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Autore: Jules_Kennedy    07/06/2015    1 recensioni
-Pioveva come oggi, sai, Eustass-ya?- la voce del moro riscosse Kid dai suoi pensieri, costringendolo a distogliere lo sguardo dalla foto e a puntarlo sul suo ragazzo, che ora si trovava in piedi accanto alla balaustra della finestra. Come faceva ad intuire sempre ciò che stava pensando? Il rosso non lo avrebbe mai capito, eppure in quel momento non era importante.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Donquijote, Rocinante, Eustass, Kidd, Trafalgar, Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Memories
 



Non poteva dire che la pioggia non gli piacesse, anzi. Spesso si ritrovava a spalancare le finestre e  lasciare che l'odore penetrante della pioggia entrasse in casa. Gli piaceva inalarlo con forza, assaporandone le sue note amare e potenti. Ed ecco che in quella piovosa domenica di giugno, Trafalgar Law si trovava nel suo appartamento, con una tazza di cioccolata tra le mani, seduto di fronte al finestrone della sala da pranzo completamente spalancato. La pioggia scorreva lenta di fronte a se, bagnando con gentilezza ogni angolo della strada. Il cielo livido e gonfio dava alla luce un'aria soffusa, ovattata. Il grigio che popolava l'atmosfera si intonava perfettamente al suo stato d'animo, cupo e tempestoso. In quell'attimo di pace, tutto era perfetto.
 
-FANCULO!-
 
Ecco, in realtà tutto SEMBRAVA perfetto.
Era infatti praticamente impossibile godersi un momento di tranquillità da quando in casa sua c'era quell'energumeno buzzurro del suo ragazzo, Eustass Kid. Tuttavia, se anche in un altra occasione avrebbe risposto per le rime a quell'interruzione sgradita del suo piccolo angolo di pace, Law non era nell'umore per rispondergli a tono. Anzi, di rispondergli e basta.
Si limitò ad ignorare quella delicata affermazione, mantenendo lo sguardo inespressivo fisso su un punto indefinito della distesa bianca che si espandeva in cielo.
Si isolò da tutto quello che gli stava attorno, sapendo già che Kid avrebbe continuato a rompere. Conosceva abbastanza bene quel rosso sciarrino, e se c'era una cosa che aveva imparato, era che Kid era sempre incazzato.
 
E il fatto che avessero da poco fatto sesso non mutava l'umore scazzato del rosso, anzi, in quel momento, se possibile lo peggiorava.
Perchè?
 
Beh, semplicemente perchè se c'era qualcosa che Kid odiava più della pioggia (che coincidenza), dei supermercati e dei vecchi, era svegliarsi senza il suo ragazzo accanto. E il fatto che Law si fosse alzato per fare.. beh, qualsiasi cosa fosse non importa, e si fosse accidentalmente imbambolato di fronte alla tempesta che si stava scatenando, e per di più con una tazza di cioccolata in mano di certo non era una scusa plausibile al perchè lo avesse mollato li, da solo, in quel letto enorme.
 
E poi gli era rimasta voglia, e che cazzo.
 
Notando la totale assenza di risposta dalla magra figura alla finestra, Kid continuò ad insultarlo a mezza voce, girovagando per la sala da pranzo fino a raggiungere il frigo. Guardò torvo l'interno dell'elettrodomestico, lanciando di tanto in tanto occhiate fugaci al moro, che per parte sua se ne stava su quella fottuta sedia, immobile e con la tazza stretta tra le mani. Gli occhi plumbei erano persi al di fuori della sua visuale, adombrati da qualcosa che Kid non riusciva a comprendere. Conosceva Trafalgar abbastanza bene da capire (pur con la sua scarsissima empatia) che qualcosa non andava.  Quegli occhi taglienti e brucianti non avevano segreti per lui, e il rosso di convinse che qualcosa turbava il suo ragazzo.
 
Borbottò qualcosa che doveva assomigliare ad una bestemmia, mentre si accomodava al tavolo della cucina con un tramezzino al tonno stretto in una mano e una birra nell'altra.
Fu così che l'occhio gli cadde su un rettangolo anonimo ed ingombrante che se ne stava abbandonato sulla superficie del tavolo, e che fino a quel momento Kid non aveva nemmeno notato.
Non gli sembrava di riconoscere cosa fosse, e da quando vivevano insieme il rosso aveva fatto esperienza bene o male di quasi tutti gli oggetti che si trovavano in casa del moro. Dedusse quindi che quella cosa (che assomigliava ad una scatola o a un album molto grosso) fosse stata tirata fuori da chissà dove, e che era giaciuta dimenticata ed ignorata probabilmente nei meandri dello sgabuzzino (unico posto dove Kid metteva di rado piede), e ciò giustificava la sua totale ignoranza in proposito.
 
