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Autore: AurumLiddell    05/06/2015    0 recensioni
"Forse in fondo, se qualcuno o qualcosa ci ha fatte incontrare.. Potrebbe non essere un caso, forse lo ha fatto perché entrambe abbiamo bisogno l'una dell'altra." disse cercando di sorridere, io provai a fare altrettanto e le presi la mano "Io posso solo sperare che questo non sia un sogno, perché io ho davvero bisogno di te." quando lo dissi Alice sembrò sorridere un po' di più e per qualche strano motivo io mi sentii realizzata.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Stavo giocando alla Xbox, per fortuna né i miei genitori né mio fratello c’erano quando sentii bussare alla porta.. Della mia stanza. Mi venne un colpo, il controller stava per cadermi a terra per lo spavento. “Sì?!” urlai “Fammi entrare! Mi annoio.” Disse Alice, sollevata dal sapere di chi si trattasse aprii la porta. Entrò praticamente nello stesso istante in cui avevo girato la chiave, per poco la tavola in legno non mi finiva in faccia. “Amo i tuoi modi delicati.” Dissi sarcastica, quando fu dentro la stanza si sedette nella sedia della mia scrivania mettendosi a fissare il televisore “Wow, sei coraggiosa.” Disse “Perché?” chiesi “Beh, sei consapevole di essere a casa da sola eppure stai giocando a Silent Hill. Quando ti conobbi non eri così temeraria, devo dire che hai fatto progressi.” Rispose accavallando le gambe e lasciando intravedere i leggins “Vedi che i fantasmi ed i mostri in genere continuano a farmi paura.” Dissi, lei sorrise lievemente e spostò lo sguardo sul suo gioco poggiato accanto al cofanetto di Skyrim sul tavolo del televisore, “Devo ammettere che sono venuta bene in quella foto.” “Sei sarcastica?” chiesi spostando la sedia in modo da trovarmi sia davanti al televisore che davanti a lei e mi sedetti “No.” “Beh, sei molto meglio di presenza.” Risposi riprendendo il controller “Hanno detto che dobbiamo tornare al rifugio perché c’è una persona che vuole vederci.” Disse, io sbuffai “Non mi va di tornarci adesso, sono tornata solo da qualche ora.” “Hanno detto che è importante.” “Dicono sempre così.” “Non puoi fare uno sforzo?” chiese leggermente spazientita “Ma provare ad andarci solo tu?” “Hanno detto che dobbiamo esserci entrambe.” Disse ed io sbuffai nuovamente, ci fu qualche secondo di silenzio “Va bene.”
 Attraversammo il cortile ed entrammo, Roberto ci venne subito in contro “Finalmente!” esclamò  “Dicci che il nostro ospite è andato via e forse il mio morale potrà risollevarsi.” “No, è ancora qui. Seguitemi.” Disse e ci portò in una stanza dove c’erano un uomo e una donna, l’uomo era in piedi e ci dava le spalle, aveva i capelli neri un po’ ricci e accanto a lui su una sedia c’era una donna dai capelli corvini e la pelle olivastra. Quando entrammo l’uomo si girò quasi subito e ci venne in contro mentre la donna voltò la testa di scatto verso di noi ma restò seduta. “Così sono queste le due ragazze di cui mi parlavi.” Disse l’uomo, i suoi occhi sembrarono illuminarsi alla nostra vista “Potresti lasciarmi da solo con loro?” chiese sorridendo, Roberto sembrava colto alla sprovvista “Emh.. Va bene” detto questo girò sui tacchi e se ne andò chiudendo la porta. Alice mi prese la mano, forse aveva paura. “Dunque, ragazze, ho avuto modo di notare come combattete e devo dire che insieme fate un ottimo lavoro di squadra. Io e la mia collega ci occupiamo di combattimenti..” disse indicando la donna “Combattimenti su un arena, come.. Gli Hunger Games, non so se ce li avete presente.”  