Videogiochi > League of Legends
Segui la storia  |       
Autore: Chirubi    09/06/2015    0 recensioni
Cinque favori, un anno. L'Esempio di Demacia, la Signora della luminosità e una guerra che incombe.
------------------------------------------------
Dal primo capitolo: «È consentito entrare…?». La sua fu una domanda prettamente retorica, dato che spostò il peso della pila di carte su un solo braccio per poter spingere l'alto portone con l'altro.
La stanza era molto ampia, adorna di innumerevoli trofei di guerra e quadri raffiguranti i precedenti re omonimi, compreso un ritratto di Jarvan Quarto stesso. Bella compagnia, commentò tra sé e sé.
Le tende drappeggiate rosse e oro fornivano alla stanza un che di solenne, quasi non sembrava lo studio di un ventitreenne.
Come Lux stessa notò, la stanza era un'accozzaglia di cimeli di guerra, ritratti inquietanti e qualsiasi cosa costasse più del più bel gioiello che ella potesse mai indossare.
Si fece piccola piccola, quasi come se volesse scomparire dietro i fogli vagamente ingialliti dal tempo.
E se si fosse arrabbiato? Effettivamente era una preoccupazione giusta, dato l'orario indicibile; tutto il castello era rannicchiato sotto le coperte, meno i due giovani.
Lux non ottenne risposta.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jarvan IV, Lux
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

  1. Reckless Life – Welcome to Summoner's Rift

 

12 Maggio, 2… CLE

 

 

Squadra Blu: Jarvan IV, Kha'Zix, Lux, Sivir, Thresh

Squadra Rossa: Swain, Maokai, Lulu, Quinn, Gragas

 

Nella corsia inferiore si respirava un'aria indubbiamente pesante, oltre il fetore del vecchio vino di Gragas.

Sul viso di Quinn si dipinse una smorfia disgustata all'idea di avere accanto l'uomo corpulento e completamente ebbro, mentre la sua diretta avversaria, sicura di sé, era accompagnata dal temibile carceriere delle Isole Ombra che per nulla al mondo si sarebbe distratto.

Ma le ali di Demacia non temevano la fiera signora delle battaglie, il cui ammontare di punti salute era raffigurato su un ologramma fluttuante intorno alla donna.

Sorrise appena. Non avrebbe avuto bisogno del supporto di Gragas per mettere a segno l'uccisione e strapparle il ghigno compiaciuto dal volto.

Imprecò ugualmente in mente sua contro il proprio evocatore, prima di scagliarsi su Sivir con un balzo e mettere a segno un potente attacco con l'ausilio di Valor.

Ella non ebbe nemmeno il tempo di usare il suo Scudo Incantato, che si accasciò a terra con un gemito di dolore.

Quinn ha ucciso Sivir!

La demaciana rivolse una mera occhiata di sbieco a Thresh, riducendo poi gli occhi a due fessure.

«Il prossimo lo lascio a te, Val.»

 

 

 

Kha'Zix sapeva che Maokai era nella sua giungla, e ovviamente ci teneva a dargli un caloroso benvenuto.

Fiutava quel suo odore nauseabondo di erbacce e terriccio da chilometri, eppure pensava che come spuntino fosse l'ideale, dopo decine di minuti trascorsi senza azione a vagare tra una corsia e l'altra come un'anima in pena.

Gli giunse la notizia dell'assassinio del cecchino alleato, che non lo scosse minimamente.

Per il razziatore del Vuoto, in fondo, nessuno era un alleato, c'era solo una distinzione tra bersagliabile e non bersagliabile.

Tacque, alla silenziosa ricerca del treant demoniaco che sentiva sempre più vicino, e lo intravide nei pressi della Rovobestia cremisi.

La sua Rovobestia cremisi.

Si guardava intorno con fare furtivo, ma non si aspettava che Kha'Zix fosse lì.

Non immaginava che nell'arco di poco tempo sarebbe diventato l'ennesima preda della squadra rossa.

