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Autore: Malec Lovers_    09/06/2015    2 recensioni
Ian è un ragazzo piuttosto solitario. Odia il liceo, lo frequenta solo perché offre un addestramento militare e il suo sogno è di diventare un soldato. Ma un giorno la sua solita routine verrà sconvolta da Mickey Milkovich, capitano di rugby della sua scuola, e la sua fama di bullo lo precede.
Come andrà a finire? Riusciranno a cambiare l'uno il mondo dell'altro o addirittura a crearne uno nuovo tutto loro?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole era ormai alto nel cielo quando le urla di Fiona riempirono tutta la casa. Immediatamente i Gallagher si mossero in direzione della cucina, tranne Ian.
Lui rimase immobile nel letto, con gli occhi arrossati sbarrati mentre stringeva con forza la coperta.
«Buongiorno» disse Lip, avvicinandosi a sua sorella maggiore che gli porse un piatto con dei pancakes.
«Buongiorno. Ian sta scendendo?» domandò indaffarata.
«In realtà non si è mosso dal letto… penso che non abbia chiuso occhio tutta la notte» rispose il ragazzo, portando alla bocca un pezzo della sua colazione. Lo sguardo preoccupato di Fiona si posò sul viso di Lip; aspettò qualche secondo e poi salì di sopra nella camera dei ragazzi.
Non appena aprì la porta, Ian si nascose sotto le coperte, non abbastanza velocemente da non essere visto.
«Ehi» disse lei avvicinandosi, scostò la coperta e gli carezzò la testa. «Dai, so che non stai dormendo» lo spronò lei.
Allora Ian si decise ad alzare lo sguardo in direzione della sorella.
«Cristo! Ian, stai da schifo!» esclamò lei, notando il pallore sul suo viso e le occhiaie violacee sotto gli occhi, per non parlare del rossore. I capelli erano tutti appiccicati alla fronte per il sudore perché, nonostante quella fosse una mattina piuttosto calda, Ian era coperto fino al collo.

«Si nota così tanto?» cercò di sdrammatizzare lui, abbozzando un piccolo sorriso imbarazzato. «, chiama la scuola e dici che oggi sono malato. Non me la sento proprio di andare.» fece lui guardandola negli occhi con fare implorante. Lei annuì debolmente.

«Va bene. Ma ti do due ore, dopodiché scendi e mi racconti cosa sta succedendo, oggi ho il turno di pomeriggio.» disse con un tono che non ammetteva repliche, puntandogli contro il dito con fare semi-minaccioso. Ian si limitò ad annuire e a nascondere nuovamente il viso tra le coperte.
Fiona scese le scale e raggiunse gli altri fratelli, si avvicinò a Lip con decisione.


«Non vuole andare a scuola, dopo mi dovrà dire il motivo, ma sappiamo entrambi che non dirà la verità. Scoprila.» ordinò, e poi si staccò dando un bacio ai più piccoli per augurargli una buona giornata.


Ian si girava e rigirava nel letto sperando di trovare la serenità, finché era a distanza di sicurezza dalla banda dei Milkovich. Tuttavia, il solo pensiero di Mickey Milkovich che lo inseguiva gli faceva accapponare la pelle. E menomale che voleva essere un militare …


Dopo due ore trascorse alla ricerca della tranquillità, finalmente si decise a scendere dal letto ed andare da sua sorella.
Fiona era in cucina che lavava i piatti della colazione, ma non appena sentì i suoi passi si voltò e gli rivolse un sorriso affettuoso.

«Buongiorno» disse lei, nascondendo l’angoscia che la tormentava per la condizione del fratello, con un sorriso. Non era da lui comportarsi così.

«Buongiorno Fì» rispose lui, afferrando dal bancone i due pancakes che gli avevano lasciato. Li portò a tavola e iniziò a mangiare. Fiona intanto si asciugò le mani con lo strofinaccio e si appoggiò all’estremità del bancone.