Strappò un morso dal tramezzino, e verificando che Law non si fosse mosso dalla sua postazione, ne che lo stesse guardando, tirò la scatola verso di se, cedendo alla curiosità di sbirciare. Constatando che si trattava proprio di un album, sfiorò appena la pelle consunta che rivestiva la copertina.  Un cartellino bianco con venature avorio campava proprio al centro della pagina, e su di esso faceva bella mostra di se una scritta elegante, anche se parzialmente sbiadita.  
 
"Famiglia"
 
 Rimase a fissare quella parola per qualche secondo, deglutendo pesantemente. Se c'era una cosa su cui Law non ironizzava mai (ammesso e non concesso che l'argomento venisse fuori, caso rarissimo) era la sua famiglia, se così la si poteva definire.
 
Donquixote Doflamingo, malavitoso pericoloso e senza scrupoli, aveva adottato Law come uno dei suoi "figli" insieme all'allegra combriccola che si portava sempre dietro, anche se il moro non si ci era mai realmente abituato. Persi i genitori da bambino in un incidente dalle cause sconosciute, il piccolo Trafalgar si era visto catapultato in quella casa di pazzi, in cui nessuno aveva veramente a cuore le sue sorti. Semplicemente, tutti offrivano un affetto surrogato a quello che Doflamingo stesso elargiva, facendo capire al piccolo Law che se voleva sopravvivere, avrebbe dovuto fare a meno di avere bisogno di quella mandria scatenata, a partire dal biondo piumato.
 
Avrebbe dovuto essere un'isola, rinchiusa nel suo mare di freddezza e cinismo.
 
Con ancora quei pensieri in testa, Kid aprì con una delicatezza inaspettata il pesante album, rivelando in prima pagina un'immagine della famiglia al completo. Sorrise flebile nel vedere il piccolo Trafalgar con il suo cappello a macchie ed un'espressione scazzata così simile a quella del Law adulto, stretto tra Doflamingo ed un'altro biondo con una cuffietta rossa da cui pendevano due estremità a forma di cuore. Teneva una sigaretta tra le labbra dipinte, e il cappotto di piume nero era quasi completamente coperto di fiamme.
Nonostante tutti nella foto indicassero la spalla incendiaria dell'uomo, chi urlando, chi con un secchio di acqua in mano, proprio Law sembrava assolutamente tranquillo riguardo alle sorti del biondo, mentre il faccione inquietante di Doflamingo se la rideva, con tanto di lingua tra le labbra in bella vista.
 
Avrebbe quasi potuto ridere Kid, guardando la scena nel complesso della sua assurdità. Eppure, guardando la figura sfocata di Donquixote Rosinante, detto Corazon, fratello di Doflamingo nonchè autopiromane involontario, non potè non sentire lo stomaco annodarsi fastidiosamente, mentre qualcosa di pesante come un macigno gli precipitava nelle viscere.
Fissò quel suo sorriso dipinto da beota, e voltandosi verso Law vide che ora il moro aveva chiuso gli occhi, e appoggiava la testa contro lo schienale della sedia. Sembrava come se potesse vedere quello che stava vedendo lui a distanza, percependo i suoi stessi sentimenti.  Kid tornò alla foto, ricordando quando per la prima volta Law gli aveva parlato dell'unico nella famiglia che si fosse veramente preso cura di lui.
L'uomo a cui Law doveva quello che era diventato, l'uomo che aveva dato la sua vita per salvarlo.
 
Corazon.
 
-Pioveva come oggi, sai, Eustass-ya?-  la voce del moro riscosse Kid dai suoi pensieri, costringendolo a distogliere lo sguardo dalla foto e a puntarlo sul suo ragazzo, che ora si trovava in piedi accanto alla balaustra della finestra. Come faceva ad intuire sempre ciò che stava pensando? Il rosso non lo avrebbe mai capito, eppure in quel momento non era importante. Senza chiedere ulteriori spiegazioni, Kid intuì che per la prima volta Law parlava di quello che era successo a lui e Corazon la notte in cui era scappato da quella casa. Gliene aveva solamente accennato in passato, e per quante volte Kid ci avesse pensato a chiederglielo, si era reso conto che l'argomento era quanto mai spinoso e difficile per il suo ragazzo, quindi non aveva mai calcato la mano. E il fatto che adesso Law ne parlasse senza che nemmeno Kid glielo chiedesse, la diceva lunga su quanto il ritrovamento dell'album di famiglia l'avesse scosso.  Probabilmente nemmeno se lo aspettava di ritrovarlo.
Law Non lo guardava, ma Kid era sicuro che il moro potesse percepire il suo sguardo d'ambra carico di elettricità scorrere sul suo corpo. Non si stupì infatti il rosso quando quello continuò a parlare, prendendo il suo silenzio attento per un invito ad andare avanti.
 
