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Autore: RossoCannella    07/06/2015    2 recensioni
Non riesco ad ascoltare oltre. Questa canzone mi sta infastidendo. Mi infastidisce perché ho rinunciato a te, perché ti ho delusa, perché ti ho abbandonata, perché ti ho fatta piangere, perché ti ho detto addio, perché ti ho mentito e ferito. Così tolgo in fretta le cuffiette e spengo l'affare.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Dianna Agron, Naya Rivera, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Missing
11. On my way to you

Sono giorni che non ho notizie di Dianna.
Sono giorni che provo a contattarla.
Sono giorni che continuo a sentire la sua voce attraverso la segreteria e la cosa mi disturba.
Sono preoccupata.
Non ci sentiamo da quando abbiamo avuto quella discussione in giardino... continuo ad avere questi pensieri, continuo ad immaginare degli scenari a cui non dovrei neppure pensare.
Non riesco a contattarla. Ho provato a chiamare tutti i nostri amici, i colleghi, ma niente di niente. Nessuno sa dove si trovi o ha sue notizie.
Così devo ricorrere all'ultima possibilità di avere sue notizie, suo fratello Jason.
Prendo il telefono e lo chiamo. Qualche istante dopo risponde.
"Pronto"
"Ciao Jason, sono Naya, per caso Dianna è lì?" chiedo.
"No, non la vedo da settimane"
"Non riesco a rintracciarla, quando le hai parlato l'ultima volta?"
"Credo fosse un paio di giorni fa, tutto ok?"
"No, ho davvero bisogno di contattarla ma non so come. Potrei avere il numero di tua madre, magari sa qualcosa?" chiedo e lui mi da il numero.
Riattacco e mi rigiro il foglietto di carta su cui ho segnato quelle cifre, tra le dita. Continuo a sperare che in quel pezzo di carta, in quel numero, ci sia la risposta alle mie domande; continuo a sperare che in quel pezzo di carta sia la fine della mia agonia.
Così compongo il numero di Mary, la mamma di Dianna e aspetto che risponda. E lei risponde e parliamo per un po'.
Quando le chiedo dove sia Dianna, lei non sa di cosa io stia parlando, crede che sia a casa sua, ma non c'è. Ho controllato.
Mi dice che ha parlato con lei proprio stamattina e che proverà a chiamarla adesso e per un istante mi tranquillizzo. Sta bene, ha parlato stamattina con sua madre.
Quando la chiamata si conclude, mi siedo sul divano e comincio a fissare il muro davanti a me, senza un vero e proprio motivo.
Aspetto ansiosa di ricevere notizie da Mary e nel frattempo fisso il muro. Che senso ha fissare il muro - penso - e mi rendo conto che nemmeno questo ha senso.
Probabilmente sto solo cercando di pensare ad altro e la cosa sta non riuscendo.
Voglio sapere dove diavolo sia!
Il cellulare comincia a vibrare e guardo in fretta lo schermo, è Spencer.
In questo momento non ho voglia di parlare con lui, voglio sapere dove sia Dianna.
Lui non c'entra niente in questo e non posso rispondere alla sua telefonata rischiando di perdere quella di Mary, così gli invio uno di quei messaggi pre-impostati che il telefono ti mostra quando non puoi rispondere, qualcosa del tipo "non posso parlare al momento... ti richiamo".
In ogni caso funziona, lui smette di chiamarmi e mi risponde con un "ok, non preoccuparti, volevo solo sapere come stessi, è da un po' che non ci sentiamo".
Il che è vero, non ci sentiamo da quando ho cominciato a perdere le tracce di Dianna, ma flirtare non era tra le mie priorità e non lo è nemmeno adesso quindi ignoro il suo messaggio.
La chiamata di Mary non tarda ad arrivare e mi comunica che Dianna sta bene e che si trova in Georgia.
Mi chiedo che diavolo sia andata a fare in Georgia, ma forse la risposta la so già... è colpa mia.
Mary mi dice che è andata lì per distrarsi dalle fatiche del lavoro e dalle pressioni dei media.
La solita scusa che uso anche io quando voglio sfuggire per un po' da tutto e tutti. Conosco Dianna e so che non è quel tipo di persona che si interessa ai media o che va via per il lavoro stancante.
Dianna scappa solo quando ci sono di mezzo i sentimenti, la conosco troppo bene.
Così le chiedo dove sia precisamente e mi dice che è nella loro vecchia casa, mi da l'indirizzo e c'è solo una cosa che io possa fare: andare da lei.
Così prenoto il primo volo per la Georgia e mi imbraco al più presto possibile.
Sono sull'aereo e continuo a chiedermi per quale motivo ho preso questo volo. Perché sto andando da lei? Sua madre ha detto che sta bene, allora perché tutto questo?
Ho paura di rivederla, non so che dirle e il pensiero di lei mi rende stranamente nervosa, mi rende nervosa proprio come il primo giorno sul set.
Ricordo che non conoscevo nessuno, avevo paura. Poi mi dissero che avrei subito incontrato una delle protagoniste e che sarei stata  in scena con lei per la maggior parte dell'episodio. Così il mio nervosismo accrebbe ancora di più.
Mi diressi in camerino e lei era lì, bellissima. Ricordo il sorriso enorme sul suo volto e quegli occhi pieni di vita.
Probabilmente sono sempre stata innamorata di lei, fin dal primo giorno, fin dalla prima scena, fin dal primo istante.
Ritorno in me quando una hostess mi passa accanto e mi chiede se gradisco qualcosa da mangiare o da bere, ma ho lo stomaco chiuso e le dico che sto bene così.
Dopo sei ore interminabili, tre scali e tre compagni di viaggio diversi e l'uno più fastidioso dell'altro, arrivo a Savannah.
Ho l'indirizzo di casa Agron tra le mani e il taxi e proprio di fronte a me.
Credo di aver capito finalmente che diavolo ci faccio qui: devo riaverla.
   
 
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