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Autore: Juliet Leben22    07/06/2015    8 recensioni
Castiel ha richiamato i suoi fidati cacciatori per assegnargli una missione di vitale importanza che potrà cambiare l'esito di alcuni loro scontri: dovranno proteggere una ragazza, dal carattere forte con sfumature velate di fragilità, con un potere molto speciale.
Riusciranno i due fratelli a compiere la missione e a fermarsi solo alla sua "protezione"?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Capitolo 2"The King Waits You, Baby.”
 

Dopo aver cambiato città, i fratelli Winchester avevano trovato riparo in un bunker della seconda guerra mondiale, ricco di reperti antichi. Si trovavano lì da due giorni all’incirca e Elenie era silenziosa, cercava di non essere d’intralcio alle loro missioni.
La ragazza si svegliava all’alba per studiare. Non era affatto facile quella vita. Aveva scelto una facoltà non troppo semplice, ma la curiosità di conoscere gli altri mondi l’affascinava.
A volte, rimpiangeva i consigli di sua madre che voleva obbligarla a fare Teologia. Che tristezza.
Mentre assaporava il sapore del caffè, aprì il libro di astronomia sul tavolo. Indossava una maglia lunga a metà cosce e sentiva freddo.
Dopo aver acceso il camino, prese una coperta e si sedette sul tappeto insieme al libro.
Le pagine erano ricoperte di immagini spettacolari di stelle, pianeti, asteroidi… fotografie dell’universo.
Afferrò matita ed evidenziatore arancione e si armò di pazienza nel sottolineare.
Si trovava bene, dopotutto, con i due fratelli.
Erano così diversi l’uno dall’altro!
Con Sam stava instaurando un bel rapporto. Era disponibile all’ascolto e aveva sempre cose sensate da dire! Era divertente e piacevole passare del  tempo con lui.
La sera prima, dopo che Dean era andato a fare la doccia, erano rimasti a parlare sul divano di tutto ciò che gli passava per la testa.
Erano entrambi riservati sulla loro vita privata, ma qualcosa si erano rivelati.
Elenie aveva parlato di Jack, in classe con lei, circa sei anni prima. Lui l’aveva tradita con diverse ragazze e lei lo sapeva perfettamente, ma non aveva mai il coraggio di lasciarlo.
Il modo in cui lui la faceva sentire, la maniera in cui si rapportava a lei… la bloccava. Era riuscita a lasciarlo solo dopo due anni di storia e una lunga serie di corna ingiuste.
Sam aveva parlato di Jessica, la sua prima e vera relazione seria. Convivevano, ma poi… il demone con gli occhi gialli gliel’aveva portata via.
L’amava davvero e con lei aveva fantasticato su diversi progetti. Ben lontani dalla realtà.
Le tornò alla mente la sua migliore amica, Justice. Lei lo avrebbe adorato sia fisicamente che mentalmente.
Sarebbero stati perfetti assieme. Purtroppo, la sentiva raramente per telefono e non la vedeva da un anno ormai. L’avrebbe rivista il mese successivo, alla festa di Equinozio, molto probabilmente.
Chissà se Castiel e i fratelli le avrebbero permesso di andare…
Dean sicuramente si sarebbe opposto, ma voleva andarci a qualsiasi costo.
Chinò il capo sui libri e cominciò a evidenziare a seconda dell’informazione.
L’esame si avvicinava e di tempo da spendere non ne aveva affatto.
 
 
 
