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Autore: lala_g    09/01/2009    1 recensioni
L’amore alle volte può essere decisamente complicato, ma con l’aiuto di una piccola spinta, o di un piano diabolico, tutto può essere risolto…o quasi!
[ShinoKiba/NejiKiba]
N.B. IX Classificata al contest "Oops... Beccati" indetto da -UrD-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga, Shino Aburame
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decisamente



-Vuoi conquistarlo oppure no?-

La voce palesemente stizzita della ragazza bionda fece alzare gli occhi al cielo in segno di rassegnazione al moro.
Quando Ino si metteva qualcosa in testa era difficile farle cambiare idea ma quello…No, neppure lui avrebbe sopportato una cosa del genere. Si sarebbe recato in un tempio e avrebbe preso i voti piuttosto. La Yamanaka non aveva mai brillato di intelligenza, a meno che la parola intelligenza non fosse sinonimo di manie di bellezza.
Kiba era stanco di sentirla borbottare istericamente di piani e complotti d’amore.
Si rimproverò per la centodecima volta di averla immischiata in quello che, decisamente, sarebbe dovuto restare un fatto privato.
Riportò la sua attenzione sulla donna bionda quando questa gli sventolò, poco gentilmente, una mano davanti il viso, in un esplicito richiamo all’attenzione.

-Guarda, carino, che sto cercando di aiutare te! Se hai un'idea migliore per conquistare il tuo bello, parla ora o taci per sempre –

Kiba si appuntò mentalmente di riferirle che non erano ad un matrimonio e che, se si apprestava a seguire il suo decantato piano, probabilmente non ci sarebbero mai stati.
Vide la ragazza portare le braccia ai fianchi e assumere un'espressione decisa, troppo decisa per i suoi gusti.
Portò una mano a grattarsi il retro della nuca, in un gesto nervoso: quella ragazza lo stava mettendo con le spalle al muro e questo non andava bene.
Akamaru uggiolò come fosse ferito, percependo il disagio e la tensione del padrone.
Erano nel bosco appena fuori Konoha, un posto dove ogni tanto il team 8 era solito allenarsi e che, Kiba sapeva, era abbastanza tranquillo per portare avanti una discussione delicata come quella che stavano intrattenendo in quel momento.

-Ino-chan-

Iniziò, forzandosi ad usare un tono per lo meno gentile, seppur esso non nascondesse il suo attuale nervosismo.
La ragazza bionda, incuriosita, sciolse la posizione delle braccia e, con uno sguardo decisamente eloquente gli fece intendere di continuare.

-Io apprezzo davvero quello che cerchi di fare ma, davvero, non mi sottoporrò mai al tuo, hem, piano, decisamente

L’inarcare di un sopracciglio biondo e l’apertura della bocca della donna in una smorfia offesa gli fece presagire che, magari, avrebbe dovuto imprimere maggiore decisione nel suo rifiuto e apportare una motivazione che fosse almeno di una solida validità. Sospirò in rassegnazione e batté il replicare della donna sul tempo.

- E poi dubito che Shino-kun sarebbe d’accordo su questo-

Pensava di esserci definitivamente riuscito, che avesse finalmente fornito alla ragazza la ragione esatta per cui il suo perfetto piano di conquista non sarebbe mai potuto essere realizzato quando, inaspettatamente, sulle labbra di lei nacque un dolce quanto sadico e furbo sorriso.
Gli occhi rotearono ancora, alzandosi verso il limpido, terso, cielo di Konoha.

-Se questo è il problema non devi preoccuparti, Kiba-kun, Shino sarà d’accordissimo-

Un brivido di secco timore percosse la sua schiena e Akamaru uggiolò nuovamente.
In quel momento, Kiba Inuzuka, davvero non seppe se preoccuparsi per se stesso o per il compagno di squadra.
Compatì Shikamaru per avere una donna tanto diabolica nella sua squadra e cominciò a comprendere, almeno parzialmente, l’odio innato dell’amico verso il sesso femminile.
No, chiedere aiuto a Ino non era stata una buona idea, decisamente No!

-Io…non voglio?!-

Davvero non sapeva più cosa inventarsi per sfuggirle. Erano tre giorni che Ino cercava di convincerlo ad attuare il suo diabolico piano ed erano tre giorni che Kiba, aggrappandosi a insane scuse, rifiutava quello stesso.
Ma quel giorno, il quarto giorno, Kiba non sapeva davvero più a cosa aggrapparsi per evitarlo.
L’ultima, effimera, speranza che Ino potesse accettare il suo pigolante “non voglio” come scusante per rifiutare il suo piano, crollò non appena dalle labbra di lei nacque una genuina, candida, risata.
Avrebbe voluto scappare, davvero, avrebbe voluto prendere in braccio Akamaru e partire per una missione a tempo indeterminato, di quelle che sai quando parti ma non sai mai quando torni.
La bionda lo guardò con le lacrime agl’occhi, calmando lo scoppio di ilarità e aggiustandosi il ciuffo di capelli con movenze eleganti. Lo guardò con sufficienza e, stanca di quel gioco protratto anche troppo per i suoi gusti, sentenziò decisa.

