Era una fresca mattina di primavera. L’aria fresca mi scompigliava silenziosa i capelli mentre saltavo con velocità da un albero all’altro.
“Vai più piano Hime!” mi urlava il mio compagno.
Non rallentai. Non potevo permettermi di rallentare la mia corsa, dovevo arrivare a quel nascondiglio il prima possibile, non volevo rischiare di nuovo di perderlo. Dovevo ritrovarlo a tutti i costi mi ero fatta una promessa il giorno in cui era scappato, non potevo arrendermi. Ora toccava a me proteggerlo e distoglierlo dalla cattiva via che lo stava portano ad essere considerato uno dei più vili traditori del villaggio.
“Non ti servirà a nulla arrivare già stanca!” continuò lui cercando di tenere il passo
“Se procediamo troppo lentamente non arriveremo mai!” risposi io senza voltarmi “Non ho intenzione di tornare anche questa volta al villaggio senza di lui!” la mia voce era irata. Ogni volta che partivo in spedizione per cercarlo la rabbia e il doloro che avevo provato il giorno in cui mi aveva lasciata tornavano a farsi sentire. Forti e chiare come quel giorno.
 
“Non puoi andare via!” gli urlai disperata fra le lacrime. Non ero riuscita ad addormentarmi quella sera, ogni volta che ci provavo lo sguardo serio e freddo di mio fratello mi tornava alla mente. In un primo momento avevo pensato fosse solo irritato per il comportamento dei suoi compagni di squadra, ma il suo atteggiamento era durato davvero troppo.
Una brutta sensazione si impadronì del mio cuore tanto da farmi correre a controllare se in quel momento lui fosse nella sua stanza a dormire. Non c’era.
Senza pensarci uscì di casa non badai al fatto di essere ancora in pigiama e senza scarpe, ero troppo preoccupata.
“Perché mi vuoi lasciare!?” la mia voce tremava per il pianto
“Vattene via” il tono freddo come il ghiaccio “Non ho voglia di perdere tempo con una piagnucolona come te” come poteva essere così freddo con me? Iniziai a pensare che forse a lui non era mai importato nulla di me, non mi aveva mai voluto seriamente bene.
“Ti prego fratellone non lasciarmi anche tu” volevo smettere di piangere ma le lacrime scorrevano lungo il mio viso ed io non potevo fare nulla per bloccarle o per lo meno diminuire il loro flusso.
“Finiscila di piangere. Le lacrime sono segno di debolezza. Non portano a nulla”  riprese a camminare non badando più alle mie urla disperate.
Mi accasciai a terra piangendo per il dolore e la rabbia. Rabbia per non essere stata abbastanza forte per fermarlo e dolore per essere rimasta sola, senza nessuno che mi volesse bene.
 
“Non lo troveremo neppure questa volta. Queste spedizioni sono inutili” la frase del mio compagno mi fece tornare alla realtà. Fermai bruscamente la mia corsa mentre un forte moto i rabbia stava iniziando il suo viaggia per arrivare al cuore e farlo esplodere.
Chiusi gli occhi e strinsi i pugni, odiavo quando li sentivo bisbigliare in quel modo, sapevo bene che nessuno della mia squadra, neppure il mio maestro, era veramente intenzionato a trovare mio fratello. “Ci sarà invece…” dissi riprendendo la mia corsa ripetendomi in mente che l’avrei trovato, che questa volta mi avrebbe ascoltata e sarebbe tornato a casa con me.
“Takumo” lo chiamai seria “Usa il tuo Byakugan” mi fermai, eravamo arrivati davanti al nascondiglio sotterraneo usato almeno in quel mese da quei vermi che se l’erano portato via.
Il viso candido e delicato del mio compagno si era riempito di vene gonfie che lo avevano deturpato, cambiandolo completamente.
“Non sento la presenza di nessuno, a parte noi” disse lui serio
“Restare è inutile ormai” finalmente aveva parlato anche il mio maestro, ma non era ciò che volevo sentirmi dire
“No!” dissi secca “Voglio controllare di persona” 
“Hime…” il mio maestro stava provando a dissuadermi  dalla mia idea ma io lo guardai furente negli occhi, non mi sarei arresa affidandomi solo al potere del Byakugan, se loro non volevano aiutarmi allora avrei fatto tutto da sola, non avevo bisogno di loro.
Iniziai a controllare ogni singola stanza di quell’ enorme nascondiglio, ogni singolo pertugio, persino il più piccolo e nascosto. Correvo senza sosta da una stanza all’altra non badando ai richiami dei miei compagni.
Aprì la porta dell’ultima stanza chiamandolo a gran nome, ma nulla lui non c’era, anche quella stanza era vuota. Diedi un pugno alla porta per la rabbia uscendo poi di corsa dal nascondiglio.
Mi trattenni dal piangere, non sarebbe servito a nulla. Mi ero ritrovata così tante volte a piangere pregando i Kami di farlo tornare ma non era successo nulla.
 
 
Angolo autrice :D
Salve a tutti ho deciso di creare questa storia in onore della mia migliore amica _Son Hikaru, lei non ha mai smesso di cercarmi da quando ci siamo perse due anni fa e neppure io ho smesso di farlo e oggi eccoci finalmente qui che ci siamo ritrovate e voglio celebrare questa nostra riunione con questa storia basata proprio su questa ragazzina, Hime che cerca senza sosta suo fratello passato dalla parte di Orochimaru.
Parlo di fratelli perché per me lei sarà sempre la mia sorellina del cuore, l’unica persona con cui ho condiviso tutte le mie passioni.
Ti voglio bene Hika <3
Commentate che voglio sapere cosa ne pensate!