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Autore: mudblood88    07/06/2015    3 recensioni
Seguito di "I cattivi non hanno mai un lieto fine, ma Regina ha Emma."
TRATTO DAL TESTO:
«Vuole il tuo cuore, Emma».
«Non mi importa» rispose la bionda, con fermezza. «Non ti lascerò andare da sola».
Regina fece un passo verso di lei, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
«Emma, ascolta...»
«No» la interruppe, alzando le mani in un gesto deciso. «Non mi importa, qualsiasi cosa dirai ho preso la mia decisione. Avevo promesso a Henry che mi sarei presa cura di te. Che ti avrei protetta. Ed è quello che ho intenzione di fare. Io sono la Salvatrice!»
«Emma» disse Regina, in tono grave. «A volte... anche la Salvatrice deve essere salvata».
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

VENTISETTE GIORNI PRIMA DEL SOLSTIZIO D'ESTATE


 
 

Henry attraversò la piazza che precedeva il castello di Elsa senza mai fermarsi, nè voltarsi indietro. Era appena spuntata l'alba all'orizzonte, ma lui non ci si soffermò; corse finché non si ritrovò davanti al grande portone di legno e bussò, bussò incessantemente finché qualcuno non andò ad aprirgli la porta.

«Signorino Henry!»

Una delle domestiche, una donna di mezza età con i capelli raccolti sotto a un cappellino che Henry ricordò si chiamasse Delilah, per fortuna lo riconobbe.

«Buongiorno Delilah, mi scusi per l'orario» biascicò il ragazzo, tentando di riprendere fiato. «Avrei bisogno di parlare con Elsa... cioè, la Regina Elsa. E con Hans».

La donna aveva grandi occhi gentili, che percorsero il ragazzo da capo a piedi.

«Stai bene, giovanotto?» gli domandò, posandogli una mano sulla spalla. «Entra, coraggio, entra!»

Henry fece qualche passo dentro l'atrio. «Sto bene» si affrettò a dire. «Ma ho bisogno di parlare con...»

«Henry!»

Alzò lo sguardo e vide Elsa scendere dalla grande scalinata, i capelli ancora in disordine e la vestaglia che la copriva.

«Henry, cosa ci fai qui? Dove sono Emma e Regina?»

Il ragazzo si avvicinò di qualche passo, e si incontrò a metà strada con Elsa.

«Va tutto bene?» ripeté Elsa, notando che Henry era molto scosso. «E' successo qualcosa?»

Henry non rispose subito. Si prese qualche momento per prendere dei grandi respiri, cosa che gli costò una grande fatica, perché questi continuavano a mancare.

«Henry...» Elsa gli posò una mano sulla spalla. «Sei molto pallido. Va tutto bene?»

«Ho bisogno... del tuo... aiuto».

E nel dire quell'ultima frase, Henry cadde a terra, svenuto, sotto lo sguardo preoccupato di Elsa e della domestica.

 

**

 

Regina ricomparve davanti al numero 108 di Mifflin Street. La sua casa sembrava anch'essa invecchiata nel tempo, ma sicuramente era frutto della sua immaginazione. Tutto quel caos di ritrovarsi nel futuro le giocava brutti scherzi. Ma era sicura che, nonostante tutto, i suoi libri di magia erano ancora esattamente dove li aveva lasciati. Gliene serviva uno in particolare, uno che riguardava i viaggi nel tempo e i buchi spazio-temporali. Era un tomo blu scuro, con il titolo scritto a grandi lettere dorate e bordato nello stesso colore.

Percorse a grandi passi il vialetto, ma quando si ritrovò davanti alla porta si bloccò, perché vide una luce accendersi in salotto. Si accostò alla porta ma non sentì nulla, soltanto silenzio. Poi rimbombarono dei passi.

Si fece indietro, con il cuore che batteva all'impazzata.

Qualcuno viveva in casa sua. Qualcuno dormiva nel suo letto, o nel letto di Henry.

Era piuttosto normale, si disse. Erano nel futuro, in un qualche modo erano passati almeno vent'anni, e la sua casa non doveva essere rimasta disabitata a lungo.

Sentì dei rumori avvicinarsi alla porta, così fece dietro front, corse di nuovo in strada e si allontanò, riparandosi dietro a un albero. Restò in attesa qualche minuto, e finalmente vide una sagoma uscire dalla casa. Non le distinse finché non fu in strada, illuminata dalla luce dei lampioni.

