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Autore: Barbara Baumgarten    10/06/2015    1 recensioni
[Pathfinder]
[Pathfinder]Xardax è un giovane elfo che ignora del tutto la sua vera natura. Forze potenti si stanno per scatenare contro di lui e una missione pericolosa lo attende per segnare definitivamente il suo destino. Accompagnato da altri valorosi eroi, Xardax dovrà affrontare Arania, mitico mostro del regno di Anthurium, famiglio del potente mago Zordlon che aveva portato morte e distruzione nella grande battaglia per il potere.
Questa storia è il resoconto romanzato di una campagna inventata puramente da me prendendo spunto dall'universo GDR di Pathfinder, nella quale i miei giocatori hanno interpretato ottimamente i loro personaggi. n grazie particolare va quindi a loro: Xardax, Serval, Alton e Burduck.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Quando Xardax e Cora raggiunsero la mensa, il giovane rimase senza parole. La sala era enorme e dal soffitto a volta molto alto, mentre la luce penetrava attraverso bifore poste tutte attorno al perimetro. Al centro della sala, lunghi tavoli erano imbanditi con pietanze di ogni genere e colore, mentre un profumo inebriante si diffondeva dai piatti fumanti. Molti studenti erano già ai loro posti ma tanti altri stavano sopraggiungendo insieme a Xardax. Seguì Cora e si sedettero l'uno accanto all'altra.
"E' straordinario, vero? La prima volta che ci sono entrata non avevo abbastanza parole per descrivere lo stupore" gli disse Cora non appena si furono accomodati. In effetti Xardax non sapeva cosa dire. Gli era già capitato di partecipare a banchetti ben organizzati, ma quello a cui sedeva in quel momento non era assolutamente paragonabile. Tutto quel cibo, quell'atmosfera rilassata e famigliare, per un po' gli fece dimenticare le sofferenze dei giorni appena trascorsi.
Fu solo quando tutti cominciarono ad incamminarsi verso i dormitori che Xardax vide la possibilità di avvicinare Vanariel. La domanda che voleva porgli era delicata, lo sapeva, ma doveva tentare. Si fece largo fra i vari studenti che avanzavano in senso opposto e, dopo diverse spallate, riuscì ad avvicinarsi all'arcimago.
"Buona sera, arcimago" disse timidamente, stringendo un pezzo di stoffa della sua tunica.
"Buona sera a te, giovane Xardax. È stato di tuo gradimento il pranzo?"
"Ottimo, non mi aspettavo tanta...tanta..." non riusciva a trovare la parola giusta.
"Abbondanza?" chiese Vanariel sorridendo teneramente. Il ragazzo annuì, anche se non era proprio ciò a cui stava pensando. Nonostante l'imbarazzo di parlare con l'arcimago, Xardax decise che era meglio buttare la domanda sul piatto il più velocemente possibile, prima di ogni ripensamento.
"Mi stavo chiedendo se fosse possibile tornare al villaggio per trovare mio nonno". Ecco, l'aveva chiesto. Ora si trattava di scoprire la risposta.
Vanariel continuò a sorridere ma si prese qualche secondo prima di rispondere.
"Vedi Xardax, la situazione è un po' più delicata di quanto sembri e questo non è il luogo adatto per una simile conversazione. Ti pregherei di raggiungermi nel mio studio nel tardo pomeriggio, così potremmo parlare con più tranquillità". Xardax era deluso, ma decise comunque di non perdere la speranza e annuì.
Tornato in stanza chiese a Cora di lasciarlo solo con la scusa che voleva riposare, si sdraiò sul letto e cercò di riordinare le idee. Tutto quello che era accaduto negli ultimi tre giorni lo aveva sfinito e, soprattutto, gli aveva colmato la testa di domande. Non riusciva a fare a meno di pensare al nonno. Avrebbe voluto tornare a Red Down, magari con qualche soldato, e indagare su quanto era avvenuto. Ritrovare suo nonno era quello che più gli stava a cuore e sperava che Vanariel lo avrebbe aiutato.
Attese che il pomeriggio trascorresse rimanendo sdraiato a letto e, quando vide le ombre che si allungavano, decise che fosse giunto il momento che tanto aveva aspettato.