-Tu, Kiba Inuzuka, ‘sta sera conquisterai il tuo amato, e se per farlo dovrai andare a letto con Shino-kun, lo farai. –

Stava per aprire la bocca per ribattere, offeso che la sua volontà contasse davvero meno di zero in quella discussione in cui, fondamentalmente, si stava parlando dei suoi dannati sentimenti, della sua maledetta vita relazionale e della sua fottuta verginità.
Lo sguardo glaciale di Ino, tuttavia, lo costrinse a tacere e a rimpicciolirsi sempre più innanzi alla figura imponente dell’altra. Avrebbe abbassato le orecchie canine, se fosse stato un cane, e Kami, stava pregando per diventarlo oramai.

-‘Sta sera andrai nella radura non lontana dal palazzo dell’Hokage, se non sbaglio si allena lì, troverai Shino e ti darai fare, volente o nolente –

Detto ciò, dopo averlo guardato ancora torvamente, la ragazza si voltò e, tornata sui suoi passi, si diresse con aria ed andamento fiero verso le porte di Konoha.
Kiba rimase a guardarla con aria rassegnata mezzo affascinato, dannata donna, pensò sconsolato, l’aveva fregato e lui, protagonista di quello spettacolo, non era riuscito a prevalere, neppure di poco, sulla indiscutibile volontà del suo folle ed ingegnoso regista.
Guardò in basso ad Akamaru che, con aria triste e malconcia, ricambiò lo sguardo del padrone, come stesse vivendo lui stesso ogni sua emozione.

-Andiamo Akamaru, godiamoci pure il nostro ultimo giorno di vita –

Mugugnò affranto ritornando anche lui verso Konoha. Melodrammatico, certo, ma nella sua situazione, sfidava chiunque a non esserlo.
La giornata sembrò passare velocemente, anche troppo per i gusti di Kiba.
Aveva vagato casualmente per le strade del villaggio in cerca di qualcosa di interessante da fare, arrendendosi all’evidenza che, per quanto cercasse, la sua mente ritornava sempre ed unicamente allo stesso, malinconico pensiero.
L’amore era doloroso, decisamente doloroso!

***

Quando la sera cominciò a calare, tingendo il cielo aranciato di un tenue bluetto, Kiba seppe di doversi recare al luogo dell’appuntamento.
Ad aspettarlo, come presumeva, vi era Ino, nel suo completo viola scuro, quasi indistinguibile dal colore del cielo.
I capelli biondi, consuetamente legati in una lunga, perfetta, coda di cavallo, ondeggiavano leggermente, seguendo il ritmo nervoso dettato dal piede della donna che, come seguisse un’immaginaria melodia, batteva ripetitivamente per terra, nervosamente.
Quando lo vide arrivare, mesto, il movimento del piede cessò improvvisamente e un ampio quanto compiaciuto ghigno si delineò sulle sue labbra.

-Sapevo saresti venuto –

Esclamò esultante, rilassandosi sul posto e invitandolo con un gesto frenetico della mano ad avvicinarsi.
Sospirò e mosse qualche passo nella sua direzione, sembrava più un condannato a morte che una persona destinata a conquistare il suo amore.
Solo quando si fu avvicinato a lei poté notare Shino poco dietro, perfettamente nascosto nella notte. L’aspra consapevolezza di quello che sarebbe accaduto lo colse quasi impreparato, accentuandosi poi alla vista di una coperta morbidamente stesa sull’erba fresca della radura.
Pensieri coerenti abbandonarono la sua mente quando si rese conto di cosa, effettivamente, si stesse apprestando a fare.
Stava per farsi il suo compagno di squadra – il suo asociale, paranoico e fissato compagno di squadra, costituito di insetti – per conquistare una persona che, presumibilmente, quella sera si sarebbe dovuta allenare proprio in quella radura.
Doveva essere decisamente impazzito!
Ino disse qualcosa che andò perso nella confusione della sua mente. Sentì una mano sulla spalla e sussultò in sorpresa nel ritrovarsi Shino così vicino. Troppo vicino.
Rabbrividì un po’, disgustato, ma inghiottì la brutta sensazione sorridendo in modo tirato.
Shino non parve accorgersene e, casualmente, iniziò a sbottonare la sua casacca.
Ino era improvvisamente scomparsa nel nulla, eppure non se ne accorse, troppo preso dai suoi pensieri.
Kiba non voleva davvero sapere in quale arguta maniera Ino fosse riuscita a convincere Shino a fare quello con lui e non cercò neppure di darsi una risposta.
Ogni suo pensiero fu improvvisamente inghiottito quando riuscì a distinguere la figura di Shino, totalmente nudo, davanti ai suoi occhi.
Strinse i denti e si ricordò mentalmente che tutto quello era per una causa maggiore.
Volle dare fiducia a Ino, per una volta, e iniziò a spogliarsi. Immaginò mani pallide e occhi chiari scrutarlo nel buio della notte come fosse illuminato dai chiari raggi solari e la sensazione di paura e sconforto si fece meno pressante su di lui.
Sentì Shino accompagnarlo sulla calda coperta che era stata ordinatamente distesa e si sentì sospingere dolcemente su di essa. Chiuse gli occhi e lasciò che la sua fantasia predominasse, immaginando lunghi capelli corvini accarezzare morbidamente il suo corpo rabbrividente di piacere e calde mani avvolgerlo con tocchi decisi.
Inspirò profondamente e, seppure vi fosse nell’aria l’odore di Shino – il suo compagno di squadra – con il suo acuto olfatto fu un dolce quanto pungente profumo quello che la sua mente immaginò.

