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Autore: AurumLiddell    11/06/2015    0 recensioni
"Forse in fondo, se qualcuno o qualcosa ci ha fatte incontrare.. Potrebbe non essere un caso, forse lo ha fatto perché entrambe abbiamo bisogno l'una dell'altra." disse cercando di sorridere, io provai a fare altrettanto e le presi la mano "Io posso solo sperare che questo non sia un sogno, perché io ho davvero bisogno di te." quando lo dissi Alice sembrò sorridere un po' di più e per qualche strano motivo io mi sentii realizzata.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Dire che Alice era paralizzata alla vista del boia era poco, disse la frase che aveva detto la prima volta che lo aveva visto: “Aveva più fortuna Don Chisciotte contro i mulini a vento.” E nella mia testa vedendo Pyramid Head pensai la stessa cosa, me lo immaginavo diverso, non so perché ma adesso che era a qualche metro di distanza da me mi rendevo conto che oltre che ad essere più grosso era anche più alto e la cosa era raccapricciante. Io avevo solo.. Un coltello.. Un dannato coltello, mentre lui aveva uno spadone enorme! Avevo come l’impressione che, anche se era solo un combattimento di prova, nessuna delle due si sarebbe salvata. Non potevo nuocere a nessuno con uno stupido coltello con sopra le incisioni “Winter is coming” , sì, l’inverno stava arrivando nella mia testa (altro che “Sette Regni”!) , non stavo capendo niente in quel momento, il sangue nelle vene mi stava gelando per la paura. “Che dici, ci diamo una mano a vicenda?” chiesi “Perché? Cosa pensavi di fare?” mi chiese lei ma io non le risposi, continuavo a fissare il mio avversario. All’improvviso si sentì una voce risuonare per tutta la sala, come di un conduttore di un incontro di boxer “Siete pronte?” chiese “No..” sussurrai io “3.. 2.. 1.. Dateci dentro!” urlò, non sapevo da dove provenisse quella voce ma era semplicemente fastidiosa. Sia Pyramid Head che il boia in quel momento iniziarono a muoversi, feci dei passi indietro ma era maledettamente veloce nonostante il fatto che si trasportasse dietro quella spada che mosse quasi subito nella mia direzione. Mi accorsi che era molto lunga, il che ovviamente era un problema. Schivai un paio di colpi con successo (stranamente) ma non sapevo cosa fare, scappavo solamente, “Avresti potuto prestarmi il cannone teiera!! Sarebbe servito!” urlai ad Alice che stava facendo esattamente quello che stavo facendo io ovvero scappare senza trovare un modo di agire, non mi rispose era troppo impegnata a schivare i colpi, ad alzarsi ed abbassarsi per evitare l’ascia. Ci fu un momento in cui Pyramid Head mi mise al muro, capii che non c’era più niente da fare in quel momento, ma mentre arretravo inciampai su qualcosa di metallico, caddi a terra e sbattei la testa. Mi girava tutto, ma fui felice di vedere quale fu il motivo della mia caduta: il cannone teiera! Chi lo aveva messo lì? Oh beh, in quel momento non importava quindi tanto valeva approfittarne, no? Lo presi subito e cercai di allontanarmi come meglio potevo, mentre gli passavo di lato sollevò la spada, non schivai il colpo e la mia unica fortuna fu che non prese un punto esattamente vitale: mi squarciò i pantaloni ferendomi una coscia, fece un male cane anche se apparentemente poteva sembrare solo un taglietto. Quando fui abbastanza lontana puntai il cannone teiera cercando di non farmi schiacciare o comunque tagliare la testa dal boia che era ancora alle prese con Alice, ci misi un po’ per mirare e lanciare il colpo. La prima volta non fu per niente un successo, per fortuna al secondo tentativo lo colpii: l’acido ricoprì la piramide che aveva in testa e metà corpo, lo sentii emettere una sorta di gemito strozzato e si inginocchiò a terra lasciando cadere il manico della spada. Restò un paio di secondi in ginocchio e alla fine cadde a terra con tutto il corpo e la piramide emise un tonfo terribile, ce l’avevo fatta. Oh, già! Il boia. Alice era stremata come non mai si vedeva perfettamente, era davanti a lui ed io le saltai addosso per farla spostare. Entrambe cademmo a terra ma almeno nessuna delle due ci lasciò la pelle, anzi, la testa. “Sai che il cannone teiera non funzionerà vero?” mi chiese “Sinceramente penso che adesso l’importante è che almeno uno dei due sia fuori gioco.” Risposi mentre correvamo “Solo noi riusciamo a comunicare durante i combattimenti e col fiatone, vero?” mi chiese abbozzando un sorriso “Beh, a volte penso che questo sia uno dei motivi del perché nessuno è meglio di noi.” Risposi finendo per, almeno, la ventesima volta al suolo. “Resta il fatto che dobbiamo trovare un modo per liberarci di lui.” Disse Alice mentre il boia ci rincorreva per tutto il campo ridendo. Eravamo svelte ma io non lo fui abbastanza, mi arrivò un colpo d’ascia alla nuca, bruciava da morire e bastò per stordirmi ancora un po’. Quando ricevevo colpi del genere non andavo al tappeto facilmente, infatti non fu quello il colpo di grazia: un altro colpo di ascia mi squarciò la pancia e lanciai un urlo spaventoso. Caddi a terra aspettando un altro colpo decisivo mentre Alice mi veniva incontro. “Stoooop!” urlò Victor, ricordo solo che non vedevo più il boia, avevo lo sguardo fisso in avanti sul tetto, vedevo sfocato, Alice e Victor erano sopra di me, dopo quel momento ricordo solo il buio.