Lungo il corridoio dei dormitori sperò di non incontrare Cora. Sarebbe stato difficile tenerle nascosto il motivo della sua visita all'arcimago e lui non aveva alcuna voglia di intrattenersi con quella nuova e curiosa amica. Dopo tutto non si conoscevano bene e lui non era tipo da fidarsi immediatamente delle persone. Terminato il corridoio, Xardax imboccò la tromba delle scale. Erano grandi - ci potevano passare tranquillamente due persone insieme- ed erano a chiocciola circondate dalle mura. Il ragazzo si fermò qualche istante per ricordarsi la direzione da prendere, mentre altri studenti gli passavano di fianco indifferenti. In quel momento non era del tutto sicuro che si sarebbe ambientato agevolmente in quella nuova casa. Troppe persone, troppe stanze e, alla terza rampa di scale, anche troppi gradini. Giunto nel corridoio dell'arcimago, Xardax ebbe un attimo di esitazione, poi prese un bel respiro e s'incamminò verso lo studio. Trascorsero solo pochi istanti dal momento in cui lui bussò a quando una voce gentile gli diede il permesso di entrare. Sebbene Xardax avesse già visto quello studio, anche la seconda volta fu preso dallo stupore. Tutto era talmente magico che il ragazzo si trovò a bocca aperta sotto lo sguardo divertito di Vanariel.
"Come stai Xardax?" gli chiese cordialmente l'arcimago.
"Bene, grazie"
"Accomodati pure" e gli fece cenno verso una delle poltrone che troneggiavano attorno al camino e che la volta precedente non aveva notato.
"Gradisci qualcosa da bere? O da mangiare?". Il ragazzo fece cenno di no. Era teso e preoccupato per quello che si sarebbero detti e Vanariel lo sapeva.
"Allora" disse l'arcimago rompendo gli indugi "ho tutta la serata a tua disposizione e sono certo che hai molte domande da farmi. Spero solo che le risposte riescano a soddisfare la tua curiosità".
Xardax si guardò le mani e corrucciò la fronte. Era il momento. Avrebbe saputo tutto ma non sapeva da dove cominciare. Le domande gli si accalcavano nella testa e tutto era caotico. In quel marasma di idee confuse, riuscì formulare una sola e più importante richiesta.
"Chi sono?". Vanariel non si aspettava la domanda diretta. Quel ragazzo era riuscito ad andare dritto al punto.
"Inutile dirti che sei un ragazzo di Red Down cresciuto dal nonno Feren e addestrato per diventare fabbro" l'arcimago aveva bisogno di qualche secondo ancora per trovare le parole giuste da usare, ma il ragazzo s'indispettì. Non aveva voglia di farsi prendere in giro e quella risposta cominciava ad irritarlo.
"Non sto giocando con te" disse Vanariel comprendendo l'espressione del ragazzo "è solo che è una questione molto delicata. Tu hai diritto di sapere, ma credimi se ti dico che quanto sto per rivelarti avrà serie ripercussioni sulla tua vita". Il mago inspirò profondamente.
"Quasi diciotto anni fa, mi recai per la prima volta in un villaggio di elfi ai piedi delle Montagne del Nord, per parlare con un vecchio amico. Era appena giunto a vivere lì e con sé portava un bambino. Quell'uomo era tuo nonno."
"Il motivo della visita eri proprio tu, il figlio della Viaggiatrice". Vanariel fece una pausa, per lasciare a Xardax il tempo necessario a metabolizzare quella prima informazione.
"La statua..." si lasciò sfuggire in un sospiro Xardax.
"No, non è la stessa persona. Nella guerra contro il l'Oscuro, la Viaggiatrice che riuscì a sconfiggerlo non era tua madre, ma una tua antenata. La progenie di Orian, così si chiamava, venne tenuta nascosta per evitare che i tanti fedeli di Zordlon potessero tentare la vendetta. Così, le viaggiatrici si susseguirono senza che alcuna persona conoscesse la loro vera identità. Nessuno sapeva, nessuno a parte la Legione dei Piani"
"Mi sono perso" disse Xardax "perché continui a parlare delle Viaggiatrici?Non ci sono stati uomini nella loro progenie?"
"Sei molto perspicace, giovanotto. In effetti no, non ci fu mai, nella storia delle Viaggiatrici, un figlio maschio, a parte te. Quando la Legione dei Piani si avvalse del dono delle Viaggiatrici, lo fece dietro suggerimento di una di loro. All'epoca, infatti, ve ne erano diverse, ma la guerra contro Zordlon le uccise tutte. Questa viaggiatrice riferì alla Legione che una di loro sarebbe riuscita a sconfiggere l'Oscuro ma assieme alla caduta di Zordlon profetizzò anche la nascita di un nuovo mago, un figlio che avrebbe ereditato un potere ben più grande. Ha predetto la tua nascita, Xardax".
"Ma ancora non capisco. Chi sono le Viaggiatrici?"
