Bride Spin-off
*Catherine*
Cime Tempestose
“Tu ti
stai per sposare e io non lo farò mai, Shikamaru, mai…
perché amo
te e ti vorrei vedere sparire dalla mia vita,
dalle mie
notti, vorrei vederti sparire o sparire io,
perché
così non ce la faccio…”.
“The Bride Collection: Bride n°3, Isolde”
Di Wishful Thinking
“Sei una sposa magnifica, tesoro” sorrise lui, avvicinandosi
a lei col suo solito ghigno beffardo stampato in volto.
Ino sforzò un sorrisino, poco convinto ma
sincero, mentre si passava una mano sul candido abito aderente che,
inaspettatamente, si era ritrovata ad indossare ancora una volta… la sua volta.
“Non sarà un po’ troppo provocante?” domandò la
biondina, notando la generosa scollatura di quell’abito senza spalline, con un
nastro che dai lati del seno risaliva lungo il petto e le spalle per
allacciarsi sulla nuca.
I lunghi capelli erano legati in un’alta ed
intricata acconciatura, che il giorno del matrimonio sarebbe stata adornata di
perline e fiori, come desiderio delle loro madri, entusiaste di quelle nozze.
Da quando Shikamaru si era sposato con Temari, Ino si era chiusa in se stessa, diventando lo
spettro di ciò che era prima, rifiutandosi di parlare e persino di pensare a
qualcosa che potesse avvicinarsi all’amore. Sua madre aveva sofferto
terribilmente nel vedere la figlia in quello stato pietoso: del resto, non le
era possibile pensare alla sua bellissima principessa ridotta zitella a vita
per via di un ragazzo, tantomeno di un Nara.
L’aveva persino convinta ad uscire con Sai, ma
non era servito a nulla. E poi… poi la vide ridere, dopo quattro lunghi mesi di
ombre e agonia, l’aveva vista ridere di nuovo, sinceramente.
La signora Yamanaka l’aveva convinta chissà come
a partecipare al matrimonio di Neji e Tenten, a cui Ino si era presentata con
l’aria da funerale quando eccola lì, durante il buffet: sua figlia, la sua
solita bellissima Ino, che rideva e scherzava allegra e spensierata con… Kiba Inuzuka?
Il resto era venuto da sé. O quasi. Il
complottare fra la signora Yamanaka e la signora Inuzuka
era stato di grande aiuto, con la loro pulce nell’orecchio da “mia figlia/mio
figlio continua a parlare di te”.
Ino alzò lo sguardo dal suo vestito al volto di
Kiba che, ancora sogghignante, si era appoggiato alla sua spalla nuda,
stampandole un dolce bacio sulla pelle serica.
“Kiba… tutto questo è assurdo.” commentò lei,
guardandolo attraverso il loro abbraccio riflesso nello specchio.
“Ah ah ah… perché?” le
domandò lui, ridacchiando.
“Insomma, ci siamo conosciuti proprio mentre
sfottevamo Neji e Tenten perché si erano sposati… durante il loro matrimonio!”
strabuzzò gli occhi lei, levandosi con delicatezza i lunghi guanti di seta
bianca. “E ora guardaci… domani tocca a noi. Non ti sembra… strano?”
“Hai paura?” le domandò Kiba col solito sorriso sghembo,
svaccandosi sulla poltroncina e appoggiando i piedi
sul bracciolo.
“Kiba… è per
tutta la vita!” lo richiamò la ragazza, visibilmente pallida, mentre
indicava la fedina d’argento intorno all’anulare sinistro.
“Ovviamente. Ti amerò sempre. Come non si può
amare Ino Yamanaka per tutta la vita?” le domandò Kiba, un ghigno malizioso sul
volto, mentre i suoi occhi erano diretti ad indagare l’espressione smarrita e
ferita della fidanzata.
“Lo dai come se fosse una cosa scontata, Kiba,
quando sai perfettamente che non è così.” sbuffò Ino, sedendosi graziosamente
sulla poltrona al fianco dell’Inuzuka.
