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Autore: hunterd    11/06/2015    4 recensioni
La prigione è caduta, così ora Daryl e Beth si trovano a percorrere una nuova strada loro due da soli, tra le difficoltà di un mondo che già stava mettendo a dura prova le loro capacità di sopravvivenza. Cosa potrà esserci, nel loro futuro, a dargli la forza per continuare il loro cammino?
Sarà lungo la strada, che forse troveranno la risposta che cercano disperatamente entrambi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Scusate il ritardo di qualche giorno con cui arrivo a postare, spero mi perdonerete!
Che dire di questo capitolo... bè, che verso la fine mi sono emozionata nello scriverlo... e spero che succederà anche a voi!
Però... il però lo riservo alle note finali, prima dovete leggere!
Laura





Io sono un guerriero e troverò la forza

Lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco
Ti darò riparo contro le tempeste
E ti terrò per mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, da occidente a oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero.

"Guerriero - Marco Mengoni"









Quelle che piano, piano mi avevano strappato dal mio stato di incoscienza, erano state due voci per me assolutamente sconosciute. Una, in particolar modo, aveva avuto un marcato accento texano che avevo riconosciuto facilmente perchè per un pò di tempo alla fattoria aveva lavorato un ragazzo che io e Maggie avevamo soprannominato, non a caso, "Mr. Cowboy".