E il suo cuore si fermò.

Robin.

Robin camminava lungo il viale, stringendosi nella giacca verde militare, che era la stessa di sempre.

Regina si accovacciò, prendendosi la testa tra le mani. Sentì delle lacrime che spingevano per uscire, ma cercò di trattenersi. Istintivamente si portò una mano sulla pancia e pensò alla creatura che portava in grembo, suo figlio. Il figlio di Robin.

Lanciò un'occhiata all'uomo che con passo deciso si allontanava dall'abitazione, e lo seguì con lo sguardo finché non scomparì dal suo campo visivo, immerso nel buio.

Sospirò, e senza cedere al dolore, scomparì di nuovo.

 

**

 

Henry riaprì gli occhi, solleticato dai raggi del sole che entravano dalle grandi finestre della stanza. Riconobbe subito dove si trovava; era la stessa stanza in cui aveva dormito l'ultima volta che era stato ad Arendelle. Sentì una strana sensazione quando realizzò che era passato soltanto un giorno da quando era stato lì. Gli sembrava passata un'eternità.

«Henry, stai meglio?»

La voce gentile e calma di Hans arrivò da in fondo alla camera. L'uomo era seduto su una poltrona, e quando vide che il ragazzo era sveglio si alzò e lo raggiunse. «Ci hai fatto davvero preoccupare. Cosa è successo?»

Henry sospirò. «Mi dispiace, non so cosa mi è preso. Ero stanco morto e...»

«Tranquillo, Henry» lo rassicurò Hans. «Vado a chiamare Elsa così ci racconti tutto».

Henry annuì, mentre l'uomo usciva dalla stanza. Pochi istanti dopo ritornò insieme alla Regina di Arendelle, che sfoggiò un enorme sorriso nel vedere che Henry aveva ripreso conoscenza.

«Ti ho fatto preparare qualcosa da mangiare» disse Elsa, poi raggiunse Henry e l'abbracciò. «Cosa è successo, Henry? Emma e Regina stanno bene? Perché sei qui?»

«E' meglio se vi sedete, è una storia un po' lunga» iniziò Henry, e quando Elsa e Hans presero posto sulle poltrone, lui raccontò tutto ciò che era capitato da quando avevano lasciato il castello di Arendelle, per filo e per segno, senza tralasciare nulla.

«Abbiamo realizzato di essere arrivati in una Storybrooke del futuro, ma non sappiamo se è per un sortilegio, o se abbiamo sbagliato qualcosa attraverso il portale» concluse. «Io so solo che le mie mamme sono in pericolo. Emma è stata arrestata, e Regina...»

Henry esitò. Non sapeva ancora se dire la verità su ciò che stava succedendo. Elsa e Hans lo guardarono, sembrava che capissero il suo tormento. Non fecero domande, ma Henry proseguì. «Reigna è incinta. E' stata ricoverata in ospedale, e non so come sta».

Entrambi spalancarono la bocca per la sorpresa.

«Ok, allora noi... noi cosa possiamo fare per aiutarvi?»

Henry restò un attimo in silenzio.

«In realtà, non lo so. Emma mi ha mandato indietro per farmi stare al sicuro, ma mi ha anche detto di cercare di contattare Tremotino».

«Contattare Tremotino» ripeté Hans, meccanicamente. «Forse so come fare».

Elsa ed Henry lo guardarono.

«E come?» domandò Elsa.

«Bè, io sono l'Autore del libro, giusto? Sono ancora in possesso di un oggetto che potrà fare al caso nostro. E forse posso scrivere una storia che porti Tremotino... qui».

«Puoi farlo davvero?» esclamò Henry, entusiasta. «Pensi che funzionerà?»

«Non ne ho la certezza, ma tentar non nuoce» rispose Hans, alzandosi. «Anzi, mi metto subito all'opera. Hai per caso con te uno dei miei libri bianchi?»

«No, non ce l'ho» sussurrò Henry. «Ho soltanto quello che ha scritto la storia delle mie mamme».

Hans sorrise. «Andrà bene».

Henry gli indicò lo zaino, e Hans lo prese. Sotto al giacchetto di pelle di Emma, le fiale e altri oggetti, c'era il libro. Hans lo sfogliò fino all'ultima figura poi, con suo grande sollievo, vide che c'erano rimaste delle pagine bianche in fondo.

«Andrà benissimo» ripeté. «Ora, se volete scusarmi, mi metto al lavoro» e con un inchino, uscì dalla camera.