«Allora» iniziò lei, tamburellando con le dita sul ripiano. «Mi spieghi cosa è successo?» domandò preoccupata.

«Niente Fì, oggi c’era un esame e me ne ero dimenticato e se fossi andato male non avrei potuto più prendere parte all’addestramento.» spiegò lui con sicurezza e dalla sua voce non traspariva l’ombra della menzogna.
Se non avesse conosciuto bene il fratello, gli avrebbe sicuramente creduto. Si rassegnò e gliela diede vinta.

«Va bene. Ma ora vai di sopra a studiare e domani chiedi di recuperare l’esame, fatti dare una mano da Lip.» gli ordinò lei stando al gioco, e lui si limitò ad annuire.




«Ehi Gallagher» lo chiamò qualcuno.
Lip si voltò rapidamente credendo che fosse qualche studente che voleva comprare le soluzioni del prossimo compito in classe.

«Dov’è tuo fratello?» chiese invece Mickey Milkovich, minaccioso come sempre.

«Non so, quale? Ne ho altri 3!» rispose lui con scherno, pur sapendo benissimo a chi si riferisse.

«Fai poco lo spiritoso Gallagher, ma sappi che troverò quel frocetto e lo disintegrerò con le mie mani!» minacciò Mickey.


Lip quasi rise, più per il nervoso che dall’inesistente ilarità del momento. «Mio fratello non è un frocetto del cazzo. E poi che cosa hai a che fare tu con lui?»

«Quel frocetto schifoso ha stuprato mia sorella» rispose disgustato Mickey. La sua poteva non essere una famiglia modello, ma i Milkovich si difendevano l’un l’altro, ed essendo anche l’unica femmina, Mandy godeva di attenzioni particolari.

«Sicuro che sia stato Ian e non uno dei tanti ragazzi a cui Mandy ha fatto un pompino?» riprese Lip spavaldo.
Purtroppo però Mickey non lo trovò molto divertente e, colto dall’ira per la provocazione, afferrò Lip per la maglietta  e lo spinse con forza con le spalle contro l’armadietto facendogli sbattere la testa.
«Meglio che non giochi con il fuoco Gallagher, altrimenti verrò a cercare anche a te» lo intimorì, poi lo lasciò andare e iniziò a camminare per la sua strada, ma dopo pochi passi si girò verso di lui.

«Ah e dici al tuo caro fratellino che è un uomo morto!» lo avvertì un’ultima volta per poi scomparire nella folla di studenti che si riversava nel corridoio in attesa del suono della campanella.




 
Lip entrò in casa furioso, urlando il nome di Ian. La prima ad arrivare fu Fiona, che lo guardò con aria confusa.

«Vieni subito qui stronzetto!» gli urlò di nuovo, prima di perdere la pazienza e salire di sopra.
Ian era sul suo letto con le cuffie alle orecchie che sparavano a tutto volume musica rock. Appena vide Lip e Fiona si sollevò dalla posizione supina e se le sfilò, domandandosi tacitamente cosa volessero da lui.
Di fronte a quello sguardo, Lip non poté fare altro che incrementare la sua ira: con un movimento rapido si mosse verso Ian e lo sollevò per la maglietta. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza.
 Lip sembrò quasi grugnire, mentre Ian iniziò a tremare per la paura.


«Allora? Cos’è questa cazzo di storia? Vuoi per caso morire stronzetto? Cosa pensavi di fare mettendoti contro i Milkovich?»

Fiona subito lo riprese e lo incoraggiò a mettere giù il fratello. Lui lo lasciò con poca gentilezza facendogli sbattere con violenza le spalle contro il muro.


«Come l’hai saputo?» domandò Ian al fratello, sapendo benissimo a cosa si stesse riferendo pochi secondi prima.

«Mi sono venuti a cercare, o meglio, cercavano te. Hai fatto un bel casino questa volta.» liquidò Lip.
 
«Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?» si intromise Fiona, decisamente confusa da tutti gli avvenimenti che si stavano verificando sotto i suoi occhi.

«Lo stronzo è andato a letto con Mandy Milkovich e adesso lei dice che l’ha stuprata.» rispose Lip furibondo indicando il fratello.

«Non ci sono andato a letto. Lei voleva, ma io no. Mi dovete credere!» confessò Ian.


«Fatto sta che ora i fratelli lo stanno cercando per spezzargli tutte le ossa.» concluse Lip.

«Che brutto casino. Non puoi parlare con lei e cercare di risolvere?» suggerì Fiona, ma gli altri due scossero il capo. Di certo parlarne con lei non sarebbe stata la soluzione più efficace, ma forse valeva la pena tentare. Fiona uscì dalla camera lasciando da soli i due ragazzi.

«Non so cosa fare Lip, mi sembra un incubo» ammise il rosso con la testa tra le gambe «Forse dovrei parlare con Mandy e cercare di risolvere. Ma cosa le dico?» continuò.
Il maggiore lo guardò per qualche secondo, poi andò a chiudere la porta e si avvicinò al letto di Ian.
Sollevò un angolo del materasso e afferrò una rivista porno, all’apparenza simile alle centinaia che i ragazzi di quell’età nascondevano, ma all’interno c’erano della pagine nascoste con sopra raffigurati ragazzi nudi e muscolosi.

«Beh, puoi iniziare dicendole che ti piace il cazzo» gli rispose rude sbattendogli sotto gli occhi la sua stessa rivista.

«Dove l’hai trovata?» chiese imbarazzato Ian.


«È anche camera mia, su, davvero pensavi che non l’avrei trovata?»
Ian rimase in silenzio, abbassando lo sguardo. Sapeva che prima o poi si sarebbe saputo che era gay, ma sinceramente aveva immaginato una situazione meno caotica.
«Perché non me l’hai detto prima?» continuò Lip, ma stavolta con tono più dolce, quasi apprensivo.

«Avevo paura della tua reazione» ammise timidamente Ian.

«Quale reazione?» si alterò Lip usando un tono più aggressivo.

«Questa!» esclamò Ian indicando davanti a sé e al vuoto che il fratello inconsapevolmente lasciava tra i due.

«Ian, cazzo, sei mio fratello! Etero o gay che sia, rimani comunque mio fratello. Devo ammettere che inizialmente sono rimasto senza parole, ma infondo sono cazzi tuoi chi ti scopi.» disse Lip, poggiandogli una mano sulla spalla. Ian posò la sua mano su quella del fratello e la strinse leggermente per ringraziarlo delle sue parole.  Certo, non erano perfette, ma Ian sapeva che per Lip era tanto.


«Sicuro che ti piacciano questi?» domandò Lip indicando gli uomini sulla rivista con in viso un’aria disgustata.

Ian rise. «Si, sono sicurissimo» ammise, sentendosi molto più leggero dopo essersi liberato di quel fardello che era il suo segreto.


+

Quando i due fratelli scesero insieme al piano di sotto, videro Fiona in compagnia dei loro vicini, Veronica e Kevin. Non appena si accorsero della presenza dei due ragazzi, smisero di parlare e li fecero avvicinare.
«Ian, tu domani andrai a scuola» lo avvisò Fiona. Ian subito scattò all’indietro divincolandosi dalla presa della sorella.

«Sei pazza? Mi uccideranno!» le urlò contro spaventato.
Questa volta sembrò che anche Fiona stesse per perdere la pazienza, si alzò dalla sedie e si avvicinò ancor di più al fratello.

