CAPITOLO 1



E' notte fonda e tutto tace. All'improvviso un urlo squarcia la notte.
-Will?!- La donna in tutta fretta si alzò dal letto, dirigendosi nella camera del figlio.
-Tranquillo...sono qui!- Le sussurrò avvicinandosi a lui, e stringendoselo forte tra le braccia. Il moro scoppiò in un pianto liberatorio.
-Non è giusto. Non è giusto.- Continuò a ripetere balbettante.
Inaspettatamente il campanello suonò. 
-Sarà sicuramente qualche vicino venuto a lamentarsi per il chiasso.Torno subito, tesoro...- Disse allontanandosi, lasciandolo di nuovo solo.

-Loriette, state bene?!? Ho sentito un urlo!- 
-Sam?-
La donna sbattè le palpebre più volte, incredula, mentre il suo sguardo venne catturato dalla mazza da baseball che teneva il giovane in mano.
-Si è sentito fino lì sopra?-
-Ogni appartamento è monologato allo stesso modo, e con la finestra aperta si è sentito alla grande...-
-Mi dispiace di averti svegliato.- Sospirò, massaggiandosi la tempia con le dita.
-Nessun problema! Tanto non riuscivo a dormire...- Ammise, grattandosi la testa con fare imbarazzato.
-Allora vieni, ti preparo una bella tazza di te! E non accetto scuse!- Affermò lei, obbligandolo ad entrare. 
-Mi dispiace per il baccano...ma Will è rimasto traumatizzato dal giorno dell'incidente.-
-Posso...andare da lui?-
La donna sorrise annuendo.
-Ti accompagno...-

-Will?-
-Non riesco a dormire, mamma...-
-Sam è venuto a trovarci. Si è preoccupato sentendoti urlare.-
-Sam?-
-Ciao Will.-
-Vado a mettere a riscaldare il bollitore...- Loriette si chiuse la porta alle spalle, lasciando i due ragazzi da soli. 
Sperava che suo figlio assieme a Sam si sarebbe calmato.
Aveva capito da subito che quel giovane era una brava persona, e forse avrebbe potuto aiutare il suo bambino. 
Un ragazzo di appena ventun'anni che aveva già perso tutto. 

Aveva perduto la voglia di vivere. 
La voglia di sognare. 
La voglia di amare.
Ma sopratutto, aveva perso se stesso.

-Posso?- Domandò cortesemente, indicando il posto libero accanto a Will. Quest' ultimo annuì timidamente.
La luce della luna giocava con le ombre dei loro corpi al buio.
Si sedette sul letto. -Vieni qui...- sussurrò incitando Will ad avvicinarsi.
Una volta accanto, lo strinse tra le braccia, facendo appoggiare la testa di lui sul suo petto.
Lo sentì tremare, così lo strinse ancora più forte, ma lui non aveva la minima idea che quei tremolii erano provocati per la loro  vicinanza.
-Vuoi parlarne?- Tentò, mentre le sue dita giocherellavano con i capelli del moro. In sua risposta potè sentire solo un flebile "no".
-Va bene...Sappi che se avrai bisogno di qualcuno con cui parlare, ci sarò. Sempre.-
-Grazie.- Cinguettò quest'altro, coccolandosi nel calore del suo nuovo amico, profondando in un sonno improvviso. 
Il respirò si regolarizzò. Il cuore tornò a battere ad un ritmo regolare. 
Sam sorrise, rendendosi conto che Will si era addormentato tra le sue braccia. 
Conosceva quel ragazzo da forse un'ora, ma ai suoi occhi sembrava lo conoscesse da una vita.
Come il piccolo fratellino che non aveva mai avuto. Sorrise per la ventesima volta, respirando quel dolce profumo che gli inebriava la mente.
-No, non potresti essere mio fratello, altrimenti non potrei mai provarci con te...- Sussurrò al suo orecchio.
-Emily...- Balbettò l'altro nel sonno,stringendo il lembo di felpa dell'ospite. 
Sam spalancò gli occhi all'istante. 

Chi diavolo era questa Emily?