-Cora-san mi aveva chiuso in un baule, promettendomi che sarebbe tornato a prendermi.- iniziò con voce flebile. -Ha fatto in tempo a chiudere il coperchio che Doflamingo ha spalancato la porta della stanza. Li ho sentiti parlare. Doflamingo era veramente incazzato, eppure non riuscivo a preoccuparmi. Mi aveva promesso che sarebbe andato tutto bene, no?- chiese più a se stesso che a Kid, tenendo lo sguardo alto mentre lentamente gli occhi gli si riempivano di lacrime troppo orgogliose per scendere. Senza aspettare una risposta continuò a raccontare, stringendo i denti mentre le guance gli si bagnavano lentamente.
 
 -Ha sparato a Cora-san, in bastardo. E nonostante tutto lui mi ha tirato fuori dal baule e mi ha portato con se fino alla finestra, da cui ci siamo buttati senza nemmeno pensare alle conseguenze. Perdeva sangue, troppo, troppo sangue.Mentre correvamo via verso il limitare della radura, Doflamingo ci fissava dalla finestra spalancata.. posso ancora percepire quel sorriso sulla sua faccia e quegli occhi che ci analizzavano da dietro le lenti degli occhiali. Non ha sparato di nuovo, e sai perchè Eustass-ya?- domandò roco, stavolta fissando Kid con il viso inondato di lacrime. I loro occhi si incontrarono per la prima volta, e il rosso potè leggere chiaramente quanto rancore, dolore e quanta difficoltà ci fosse in quelle pozze grigie di trattenersi, di parlare, di ricordare.
 
Nonostante avesse già intuito quale fosse la conclusione di quella storia, Kid si rese conto di come Law avesse bisogno di terminare il suo racconto. In cuor suo sapeva che la conclusione di quella vicenda c'entrasse con tutta una serie di comportamenti che Law aveva e che non si era mai preso la briga di spiegare, e sopratutto Kid percepì quanto quella storia c'entrasse con i suoi incubi e le sue turbe notturne.
E fu così che la consapevolezza lo invase.
 
Ebbe la certezza schiacciante, anche se non comprovata, che Law non aveva mai raccontato a nessuno della morte di Corazon. Si portava avanti quel fardello da tredici anni, e ora era arrivato al punto di rottura. E che fosse stato proprio l'album di foto che Corazon aveva insistito per assemblare a farlo scoppiare, era la goccia che faceva traboccare il vaso.
 
Distogliendo lo sguardo Law continuò a parlare. -... Doflamingo sapeva che Cora-san sarebbe morto davanti ai miei occhi. Sapeva che non gli rimaneva molto da vivere. Per questo ci ha lasciati andare. Non voleva che mi perdessi lo spettacolo del mio unico benefattore che lasciava questo mondo. Ma non lo sa lui quello che mi ha detto Cora-san prima di morire.. non lo saprà mai. Se non volessi ucciderlo con tutto me stesso, lo ringrazierei. Mi ha sorriso, Kid. Cora-san mi ha sorriso, con quelle sue stupide labbra dipinte. E ha detto che uniche parole che mai avrei pensato di poter sentire.-  si fermò di nuovo Law, percependo il calore delle braccia di Kid, ora in piedi dietro di se che lo avvolgeva da dietro. Si perse in quella stretta, chiudendo gli occhi e lasciando che le lacrime gli scorressero impietose lungo il viso.
 
Perchè doveva fare così male?
 
-Che cosa ti ha detto?- chiese Kid pacatamente, senza smettere di stringerlo. Aveva un tono calmo, così diverso da quello che gli animava la voce solitamente. Forse complice la pioggia che aveva cominciato a scorrere, quella voce profonda che si insinuava nella sua anima, quelle braccia che lo stringevano forte, fatto sta che Law si voltò lentamente verso il petto di Kid, guardandolo negli occhi per una frazione di secondo prima di scoppiare, soffocando sulla sua pelle i singhiozzi che ormai si erano fatti insostenibili.
 
-Ha sorriso quell'idiota.. e mi ha.. detto..- singhiozzò con rabbia -.. mi ha detto.. - cercò di riprendere, ma Kid lo bloccò baciandolo piano, mentre la presa su di se aumentava e una mano di Kid andava ad accarezzargli i capelli. L'altra si muoveva lentamente sulla sua schiena, carezzandola dolcemente nel tentativo di calmare i forti spasmi che lo scuotevano. Law odiava farsi vedere debole, indifeso, perso. Eppure in quel momento si sentiva come se fosse ritornato in quel bosco, sotto la pioggia sferzante, cercando di svegliare Cora-san che giaceva sorridente sul terreno umido. Pianse senza avere più forze, svuotandosi con forza di tutto quello che in tredici lunghi anni, si era costretto a tenere dentro, a bada.
 
