Ogni volta che sfoglio le pagine di un libro, che sia vecchio o nuovo, di questo genere o di quell'altro, mi viene spontaneo domandarmi quale storia vi si celi dietro.
Immagino lo scrittore chino su un tavolo inventare con pazienza e intuito, con dedizione. Vedo il manoscritto crescere, diventare la realizzazione di un sogno, o qualcosa che non ci si aspettava.
Mi chiedo perchè faccia tanto scalpore, se l'autore abbia deciso di scrivere il vero o abbia solo saputo giocare con la fantasia.
Ora che anche io scrivo capisco perchè esistono tanti libri, tanti scrittori, tanti giornalisti e tante persone a cui piace raccontare delle storie. Illuminare la giornata di qualcuno con una frase, con una sola parola, che questa sia di un romanzo che parla di amore o di avventura, è qualcosa per vale la pena di vievere e di impegnarsi. Delle volte con assoluta inconsapevolezza ci troviamo a tracciare il destino di chi scorre con occhi curiosi ciò che il nostro cuore ha deciso di immortalare dietro una maschera d'inchiostro.
Uno scrittore è prima di tutto un' artista e gli artisti sentono meglio di chiunque altro le emozioni. Non perchè siano in qualche modo superiori agli altri, ma semplicemente perchè non hanno nessuna paura di lasciare aperto un varco e lasciare che il mondo si possa librare sulla scia delle loro sensazioni. Non hanno paura di ferirsi o di cadere, ma semplicemente vogliono vivere, capire, disegnare vite. Uno scrittore è un pittore su carta e non su tela.
Le sue parole, le storie, i suoi drammi e le sue commedie, scritte con passione, vanno dritte al cuore di una persona come una freccia silenziosa. Non puoi vederla, ma lei è arrivata al baricentro esatto di tutti i tuoi ricordi, alla fonte del tuo passato. Raccontare di uno o di molti è come sfiorare acqua ghiacciata e sentire un brivido salire su per il corpo, ma riempirlo non di freddo, bensì di calore.
E' una scoperta piacevole, sempre diversa, inaspettata. Ci si scopre, ci si appassiona, ci si diverte e ci si affezziona ai personaggi che sembranao diventati reali come per magia.
Se scrivo per me o per gli altri non ha importanza. Quello che conta è che ho trovato un rifugio. Entro in un mondo tutto mio, faccio che sia reale, faccio che la gente ci si catapulti dentro e che provi qualcosa, che senta quello che legge, che mi capisca. Che capisca.
Mi estraneo dal mondo che vivo tutti i giorni, dalle persone che mi conoscono e mi giudicano. Divento un'altra. Un'eclissi dell'animo mi rende buia, e mi trasforma in un'altra parte di sole.
I miei nemici da un giorno all'altro non sono più quelli di prima perchè ho cambiato punti di vista. Oh, no. Se narro di un'antagonosta non lo odio affatto, ma voglio bene a lui nello stesso modo in cui lo voglio al protagonista, a un personaggio che si nota a malapena.
Fai parte di un mondo, sì, ma non ci vivi dentro. Sei al disopra di tutto. Sei tu a decidere ogni cosa, anche se dai più reconditi alibi dell'incoscienza. Le dita seguono gli oridni. Fanno sì che dai meandri della tua memoria tu possa prenderti delle rivincite, tornare indietro e non fare gli stessi sbagli che hai fatto, ma non sei tu che aggiusti le cose, le cose si aggiustano da sè.