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Autore: DauntlessBadWolf    08/06/2015    3 recensioni
Il ragazzo che gli aveva aperto la porta era poco più basso di lui, indossava una camicia bianca e un paio di jeans, portava gli occhiali e i suoi occhi erano azzurri, i capelli erano neri e lo stava guardando decisamente male, sì. –Dean Winchester, suppongo.- Disse il ragazzo guardando Dean dall'alto in basso. -Castiel Novak, il tuo compagno di stanza.-
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Au dove Castiel è un cacciatore.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo:Hunters
Titolo capitolo:Epilogo
Fandom:Supernatural
Rating:Giallo
Genere:Sovrannaturale, Angst, sentimentale
Avvertenze:AU /Dove Castiel è un cacciatore/, possibili OOC
Trama:Il ragazzo che gli aveva aperto la porta era poco più basso di lui, indossava una camicia bianca e un paio di jeans, portava gli occhiali e i suoi occhi erano azzurri, i capelli erano neri e lo stava guardando decisamente male, sì. –Dean Winchester, suppongo.- Disse il ragazzo guardando Dean dall’alto in basso. -Castiel Novak, il tuo compagno di stanza.-
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Au dove Castiel è un cacciatore.
Note: Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicino durante la stesura di questa storia e, ovviamente, ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita fin qui recensendola o solamente leggendola.
Un ringraziamento speciale va a BalderMoon che ha realizzato il banner della fanfiction, ha betato alcuni capitoli e mi ha sempre ascoltata quando avevo dei dubbi su alcune cose.
Spero che il finale vi piaccia e come sempre buona lettura.




Denver, Colorado, Mercoledì 1 Novembre 2006
Penn Amish Motel

Pioveva ormai da due giorni e condurre qualsiasi tipo di attività era pressoché impossibile.
Dean si trovava in una delle solite stanze di Motel affittate con il fratello.
La meta del loro viaggio, stavolta, era Denver, in Colorado.
Avevano letto, sul giornale, di alcuni fatti strani che avevano l'aria di essere presagi demoniaci e, di conseguenza, avevano deciso di recarsi in Colorado.
Si era seduto al piccolo tavolino, poco distante dal suo letto, a sfogliare uno dei tanti manuali che Sam aveva lasciato in stanza.
Suo fratello era uscito per andare in biblioteca a prendere qualche libro, sicuramente quel lavoretto lo avrebbe impegnato per tutto il pomeriggio.
Non gli piaceva stare chiuso lì, ma dopo quell'incidente a St. Louis doveva stare attento a non farsi vedere troppo in giro.
Quell'enorme libro lo aveva annoiato dopo le prime pagine, si chiedeva come suo fratello potesse divertissi a leggere simili mattoni. Voltò appena la testa e sul letto vide il diario di John, forse avrebbe dovuto guardare lì, magari tra quelle pagine avrebbe potuto trovare qualcosa che gli sarebbe potuto tornare veramente utile.
Quando prese l'agenda cadde qualcosa, Dean si piegò a raccoglierlo e si rese conto che era una foto, quella scattata con Castiel nel 1999
Ancora si ricordava di quel moccioso e della sua terribile versione di Twist and Shout, che era diventata la colonna sonora di tutti i suoi incubi.
Si sedette sul letto poggiando il diario dietro di lui.
Quanto tempo era passato da quella foto?
Chissà cosa aveva fatto Colombo per tutto quel tempo.
Sperava che il ragazzo avesse capito che la caccia non era cosa per lui e che fosse tornato a scuola.
Gli sarebbe piaciuto chiamarlo e chiedergli come stava, ma sicuramente l'altro non si ricordava di lui e probabilmente non gli interessava nemmeno ristabilire un contatto visto il modo in cui se ne era andato quella mattina di quindici anni fa.
Forse l'altro aveva messo su famiglia. Lo vedeva bene a fare il padre, anche se sperava solo che non fosse lui l'addetto alle ninna-nanne.
Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso, adesso che ci ripensava non gliela aveva mai fatta pagare per la finestra aperta, se mai lo avrebbe rivisto avrebbe provveduto ad avere la sua vendetta.
Continuò ad osservare la foto.
Cas era venuto a bocca aperta e non sembrava essere contento di avere un braccio intorno ai suoi fianchi. Dean rise ricordando la scena.
Si era divertito con lui, fantasma a parte, ovviamente.
Ancora, delle volte, nei suoi incubi vedeva Castiel sputare dell'acqua e accasciarsi a terra e tutte le volte si chiedeva dove fosse stato il Dio in cui tanto credeva l'amico.
Come aveva potuto lasciarlo quasi morire?
Ogni volta che ci ripensava sentiva il sangue bollirgli nelle vene.
Alcune volte si chiedeva perché l'avesse salvato e perché pensasse ancora a lui.
Non si erano più sentiti da allora. Una volta aveva provato a comporre il suo numero con l'intenzione di chiamarlo, ma si era bloccato subito: Nel caso avesse risposto cosa avrebbe dovuto dire?
Il Winchester si definì uno stupido per aver pensato a quel moccioso, perché doveva continuare a preoccuparsi per lui?
Era sicuramente da qualche parte con la famiglia, ormai non era più affar suo da quindici anni.