Dean era steso nel letto che aveva scelto e non riusciva a dormire tranquillo. Quella ragazza gli teneva troppo testa, per i suoi gusti. Ma forse, era proprio questo che gli piaceva di lei: il temperamento, il coraggio. Il Re dell’inferno avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averla, con o senza la sua volontà.
Ad esempio, la sera prima aveva cucinato lei la cena e doveva ammettere che era tanto che non mangiava così bene. Avevano bisticciato tutta sera e Sam aveva riso a crepapelle. 
Loro sarebbero sicuramente andati d’accordo. Lei era una bella ragazza, dopotutto… ma che andava pensando?
Era molto più giovane di loro e di certo “fare da balia” doveva rivelarsi ancora più stancante.
Chi avrebbe mai potuto sopportarla in una relazione?  Sapeva a prescindere chi la tradiva o le mentiva!
Altro che fiducia!
Si chiese se le fosse mai capitato, se lei sapesse ma non avesse fatto nulla.
Scosse la testa, riprendendo a dormire.
I suoi sonni però, non erano mai tranquilli. Erano occupati da Crowley, dalla nuova missione e dal Purgatorio.
Sam, al contrario, si era alzato verso le otto e si era spostato in cucina, con gli occhi ancora assonnati.
-Buongiorno, Elenie!-
Lei si voltò di scatto verso il ragazzo e sorrise. –Buongiorno, Sam! Ci dovrebbe essere ancora del caffè nella moka. Credo sia ancora caldo… l’ho appena fatto!-
-Quanti caffè hai bevuto fino ad ora?-
-Tipo tre tazze, ma almeno ora capisco cosa c’è scritto!- sorride.
Si versò il liquido rimasto in una tazza e si sedette affianco alla ragazza.
-Sto studiando astronomia… scusa, mi viene naturale!-  si scusò.
-Immagino che non sia affatto facile sapere e non reagire…-
-Qualche volta.-
-Quando hai l’esame?-
-Tra tre settimane e sì, se vuoi puoi aiutarmi!-
Lui le sorrise. –Appena concludiamo il caso, ti aiuto volentieri.-
-Nuovo caso?-
Lui annuì e sorrise. Lei ne era già a conoscenza, ma cercava di fare conversazione. Non voleva spaventarli.
Sam le spiegò di cosa si trattasse, entrando nei particolari e lei ascoltava, interessata.
-Quindi Meg si è rifatta viva…-
Lui annuì. –La conosci?-
Lei rise. –Mi sono beccata una bella pugnalata al fianco dai suoi amichetti! E lei si è beccata un pugno sul naso!-
Sam trattenne a stento una risata. Il pensiero delle due che si picchiavano lo faceva sorridere, nonostante la gravità della situazione.
-Non sei molto abile a difenderti, vero?-
Lei sollevò le spalle. –Non datemi un arco, o qualcuno si farà male!- sorrise.
-Hai una buona mira?-
Lei annuì. –E’ stata la mia arma fin da piccola.-
-Complimenti. Io non ho… impugnato molte armi da piccolo. Più Dean, sai lui ha sempre cercato di farmi vivere un’infanzia serena.-
-Nella mia famiglia venivano presentati come giochi… non ho mai sentito questo peso sulle spalle, fino ai quindici anni in cui ho cominciato ad avere… insomma, hai capito.-
-Deve essere stato difficile-
-Molto. Io andavo in una scuola, quindi ero circondata da persone normali. Non è stato un bell’anno… infatti sono stata bocciata. I mal di testa erano fortissimi, provavo a bloccarle ma non facevo altro che farmi male.-
-Qualcuno lo sa? Oltre a te e alla tua famiglia, intendo.-