-Umh –

Un gemito, non propriamente voluto, sfuggi alle sue labbra mentre la bocca di Shino suggeva lentamente il suo collo teso.
Strinse ancora di più gli occhi e reclinò il capo all’indietro, piegandolo verso destra.
Aveva gli occhi chiusi e il calore provocato dalla bocca di Shino continuava a stordirlo in una maniera assolutamente non voluta.
I pugni strinsero la consistenza grezza della coperta mentre un respiro più profondo degli altri portò alle sue narici un consueto quando bramato profumo.
Gli occhi si spalancarono in tempo per vedere l’immagine candida di un ragazzo moro osservarli poco lontano.
Sussultò e si irrigidì venendo nelle mani del compagno non appena i suoi occhi di calda e fusa ambra ne incontrarono un paio chiari e freddi quanto la superficie lunare in una sera d’estate.
L’assalto di emozioni dovute tanto all’orgasmo quanto alla paradisiaca visione lo stordì costringendolo a chiudere gli occhi stanchi e provati.
Quando li riaprì tuttavia, dopo aver regolarizzato il respiro affannoso, la bianca figura dagli occhi di ghiaccio era scomparsa così come anche il suo fragrante profumo.
L’amore era doloroso, decisamente!

***



Non aveva dormito. Non era riuscito a chiudere occhio né quella notte né tutte quelle che l’avevano seguita.
Non aveva più parlato con Shino di quanto accaduto e, in tutta franchezza, aveva ben poca voglia di farlo.
Ino era scomparsa, aveva casualmente saputo da Shikamaru che era stata mandata in una missione poco importante dalla Godaime proprio il giorno prima. Doveva tornare presto, sapeva.
Maledì la ragazza bionda e le sue illusionistiche parole.
Avrebbe conquistato il suo amore!?
Si! come no, a quel punto l’aveva perso per sempre il suo amore.
Come aveva potuto pensare anche solo per un millesimo di secondo che non l’avrebbe guardato con disprezzo dopo lo spettacolo che avevano messo in scena?
Se lo era chiesto, più di una volta, ma ancora non era riuscito a darsi una risposta sensata.
Sospirò rassegnato decidendo di concedersi una giornata di totale riposo.
Camminò immerso in più pensieri ritrovandosi, involontariamente, nella stessa radura di quella sera.
Quando se ne rese conto sorrise ironicamente a se stesso. Si sedette sull’erba fresca, stendendosi poi con le braccia incrociate dietro la nuca: il sole caldo del mattino accompagnato da una leggera brezza rendeva l’aria piacevole.
Chiuse gli occhi lasciandosi cullare dal silenzio del luogo, i raggi solari lo riscaldarono.
L’incantesimo si ruppe quando scura ombra inizio ad impedire ai raggi solari di colpire il suo viso, raffreddandolo e rendendo la brezza un po’ meno piacevole.
Pensò che fosse una nuvola di passaggio e decise di non aprire gli occhi, ma quando la nuvola continuò a permanere, ostinatamente, iniziò a pensare che ci fosse qualcosa di anormale, non c’erano così tante nuvole quel giorno – non ce n’erano proprio se volevamo essere precisi-
Quando aprì gli occhi riabituandoli alla luce l’unica cosa che vide fu la luna d’estate.
La calda, bagnata, sensazione di quella sera lo colse improvvisamente facendolo rabbrividire. Si alzò a sedere di scatto, rosso in viso, mentre gli occhi permanevano incatenati a quelli dell’altro ragazzo.