Era isolato dai suoi alleati, in automatico venne marchiato dal grande coleottero.

Quale migliore circostanza per ingaggiare Maokai.

I suoi artigli fremevano all'idea di ferirlo mortalmente, di gustare la sua paura e di vederlo soffrire sotto il suo tocco rovente e decisivo.

Si muoveva come un razzo, con le zampe posteriori coperte dagli Stivali della mobilità, mentre l'avversario si accorse solo dopo pochi istanti fatali cosa stesse per succedere.

La voce disumana della pianta viva chiamò l'aiuto dei restanti alleati, pur conscio del fatto che sarebbe stato impossibile per lui sopravvivere ad un assalto tanto feroce.

Era sotto di cinque livelli date le numerose batoste ricevute in precedenza, nonostante la sua natura da tank gli sarebbe voluto un miracolo.

Non era detta l'ultima parola, però.

Delle scintille magiche viola scaturirono dalle sue grandi mani nodose, respingendo l'assalto nemico.

Iniziò a muoversi verso la corsia centrale, nonostante il predatore fosse chiaramente più veloce di lui.

Ma Maokai non intendeva sfuggirgli, sarebbe stato sciocco.

Il suo vero intento era quello di raggiungere Lux, la quale aveva già lasciato la sua postazione per correre verso la giungla avversaria.

Correva senza sosta, instancabile, incurante di Lulu che ambiva alla torretta esterna blu.

La sete di vittoria era tanta, ma lo era ancora di più il senso materno che ella provava nei confronti dei suoi compagni di squadra, che non si era mai riservata dall'aiutare.

Gridò il nome dell'alleato, brandendo il suo scettro in alto.

Ad una distanza ancora considerevole, le venne dato l'ok per scagliare il fascio di luce che avrebbe attraversato parte della landa.

«Ti punirò nel nome di Demacia!»

Esclamò fiera, prima di accecare Kha'Zix e permettere a Maokai di raggiungerla.

 

 

 

Il grande stratega ghignava soddisfatto da sotto la stoffa che gli copriva metà volto, avanzando flemmatico verso l'esempio di Demacia.

Dai suoi occhi arancioni trasparivano orgoglio e sete di sangue.

Quale gioia, vedere il principe della nazione avversaria soccombere per mano propria.

«Stolto, pensavi davvero di avere qualche speranza? Guardati.»

Prese a girargli intorno, senza staccare gli occhi dal suo operato, sofferente ed inginocchiato.

Perdeva sangue dal naso, dalla bocca… l'armatura dorata era ammaccata in tutti i punti, e le sue gambe erano sull'orlo del cedimento.

Avrebbe pianto, se fosse stato debole.

Ma Jarvan non lo era.

«Anche solo pensare di comparare minimamente la mia esperienza in battaglia e la tua, che sei appena uscito dal guscio dell'adolescenza. Sei frutta ancora acerba.»

Provò a rialzarsi, ma cadde di nuovo sulle ginocchia. Alzò lo sguardo verso Jericho con gli occhi colmi di rancore, per lui e per se stesso.

Com'era stato possibile tutto ciò? Come aveva fatto Swain ad avere avuto la meglio su di lui?

Alzò gli occhi sull'ologramma del noxiano.

46 punti salute.

Mai come in quel momento si sentì un completo idiota.

Se fosse tornato in base dopo quella battaglia… Se il magro orgoglio dell'essere sopravvissuto non avesse preso il sopravvento su di lui…

12 punti salute.

Gli sarebbe bastato un colpo per porre fine alla sofferenza dell'erede demaciano, ma il piacere sadico dello stratega nel vedere il tanto odiato principe soffrire era troppo forte.

Vederlo lì, in quello stato pietoso, era quanto di più bello i suoi occhi avessero mai potuto ammirare.

Ma dopo una ventina di secondi si era già perso lo sfizio, il piacere di quel quadretto.

Meglio mettersi all'opera.

Lux ha ucciso Kha'Zix!

Jarvan alzò gli occhi su un altro ologramma.

