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Autore: Ipainteditblack    11/06/2015    0 recensioni
Tutte le storie prima o poi finiscono, ma nè Harry nè Louis si sarebbero immaginati che la loro sarebbe finita così, intrappolata nelle pagine di una lettera di Harry. DISPONIBILE ANCHE SU WATTPAD https://www.wattpad.com/137862983-dear-louis-larry-stylinson-caro-louis
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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"Caro Louis,
ovunque tu sia, spero che tu stia bene. Non ho la minima idea di come cominciare questa lettera, ma voglio scriverla. Mi sento in dovere di farlo, forse perché penso che mi aiuterà a sentirmi meglio con me stesso, anche se so perfettamente che non è così.


Sono le 2:13 del mattino e non riesco a chiudere occhio. La mia mente malata continua a farmi sentire suoni e voci che non voglio sentire. Sento di stare per impazzire Lou...non ce la faccio più. Ogni volta che mi addormento spero con tutto me stesso di non risvegliarmi. E' quello che mi merito.
 
Mi manchi da morire. Questo mondo fa schifo senza di te. IO faccio schifo senza di te. E se penso che è tutta colpa mia mi viene solo voglia di vomitare. Non sto più vivendo, Louis...

E' passato più di un anno da quando le mie braccia hanno stretto il tuo corpicino per l'ultima volta, eppure sembra essere passato molto più tempo...
Farti scomparire tra le mie braccia, giuro, era la cosa più bella del mondo. Amavo farti sentire protetto. Ma il pericolo ero io. Tu dovevi proteggerti da me, Lou.

Non ho idea di come la situazione possa essermi sfuggita di mano così tanto. Ricordo solo che stavamo litigando. Il lavoro in fabbrica mi stancava parecchio e tornavo a casa a orari improponibili. Ma tu rimanevi sempre sveglio ad aspettarmi. Tornavo alle due? Alle tre di notte? Tu eri lì, seduto sul divano a sorseggiare una tazza di thé caldo che tenevi saldamente tra le mani e la televisione accesa, che ti teneva compagnia. Avevi sempre gli occhi stanchi, ma ogni volta che ti dicevo di non aspettarmi mi rispondevi "Non riesco a dormire se non ci sei tu, Haz."

Mi facevi sorridere ogni volta che dicevi quella frase. Mi facevi sorridere sempre.

Quel giorno avevo avuto dei problemi al lavoro. Mi avevano licenziato perché ritenuto "mentalmente instabile".

Aprii rabbiosamente la porta d'ingresso, e tu, come ogni sera, eri rimasto sveglio ad aspettarmi. Ti avvicinasti a me con un ampio sorriso sulle labbra che soffocasti nel vedere la tensione che emanava il mio viso. Eri felice di vedermi, e in qualche parte remota de mio corpo lo ero anch'io. Mi chiesi com'era andata la giornata, ma io non risposi e camminai dritto in cucina serrando un pugno senza nemmeno degnarti di uno sguardo. Te ne avevo fatte passare così tante...eppure non mi ricordavo di averti visto tanto imbarazzato dalla situazione prima di allora.
 
La rabbia mi stava divorando da dentro. Strinsi maggiormente il pugno e lo sferrai contro il tavolo della cucina accompagnato da un urlo di ira, e tu eri dietro di me, impaurito, ma nonostante questo ti avvicinasti. Ad un tratto sentii la punta delle tue dita sfiorarmi il braccio e lo ritrassi subito, girandomi improvvisamente verso di te. Non ho idea di cosa lasciava trasparire il mio viso in quel momento, ma i tuoi occhi mi diedero una risposta. Solo in quel momento mi ricordai della domanda che mi avevi fatto poco prima, così ti risposi, non del tutto sicuro che ti ricordassi quello che mi avevi chiesto.

"Fatti. I cazzi. Tuoi" sono le uniche parole che uscirono dalle mie labbra.

L'azzurro-grigio dei tuoi occhi stava iniziando ad offuscarsi di lacrime, e questo per qualche strano motivo mi fece infuriare. Afferrai il tuo polso minuto e lo strinsi con tutta la forza che avevo in me portandolo all'altezza del tuo viso, che si contorse in una smorfia di dolore.

"Oh...adesso piangi?" chiesi a denti stretti nel vedere le lacrime iniziare a scorrere lungo le tue guance rosee, accompagnate da qualche singhiozzo. Apristi appena le labbra per dire qualcosa, ma ci ripensasti. Il tuo silenzio non faceva che alterarmi. "Smettila di piangere!" urlai furiosamente verso di te e strinsi una mano attorno al tuo collo mettendoti con la schiena al muro. Il tuo viso iniziava a diventare rosso e percepii il suono di alcuni gemiti strozzati.

"H-Harry...ti prego" furono le uniche parole che riuscisti a dire tra le lacrime. Non provavo alcuna pietà...non provavo niente. Ti tirai appena verso di me scagliandoti con più violenza contro il muro, e tu ebbi un sussulto misto a un gemito di dolore. Strinsi i denti in un ghigno stringendo ulteriormente la mano attorno al tuo collo aggiungendo anche l'altra, lasciando il tuo polso ormai livido. Le mie mani tremavano come mai avevano fatto prima. Il tuo bellissimo viso ora era quasi irriconoscibile: le labbra -un tempo rosee- stavano diventando viola e la tua pelle si stava arrossando, ma questo non mi impedì di lasciarti andare.

Questo lo feci tu Lou, lo feci poco dopo. Ti lasciasti andare, e capii che quella sarebbe stata l'ultima volta che i miei occhi verdi avrebbero guardato i tuoi zaffiri. Ritrassi le mani e tu cadesti a terra. Il tuo corpo immobile giaceva ai miei piedi. Il tuo cuore si era fermato. Non respiravi più. Eri l'unica mia ragione di vita, e io te ne privai.

Mi bastò un solo sguardo per realizzare quello che avevo fatto. Eri morto, e ti avevo ucciso io. Sentii una forte stretta al cuore e mi inginocchiai al tuo fianco stringendoti tra le mie braccia scoppiando in un pianto colmo di rabbia verso me stesso, mentre frasi come "Dio...che cazzo ho fatto? Lou...Louis, ti prego, non lasciarmi" rieccheggiavano nella stanza.
 
Non mi arrestarono. Mi ricoverarono in un ospedale psichiatrico e mi diagnosticarono la psicopatia. Iniziai a fare un sacco di sedute con gli strizzacervelli, e un po' mi aiutarono. Ma l'aiuto più grande me lo davano le pillole: con quelle riuscivo -e riesco- a controllarmi meglio. Sono uscito di lì quasi due mesi fa e sono tornato in quella che era la nostra casa, anche se senza di te non lo è più. E' vuota, come me. E' difficile da credere, ma ti ho amato, e ti amo ogni giorno di più.

 
Tutto questo non durerà ancora per molto, Louis. Ti promisi che ti avrei reso felice, e se in questa vita non ci sono riuscito ci riuscirò nella prossima.

Stamattina sono andato a comprare altre pillole, anche se in realtà ne avevo a sufficienza. Le ho proprio qui, accanto a me. E' un barattolino marroncino abbastanza grande. Non ho intenzione di lasciarne nemmeno una.

Louis, sto arrivando.

Tuo, Harry."
   
 
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