"Esse sono le uniche persone al mondo che hanno la capacità di viaggiare attraverso i Piani. Vedi Xardax, il nostro mondo è solo uno dei tanti Piani dell'Essere e tutti i piani sono collegati fra loro. Le viaggiatrici hanno la capacità di muoversi fra essi in sogno. Bada bene, non è un dono quanto piuttosto un onere. Il viaggio non è sempre sicuro e una volta aperta la via la viaggiatrice può entrare e uscire da un piano ma deve stare all'erta che nulla la segua. Molte hanno perso la loro vita nel viaggio, molte hanno smarrito la strada verso casa."
"Quindi, se mia madre era una di loro, allora anche io posso viaggiare?". ora Xardax era più attento che mai alla discussione. Era curioso e allo stesso tempo spaventato dalle rivelazioni che Vanariel gli stava fornendo.
"Esatto, tu puoi viaggiare in sogno, ma per farlo devi ricevere un addestramento particolare che solo un'altra viaggiatrice conosce".
"Ma se mia madre era l'ultima..." la delusione si dipinse sul volto del giovane.
"Non era l'ultima. Esiste anche un'altra persona che ha questa capacità e ho intenzione di fartela conoscere. Ma in seguito, quando sarai pronto."
"Perché mio nonno non mi ha mai parlato di lei?E qual è la promessa a cui si riferiva?"
"Le faccende sono collegate. Quando tua madre ti diede alla luce, fece promettere a tuo nonno che non ti avrebbe mai detto chi eri veramente e di tenerti lontano dalla magia"
"Ma perché? Perché ha voluto tenermi nascosto tutto questo?" Xardax era arrabbiato. La sua intera vita si stava sgretolando sotto le sue dita.
Vanariel si sporse verso il ragazzo mettendogli una mano sulla spalla. Comprendeva il suo stato d'animo, lo capiva, ma ora doveva dimostrare di avere la forza necessaria per diventare adulto.
"Lei voleva proteggerti. Sapeva che la Legione ti avrebbe dato la caccia se solo avesse sospettato che iniziavi il tuo addestramento alla magia. Lei ti amava oltre ogni umana comprensione". Le parole dell'arcimago fecero scorrere le lacrime che da troppo tempo Xardax tratteneva. Sentiva di essere arrabbiato con sua madre, ma non riusciva ad odiarla per quello che gli aveva fatto. L'aveva abbandonato e l'aveva fatto crescere nella menzogna. Tirò su col naso e si asciugò le lacrime con la manica della tunica.
"Perché la Legione ha paura di me?" chiese infine.
"Vedi, quando tua madre ti concepì non era nel nostro piano. Era andata in quello dei morti per poter incontrare tuo padre e lì deve essere successo qualcosa. Quando è tornata era incinta. Non so dirti cosa sia accaduto, nessuno lo sa, ma la sacerdotessa, che è a capo della Legione, sospetta che tua madre si sia legata ad uno spirito. Questo ti darebbe una doppia natura e, secondo la Legione, ti renderebbe pericoloso".
"Io sono solo un ragazzo! Nemmeno sapevo di essere un mago!" ora era la rabbia a parlare. Era frustrato. Non solo sua madre gli aveva mentito, ma ora della gente lo riteneva pericoloso a tal punto da volerlo eliminare.
"Ma se sono così potente, perché mai la Legione non mi ha ucciso quando ero ancora a Red Down? Perché mi ha concesso di venire fino alla Torre?"
"Perché così avevamo deciso. Quando sei nato mi sono preso l'incarico di educarti in modo che tu avessi l'opportunità di dimostrare la tua vera natura, la tua bontà, e non ho alcuna intenzione di fallire". Un silenzio denso di sofferenza calò nella stanza. Lo scoppiettio del caminetto era l'unico rumore e Xardax cominciava a sentire le tempie pulsare. Troppe emozioni, tutte insieme.
"Che ne è di mio nonno?"
Vanariel respirò profondamente. "Quando sei partito, il tuo villaggio è stato attaccato. Ancora non abbiamo scoperto chi c'è dietro, ma lo faremo. Non penso che Feren, sia ancora vivo". Per la prima volta da quando era iniziata la discussione, Xardax vide la sofferenza negli occhi dell'arcimago.
"Eravate molto amici?" chiese delicatamente.
"Si, lo eravamo. Abbiamo passato tante cose insieme e io avrei voluto stargli più vicino quando aveva bisogno di un amico. Non avrò più occasione di dirgli quanto gli volessi bene, ma onorerò la nostra amicizia salvando te, Xardax". Nelle sue parole vi era tutta la solennità della promessa e il ragazzo ci volle credere.
 
   
 
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