prima che potesse uscire Natsu si tirò su avvicinandosi a lei "passerai trovarmi qualche volta? è stato bello stare con te" disse creandole dolci aspettative e Lisanna s'illuminò "promesso" . Lisanna uscì da quella porta mantenendo la promessa.

una notte come tante d'inizio estate, Lucy si svegliò in piena notte, scostò il braccio di Loki dal suo ventre, liberandosi dall'abbraccio, scese in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Con il bicchiere in mano si portò verso la finestra scrutando il cielo notturno, quella notte il cielo era tempestato di stelle e Lucy rimase un po' di tempo a guardarle, quell'insonnia le capitava ogni anno intorno a quel periodo, era inevitabile pensare a lei. Nonostante i sedici anni passati, Lucy non l'aveva mai dimenticata, avrebbe anche voluto cercarla ma sapeva che era ingiusto, quella bambina ormai adolescente aveva una famiglia accanto a se che l'aveva cresciuta con amore, e chi era lei per stravolgergli la vita di punto in bianco? era sua madre ecco chi, una madre che l'aveva lasciata. Ritornò nella stanza abbracciandosi stretto Loki, un' abbraccio non era ideale con il caldo che faceva, ma Lucy ne aveva bisogno.

Stesso cielo, stessa ora, Natsu disteso sulla sdraio del suo cortile, con il naso all'in su cercava risposte dalle stelle, la sua vita andava benone, le cose con Lisanna procedevano per il verso giusto prospettandosi una storia diversa dalle altre, se di storie si poteva parlare, Il fairy Tail andava a gonfie vele e Grey e Cana erano sempre li a sostenerlo, insieme ad Erza anche se a distanza. Doveva sentirsi completo ma qualcosa gli mancava, un pezzo di cuore che aveva lasciato in un' ospedale tanto tempo fa, " fra tre giorni farai sedici anni"  soffiò con voce triste, ogni anno puntuale quel ricordo ritornava ad affliggerlo, era andato avanti con la sua vita ma non si era mai dimenticato di loro.

Quella notte d'estate era decisamente calda, Nashi con le mani dietro la testa era sdraiata sul tetto di casa, il russare di quella specie di facocero in  stanza con lei, figlio dei suoi affidatari, non la faceva dormire o forse era la tensione la causa scaturante di quella insonnia. Domani avrebbe incontrato suo padre, e cercato poi sua madre, non se lo ammetteva ma la cosa le metteva ansia. Chiuse gl'occhi beandosi di quel soffio di vento fresco, sorrise d'aspettativa preannunciandosi già il gusto dolce della libertà.

Era il quattro luglio, quel mattino Natsu e Grey si trovavano in cucina per fare colazione, Cana dormiva ancora. Natsu sbadigliò sonoramente mentre Grey focalizzò l'attenzione sull'oroscopo del giorno, "o dai, Cana ha contagiato anche te con questa mania di oroscopi e tarocchi?" pigolò Natsu contrario a quel genere di cose,  Grey fece spallucce "non devi prenderlo sul serio" rispose, ma Natsu notò quel ghigno compiaciuto e incredulo  a fine lettura. Curioso chiese "buone notizie?" e Grey scrollò le spalle "è ancora presto per dirlo ma un piccolo incidente stravolgerà la vostra vita in meglio"  lesse ad alta voce il suo segno, Natsu aggrottò la fronte,  come faceva un'incidente portare cose positive? "ei vuoi sapere il tuo?" chiese ricevendo un "no" come risposta "l'incontro del destino direttamente dal passato che cambierà il vostro futuro" lesse lo stesso Grey, ignorando la smorfia di Natsu. Il campanello suonò "Max è arrivato presto oggi" notò Grey lasciando la rivista sul tavolo e dirigendosi verso la porta. Natsu lanciò un' ultimo sguardo a quella rivista, pensando che ci voleva un traduttore per capire quei specie di messaggi in codice, il passato ormai è passato, non può più cambiare il futuro pensò dirigendosi verso la porta, quell'idiota ci stava mettendo troppo con Max, come se fosse la prima volta ad occuparsene. Scese le scale incominciando a imprecare " Grey che cavolo combini si può sapere che...""  ma s'interruppe nel vedere quella ragazzina così carina dietro la sua porta, "ecco io sto cercando Nastu dragneel" disse lei timidamente "sono io dimmi pure" rispose lui, probabilmente doveva essere una giovane scout, di quelle che vendevano i biscotti porta a porta, e lui magari era stato selezionato per una fornitura annuale, pensò. " tu ? tu sei Natsu ? " balbettò lei " si proprio io " rispose lui sorridente, tutto sotto lo sguardo curioso di Grey. Nashi fece un profondo respiro prima di guardarlo con un sorriso imbarazzato  dettato dalle circostanze  "be ecco tu .. tu.. o insomma io sono tua figlia..." ...........

   
 
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