-Hyuuga?!-

Mormorò con ben poca convinzione, a disagio.
Il moro, per tutta risposta, non disse nulla, abbassandosi sino ad arrivare all’altezza dell’altro, ancora seduto sull’erba.
L’espressione imperturbabile del ragazzo colpì Kiba che, solo quando il viso dell’altro arrivò vicino al suo, riuscì a metabolizzare la situazione.
Richiamò nuovamente il suo cognome, l’incertezza sempre più evidente nella sua voce.
Non riuscì a capire cosa stesse succedendo sino a quando non percepì le fredde, morbide, labbra dell’altro sulle sue.
Un bacio, casto e privo di malizia o passione.
Un semplice misero bacio che ebbe il potere di far aumentare a dismisura i battiti del suo cuore.
Sgranò gli occhi e non seppe se ricambiare il bacio – a lungo desiderato – o allontanare quel piacevole contatto – per un motivo non ancora ben definito nella sua mente –
Non poté fare né l’una né l’altra cosa dal momento che, la fugace unione, così come era arrivata, scomparve.
Osservò Neji scostarsi di poco per soffiare contro la pelle sensibile del suo orecchio.
Scariche di tensione corsero lungo la sua schiena mentre chiare e limpide parole venivano sussurrate contro la sua pelle.

-Davvero un bello spettacolo, Inuzuka, ma la prossima volta dovrai fare di meglio per impressionarmi –

Sgranò ulteriormente gli occhi chiari e rimase immobile. Sentì lo Hyuuga rialzarsi e lo vide sogghignare con sicurezza – una delle poche espressioni che si potevano distinguere sul suo imperturbabile volto –
Assimilò le sue parole solo quando la schiena del moro si era allontanata di qualche passo.
Sorrise in maliziosa aspettativa prima di urlargli dietro, con voce abbastanza alta da essere udibile.

-La prossima volta, Hyuuga, anziché spiare, dovrai partecipare attivamente –

Si alzò spolverando i vestiti sorridendo soddisfatto.
Fredde e calcolate parole arrivarono alle sue sensibili orecchie intrise di quella oramai consueta fragranza identificativa del ragazzo che –si stupì di questo – non si era accorto avesse invaso l’aria circostante.

-Più che attivamente, Inuzuka –

Il doppio senso intrinseco della frase fece ridere il castano. Una risata gioviale e allegra, innamorata.
Aveva pensato che dopo quello spettacolo lo Hyuuga avrebbe provato solo disgusto nel vederlo ma, a quanto pareva, doveva averlo invece spronato nel modo inverso.
Sorrise e si ripromise di ringraziare Ino; per quanto gli rodesse, doveva ammettere che aveva avuto decisamente ragione su quel piano. Scosse il capo voltandolo poi verso il basso notando come Akamaru lo stesse guardando in modo indecifrabile.
Posò una carezza sul suo capo mormorandogli che non avrebbe potuto capire e si diresse verso il centro del villaggio.
Il suo camminare si arrestò quando una forte pacca si abbatté sulla sua spalla.
Voltò il capo solo per guardare il viso ghignante di una insolitamente allegra Ino.
Ghignò in risposta e Ino seppe che il suo piano aveva funzionato. Camminò al suo fianco iniziando un lungo monologo su quanto fosse intelligente ed astuta e di quanto il suo piano non poteva che essere infallibile.
Lo rimproverò di non averle dato retta prima e poi si arrestò.
Kiba si fermò poco più avanti osservandola curioso; l’espressione di Ino era corrucciata, pensosa: un dito poggiava contro il suo mento e le sopracciglia si erano avvicinate in una buffa espressione di riflessione.
Stava già per chiedere spiegazioni quando la ragazza sbotto con esaltazione.

-Adesso non mi resta che preparare il tuo primo, splendido, appuntamento con lo Hyuuga-

Kiba spalancò la bocca scandalizzato.
I suoi propositi di ringraziamento andarono perduti nei meandri reconditi della sua mente mentre un unico, chiaro, pensiero andava delineandosi nella sua testa.
No! Chiedere aiuto ad Ino non era stata Decisamente una buona idea.


Note della storia: Vi sono accenni al matrimonio. So perfettamente che i matrimoni Giapponesi sono differenti dai nostri, tuttavia, non conoscendo il rituale, ho utilizzato la frase “parla ora o taci per sempre” per enfatizzare il tono di Ino. Giudice non me ne voglia.

Qui

il giudizio della storia.
Ringrazio infinitamente -UrD- per il commento e anche se la storia è arrivata ultima, non posso dire che non sono soddisfatta perchè a prescindere da tutto, a me questa storia piace xD (era anche la prima volta che usavo questi personaggi xD)

Grazie a chi leggerà e spero recensirà

Lala
  
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