Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Writer_son of Hades    11/06/2015    1 recensioni
- finale completamente diverso rispetto a "il Sangue dell'Olimpo" -
Dopo una dolorosa perdita e la sconfitta di Gea e delle sue forze, sembra che tutto sia finalmente finito.
Ma i semidei non sanno che Gea non è ancora sconfitta definitivamente e che, anni prima, aveva escogitato un modo per rimanere in vita anche dopo la sua morte. Si troveranno ad affrontare sua figlia che, per quanto possa essere diversa da loro, sia l'unica persona che possa veramente salvarli.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Reyna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell'autrice peggiore del mondo: Lo so.....sono una persona orribile...... perdonatemi se non aggiorno da un mese ormai, ma ho avuto davvero tanto da fare. Vi chiedo ancora scusa e spero che il capitolo vi piaccia. Questo è ancora un capitolo "intermedio" prima del finale che arriverà fra pochissimo. Non odiatemi, perchè io vi adoro! Infatti, in questo arco di tempo siamo arrivati a 700! No, vabbé voi volete farmi morire! Ringrazio ognuno di voi pazzi che continuate a leggere la mia storia! Un bacione a tutti,
e ancora grazie, davvero
Silvia


 
Festa A Sorpresa


JASON



 
                Si trovava al confine del Campo Mezzosangue, vicino al pino di sua sorella, Thalia.
Erano passati parecchi mesi da quando Silvia era arrivata al Campo.
Jason aveva anche cominciato a sentire meno la mancanza del Campo Giove, dato che poteva farci un salto ogni weekend. Inoltre, era occupato per un intero giorno alla settimana con Silvia per poterla aiutare con la sua influenza di Zeus. Le aveva insegnato come volare, lanciare fulmini, controllare i venti.
Sì, era stato stancante. No, non avrebbe mai voluto rifarlo. Ma sì, si era divertito con lei.
Alla fine era per ¼ sua sorella e a lui stava più che bene.
                Alzò lo sguardo verso il mondo dei mortali. Era ancora tutto ricoperto di neve.
Era fine gennaio, ma la temperatura al Campo era sempre costante. A lui andava bene, il sole gli piaceva molto più del freddo. Ma si ricordò quanto si erano divertiti due giorni prima a giocare a palle di neve lì sul confine. Era stata più o meno come una caccia alla bandiera ghiacciata, con i figli di Ares che avevano preparato una catapulta per lanciare palle grandi come un masso.
Ricordò Frank che, diventato un orso polare, aveva rincorso Leo per aver provato a dargli fuoco alla coda. E Piper, che convinse Connor Stoll a riempirsi di neve le mutande. I ragazzi al Campo ridevano ancora per la faccia del figlio di Ermes mentre ascoltava gli ordini di Piper, infilandosi altra neve ghiacciata nei pantaloni.
                – Ehi. – qualcuno lo chiamò alle sua spalle. Quella voce per lui era diventata inconfondibile.
                – Ciao Piper. – salutò la sua ragazza dandole un bacio sulla guancia.
                – Sei sparito. Va tutto bene?
                – Sì, tutto apposto. – rispose. – Avevo solo bisogno di stare un po’ da solo. Silvia sta meglio?
Piper annuì.  – È la terza volta in una settimana. – disse, preoccupata. – Se continua così, forse risorgerà davvero.
Accennava a Gea che si impossessava del corpo della ragazza. Da quando gli dei se erano andati era successo sempre più di frequente e ogni volta Nico doveva avvolgerla nelle tenebre. Quando riapparivano erano entrambi provati e piani di ferite, ogni volta sempre più malridotti.
Ora erano entrambi in infermeria a curarsi.
Un rumore lo distolse dai suoi pensieri. Poi qualcosa gli piombò davanti con un tonfo.
                – Ehilà! – li salutò Silvia rimettendosi in piedi dopo la caduta.
                – Perché voli? Sei appena stata male! – la rimproverò Jason preoccupato.
                – Sto bene. – disse concludendo l’argomento con un cenno della mano. – Dovevo sbrigarmi e se usavo le ombre, Nico se ne sarebbe accorto.
                – Come sta? – chiese Piper.
Silvia fece una brutta smorfia. – La costola rotta deve ancora sistemarsi. – poi si corresse. – o meglio, che io gli ho rotto.
                – Non è colpa tua. – la rassicurò Jason mettendole una mano sulla spalla.
                – Sì, sì. – rispose evasiva, per poi cambiare improvvisamente argomento. – Vi cercavo per sapere se avete già preparato tutto.
Jason e Piper si scambiarono uno sguardo confuso.
                – Cosa precisamente?
Silvia li fissò e sbraitò una serie di insulti in italiano. – Dovete ancora fare la torta con Percy?!
                – Torta? – mormorò Jason. Poi si ricordò. – Per tutti i venti! La torta!
                – Appena Nico si sveglia, lo porterò nel bosco. Avete due ore. – ordinò. – Fatevi dare una mano anche da Frank. – e dopo averli minacciati per bene, volò via.
Jason e Piper iniziarono a correre verso la cabina tre.
                Era una settimana che Silvia stava preparando la festa di compleanno a Nico. Certo, lui non era un tipo da feste, ma sarebbe stata una cosa intima. Frank e Hazel dovevano fare le decorazioni, Leo i regali e Jason con Piper e Percy la torta. Silvia organizzava tutto e doveva tenere Nico occupato fino alle sette di quella sera, quando ci sarebbe stata la festa.
I sette lo sapevano che i due erano innamorati. Fra una cosa e l’altra, in poco tempo tutti sono venuti a sapere che erano insieme. Ma non lo  dissero a nessuno, anzi, li aiutavano quando qualcuno li beccava mano nella mano o a scambiarsi un veloce bacio. Jason era contento per entrambi. Ma soprattutto per Nico, che finalmente aveva trovato qualcuno d’amare.
Corsero più veloci che poterono e irruppero nella capanna di Poseidone mentre Percy usciva dal bagno.
                – Ciao, ragazzi. Tutto b-
                – Dobbiamo fare la torta! – esclamò Piper.
Percy li fissò. – Oh per tutti gli dei! Mi ero dimenticato!
                – Io vado a prendere gli ingredienti, voi pensate alla glassa! – esclamò Jason prendendo il volo.