Si perse nelle labbra di Kid, mentre gli ultimi solchi bollenti gli segnavano il viso umido. Si staccarono in tempo per riprendere fiato, e senza mollarlo, Kid portò una mano al viso di Law, asciugandogli uno zigomo con il pollice. Appoggiò la fronte su quella del moro, agganciando i loro sguardi in una morsa ferrea.
-Non sono uno psicologo, questo lo sai, anche se posso intuire da solo cosa ti abbia detto quel folle in punto di morte. Però questo non deve tormentarti, perchè morire per salvarti è stata una sua scelta. O sbaglio?- chiese deciso. Law continuò a fissarlo in silenzio, sforzandosi di mantenere il respiro regolare. Distolse lo sguardo, dando a Kid il segnale che chiedeva per andare avanti.
 
-Appunto. Non importa quanto abbia fatto schifo il tuo passato, Law, tu sei forte dannazione, e lo sai! Hai affrontato l'inferno e ne sei uscito vincitore, e non permetterai ad un album di ricordi di farti cadere..- disse indicando con la testa il grosso libro ancora aperto alla prima pagina -.. okay? Ci sono ricordi che meritano di essere mantenuti, e seppellire quel coso nei meandri di uno sgabuzzino non farà sparire i fantasmi, questo lo sai. Si può solo conviverci ed imparare ad accettare le ferite.- concluse serio, senza interrompere il contatto visivo con Law. Sentì un brivido ed esultò internamente quando vide quell'ombra che gli oscurava gli occhi farsi più leggera, mentre lasciava il posto a una luce nuova. Sfruttando quell'attimo di calma, Kid decise di giocare la sua carta finale.  -E poi.. Ho guardato la prima foto in quell'album, e beh.. credo che valga la pena di guardare anche le altre. E sai perchè?- chiese con un mezzo sorriso sulla faccia che fece presagire a Law tutt'altro che bene. -Perchè Eustass-ya?- chiese con voce ancora roca asciugandosi le guance, mentre un'espressione perplessa si faceva spazio sul suo viso.
-Beh, perchè.. tra te e quel Cora-san non so chi abbia vinto il premio per lo scatto più imbarazzante.. e vorrei farmi un'idea, tu che dici.. bacia-rospi?- ghignò soddisfatto il rosso, beccandosi una gomitata nello stomaco che da un lato lo fece incazzare di brutto, ma che allo stesso tempo dissolse quel peso che gli si era ancorato sul fondo del torace. Law era tornato, e si dirigeva con passo scazzato verso l'album. Lo sfogliò furiosamente sotto lo sguardo attonito di Kid, cercando una foto in particolare. Non appena la trovò, prese il grosso libro e glielo piazzò davanti al naso, indicando una foto che ingombrava il centro della pagina.
-Ti sembra che lo stia baciando questo rospo, Eustass-ya?- sibilò furente, mentre Kid tentava in tutti i modi di trattenere le risate.
Law teneva un rospo per le zampe ad altezza occhi, e lo fissava intensamente.
 
Inutile dire che Kid scoppiò dopo nemmeno due secondi.
-Allora hai veramente una foto con un rospo! .. IO STAVO SCHERZANDO!- riuscì a dire piegato in due dalle risate,  mentre Law lo colpiva ripetutamente con il dorso dell'album. Alla fine però anche il moro si lasciò contagiare da quella risata cavernosa, ritrovandosi coinvolto in una battaglia che vedeva schierati lui con il suo album contro Kid che brandiva un cuscino come difesa.
 
Si colpirono, baciarono e rotolarono sul pavimento per un tempo che sembrava praticamente infinito, finendo straiati sul tappeto e stretti l'uno all'altro,a commentare gli scatti che popolavano il galeotto album.
Sfogliando le pagine ingiallite, per la prima volta Law guardò quegli scatti senza ombra di dolore o risentimento.
Perchè con Kid al suo fianco, i fantasmi del passato lasciavano il posto semplicemente a piccoli, tristi e dolcissimi ricordi.
 
 
 
 
 




ANGOLO AUTRICE
ehm.. si. Ciao.
Si vede che sono abbastanza depressa, no? Benissimo.
Scritta con il prompt "Album di ricordi" proposto sul forum "http://onepieceyaoi.forumcommunity.net/" :D
Spero che la storia vi piaccia, e in attesa di pareri, vi mando un grande bacio e alla prossima! <3
 
Jules
   
 
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