Annuì. –La mia migliore amica Justice. Qualche volta la sento, ma è un anno che non la vedo. Mi manca, nonostante le nostre differenze.-
-Hai mai visto cose negative su di lei?-
-Sapevo che il suo ragazzo la tradiva e sapevo anche con chi.-
-Ah e gliel’hai detto?-
Scosse la testa. –La portai sul luogo e le feci vedere coi suoi occhi. Dire non basta, nemmeno quando hai un dono così… che spesso è una maledizione. Sai, ero anche a conoscenza di quanto ci avrebbe impiegato a riprendersi.-
Il ragazzo dai capelli lunghi era d’accordo con lei, poteva solo immaginare cosa avesse dovuto passare.
-Dean ti capirebbe molto più di me, sai?-
Lei sorrise. –Non credo di stargli molto simpatica, sai?- rise.
-Lui è fatto così, ma poi se lo conosci, è un ragazzo di cuore.-
-Sam Winchester, cosa tenti di fare?-
Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata. –Niente, ci mancherebbe!- la osservò mentre tornava a sottolineare e si avvicinò al suo orecchio –Ammetti che è un bel ragazzo, però. Eh?-
Lei si voltò incredula. –Se ti risponderò a questa domanda, dopo mi lascerai studiare?-
Lui annuì.
-Sì, lo ammetto. Ora posso continuare?-
Sam sorrise. Ciò che pensava era che alla base di tutto quel battibeccare ci fosse un interesse, ma era troppo presto per dar voce ai suoi sospetti. 
Dean  uscì dalla stanza, interrompendo le sue riflessioni.
-Buongiorno a tutti.-
-Buongiorno, vado in doccia. Così siamo pronti per  uscire.- disse Sam, lasciando soli i due.
-Ciao Dean.-
-Da quanto sei sveglia?-
-Dall’alba… dovevo studiare.- sollevò il libro, mostrando la copertina.
-Mi sembra un mattone come libro…-
-E’ un esame con parecchi crediti, purtroppo.-
-Con il tuo dono dovresti sapere tutte le domande che ti fanno, perché studi tutto?-
-Significherebbe imbrogliare! E poi voglio imparare tutto, non solo quello che mi serve per l’esame.-
-Oh, che brava ragazza.- disse in tono ilare.
Lei si sollevò, lanciandogli uno sguardo arcigno.  Si spostò la coperta coi piedi e si avvicinò a lui, superando il tavolo che rimaneva a dividerli.
-Mi credi un’ingenua, o sbaglio?- cercò di mantenere un tono infastidito. Forse da vicino non era facile come credeva. Quegli occhi erano più belli di quanto si immaginasse.
Lui annuì. –Con questo dono potresti diventare qualsiasi cosa! Perché lo usi per studiare e basta?-
-Ci sono delle regole con questa… cosa!-
-Tipo?-
Lei sospirò. –Lascia perdere, non capiresti.-
-Se puoi vedere tutto…-
-… No, non posso vedere tutto!- ribatté.
-Cosa significa?-
Lei si portò una mano sulla bocca. –No, niente. Una frase così…- provò a giustificarsi.
Dean la squadrò da capo a punta. Indossava quella corta maglietta che gli lasciava scoperte più di metà cosce.  Aveva davvero delle belle gambe. La pelle gli sembrava liscia e avrebbe voluto… no. Si impose di rimanere concentrato sulla discussione.
Ma cosa aveva appena detto? Cosa voleva dirle? Non se lo ricordava.
-Devo prepararmi, adesso. Ma è stato divertente discutere con te!- le fece un occhiolino scherzoso.
Lei incrociò le braccia al petto e si rimise a studiare. Cosa ben difficile, visto che due occhi magnetici non la lasciavano stare.
 