Quello che i due uomini si stavano dicendo, avevo iniziato però a metterlo a fuoco solo da qualche minuto, e visto il tono della conversazione, avevo deciso di fingermi ancora incosciente per avere il tempo di capire se li avrei dovuti considerare un pericolo oppure no.
- Dovevamo metterlo ai voti, Baker, come abbiamo sempre fatto.
- Kidd, credevo avessimo già chiarito la questione. Il più alto in grado sono io, giusto?
Il tono con cui era stata posta quella domanda, nemmeno un bambino lo avrebbe potuto fraintendere: era quello di chi sapeva esattamente quale fosse il suo posto e perciò quale sarebbe potuta essere l'unica risposta possibile.
- Giusto, Kidd?
Sì, decisamente chiunque fosse stato quel Baker, stava sottolineando il suo ruolo di capo in maniera inequivocabile.
- Sì.
Il Texano, come lo avevo già soprannominato nella mia testa, aveva risposto quel sì a denti stretti, ma comunque era pur sempre stata un'ammissione di inferiorità, quindi avevo potuto stabilire con certezza chi tra i due avrei dovuto considerare più pericoloso.
- Allora, il tizio rimane sotto stretta sorveglianza, anche se non lo considereremo colpevole sino a che non avremo prove certe del contrario. E' così che funziona la legge americana, ed è così che faremo.
Una specie di verso sprezzante aveva accolto quella frase che io stavo cercando di interpretare, soprattutto perchè quel "tizio" di cui stavano parlando ero certa che fosse Daryl.
- La legge dei civili, però. E non devo certo ricordare proprio a te, che ora dovremmo considerare l'unica legge valida quella marziale.
- Allora tu dovresti essere fuori dai giochi, Ranger.
Quella frase era stata l'equivalente di una sferzata vera e propria, tanto che aveva indotto persino me ad irrigidirmi, quindi non sapevo come avrebbe reagito il Texano.
- Me ne vado volentieri, Capitano Baker. Ma quando la biondina strillerà di paura davanti al tuo brutto muso nero, non potrai contare su di me per cercare di recuperare terreno.
Lo stridore di una sedia scostata mi aveva fatto sobbalzare involontariamente, dando modo ai due uomini di capire che forse non ero più del tutto incosciente.
- Kidd...
- Dovrei fregarmene, sai?
- Di me sicuramente, Ranger, ma di lei?
C'era stato un attimo di silenzio, prima che risentissi lo stesso stridore e un'imprecazione decisamente colorita da parte del Texano.
- Ti dice bene che mi ricorda Lisa... perchè altrimenti ti avrei lasciato nella merda.
A quel punto, in me aveva prevalso la Beth che aveva sempre avuto fiducia nel prossimo, quella che nonostante tutto, ancora faticavo a reprimere per diventare invece solo una dura "guerriera" come credevo dovessi diventare per sopravvivere in quel nuovo mondo.
Così, avevo aperto gli occhi, decisa a scoprire se ancora una volta mi sarei dovuta scontrare con la dura realtà che di fiducia negli altri non ne avrei dovuto avere più nemmeno una briciola.
La prima cosa con cui avevo dovuto fare i conti, era stato il trattenermi dall'emettere un verso di sorpresa quando il mio sguardo si era posato su di un viso deturpato da una serie di cicatrici impressionanti e che aveva reso l'espressione "brutto muso nero" molto veritiera.
- Ehi, va tutto bene, ora sei al sicuro.
La voce del Texano era riuscita nell'intento di attirare la mia attenzione, perchè avevo spostato lo sguardo su di lui, incontrando questa volta un viso dai lineamenti praticamente perfetti.
- Io sono il Ranger James Kidd, lui è il Capitano Steve Baker. Non abbiamo nessuna intenzione di farti del male e spero davvero tanto che vorrai darci il beneficio del dubbio sul fatto che ti stiamo dicendo la verità.
Il mio sguardo si era alternato tra loro due, iniziando a cogliere più particolari possibili, tipo quello che sembravano al momento non avere armi addosso, o almeno non che fossero ben visibili e se potevano essere davvero dei militari visto il modo in cui si erano presentati. Avevo anche cercato di cogliere con un primo sguardo d'insieme dove mi fossi trovata, e mi era sembrato uno di quegli uffici che davano su di un capannone, perchè quelli che avevo intravisto al di fuori delle vetrate erano stati sicuramente un qualche tipo di macchinario.
- Dov'è Daryl? Sta bene? Lo voglio vedere.
La domanda mi era uscita così spontanea, che avevo realizzato di non averla nemmeno dovuta pensare. Dopo aver constato che io ero ancora tutta intera, la mia priorità era diventata quella di accertarmi che fosse così anche per lui.
"Io e te"... dopotutto, valeva anche per me quel pensiero di considerarlo tutto ciò che mi era rimasto e per cui valesse ancora la pena lottare.
- Ehi, Beth, vacci piano... hai preso una bella botta in testa.
Nel momento in cui il Texano me lo aveva detto, io lo avevo scoperto da sola, perchè mi ero messa a sedere sulla brandina da campo dove ero stata sdraiata e subito mi aveva colto un feroce giramento di testa.
- Sai il mio nome...
- Sì, c'è l'ha detto il tuo amico come ti chiamavi.
Stavolta a parlarmi era stata la voce profonda del Capitano Baker e all'improvviso avevo realizzato che l'ultima immagine confusa che avevo visto prima di perdere i sensi, era stato proprio il suo viso scuro.
- Lo voglio vedere...
Avevo richiesto ciò che per me aveva più importanza rispetto a tutto, anche più importanza di capire cosa fosse successo nel bosco, chi fossero loro due, e se le loro intenzioni nei miei confronti fossero davvero amichevoli come sostenevano.