«Sai che la scuola manderà gli assistenti sociali. E’ questo quello che vuoi? Sai che ci dividerebbero come hanno fatto l’ultima volta. Te lo ricordi ? Perché qui nessuno di noi l’ha dimenticato. Quindi tu domani andrai a scuola.» lo rimproverò Fiona con le lacrime agli occhi.
Nonostante volesse sembrare calma, lei infondo era quella più spaventata. Fiona era sempre così: fingeva di essere forte in qualsiasi momento, pensando che, non permettendosi di crollare, alla fine lo sarebbe diventata davvero. «E Kevin verrà con te» concluse lei, lanciando un’occhiata al ragazzo dai lunghi capelli che sedeva attorno al tavolo e li guardava con aria sicura.

«Non ho bisogno del babysitter» replicò Ian.


«Sì, ma lui è un Milkovich e tu hai 16 anni. Non permetterò che si faccia del male al mio fratellino solo perché una troietta non si sa tenere le mutande addosso.» gli puntò il dito contro la faccia; lui annuì e lei lo cinse in un abbraccio.
Era così a casa Gallagher: non importava quale cazzata avessi fatto, dopo averti urlato contro, picchiato e fatto uscire il sangue, ti aiutavano sempre.




Mentre quei tre ancora parlavano, Lip e Ian uscirono fuori per fumare una sigaretta. Si sedettero sugli scalini davanti la porta d’ingresso.

«E quindi?» iniziò Lip «Ora che si fa?» chiese, facendo un lungo tiro alla sua sigaretta.

«Non lo so.» ammise franco il fratello, con un sospiro. «So solo che non voglio che Kevin mi faccia da scorta per tutta la scuola» confessò infastidito.

«E allora che si fa? Lo battiamo sul tempo?» domandò ironicamente Lip. Non appena sentì quelle parole, lo sguardo di Ian si illuminò, scattò in piedi ed entrò correndo dentro casa, inciampando di tanto in tanto. Salì a metà le scale e staccò dal muro la mazza da baseball di Carl e sfrecciò correndo davanti a tutti.

«Ian che fai con quella mazza?» domandò subito Fiona non appena vide il fratello correre sotto i suoi occhi. Non vi fu risposta, Ian era troppo veloce e quando ebbe finito la frase, era già fuori.

«Su dai, andiamo» spronò il fratello che lo guardava con occhi increduli.


«Ma che cazzo Ian!» chiese confuso Lip, correndogli dietro.


Finalmente arrivarono fuori la casa dei Milkovich e si nascosero dietro un cespuglio.

«Allora, quando esce, tu lo distrai e io colpisco. Tutto chiaro?» fece il più piccolo euforico. Lip si limitò ad annuire ed assecondare il piano del fratello.

Rimasero nascosti qualche minuto, prima che la porta si aprisse. Delusi che non si trattasse di Mickey, tornarono a nascondersi dietro al cespuglio, ma, non appena Ian si rese conto che quella figura era Mandy, scattò intenzionato a parlarle e risolvere la situazione.

«Ehi, fermo! Cosa fai?» gli sussurrò con tono di rimprovero Lip.

«C’è Mandy lì, vado a parlarle» spiegò Ian strattonandosi dalla presa che il fratello esercitava sul suo braccio con l’intento di fermarlo. Lip lo guardò di rimando e gli strappò di mano la mazza da baseball e gli fece cenno di andare.

Si avvicinò silenzioso e, una volta che le fu abbastanza vicino, le afferrò un braccio per farla fermare.


«Lasciami andare depravato schifoso! Se non mi lasci chiamo i miei fratelli!» urlò lei divincolandosi dalla presa e camminando rapidamente.

«Aspetta Mandy, per favore. Devi fermarli. Io non ho fatto niente e tu lo sai.» la seguì il ragazzo. Finalmente la raggiunse e riuscì a bloccarla nuovamente.

«Per favore» quasi la supplicò.
Lei, con le mani bloccate sotto quelle di Ian, cercò di guardare altrove, qualunque punto era più interessante di quello sguardo da cane bastonato.
Cosa stava facendo? Se la storia fosse continuata, ci sarebbero state gravi conseguenze per Ian, e lei lo sapeva. All’improvviso le parve del tutto sbagliato ciò che stava accadendo. Riuscì finalmente ad incrociare i suoi occhi verdi supplicanti, e ammorbidì lo sguardo.