“Ehi Ino-hime… io non
avrò quoziente intellettivo 200, ma quel poco di cervello che ho lo sfrutto
sicuramente meglio di Shikamaru Nara.” asserì il ragazzo, portandole una mano
sui capelli e slegandoglieli dolcemente.
I fili d’oro le caddero leggeri sulle spalle,
come una cascata di luce, e Kiba si guadagnò un bel broncio da parte della
fidanzata.
“Se fai così pure domani ti strozzo” lo
rimproverò lei, sciogliendosi in un sorriso mentre percepiva le labbra dell’Inuzuka poggiarsi dolcemente sulla sua testolina.
Presto però il ragazzo le scompigliò i capelli,
facendola grugnire di disappunto. Poi prese una distanza di sicurezza
ridacchiando, compiaciuto e divertito.
“Kiba, i miei capelli!” ringhiò Ino, portandosi
allo specchio nella vana speranza di rimetterli in ordine.
“Dai Ino-hime, lo sai
che mi piace di più quando li porti sciolti…” sogghignò l’Inuzuka,
avvicinandosi coraggiosamente a lei “…come quando facciamo l’amore sul prato.”
le sussurrò poi, malizioso.
“Kiba Inuzuka!”
trasalì la Yamanaka, rispondendo al sogghigno del fidanzato con uno altrettanto
malizioso. “Quando saremo sposati allora pretendo un giardino immenso!”
“Ovviamente, è la prima cosa che guarderemo
della nostra nuova cas-… bastardo!” ringhiò
improvvisamente il ragazzo, voltandosi di scatto verso la porta.
“Kiba?! Che succede?” sussultò Ino, sorpresa dal
repentino cambiamento d’umore.
“Nulla, Ino-hime… un bastardo si è avvicinato ad Akamaru…” spiegò Kiba, dirigendosi verso la porta.
“Mi pare che Akamaru
sappia difendersi da solo dagli altri cani!” commentò lei, confusa.
“Sì, ma meglio controllare…” ringhiò l’Inuzuka, precipitandosi fuori di fretta e sbattendo la
porta con foga.
Pochi rapidi passi e fu all’ingresso della
villa, dove una signora Yamanaka preda del panico cercava gentilmente di
bloccare l’acceso ad una persona fin troppo
conosciuta.
“Ti prego, non è il caso… non posso fartela
vedere, vai via…” lo pregò la donna, sconvolta.
“L’avevo sentita puzza di bastardo…” commentò
Kiba, avvicinandosi alla porta e frapponendosi fra la futura suocera e il
ragazzo che sostava alla porta.
“Kiba…”
“Shika...” ghignò l’Inuzuka,
spintonandolo fuori. “Non si preoccupi, futura suocera-san, ci penso io.”
“Oh Kami-sama!”
sussultò la donna, chiudendo la porta allarmata.
“Kiba… mendokuse! Voglio
solo vederla!” sbottò il Nara, grattandosi la nuca, con viso basso e
visibilmente sciupato.
“Vedere chi?”
lo provocò Kiba, il solito ghigno beffardo venato da un velo di nervosismo.
“Ino…” sibilò Shikamaru, scoccandogli
un’occhiataccia: non era di certo in vena delle sue beffe.
“Ino… Ino…” ripeté l’Inuzuka,
fingendo di non capire. “Ino chi? Puoi specificare?”
“Kiba… non mi va di giocare.”
“Non sto giocando. Ino chi?” continuò l’altro,
istigatore.
“Yamanaka?”
“Già. Ino la mia
fidanzata, vuoi dire. Ino Yamanaka… non credi che Ino Inuzuka
suoni molto meglio?” lo fulminò Kiba, sogghignando provocatore e soddisfatto.
“Fottiti Kiba…” sbuffò Shikamaru, volgendo lo
sguardo altrove, come a nascondere un’espressione addolorata da quelle parole.