Mi risvegliai in infermeria, sentii subito le bende sul ventre ma restai sdraiata sul lettino, non volevo muovermi, mi sentivo ancora abbastanza debole. Non mi preoccupai nemmeno di controllare meglio l’interno della stanza. Vedevo solo il soffitto di un azzurro chiaro leggermente nauseante per i miei gusti, guardavo anche le sue dimensioni e ne dedussi che evidentemente la stanza non era molto grande. Sentii un cigolio e dei passi, probabilmente qualcuno aveva aperto la porta ed era entrato. Ansia crescente: i passi si sentivano sempre più vicini. “Oh, sei sveglia. Come ti senti?” mi chiese una voce femminile, “Stordita.” Dissi continuando a guardare il soffitto “Pensi di poterti mettere seduta o preferisci riposarti ancora un po’?” mi chiese “No grazie, mi sto annoiando.” risposi provando ad alzarmi, il ventre mi faceva male “Come va la ferita?” “Ne ho ricevute di peggiori, non fa malissimo.” Dissi mettendomi seduta, scoprendo chi era il mio interlocutore: Letizia mi reggeva la maglietta in una mano e mi sorrideva. Presi l’indumento cercando di nascondere l’imbarazzo e me lo misi, non sapevo perché ma il fatto che lei mi vedesse in quelle condizioni mi metteva a disagio. Avevo le gambe che tremavano e barcollavo un po’, “Non mi sembri molto in forma. Sicura che non vuoi rimare stesa ancora un po’?” chiese “Sicura. Grazie.” Risposi provando ad avviarmi verso la porta “Beh almeno lascia che ti aiuti.” Disse avvicinandosi a me e cingendomi la vita con un braccio “N.. No, grazie, non ne ho bisogno.” Dissi, “Io dico di sì.” Mi rispose aprendo la porta.
“Avreste potuto portarvi più armi.” Disse Victor “Che differenza ci sarebbe stata? Il boia è invincibile.” Rispose Alice mentre incrociava le braccia e accavallava le gambe, aveva come la sensazione che la stesse prendendo in giro “Va bene..” disse Victor alzando una mano “Effettivamente come combattimento di prova abbiamo sbagliato. Rimedieremo.” “Rimedierete? Forse non ha capito, non faremo mai più una cosa del genere, continueremo le nostre vite facendo finta di non avervi mai conosciuti.” Disse abbastanza decisa, Victor inarcò gli angoli della bocca all’insù “E la tua compagna di battaglia? E’ d’accordo?” chiese “Lo sarà sicuramente.” Rispose “Ne sei sicura?” la incalzò Victor. Alice non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che Letizia bussò alla porta “Avanti.” Disse Victor, entrammo e subito Alice si alzò dalla sedia venendomi in contro “Angela, diglielo anche tu che non intendiamo più partecipare!” mi disse, sembrava come implorarmi “Beh..” spostai lo sguardo su Victor “Per quanto mi riguarda, quello che è successo prima mi è bastato e mi è avanzato, quindi..” “Per un taglietto?” Mi interruppe Victor che inarcò un sopracciglio quasi come a chiedermi se stessi parlando sul serio “No, solo, corriamo già abbastanza rischi fuori di qui. Non vogliamo altri problemi.” Risposi io, Letizia continuava a tenermi il braccio attorno alla vita e non diceva nulla. “Se vi unite a noi potrete fortificarvi.” Disse Victor “Non abbiamo bisogno di fortificarci. Grazie.” Risposi in tono secco. Victor mi guardò con un misto di confusione e furia, alla fine disse “Va bene, come preferite. Noi non possiamo costringervi.” Si alzò dalla sedia, mi venne in contro e mi strinse la mano “Ci abbiamo provato.” Tese la mano anche ad Alice che restò ferma a guardarlo con uno sguardo carico di rancore.
