Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |       
Autore: Sanae77    08/06/2015    6 recensioni
amnesia
[a-mne-ʃì-a]
s.f. (pl. -sìe)
MED Perdita o indebolimento della memoria, costituzionale o acquisita, totale o parziale
‖ estens. Dimenticanza, smemorataggine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sonno.
Tremendamente sonno, senso di spossatezza che m’invade il corpo.
Cerco di aprire gli occhi, ma non riesco, percepisco il mio corpo disteso, sento le gambe e le braccia, quindi provo a spostare gli arti e fortunatamente ci riesco, anche se per pochi millimetri, sento che ne ho il controllo per fortuna. La stanchezza mi avvolge nuovamente, perdo un’altra volta il contatto con il mondo esterno. Odo un suono fastidioso e regolare. La testa è pesante l’oblio mi porta nuovamente via con sé.
 
… 4 giorni dopo.
 
Ancora sonno e stanchezza mi avvolgono, sento un BIP regolare vicino a me, provo a muovere un braccio, ci riesco, porto una mano alla testa non sento i capelli, ma della stoffa ruvida passa sotto le mie dita. La sfioro, gli occhi ancora chiusi, provo ad aprirli solo uno segue il mio comando, le dita capiscono il perché, la benda sulla nuca copre anche un occhio.
 
Provo a muovere anche l’altro braccio, sento dolore, lo sollevo ugualmente e capisco, il polso è ingessato e una flebo esce dalla mia pelle.
 
Lo appoggio nuovamente sulla superficie morbida, l’occhio che riesce a vedere, mette a fuoco un televisore di fronte a me agganciato alla parete in alto.
Sulla destra una finestra da dove un cielo grigio accenna una timida e leggera pioggia.
Sposto la testa a sinistra c’è un armadio verde, vicino a questo una porta chiusa.
Riesco a mettere a fuoco le candide lenzuola del letto, vicino un comodino ed un pulsante rosso, allungo il braccio sano e premo, un leggero allarme suona insistente.
 
Odo passi che arrivano, la porta si apre ed un infermiera entra sorridendo, spegne il fastidioso suono e raggiunge il mio letto “Allora bella addormentata finalmente ti sei svegliata, come ti senti?”
“Cosa mi è successo?” sono frastornata e non riesco a capire che cosa ci faccio in un letto di ospedale.
Afferra la cartella la legge e poi esclama “Hai avuto un brutto incidente, hai un forte trauma cranico ed un polso rotto, molte contusioni ed escoriazioni, e sono esattamente … vediamo … sette giorni che sei qua”
“Dove mi trovo?”
“Sei all’Hôpital Saint Louis di Parigi”
Il mio occhio si allarga quindi chiedo “A Parigi?” che diamine ci faccio a Parigi?!.
“Già a Parigi e adesso ti faccio io un po’ di domande, visto che la tua scheda è praticamente incompleta, un passante ha detto che un ragazzo in motorino ti ha rubato la borsa per la via degli Champs-Élysées, tu sei rimasta aggrappata al laccio, quindi ti ha trascinata in strada ed un’auto ti ha investita, ovviamente il malvivente è fuggito e quando sei arrivata qua eri priva di documenti, per questo adesso devo farti qualche domanda”
Annuisco impercettibilmente quindi lei prosegue.
“Bene Signorina come ti chiami?”
La guardo sospiro apro la bocca, ma non esce alcun suono, il mio cervello sembra scollegato, provo a rispondere, a cercare nella mia mente, qualcosa, un rumore, un ricordo, una sensazione che richiami all'appello il mio nome, ma proprio non riesco.
Un senso di sconforto mi pervade mentre sento salire le lacrime agli occhi, l’infermiera si avvicina e prende la mia mano, si mette seduta e molto piano mi sussurra “Non lo ricordi?”
Nego debolmente con la testa, mi pulsa da matti ed ogni movimento sembra che stia per esplodere, milioni di bombe danzano felici dentro di essa.
“Chiamo il dottore” e detto questo esce di corsa a cercare il medico.
Mi volto verso la finestra adesso la pioggia cade più forte, anche se non capisco se è il mio occhio ad essere allagato di lacrime, o il vetro da dove cadono rigagnoli di acqua.
Provo a ricordare perché sono a Parigi, sono una ragazza ok, ma dove abito? Sono parigina? Ho bisogno di uno specchio voglio vedere il mio volto, cerco di sollevarmi per andare in bagno, ma proprio non ce la faccio, in quell’istante dalla porta entra un uomo sulla cinquantina seguito dalla stessa infermiera di prima.
 
Afferra la cartella dopo fissa il mio unico occhio libero dai bendaggi, mi fa un enorme sorriso rassicurante e dichiara “Il trauma cranico è molto forte, è normale che dopo un'incidente del genere la sua memoria faccia i capricci, le consiglio di non agitarsi e vedrà che piano piano i ricordi riaffioreranno da soli”
Non riesco però a trattenere le lacrime che oramai rigano il mio volto incessantemente, sento il dottore dire all’infermiera “Chiami la polizia e senta se qualcuno sta cercando una ragazza giapponese o cinese di circa diciannove - vent’anni, si muova”
Sento i passi dell’infermiera scomparire dietro la porta, il letto si piega sotto il peso del dottore, evidentemente si è messo seduto, la sua mano sta accarezzando la ruvida stoffa della fasciatura mentre mi mormora “Non si preoccupi riusciremo a scoprire chi è”.
 
… due giorni dopo

Mi hanno finalmente sollevata dal letto ed accompagnata in bagno, hanno tolto anche l’odiato catetere e finalmente posso lavarmi. Con varie manovre riesco comunque a fare una discreta doccia, il braccio ingessato non dà così fastidio e hanno detto che nel giro di quindici giorni potrò toglierlo, è una rottura netta senza complicazioni per fortuna.
Esco dalla doccia e mi avvolgo in un morbido telo, solo dopo mi osservo allo specchio, taglio a mandorla degli occhi, anzi dell’occhio, la benda è ancora ben visibile, capelli nerissimi come la pece, mi osservo nell'unico iride presente mentre mormoro a fior di labbra “Chi sei?”
 
La polizia non ha notizie di nessuna ragazza della quale abbiamo denunciato la scomparsa, e francamente dopo nove giorni la cosa mi pare davvero strana, io non ricordo, nessuno mi cerca, direi che potrebbe andare decisamente meglio.
Mi asciugo, il corpo è ancora ricoperto di lividi anche se adesso hanno un colore tra il violaceo e il giallo, segno che stanno guarendo, per fortuna sono rimasta svenuta per molti giorni, non oso pensare come devo essere arrivata in ospedale, in che condizioni ero ridotta.
Anche quando sono arrivata non ho mormorato alcun nome, mi hanno detto, ero già priva di sensi e con un ematoma che poteva far provincia da solo, è un miracolo che sia ancora viva, la contusione era davvero grande e in un punto delicato, sono stata fortunata.

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Sanae77