Si passò una mano sul volto, premendo sulle tempie, dimostrandosi stranamente
debole e vulnerabile. Fragile. “Non è
come pensi tu, Kiba…”
“Ah no? E come dovrebbe essere? La tua occasione
per scappare con lei l’hai già avuta, anzi, l’hai già sprecata… ora lei è mia. Sono stato chiaro? Gira alla larga,
Nara. Questo non è più il tuo territorio.” ringhiò Kiba, visibilmente a corto
della sua poca pazienza.
Shikamaru fece un passo in avanti d’istinto, afferrando
Kiba per la maglietta nell’intenzione di trattenerlo, ma riuscì solo a farlo
imbestialire di più.
Il pugno dell’Inuzuka
si stava già sollevando, quando le suppliche della signora Yamanaka li
richiamarono verso la porta d’entrata, nuovamente aperta.
“Ino-chan, ti prego,
resta dentro! Rovinerai il vestito!” la pregò la donna, inutilmente, visto che
la figlia era già in cortile, con tanto di abito bianco indosso.
“Kiba-baka, dove cavolo sei?” domandò Ino, ma la domanda le morì
in bocca alla vista del Nara nel suo cortile.
Fu terribile
rivederlo dopo circa un anno dalla loro separazione. Fu come essere trafitta da
mille lame tutte in una volta, lame che le mozzarono il respiro, congelarono il
sangue, appannarono la vista.
“Vattene.” sibilò Ino fredda, senza nemmeno il
bisogno di pensarci.
“Ino…” scosse la testa Shikamaru, fissandola
dispiaciuto, nell’atto di seguirla.
“Vattene ti ho detto. Hai scelto il momento
sbagliato per ripresentarti, Shikamaru.” trasalì la ragazza, con un urlo
isterico.
“Mpf… d’accordo, come
vuoi.” assentì il Nara, con sorrisino rassegnato, ricolmo d’amarezza “…avevi
detto che non ti saresti mai sposata.” concluse, lanciandole un’occhiata delusa
e rancorosa.
“Avevi detto che mi avresti amata per sempre.”
ribatté lei, sul volto lo stesso sorrisino arrogante di Kiba.
“Chi ti dice che non sia così?” scosse la testa
Shikamaru, il solito sorriso amaro mentre si portava una sigaretta alla bocca.
“Mh, interessante da
far notare a Temari.” assentì Kiba, ridendo schifato.
“Ti pare il caso di venire a fare dichiarazioni d’amore a quella che sarà mia
moglie in meno di ventiquattro ore, Nara?!” ringhiò infine.
“Non era per questo che ero venuto.” sbuffò
Shikamaru, scoccando un’ultima occhiata alla sposa, il cui ghignò beffardo era
stato rimpiazzato da un’espressione sperduta e amareggiata a causa delle ultime
frasi. “Sei una sposa magnifica, Ino.” sforzò un sorriso il Nara, sparendo
oltre il muro di cinta e lasciandosi dietro solo una scia di fumo.
“Mpf, coglione.
Torniamocene dentro, Ino-hime.” sbuffò Kiba, portando
un braccio intorno alle spalle della fidanzata e conducendola in casa.
Il suo volto smarrito e sconvolto però non
sfuggì alla sua attenzione.
“Ino-hime… mi ami, vero?” le domandò lui, guardandola con
profonda serietà.
“Sì.”
“Ricordati… è per tutta la vita.”
“Sì… per tutta la vita.”
*Angolo
di Luly*
Muahahaha. Sil, te la sei voluta tu.
Così
impari a far finire le tue ShikaIno in ShikaTema,
accidenti. è__é
Come avrete
capito, questa KibaInoShika è uno spin-off di “Bride
n°3 – Isolde” della raccolta “The Bride Collection”
di Wishful Thinking. Noi ci
divertiamo così. ù_ù
Insomma,
anche Ino ha bisogno di essere felice… anche se ‘sta shot
sprizza spin-off da tutte le parti. O.o
Un
ringraziamento speciale alla mia Necchan Rory, che lesse il tutto in anteprima. Ti vi bi, mio bonbon
alla crema! <3
Sil, la guerra iniziò. Mwahahaha!