21 vs 4.

Una mera consolazione anche per lui, almeno sarebbe morto con il sorriso.

Sussurrò il suo nome, chiudendo gli occhi per un attimo e curvando le labbra in un minuscolo sorriso.

In un certo senso, si sentiva fiero di lei; forse era l'unica che stava riuscendo a tenere il passo della squadra avversaria.

Swain parve disgustato all'udir della notizia, certamente era qualcosa di inaspettato.

«Ti crogioli nell'alloro per così poco? Sei penoso. Come la fine che stai per fare.»

Levò un braccio dinanzi a sé, marchiando il terreno con una densa nebbiolina viola, e dopo un breve attimo il terreno venne bruscamente perforato dal basso da spessi artigli bruni.

Essi strinsero Jarvan in una morsa letale, senza lasciargli un minimo di fiato nei polmoni.

Tre secondi, solo tre secondi e si sarebbe trovato al di là della landa, in quella stanza oscura in attesa di rinascere.

Avrebbe voluto chiudere gli occhi, ma non l'avrebbe fatto. Non avrebbe dato una tale soddisfazione al suo più grande nemico.

Anche perché non ce ne sarebbe stato bisogno.

Tre sfere di luce danzanti lo attraversarono da parte a parte due volte, assorbendo il dolore della Preghiera Maledetta di Swain.

Lux era reduce da una corsa sfrenata attraverso la giungla avversaria, ma ciò non le impedì di scagliarsi contro il noxiano, attorno al quale si materializzò una gabbia splendente.

Non si sarebbe fermata un attimo davanti a quella scena, per il forte spirito demaciano e per Jarvan IV stesso, anche a costo della sua stessa vita.

Si impuntò lì, con gli stivali d'acciaio ben saldi nella terreno, e scagliò sotto i calzari del nemico un'anomalia di luce distorta.

Una scintilla brillò negli occhi della giovane, fiera nella sua abbagliante armatura.

Sentiva l'empatia di Jarvan senza essersi nemmeno soffermata più di tanto su di lui, non aveva mai provato tanta soddisfazione.

«Divertiti nell'altro mondo, Jericho Swain» sussurrò, prima di ridurre le gaie iridi azzurre a due fessure e gesticolare con la bacchetta per far esplodere la corsia superiore.

Lux ha ucciso Swain!

Il principe si rialzò non appena vide l'uomo accasciarsi a terra, privo di vita, e si voltò inaspettatamente verso la biondina.

Tra demaciani l'aiuto è sempre ben gradito, certo, ma l'erede al trono, paradossalmente, si sentì ferito più per l'aiuto ricevuto che per le effettive batoste subite.

Lo turbava, l'idea di essere stato protetto da colei che avrebbe voluto proteggere lui stesso; si era già figurato in mente, glorioso, un massacro per tirare fuori dai guai la bella maga.

Peccato che non fu così.

«Siete stata rapida, ma avete corso un rischio non indifferente. Che vi è saltato in mente?».

Ella, dall'altra parte, si sentì attaccata nonostante fosse animata da buone intenzioni, ignara dei sentimenti del nobile.

Non si sarebbe presa certamente una partaccia per aver fatto il suo dovere da compagna di squadra, di demaciana e, perché no, anche di donna.

«L'ho fatto per Demacia.» non titubò minimamente, nonostante la sua fosse soltanto parte di una verità ben più grande «E poi, le dovevo un favore».

La sua voce cambiò improvvisamente, esalando con dolcezza quelle parole e camuffando l'effettiva importanza di quel dettaglio.

Gli diede le spalle repentinamente, guardando oltre il fiume, e si avviò senza dare ulteriori spiegazioni.

Era felice, sorrideva tra sé e sé immaginando la reazione di Jarvan.

Si era ricordata di quella sera al castello e si era appena assicurata un altro favore dal principe.

Un favore che non sarebbe stato l'ultimo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > League of Legends / Vai alla pagina dell'autore: Chirubi