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Autore: lawlietismine    10/06/2015    1 recensioni
Raccolta di semplici scene di vita quotidiana nella tanto amata Camelot.
I. Challenge: “Merlino, io sono il Re: non puoi parlarmi così”
II. Poetry: "Merlino tenta di scansare Artù, così da concentrarsi sul rumore che gli è parso di sentire, ma l’altro non gli concede questo lusso"
III. Guilt: "Merlin odia i sensi di colpa, li odia con tutto il cuore."
IV. Tavern: “Oh andiamo, Merlin!” Gwaine sbuffa una risata, prima di buttare giù un pezzo di pane, e gli lascia una spallata derisoria.
V. Jealousy: “Ci vediamo, Gwen” dice frettoloso, e la risposta dell’altra non fa in tempo a raggiungerlo, che lui è già corso verso il castello.
VI. Jealousy 2.0: Merlin si sente chiamare e un attimo dopo Gwaine e Lancelot lo hanno già affiancato “ti dispiace se ti rubiamo?”
VII. Sleeping peacefully: "Arthur lancia un'occhiata al ragazzo nel suo letto, che – ancora profondamente addormentato, tutto intrecciato nelle coperte sfatte – si è mosso e ha farfugliato qualcosa di incomprensibile nel sonno"
VIII. Morgana: “Mia signora?” domanda incerta, posando le vesti sul letto, per poi avvicinarsi a lei e scrutarla curiosa: Morgana non si muove, non si scompone.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camelot: scene di vita quotidiana.


#4 





 
“Oh andiamo, Merlin!” Gwaine sbuffa una risata, prima di buttare giù un pezzo di pane, e gli lascia una spallata derisoria che lo fa barcollare malamente.

Il mago borbotta qualcosa, fulminandolo con lo sguardo e “Ho detto di no” puntualizza, continuando ad armeggiare con le erbe raccolte quella mattina su ordine di Gaius: prima o poi crollerà sfinito a terra e dovranno sotterrarlo senza che abbia compiuto il suo cavolo di destino.

Se non fossero amici e se non gli facesse piacere in fondo averlo intorno – e, diciamocelo, se non fosse proibito – spedirebbe il cavaliere direttamente con il fondoschiena a terra senza batter ciglio, giusto con un insignificante mormorar di parole.

Ma non può e non vuole scacciarlo, si sentirebbe in colpa, quindi lo lascia fare, cercando semplicemente di ignorarlo.

“Ma perché no? Non sai quante ragazze ci sono!” ritenta l’altro, come se – con l’aggiunta di questo dettaglio – la cosa si potesse fare più stuzzicante per lui, che in risposta si blocca un attimo nel mezzo del suo lavoretto, gli lancia un’occhiataccia e poi riprende come se niente fosse.

“Non verrò alla taverna, Gwaine” ripete scandendo bene le parole “Ti ho detto che stasera proprio non posso”

L’amico fa un verso ambiguo, tipo l’ennesimo sbuffo di risata che innervosisce Merlin, e poi annuisce con un che di presa in giro, prendendo a girovagare per la stanza senza meta.

“Certo, certo” annuisce sarcastico “Arthur ha bisogno dei tuoi servigi”

Il mago stringe le labbra in una linea sottile, mentre tortura un po’ di valeriana come se volesse distruggerla: quel tono canzonatorio non ha motivo d’esistere, perché lui deve davvero aiutare quella sera quell’asino del Re e comunque non ha davvero bisogno di inventarsi scuse, lui, per rifiutare un invito alla taverna, non ha mica due anni!

E poi cos’è quel tono malizioso?

Maledetto Gwaine.

“Sì, sarò pure maledetto, caro mio” ride l’amico, facendo notare all’altro che non ha solo pensato fra sé e sé quella parte “ma tu passi troppo tempo con Arthur e io sono in carenza di affetto” e detto ciò sporge il labbro come un cucciolo.

“Ma smettila, idiota” lo deride Merlin, partecipando all’attimo di divertimento: per un secondo si sente riportato indietro a quando lo ha conosciuto, quando era un semplice ragazzo bravo con le donne e troppo vivace, non uno dei cavalieri di Camelot.

“Se potessi, eviter–”

“MERLIN!” il richiamo furibondo lo interrompe bruscamente e in un attimo la porta li coglie di sorpresa, sbattendo malamente contro il muro: Arthur fa la sua entrata, cercandolo subito con lo sguardo come pronto a rinfacciargli qualcosa, ma quando vede che sono in due, in quella stanza, resta un attimo ammutolito.

Gwaine – che gli è di spalle – alza gli occhi al cielo come di fronte a un cliché per niente inaspettato e poi si volta, con le mani a mezz’aria in segno di resa.
“Vi lascio soli, non rompete niente” sghignazza malignamente, beccandosi due occhiate di fuoco e svignandosela, stando ben attento a richiudersi dietro la porta.





 


Buondì, cari. 
Finalmente è finita la scuola.
Dunque, prima di tutto ci tengo a dire che , lo so che queste due immagini non c'entrano niente, ma... Le ho trovate per caso e non potevo non metterle! :')  
Ma a parte questo, questa flashfic è una cavolata enorme e io adoro Gwaine. Eh già
 ^^" 
Comunque sono felice perché sto lavorando a una long merthur e spero di pubblicare presto il primo capitolo (?)
Grazie mille a chi segue questa raccolta e a chi mi lascia un parere ^^
E poi boh, come al solito spero vi sia piaciuto e alla prossima, 

Lawlietismine 

  
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