 
Dopo un mese passato assieme e l’esame ampiamente superato da parte di Elenie, il trio si era messo al lavoro per risolvere più in fretta i casi. Crowley non si era ancora fatto vivo, ma era solo questione di tempo. Castiel aveva messo talmente tanti sigilli di protezione, che anche lui faceva quasi fatica a trovarli.
L’angelo si era subito accorto che Elenie era diversa dall’ultima volta che l’aveva vista. Aveva intrecciato un bel rapporto di amicizia con Sam, ma con Dean… era ancora difficile.
C’era sempre una strana atmosfera tra i due.
-Diglielo, avanti.-
-Scusa? Ma stai scherzando? Non sei mica mio padre!-
-Vedrai se non mi darà ragione!-
Lei sbuffò. –Cas ho… insomma… portato un ragazzo fuori da questo bunker. Contento ora?-
-Un ragazzo? Per farci cosa?-
Dean sgranò gli occhi. Era stato lui a trovarli assieme. Il ragazzo la premeva contro il muro dell’edificio, nell’oscurità.  Le baciava il collo, le labbra, le sfiorava le natiche.  Il modo in cui lei lo baciava… gli aveva dato molto fastidio. Non si spiegava il perché, ma si era irato particolarmente.
 
-Elenie, entra subito.-
Lei si voltò di scatto e si staccò bruscamente dalla presa del ragazzo.
-Dean? Ma va al diavolo!-
-Amico, ti conviene andare adesso. E’ un consiglio perché anche io ho fatto queste cazzate da giovane. La mia fortuna è che non avevano me a controllare la ragazza.-
Il ragazzo la osservò e fuggì verso la macchina.
-Dean, spero tu stia scherzando!-
-Ma ti sembra il caso? E’ uno sconosciuto!-
-Non sono una bambina!-
-Ma sei sotto la mia protezione.-
-Ti stai ascoltando? Senti quello che dici? Diamine!-
Lui l’afferrò per il polso. –Avrebbe potuto farti del male, Elenie.-
Lei rimase immobile. Quel contatto le faceva sciamare via la rabbia. Non voleva che lo interrompesse.
-Devi stare attenta, troppe persone ti vogliono per le ragioni sbagliate. Se fosse stato un demone, o un angelo?-
Lei sorrise. –Vuoi che lo faccio tornare così controlliamo?- il suo tono non era più di sfida, ma era ironico.
Lui accennò ad un sorriso e lei si sentì afferrare lo stomaco in una morsa.
-No, dovrei ucciderlo altrimenti. Dai, ora entriamo.-
-Qualcuno si è preoccupato…- Lei fece un passò e inciampò in una radice. Lui la prese al volo, permettendole di appoggiarsi al suo petto.
Le guance le si imporporarono e lui le sorrise, beffardo.
-Pensavo che potessi prevederlo.-
-Lo… pensavo anche io.-
Si morse il labbro e lo guardò negli occhi, abbassando lo sguardo verso le labbra.
-Dean! Elenie! Dove siete finiti?- urlò Sam.
Dean ringraziò e maledì suo fratello nel medesimo istante.
 
Al racconto della storia, omettendo l’ultima parte, Sam aveva cercato di nascondere le risate, ma non ci era riuscito.
Castiel la fissava con sguardo indagatore. –L’hai baciato?-
Lei annuì.
-E basta?-
Lei guardò altrove. –Non dovete impicciarvi in queste cose.- grugnì, incrociando le braccia.
-Almeno ti piaceva?- domandò Sam, cercando di giustificarla.
-Basta! Non voglio più sottopormi a questo interrogatorio! Quello che faccio nella mia intimità, è affar mio!-
Dean la fulminò con lo sguardo. –Peccato che sei sotto la nostra protezione!-
Castiel si avvicinò a lei e l’abbracciò. –Va tutto bene Elenie, non arrabbiarti. Sai cosa succede poi. Non vogliamo questo, vero? Calma ora… respira. Andrà tutto bene. Non riaccadrà più e tutti saremo tranquilli.-
Elenie si lasciava cullare da quelle forti braccia, come una bambina. Il suo respiro era affannato, ma non era affatto agitata.
-Sto bene, Cas. Ho imparato a controllarmi, lo sai. Non sono ancora al limite.-
-Cosa succede? Sta bene?- domandò Dean, avvicinandosi.
Lei annuì. –Non è nulla. Cas era un falso allarme che tu hai chiamato!- sorrise -Credo sia giusto che glielo spieghi. Vado a farmi una doccia!-
L’angelo si voltò verso i due fratelli e li fece sedere su due sedie.  Ciò che stata per dire li avrebbe sconvolti, forse spaventati.
-Lei non deve mai perdere il controllo. In un oracolo ci sono forze luminose forti, ma anche forze oscure abissali. Quando queste prevalgono… la trasformano in un essere incontrollabile.-
-Perché non ce l’hai detto?- domandò Sam.
-Non credevo sarebbe capitato.  Ma a quanto ho visto, sono solo paure mie. Lei sa controllarsi molto bene.-
-Le è mai successo di perdere il controllo?-
Castiel abbassò lo sguardo. –Aveva diciassette anni quando accadde. Non credevo si sarebbe mai ripresa, sai?-
-Per quale motivo prevalse l’altra parte?-
-Perché Lucifero stava torturando sua nonna e lei ne era legatissima.-
Il silenzio cadde nel bunker, il cui unico rumore era dato dal rumore della caldaia.
Dean comprendeva ciò che significava avere un lato oscuro da gestire.  Avevano più cose in comune di quanto pensasse.
-A cosa pensi , Dean?- domandò l’angelo.
-Che continueremo a proteggerla comunque, questo non cambia nulla. –
Gli sorrise e l’umano non poté far altro che ricambiare.
-E’ al sicuro qui con voi. Ti sei comportato bene, Dean. Tu sai bene cosa significa protezione.-
Sam guardò altrove, cercando di non far trasparire cosa pensasse davvero.
-Ah, un’ultima cosa… tra due giorni c’è la festa dell’Equinozio. Vi ha accennato qualcosa?-
Entrambi annuirono. –Non molto.-
-Dovrete portarla alla foresta, vicino a casa sua, i suoi simili faranno una festa per l’arrivo della primavera.-
-Non sarà pericoloso per lei?- domandò Sam.
-Sarò molto vicino a voi ragazzi, non preoccupatevi.-
-Se proprio dobbiamo, d’accordo.- acconsentì il ragazzo dai capelli corti e biondicci.
Cas si avvicinò a Sam. –Qualsiasi cosa accada, di strano intendo, chiamami… non comprendo questa tensione tra loro.-
Il ragazzo sorrise. –Oh, non preoccuparti. Per ora riesco a gestirmela.-
L’angelo con l’impermeabile scomparve, lasciando i ragazzi alla loro missione.
 