Boulder, Colorado, Mercoledì 1 Novembre 2006

-
Romeo, è la tua Giulietta quella?- Disse Gabriel rivolto al fratello mentre si sistemava in macchina.
Castiel roteò gli occhi, possibile che non potesse guadare nemmeno una vecchia foto in pace?
Gabe rise notando la reazione del fratello, non lo aveva mai visto fare un'espressione del genere e pensò che fosse la cosa più divertente di questo mondo.
Cas ripose la foto nel parasole, dove teneva dei biglietti da vista. Non aveva voglia di essere preso in giro dal fratello e non voleva dargli alcuna spiegazione, non sapeva nemmeno perché guardasse quell'istantanea. Aveva avuto il bisogno di prenderla dopo aver sentito Nothing Else Matters alla radio e basta.
Mise in moto la macchina. Avevano sentito di alcuni strani avvenimenti in una città ad appena quaranta minuti di macchina da Boulder, Denver, ed avevano deciso di andare a controllare di persona.
Da dopo Pontiac si sentiva un'altra persona. Forse è vero che quando stai per morire ti rendi conto di tutti i tuoi errori, perché Castiel aveva deciso che non sarebbe più stato un codardo e che avrebbe smesso di piangersi addosso per una cosa di cui, dopo tutto, non aveva colpa!
Non aveva detto alla sua famiglia che era stato quasi ucciso da un fantasma, altrimenti non lo avrebbero più fatto uscire, aveva solamente accennato di essere stato aiutato da un Winchester. Ancora ricordava l'espressione sul volto di suo padre al suono di quel cognome. Più tardi venne a conoscenza della fama di quella famiglia di cacciatori e decise di informarsi un po' sui vari componenti.
L'ultima cosa che aveva letto riguardava Dean. Il giornale che aveva trovato diceva che un certo Dean Winchester aveva mutilato e ucciso una donna a St. Louis e subito dopo si era ucciso.
Cas sapeva che quello non poteva essere Dean, almeno non quello che aveva conosciuto quindici anni fa. Certo una persona poteva cambiare negli anni, ma il Winchester non era un assassino e mai lo sarebbe stato.

Gabriel non era quello che si poteva definire 'un buon compagno di viaggio', da quando era montato in macchina non aveva fatto altro che aprire tutto quello che si poteva aprire e non aveva smesso di parlare per un secondo. La domanda più frequente era Mi racconterai mai la storia di quel trench?
Cas non aveva mai detto a nessuno dove aveva preso quel cappotto. Un giorno se lo era semplicemente messo e da allora era divenuto il suo tratto distintivo, così come quella cravatta blu, che lo facevano assomigliare ad un esattore delle tasse
Le orecchie di Castiel non ne potevano più della voce del fratello, nonostante fosse orma mesi che viaggiavano insieme non si sarebbe mai abituato alla rumorosa presenza. Ad un tratto il silenzio prese posto nell'abitacolo delle macchina e Cas ringraziò tutti i santi del Paradiso per averlo ascoltato. -Chi è DeLonge?- Chiese Gabe rigirandosi fra le mani un vecchio distintivo dell'FBI. Quello non gli sembrava uno pseudonimo da Castiel, anche perché non credeva che l'altro sapesse che DeLonge era un membro dei Blink-182.
Il moro non rispose e continuò a guidare. Non voleva parlare di quell'affare, perché poi sarebbe stato costretto a parlare di Pontiac e di conseguenza anche di Dean … e lui non voleva parlare di Dean.