«Mandy» le disse lentamente, facendo scivolare le sue mani in quelle della ragazza. «Non sono venuto a letto con te, non perché non ti trovi carina. Sei molto carina. Ti sei fatta un’idea sbagliata di me.» spiegò con lentezza Ian.
Mandy rimase confusa da quelle parole. Forse era uno di quei tipi che lo fanno solo dopo il matrimonio. Si sentiva così stupida in quel momento, voleva solo scappare da lui e da quel suo sguardo così dolce, così lasciò le sue mani e se ne andò.

«Mandy, credimi, davvero.» disse Ian mentre la ragazza si stava allontanando.

«Perché dovrei crederti?» gli urlò quasi furiosa lei, voltando rapidamente il viso nella sua direzione.
Le lacrime le pungevano gli angoli degli occhi e minacciavano di scendere, ma trattenne quell’istinto naturale e si fece forza e ricominciò per la sua via.


Ian strinse i pugni e si morse il labbro, guardò l’erba sotto i suoi piedi e poi con fare deciso tornò a guardare la ragazza andare via.


«Sono gay» ammise all’improvviso, ricorrendo a tutto il coraggio che per anni non aveva avuto.

Mandy si paralizzò non appena quelle parole arrivarono alle sue orecchie. Si voltò e a passo veloce raggiunse il ragazzo.


«Ed io dovrei crederti?» chiese lei, portando con sé tutta l’insicurezza che la avvolgeva come un bocciolo.
A quel punto Ian mise una mano sul suo seno e prese quella di lei e la posò sulla sua erezione inesistente.


«Vedi?» fece ad un certo punto Ian. «Niente.» ammise soddisfatto di sé.
Sul viso di Mandy uscì un piccolo sorriso. «Quindi lo sei davvero?» domandò lei euforica. Il ragazzo dai capelli rossi annuì. «Allora non è che non mi trovavi carina.»
Ian sorrise. «No.» esitò. «Ora puoi fermare i tuoi fratelli? Per piacere.» fece infine.
Questa volta fu Mandy ad annuire; lo abbracciò e gli sussurrò delle scuse vicino l’orecchio.


«Tu sarai il mio ragazzo» decise lei radiosa in viso. Era molto più bella quando non era accigliata e aveva uno splendido colore degli occhi, un blu profondo che caratterizzava anche gli occhi burberi di Mickey.

«Ma Mandy … Ti ho detto che …» balbettò il ragazzo incredulo e confuso.
 
«Si lo so, lo so. Ma a te servirà una copertura e, per quanto riguarda me, se sanno che stiamo insieme non mi verranno a rompere le palle. E’ una buona soluzione per entrambi, non trovi?» spiegò lei e gli regalò un bellissimo sorriso in stile Milkovich, uno di quelli che illuminano il viso e la giornata.


 
 
Lucrezia: Questo capitolo è parecchio lungo, e devo dire che sono abbastanza soddisfatta, perché abbiamo introdotto altri personaggi e posto le basi per lo splendido rapporto d’amicizia che nascerà tra Ian e Mandy. (Quanto mi mancano çç)
E poi ci avviciniamo a quel momento!
Spero di risentirvi presto, e grazie a tutti quelli che ci seguono J
A breve troverete la storia anche su Wattpad – a cura di Ilenia.
A presto!
Ilenia: Spero che vi siate consolati con questo capitolo, io tantissimo ed è stato anche divertente scriverlo XD. Finalmente le cose tra Mandy e Ian si sono risolte, e da qui inizierà una splendida amicizia. Spero che ci seguirete nei prossimi capitoli. Purtroppo potrebbe passare un po’ di tempo per la prossima pubblicazione, causa Maturità 2015, ma cercherò di essere il più precisa possibile ♥
Besitos ♥
   
 
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