Elenie si stava sciacquando il sapone dalla pelle e pensava in che casino si era andata a cacciare.
L’attrazione che provava per quel ragazzo dagli occhi magnetici, per quell’uomo per essere precisi, doveva spegnersi nel più breve tempo possibile.
Era sempre nervosa quando lui la sera precedente stava fuori fino a tardi con qualcuna. Provava una strana morsa allo stomaco e una sensazione di profonda gelosia.
Lei? Gelosa? Non lo era mai stata.
Ciò che però la faceva preoccupare, era che… non poteva prevedere cosa lui facesse o le rispondesse. Lui le era completamente oscuro.
Anche quando si concentrava solo su di lui, non vedeva nulla.  Questo la faceva innervosire come non mai.
Eppure era serena in realtà, come poche volte era stata. Era tranquilla, non era più agitata per le solite visioni. Loro la comprendevano, o almeno cercavano di farlo.
A lei bastava. Era quello che aveva sempre desiderato dopotutto.  O forse, ora… qualcosa era cambiato?
Si era sempre impedita di provare sentimenti troppo intensi, ma stavolta non riusciva a controllarsi.
Era solo un ragazzo a cui piaceva divertirsi, bravo nel suo lavoro, che era sempre stato educato in un rigido modo.
No, non era solo questo. Dean Winchester era molto di più.
Cercò di pensare ad altro e la prima cosa che le tornò in mente fu la festa dell’Equinozio. Sicuramente avrebbe incontrato la sua famiglia, dopo tanto tempo. Ma non solo e forse, era questo che la preoccupava più di ogni altra cosa: il suo nome era Morgan.
 
 
Crowley aveva richiamato i suoi scagnozzi poco lontano dal Nevada, in un teatro abbandonato. Non era affatto contento dei risultati ottenuti: quella donna non era ancora nel suo letto.
Perché? Non aveva dato precise istruzioni sul fatto che non era solo un passatempo, ma anche un sacrificio per l’intera specie? Certe volte i demoni erano proprio egoisti.
-Piccole, ma cosa è successo?-
Ruby e Abaddon si trovavano di fronte al loro Re, particolarmente nervoso per il non risultato ottenuto. Crowley dava loro le spalle.
-Le abbiamo perse- intervenne Ruby.
Il Re passeggiava tranquillo, nonostante fosse nervoso per la “sparizione” della ragazza.
Si bloccò, poco prima di fare un altro passo, sorridendo. –Ma certo…- si voltò –Tra pochi giorni sarà la festa dell’Equinozio… non potrebbe mai mancare di vedere la sua famiglia e quei figli dei fiori saranno sicuramente senza difese. Perfetto.- si sfregò le mani –Il re ti aspetta, piccola.-
   
 
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