Alice non rispose, lo feci io al posto suo “La mia amica non li conosce, io sì.” “Allora saprai che non sono per niente facili.” “In un certo senso sì.” Risposi “E.. Mi faccia capire, voi vi occupate degli Hunger Games?” chiesi sarcastica, l’uomo fece una piccola risata “No, però lavoriamo in una sorta di istituto dove addestriamo gli adolescenti al combattimento.” “E ritenete che il nostro stile di combattimento non è appropriato e che forse dovremmo venire al vostro istituto per imparare qualcosa in più?” chiesi “Oh, no no!” esclamò “Semplicemente, ci piacerebbe farvi fare qualche combattimento di prova.” Disse. Lo guardavo attentamente negli occhi, oltre che ad essere verde ghiaccio avevano un qualcosa che non mi convincevano, e lui stesso sorrideva troppo. “E noi cosa ne ricaveremo?” chiesi, l’uomo restò qualche secondo in silenzio “Ci hanno raccontato qualcosa su di voi. Ci hanno detto che vi piacerebbe avere una casa dove vivere solo voi per fare i vostri allenamenti e quant’ altro, e che..” spostò lo sguardo su Alice che apparentemente sembrò ritrarsi “La tua cara amica vorrebbe sapere il motivo del perché è stato possibile che voi vi incontraste nonostante il fatto che entrambe fate parte di due dimensioni diverse.” “Ma non vedo cosa voi potreste fare a riguardo.” Dissi “Ed è proprio qui che ti sbagli. Vedi, quando ci è arrivato alle orecchie l’accaduto abbiamo iniziato ad indagare e voi potreste fare parte della squadra di ricerca se volete.” Stesi in silenzio, non sapevo cosa rispondere, mi ci volle qualche secondo per accorgermi che Alice e la donna seduta sulla sedia si stavano fissando a vicenda, poi la donna smise di guardarla e spostò lo sguardo su di me sorridendo “Comunque non ci siamo presentati, vi chiedo scusa: io sono Vincent e la mia collega si chiama Letizia.” Quando lo disse la donna si alzò dalla sedia e mi strinse la mano “E’ un piacere.” Disse sorridendo, aveva degli occhi azzurri e devo ammettere che era bellissima. “Quindi..” ricominciò Vincent “Cosa volete fare?” “Mi dispiace, ma ancora non riesco a capire cosa ci guadagniamo a combattere, dato che al momento lo facciamo solo per sopravvivere.” “Beh è ovvio che vi pagheremo anche in denaro, e  come ho cercato di farvi capire prima: con il passare del tempo i pagamenti potrebbero diventare più.. Alti.” “Tipo la casa?” “Esatto.” “E se i combattimenti di prova non dovessero andare bene o comunque non ci andasse bene?” “Non vi costringiamo a fare nulla, la scelta è solo vostra.” “Vi faremo sapere.” Gli risposi tanto per troncare “Perfetto.” Disse Vincent con un tono soddisfatto.
Prima di salire in macchina Vincent ci diede il suo numero scritto su un biglietto bianco.. E fece una cosa strana “Beh allora fammi sapere Angela.” Disse “Certo.” Risposi io, spostò lo sguardo su Alice e le prese la mano “Allora, ci vediamo.. Alice.” Disse sorridendo e abbassò la testa per baciarle la mano ma Alice la ritrasse bruscamente. In un primo momento sembrò sbalordito ma poi (così come aveva fatto per la maggior parte del tempo!) sorrise, si girò e salì in macchina. Potevo scorgere Letizia che dal finestrino continuava a fissarmi, cercai di non arrossire spostando lo sguardo. Mi sentivo imbarazzata e fu un sollievo quando la macchina attraversò il vialetto ed uscì.
“Non mi convince questa storia.” Disse Alice “Non sei l’unica, non convince nemmeno me. A parer mio nascondono qualcosa.” Risposi “Mi sembra un po’ strano che il loro unico scopo sia quello di farci combattere. Probabilmente in tutto quello che… Come si chiama? Victor?” chiese “Vincent.” La corressi io “Esatto. Comunque, quasi certamente in tutto quello che ci ha spiegato Victor ci sarà un secondo fine di cui noi siamo all’oscuro.” Mi sedetti sulla sedia della mia stanza “Ci ho pensato anche io.” Risposi. Alice mi guardò, poi abbasso lo sguardo e restammo in silenzio per qualche secondo “Ma se non fosse così?” chiesi io, tornò a guardarmi “Intendi fare quei combattimenti di prova?” “Beh, potremmo provare a farne almeno uno.” Alice sembrò gemere piano “Non lo so, non mi convince. Quanto tempo abbiamo per pensarci?” “Non ci hanno dato un tempo stabilito.” Risposi. Altri secondi di silenzio, nessuna delle due aveva la minima intenzione di cacciarsi nei guai, ad occhi ed orecchie altrui poteva sembrare una cosa stupida ma per noi era una decisione un po’ importante da prendere. Alice si alzò dalla sedia e sospirò “Vado ad affilare la lama.” Disse mentre usciva dalla stanza “Quindi sì?!” gli urlai “Sì! Ma solo uno!” rispose.