 

SILVIA


 
Cadde rovinosamente a metà strada fra l’infermeria e dove aveva lasciato Jason e Piper. Dopo aver rotolato per quattro metri, si mise seduta e si massaggiò la pancia dolorante. Era passato pochissimo da quando Gea si era impossessata di lei. Ricordava ancora bene la sensazione di freddo e umido.
 

Stavano giocando a basket contro dei figli di Apollo. Will era capitano della sua squadra e Jason era capitano della loro. Si stavano divertendo come matti, quando cominciò a sentire uno strano formicolio sulle le dita e le mani. Non ci aveva fatto caso e aveva continuato a giocare. Ma quando tutto aveva cominciato a vorticare, si era fermata e l’ultima cosa che ricordava era Nico che la circondava con l’oscurità.
 Il ragazzo le aveva raccontato ogni volta che perdeva conoscenza e che Gea parlava per lei. Lui creava un bozzolo che li teneva fuori dal mondo, non facendoli vedere né ai mortali, né agli dei. Lei cercava di ucciderlo ogni volta e lui si doveva difendere.
Ma quella volta era stato diverso. Quella volta era cosciente, ma il suo corpo era a Gea. Vedeva Nico che era davanti a lei e che la chiamava, come gli aveva detto che faceva ogni volta.
                – Silvia. – lo voce del ragazzo era ferma.
                – Sì, sono io. – aveva risposto. Riusciva a parlare e a vederlo, ma il corpo non riusciva a controllarlo.
                – Sei tu? – chiese lui confuso.
Sì, era lei. Ma aveva questa strana voglia di vederlo soffocare. Non riuscì nemmeno a rendersene conto che si era fiondata su di lui in un combattimento corpo a corpo.
Non capiva cosa stesse succedendo. Cercò di controllarsi, ma continuava a tirargli pugni o calci. Lui la immobilizzò da dietro.
                – Silvia ascolta la mia voce. – sussurrò piano.
                – Nico la sento, ma il mio corpo reagisce da solo. – mormorò lei.
Il ragazzo si deconcentrò e Silvia ebbe la possibilità di tirargli una gomitata sullo stomaco.
                – Scusa! – esclamò, vedendolo piegato in due.
Gli prese un braccio e con una mossa veloce lo fece cadere a terra. Gli si piazzò sopra, immobilizzandolo. Dal suolo uscirono delle radici nere che lo ancorarono al suolo. Le radici avevano spine che gli graffiarono la pelle scoperta. Nico si dimenava, ma non sarebbe mai riuscito a liberarsi. Poi, qualcosa si materializzò tra le mani di Silvia. Stringeva sicura un pugnale nella mano destra mentre era a cavalcioni sopra a Nico.
                – Silvia… – mormorò il ragazzo spaventato.
Le mani della ragazza si unirono sul pugnale e lo puntò al petto del ragazzo.
                – Non voglio. Non voglio farlo. – balbettò lei terrorizzata. – No! Non voglio! – urlò cercando di opporre resistenza alla forza che avvicinava sempre di più la punta del pugnale al petto del ragazzo di cui era innamorata. Si concentrò, ma la testa le stava scoppiando e le braccia le bruciavano. Lacrime salate cominciarono  a scivolarle sul viso, temendo il peggio.
                – Silvia. – la chiamò Nico. – Andrà tutto bene.
                – No, no, no, no, no, no. – mugugnò in preda al panico. Il suo sguardo cadde sul viso del ragazzo. Era tranquillo e la guardava con gli occhi colmi d’amore.
                – Va tutto bene. – le ripeté con un sorriso.
                – Nico… – disse il suo nome come una preghiera mentre la lama continuava ad avvicinarsi. Non poteva, non poteva ucciderlo. Doveva fare qualcosa. Non poteva vivere senza di lui. Non dopo tutto quello che era successo fra loro. Ma certo: il suo desiderio di salvarlo era più potente del suo desiderio di vivere.
Con tutta la forza che aveva in corpo spostò la direzione della lama verso il suo petto. Lo sguardo di Nico divenne di terrore.
                – Silvia no. – cercò di fermarla. – Non farlo!
Ma quando vide che Nico era salvo, smise di opporre resistenza e il pugnale andò a conficcarsi nello stomaco. Il respiro le si mozzò e sentì il corpo che si liberava dal potere di Gea.
Il grido di Nico fu straziante mentre lei gli ricadeva sul petto. Le radici si ritirarono e lui la circondò con le braccia, facendo scomparire le tenebre attorno a loro.
                – Silvia guardami. – la chiamò mentre Will si avvicinò a loro. – Resta sveglia okay?
Lei aveva annuito, ma era troppo stanca per eseguire il suo ordine, per cui svenne.
 