Mentre camminavamo per il corridoio ad aiutarmi c’era Alice non Letizia, ma la cosa non mi dispiacque, non era di certo la prima volta. Sentimmo una voce chiamarci ad un certo punto del tragitto “Ehi! Aspettate!” Era Letizia che correva verso di noi, “Io non mi fermerei.” Disse piano Alice “Fosse stato Victor avrei detto la stessa cosa anche io.” Risposi, ci fermammo e ci girammo. “Sentite, Victor è stato un po’ duro con voi..” disse quando ci raggiunse “Ce ne siamo accorte.” Rispose Alice “Posso solo dirvi che mi dispiace e che spero che voi possiate cambiare idea. Fa sempre così, bisogna solo abituarcisi, poi non ci si fa più nemmeno caso.” Tirò fuori dalla tasca un foglietto e ce lo porse, anche se non era diretto a nessuna delle due in particolare. Sapevo che Alice molto probabilmente lo avrebbe strappato non appena uscite così lo presi io. Ma… In fondo cosa mi importava? “Difficilmente cambieremo idea.” Dissi mentre prendevo il foglietto. Mi contraddicevo da sola? “Beh, quello è il mio numero. In caso contrario chiamatemi.” Rispose. Ci salutò, girò sui tacchi e se ne andò.
“Fosse stato Victor avrei detto la stessa cosa anche io.” Ripeté Alice facendomi l’imitazione mentre eravamo in macchina, stavo guardando fuori dal finestrino. Mi girai “Umh.. Sì, intendo.. Non mi sembra esattamente come lui.” Risposi, lei fece una piccola risata “Perché non la dici tutta? Si vede da un miglio di distanza che ti piace.” Mi disse, ed io mi stavo preoccupando: come avrei dovuto interpretare quel messaggio? La guardavo forse un po’ sgomenta “Beh.. Non posso dire il contrario.” Risposi, avevo come avuto l’impressione che non fosse molto felice di quella risposta. Voltò la testa guardando fuori dal finestrino, provava qualcosa per me? Davvero, non capivo. “Che problemi ti crea?” chiesi io “Nessuno.” Rispose lei. Non so perché, però mi venne d’istinto prenderle la mano e molto delicatamente lo feci. Non deve esserle dispiaciuto anche se qualche secondo dopo la ritrasse ed io mi sentii una stupida. Almeno ci avevo provato, non riesco a descrivere la mia sensazione in quel momento, non sapevo se essere felice della sua gelosia o che altro.
Io ero nella mia stanza e lei nella sua, potevo solo stare a letto a pensare. Alla fine decisi di andare da lei. Bussai, “Sì?” chiese “Alice, sono io.” Risposi, ci fu qualche secondo di silenzio “Entra.” Disse, entrai e la vidi seduta nel letto che teneva il suo coniglio in grembo, era una scena tenera, sembrava una bambina o comunque un qualcosa da proteggere con la vita anche se lei sapeva badare a sé stessa. Non sapevo cosa dire, mi sedetti nel letto accanto a lei “Non mi va di riprendere l’argomento.” Disse “No, tranquilla. Solo..” ribadisco: non sapevo cosa dire “Solo..?” chiese Alice “Mi piacerebbe sapere.. Se hai qualche problema con me.” Dissi prendendomi un po’ di coraggio “No, non volevi riprendere l’argomento.” Disse sarcastica “Non è esattamente la stessa cosa.” Risposi io, ci furono un paio di secondi di silenzio. Non volevo pressarla in alcun modo, le carezzai dolcemente la schiena e feci per andarmene “Non mi piace il modo in cui ti guarda.” Disse ed io mi fermai nel bel mezzo della stanza, le davo le spalle, non potevo vedere la sua espressione, sentii solo il suo tono pungente “Adesso sei contenta?” mi chiese, allora forse era vero, provava qualcosa. “Nemmeno a me piace il modo in cui Victor ti guarda.” Risposi io continuando a darle le spalle “Ma forse tu non lo intendi nello stesso modo in cui potrei intenderlo io.” Mi disse, “Beh io posso solo dirti, che mi da tanto l’impressione di qualcuno che voglia metterti le mani addosso per farti cose che io non voglio nemmeno immaginarmi. ” dissi girandomi, continuava a fissarmi cercando di restare impassibile “E la cosa mi da alquanto fastidio.” Detto questo mi girai un'altra volta ed uscii dalla stanza. Attraversai il corridoio pensando a quello che avevo appena fatto. Perché lo avevo detto? A dire la verità lo sapevo, era quello che pensavo. E se mi fossi sbagliata? Forse lei non provava nulla per me ed io avevo solo frainteso, ma ormai il danno era fatto. Qualcosa me l’avrebbe detta ed il mio più grande timore era che non potesse essere piacevole. Penso che chiunque al posto mio avrebbe provato almeno un po’ di paura.
   
 
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