Roberto fermò la macchina davanti ad un edificio simile ad un grattacielo. Ci accompagnò dentro, dall’interno sembrava un ospedale: trovammo una sala d’aspetto (deserta) e un po’ dopo l’entrata una segretaria dietro un bancone “Posso aiutarvi?” chiese vedendoci, era una donna dai capelli corti, di color castano chiaro, magra e portava occhiali di corno rossi “Abbiamo un appuntamento con il signor Vincent.” Disse Roberto avvicinandosi al bancone, la donna abbassò la testa per guardare in un quaderno dove girò qualche pagina prima di risponderci “Ah.. Sì.” Disse “Salite al piano di sopra, sarà la prima stanza che vi ritroverete davanti, ovvero la C24.” “Grazie.” Rispose Roberto. Salimmo le scale e appena trovammo la stanza Roberto bussò “Avanti.” Rispose una voce dall’interno. Vincent era seduto dietro una scrivania, quel posto sembrava un ufficio, aveva gli stessi vestiti del giorno prima con l’unica differenza che portava una camicia bianca a maniche arrotolate invece di una maglietta nera a maniche corte con una giacca di stoffa. Si alzò e ci venne in contro “Sono felice che siate venute. Vi mostro un po’ quello che facciamo qui.” Disse.
Ci fece fare un giro dell’edificio (ovviamente non tutto dato che quel posto era enorme e peggio di un labirinto) mostrandoci le stanze degli allenamenti, infermeria e luogo più importante: l’arena, un enorme stanza grande quanto una palestra con pareti in acciaio e pavimento in marmo. “Quando possono iniziare?” chiese Roberto “Anche subito.” Disse Vincent “Sempre che loro vogliano.” “Va bene.” Mi affrettai a dire “Molto bene, vi accompagno negli spogliatoi.” Disse. Essendo la prima volta non dovevamo cambiarci, io lasciai solo la borsa e la giacca e poi tornammo nell’arena. “Prima di entrare devo spiegarvi un paio di cose.” Disse “Sentiamo.” Risposi io “Ovviamente dovrete combattere in coppia e guardarvi le spalle a vicenda come avete sempre fatto, ma non ci sarà solo un nemico. Nei combattenti di prova mettiamo i nemici in base a quanti sono i partecipanti, nel vostro caso quindi saranno due.” “Quindi uno ciascuno?” chiesi io “Esatto, ma i vostri nemici non saranno persone bensì mostri.” Arrivammo davanti d’avanti alla porta di metallo, si fermò “Di conseguenza, fanno ciò che vogliono, non possiamo comandarli. Se entrambi decidessero di attaccare insieme soltanto una di voi due noi non possiamo farci niente.” Aprì la porta “E chi saranno questi mostri?” chiesi mentre entravamo “Avete presente Silent Hill?” chiese “Dimmi che combatteremo contro delle nurse ed io me ne vado.” Risposi “No no.” Disse Vincent ridacchiando “Peggio..” continuò “Pyramid Head.” “Oh perfetto, un degno avversario.” Risposi “Mi fa piacere che ti vada bene, l’altro invece sarà il boia della regina rossa.” Disse guardando Alice, e lei spalancò gli occhi a quelle parole “Ma.. E’ morto.” Disse confusa “Vero.” Rispose Vincent “Noi lo abbiamo solo ricostruito.” “Quindi in sostanza combattiamo contro delle proiezioni?” chiesi io “Oh ma non sono proiezioni qualunque. Anche Pyramid Head è come il boia, non è morto ma lo abbiamo ricostruito con la nostra tecnologia. Se tu dovessi colpirlo il sangue uscirebbe, se tu lo sfiorassi per sbaglio sentiresti la sua carne o comunque la ruggine della sua piramide.” Disse. Sospirai “Qualche altra cosa che dovremmo sapere?” chiesi “Credo che per il momento non ci sia altro che dobbiate sapere.” Rispose. Camminammo al centro della stanza aspettando che facessero uscire fuori i nostri avversari “Pronta?” chiesi ad Alice “Credo di sì..” rispose “Mi sembri un po’ spaventata.” Dissi “Come potrei non esserlo? Il boia è invincibile.” Rispose con la voce un po’ tremolante, le presi la mano cercando di darle un po’ di conforto, lei la strinse. Vincent era appoggiato alla parete e ci guardava “Ovviamente se una di voi due si dovesse ferire i giochi si fermeranno!” ci urlò, noi lo guardammo senza dire una parola. Mi accorsi che in una parte di quella enorme stanza c’erano come delle porte a vetri che davano su un'altro locale ancora. Perché? “Angela..” disse Alice “Sì?” “Vincent..” mi sembrava preoccupata dal tono di voce “Come faceva a sapere che io cerco risposte sul nostro incontro?” mi chiese girando la testa e guardandomi negli occhi, la fissavo, in effetti non ci avevo assolutamente pensato, come faceva a saperlo? Forse glielo ha detto Roberto? Ma in genere lui non fa queste cose.. Non lo avrebbe mai fatto. Prima che potessi darle una qualche risposta, una porta di acciaio si aprì scorrendo verso l’alto, si sentirono dei passi pesanti che facevano tremare tutto il pavimento ed alla fine Pyramid Head con la sua spada enorme e pesante ne uscì fuori e la porta si chiuse, e come dessert a qualche metro da noi un buco nero enorme si apriva nel terreno come un vortice e ne uscì il boia.
Iniziava il massacro.
   
 
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