Entrò in infermeria e alzò lo sguardo verso il letto occupato.
                – Dove sei stata? – la salutò Nico alzandosi immediatamente a raggiungendola.
                – Ciao anche a te. – rispose lei sorridendo. – Jason voleva parlarmi.
                – Ti sei pugnalata lo stomaco e Jason vuole parlarti? Io lo uccido quello lì. – ringhiò, cercando di uscire dalla porta.
Silvia gli si parò davanti per bloccarlo.
                – Sto bene. – disse scoccandogli un veloce bacio sulle labbra.
Questo lo calmò e gli addolcì lo sguardo.
                – Tu sei tutta pazza. – la rimproverò dolcemente.
Lei scoppiò a ridere e lo invitò a fare una passeggiata nel bosco. Lo portò fino alla capanna di  edera che aveva costruito molti mesi prima. Si stesero dentro e rimasero abbracciati giocando con i raggi del sole che penetravano dai fori fra il fogliame.
Passarono velocemente le ore e le sette arrivarono forse troppo in fretta.
                – Dovremmo andare a cena. – gli disse cercando di alzarsi.
Lui la tenne ferma e avvicinò il loro visi.
                – Possiamo anche arrivare un po’ dopo. – sussurrò con voce maliziosa.
Silvia arrossì. Non tanto per quelle parole, ma soprattutto perché temeva che qualcuno avesse potuto sentirli.
                – Andiamo a mangiare e ti prometto che dopo cena abbiamo tutto il tempo per noi due. – gli rispose dolcemente per poi invitarlo fuori.
Quando si rialzarono, davanti a loro un tavolo da dieci persone con una torta e i sette davanti li stava aspettando.
                – Buon compleanno Nico! – gridarono in coro. C’era pure Will con loro che aveva aiutato Leo con i regali.
Il figlio di Ade rimase bloccato davanti a quello spettacolo, ma poi fece un leggero sorriso.
                – Grazie ragazzi.
Lo invitarono a sedersi e cenarono lì, nel bosco ai margini della scogliera. Risero tanto e si raccontarono la giornata. Dopo la torta fatta da Jason, Piper e Percy (un delizioso teschio di glassa e cioccolato), Nico aprì i regali. Da Will ricevette degli occhiali da sole neri, tipico di un figlio di Apollo. Da Leo e Frank una maglietta nera con scritto “The diffrence between pizza and your opinion is that I asked for pizza.” In tipico stile italiano. Da Percy e Jason un paio di boxer con dei teschi sopra. L’imbarazzo da parte di Nico è stato esilarante. Da Piper e Hazel un bellissimo fiore di crisantemo fatto con pietre preziose.
                La cena finì verso tardi e i ragazzi se ne andarono dopo che Leo bruciò tutto, senza aver bisogno di sparecchiare. Si scambiarono la buonanotte e ognuno andò nella propria cabina.
Nico e Silvia rimasero ancora un po’ lì, da soli.
                – Grazie della festa. – le disse prendendole la mano.
                – Aspetta a ringraziarmi, manca ancora il mio di regalo. – prese una piccola scatolina blu nella tasca dei pantaloni e le diede a Nico.
                – Credevo che amarmi, fosse già il regalo più bello potessero farmi. – disse sorridendo.
                – Aprilo e basta. – gli ordinò Silvia cercando di trattenere l’emozione.
Nico obbedì e aprì la scatoletta, svelando il suo contenuto. Prese in mano la piccola perla e la rigirò fra le mani.
                – Giorni fa’, mentre giravo con Percy per i fondali, ho trovato questa madreperla. – gli spiegò Silvia avvicinandosi a lui. – Mi ha detto che non ne aveva mai vista una così.
In effetti era unica nel suo genere. Aveva un colorito sul nero, ma se si faceva risplendere alla luce sembrava argento.
                – Ho pensato a te e a quello che abbiamo. Che alla fine è speciale. – cercò di fargli capire lei. – Il nostro amore è qualcosa di speciale e unico.
Nico l’abbracciò e la baciò.
                – È il regalo più bello. – le disse con il volto nascosto fra i suoi capelli. – Subito dopo di te.
Lei lo strinse a sé e pregò ogni dio o dea possibile per far sì che quel momento non finisse mai.
 
 
                
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Writer_son of Hades