Denver, Colorado, Mercoledì 1 Novembre 2006

Il cielo di Denver era nero come la pece. Sembrava notte fonda, anche se erano appena le sei del pomeriggio.
Il ticchettio della pioggia rilassava Castiel, e per un attimo riaffiorò nella sua mente il ricordo di Dean, grondante d'acqua e con un sacchetto di hamburger in mano Quella serata era stata una delle più belle della sua vita, anche se aveva spaventato a morte il Winchester.
Si lasciò sfuggire una lieve risata a quel ricordo attirando su di sé lo sguardo curioso del fratello, che non amava molto la pioggia e di conseguenza si era un po' incupito.
Gabriel pensava che il fratello, a furia di cacciare demoni, fosse impazzito del tutto.
L'auto si fermò in un piccolo Motel di Denver. L'insegna recitava Penn Amish Motel, visto da fuori sembrava carino, ma chissà se lo era dentro.
Sembrava avesse iniziato a piovere più forte di prima, Gabe entrò nell'edificio che stava all'entrata. Dopo pochi minuti tornò in macchina e disse al fratello. -Stanza 142.- E dopo gli mostrò le chiavi.
Castiel lasciò il fratello davanti alla scalinata che lo avrebbe condotto alla stanza e si congedò dicendo, con il suo solito tono serio. -Vado a parcheggiare, tu vai, arrivo subito.-
Quando scese di macchina Cas maledì se stesso per non aver mai voluto comprare un ombrello, in quel momento gli avrebbe fatto veramente comodo!
Velocemente prese il suo borsone e corse verso le stanze, anche se, così facendo, si inzuppò d'acqua.
Cercò di ricordare, fra tutte le chiacchiere inutili del fratello, quale fosse il numero della stanza. Aveva detto 141, no?
Il moro si avvicinò alla porta recante il numero e bussò.

Dean smise di giocherellare con un proiettile quando sentì qualcuno bussare alla porta della sua stanza. Chi poteva essere?
Sam aveva le chiavi.
Afferrò la sua pistola e si avvicinò alla porta e, lentamente, l'aprì.
Il ragazzo che si trovò di fronte doveva avere più o meno la sua età, anche se quel lieve accenno di barba lo faceva sembrare più grande. Indossava un Trench, un completo con un'eccentrica cravatta blu, aveva gli occhi azzurri e i capelli neri. Era bagnato fradicio.
Subito il ragazzo misterioso aveva iniziato a borbottare qualcosa che assomigliava a uno scusami, ho sbagliato stanza.
Non disse niente. Continuò ad osservare l'uomo. Aveva un'aria fin troppo familiare, sopratutto con quel cappotto addosso. Sembrava proprio quello che aveva regalato a Castiel, era grazie a quello se l'ex-compagno di stanza si era meritato il soprannome Colombo.
Tutto in quel giovane gli ricordava quel moccioso, sopratutto quei grandi occhi azzurri.
Castiel, dal canto suo osservò l'uomo che gli aveva aperto la porta.
Gli sembrava di conoscerlo, anche se dietro a quei due occhi verdi così stanchi non poteva certo esserci la persona che lui pensava. No, quelli non potevano essere gli occhi di Dean. Con gli occhi percorse tutta la figura del ragazzo e si soffermò sullo strano amuleto, che assomigliava a quello del suo vecchio amico.
Erano lì ormai da un numero indefinito di minuti e nessuno dei due diceva niente, persi l'uno nello sguardo dell'altro. -Non è per spaventarti, ma l'ultima persona che mi ha guardato così me lo sono portata a letto.- Annunciò Dean rompendo il silenzio che si era creato.
Lo sguardo del moro si fece più serio e inclinò la testa su un lato cercando di decifrare la battuta di quel ragazzo.
Il Winchester credeva di aver riconosciuto l'uomo davanti alla sua porta, ma non voleva crederci.
-Dean Winchester, suppongo.- Disse, infine, Castiel come se avesse appena risolto l'enigma del secolo.
Un brivido percorse la schiena del biondo.
Solo una persona poteva pronunciare il suo nome in quel modo.
Solo una persona poteva farlo sentire così maledettamente a disagio.
-Castiel.-

 

   
 
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