«Pensi che funzionerà?» domandò Henry ad Elsa. Aveva bisogno di essere rassicurato.

«Credimi, Henry» rispose Elsa, prendendo le mani del ragazzo nelle sue. «Hans sa quello che fa. Sono sicura che funzionerà, e con Tremotino riusciremo a salvare Emma e Regina. Te lo prometto».

Henry sospirò. «Lo spero».

 

**

 

Emma aveva rischiato di farsi beccare più di una volta, percorrendo le strade di Storybrooke senza una protezione. Sperava di dare meno nell'occhio, nascosta sotto al cappuccio nero, ma la verità è che tutti quanti si fermavano a fissarla.

Certo, doveva ammettere che una sconosciuta coperta da un cappuccio nero che correva per le strade di un paese come quello, era piuttosto sospetto. Ma non le importava. Doveva raggiungere la cripta, sapeva che lì avrebbe trovato Regina.

 

Regina raggiunse la sua cripta, trovandola ancora sigillata, esattamente come l'aveva lasciata. Tirò un sospiro di sollievo; anche se Robin -e forse anche Marian e Roland, pensò- per un qualche grottesco scherzo del destino viveva nella sua casa, la cripta era il posto in cui si sentiva più sicura. E, apparentemente, nessuno aveva osato profanarla.

 

Emma attraversò di corsa il parco antecedente alla cripta, passando in mezzo alle lapidi che l'avevano sempre un po' inquietata. Non sapeva spiegarsi perché Regina si sentiva così a suo agio in quel posto, lei lo trovava semplicemente inquietante, ma era sicura che Regina fosse lì, probabilmente già intenta a cercare una soluzione a quella strana situazione.

 

Regina sollevò una mano, e con un gesto rapido e deciso tolse il sigillo che aveva imposto. Toccò appena la porta della cripta e capì che era riuscita ad aprirla. Poi sentì un rumore di passi alle sue spalle, passi che si trascinavano sull'erba. Si voltò.

«Regina!» gridò Emma, col fiato grosso.

«Emma!» esclamò Regina, andandole incontro.

Due grandi sorrisi si allargarono sui visi di entrambe, mentre si correvano incontro. Emma provò una sensazione di calore invaderle il petto, nel momento in cui riuscì a distinguere nel buio gli occhi di Regina, il suo viso, i suoi lineamenti, tutto quanto; stava bene. L'aveva trovata e stava bene, quella era la cosa importante. Per Regina invece fu come se tutto il dolore e i dubbi che l'avevano assalita fino a quel momento fossero scomparsi; si sentì incredibilmente rassicurata dalla sola presenza di Emma, anche se era ancora lontana e non l'aveva ancora stretta tra le braccia. Con Emma al suo fianco, era sicura che le cose sarebbero finalmente andare per il verso giusto. E ne ebbe ancor di più la certezza quando si trovarono a metà strada, stringendosi in un abbraccio. 

Erano di nuovo insieme. Erano di nuovo insieme e nient'altro importava.



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Buona domenica belle persone! Eccomi qui puntuale con il quarto capitolo della ff. E' un po' più corto degli altri, è vero, ma volevo che finisse esattamente in questo punto, quando Emma e Regina FINALMENTE si ritrovano, almeno da far gustare a loro e a voi un briciolo di felicità, prima di... bè, non ve lo nascondo: ci sarà tanto angst! ANGST A PALATE, proprio!
Quindi diciamo che questa è la cosidetta quiete prima della tempesta.
Anyway, il prossimo capitolo arriverà domenica prossima come di consueto, e ho tante altre os in cantiere che aggiungero alla raccolta "Delirio Swan Queen" che trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3073107&i=1

Vi ricordo anche di seguire la mia pagina facebook, nel caso non lo facciate già, che trovate qui:  https://www.facebook.com/pages/SwanQueen-%CF%9F-I-cattivi-non-hanno-mai-un-lieto-fine-ma-Regina-ha-Emma/1587931868117207
E vi lascio un ultimo link per votare la Swan Queen agli "Once Upon a time Awards" come miglior ship. VOTATE VOTATE VOTATE!!! qui:  http://daninseries.altervista.org/once-upon-a-time-awards-finalissima/

In ultimo, ma non per importanza, un saluto e un abbraccio enorme alle ragazze del "Delirio Swan Queen" perché... bè, semplicemente perché esistono <3

  
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