- Sì, lo potrai vedere presto... prima, però, vorremmo farti qualche domanda.
Avevo risollevato lo sguardo sul quel viso deturpato, trovando già meno faticoso rimanere impassibile davanti alle cicatrici che lo rendevano così minaccioso.
- Domande?
Avevano annuito entrambi, mentre ero quasi certa che sia io che loro, stessimo nuovamente analizzandoci a vicenda.
- Sì, domande. Per sapere innanzitutto come ti senti.
Come mi sentivo? Sicuramente confusa, ma soprattutto impaziente. Ogni minuto che passava mi faceva sentire sempre più il bisogno di avere accanto a me Daryl.
- Mi sento abbastanza bene, ma starò sicuramente meglio quando avrò visto Daryl.
Lo sguardo che si erano scambiati i due uomini mi aveva fatto suonare un campanello d'allarme bello forte nella testa, ricordandomi che avevano detto di volerlo tenere "sotto stretta sorveglianza".
- Bè, Beth, direi di non girare troppo intorno alla questione, quindi... penso che lo potrai vedere dopo che ci avrai spiegato perchè ti abbiamo trovata ammanettata a lui.
Era stato il Texano a rivolgermi quella domanda diretta, inducendomi a guardarlo negli occhi. Nonostante fossero stati di un azzurro intenso, li avevo trovati del tutto diverso rispetto a quelli di Daryl. Probabilmente perchè non erano stati in grado di trasmettermi nessuna emozione se non quella di non farmi ingannare dalla loro apparente sincerità nell'essere cordiali.
- Penso che lo sappiate già se avete parlato con lui.
- Può darsi, ma può darsi che lo vogliamo sentire anche da te.
Mi era sembrato che Baker si fosse sforzato di usare un tono di voce meno duro rispetto a prima.
- Perchè?
In realtà credevo di aver intuito il perchè me lo stessero chiedendo, e la Beth fiduciosa stava già cercando di farsi avanti inducendomi a credere che fossimo incappati in qualcuno di "buono", come lo era stato anche Rick, che non aveva perso la capacità di aiutare gli altri nonostante tutto.
- Perchè tu hai l'aria di non centrare molto con uno come lui.
Era stato il Texano a dirmelo, mentre avevo visto il suo sguardo incupirsi. Questo mi aveva spinto a credere che forse davvero poteva esserci speranza, ma la parte più razionale di me continuava ad ammonirmi a rimanere lucida e obiettiva.
- Potrei centrare qualcosa con te, invece? E' questo che hai mente? Sai, è giusto per non girare troppo intorno alla questione che te lo chiedo...
Mi ero stupita per prima di come fossi stata capace di andare dritta al sodo, tanto che avevo immaginato Carol o Michonne complimentarsi con me per questa risposta che di sicuro mi aveva fatto apparire molto più spavalda di quanto non lo fossi in realtà.
Perchè oltre alla Beth fiduciosa e a quella che voleva diventare una "guerriera", c'era ancora quella che si riteneva una stupida, ragazzina codarda, ed era quella che adesso aveva una paura fottuta di sentirsi dire che le cose sarebbero andate proprio così.
D'improvviso l'idea che gli uomini che avevo di fronte potessero avere le stesse intenzioni che avevano avuto i due tizi nella radura, mi avevano spedito il cuore in gola, perciò avevo dovuto fare l'impossibile per non farlo trapelare.
- No, se quella fosse stata l'intenzione, ora stai sicura che non saremmo stati qui a parlarne, Beth.
Avevo spostato lo sguardo su Baker, perchè era stato lui a ribadirlo con un tono di voce fermo e... sincero. Il problema era che stavo lottando così strenuamente con me stessa per non abbassare la guardia, per non illudermi che le persone di fronte a me fossero davvero quello che dicevano di essere, che non riuscivo più a fidarmi delle mie sensazioni.
- Beth...
Il Texano aveva richiamato la mia attenzione su di sè, mostrandomi di nuovo quell'espressione cupa, tesa.
- Se come penso quell'uomo ti ha fatto... bè... diciamo ti teneva con sè contro la tua volontà... capisco che tu non riesca a fidarti di due perfetti sconosciuti che ti dicono invece di poter fare l'esatto contrario.
Mi aveva fissato senza battere ciglia, anche quando lo avevo visto muoversi leggermente a disagio per quello che aveva sottinteso con quel "tenerti con sè" rivolto a Daryl, ma non avevo avuto il tempo di smentirlo come avrei voluto fare, perchè aveva ripreso a parlarmi con un tono di voce ancora più convinto.
- Lascia che ti mostri una cosa...
Lo avevo visto infilare una mano nella tasca laterale dei pantaloni mimetici che indossava, e che rimandavano a quell'idea di "militare" che avevo sentito nei loro discorsi, tirandone fuori una fotografia spiegazzata.
- Lei era mia cugina Lisa.
Mi aveva invitato a prendere la foto e dopo un attimo di esitazione lo avevo fatto, ritrovandomi a fissare il viso di una ragazza sorridente.
- E' il motivo per cui mi trovavo qui in Georgia quando il mondo ha deciso di impazzire...
Non avevo distolto lo sguardo dalla foto, perchè non avevo avuto bisogno di capire dove volesse arrivare mostrandomela.
- E' quasi identica a me.
A quel punto avevo colto con la coda dell'occhio un movimento brusco, seguito dal rumore di qualcuno che si alzava.
- Credo che tu possa finire da solo, Ranger. Vado dagli altri per iniziare ad organizzare il nostro rientro alla base.
- Sì, okay.
Baker mi aveva rivolto un'ultima occhiata di sfuggita, prima di congedarsi con un lieve cenno della testa, a cui non avevo saputo come rispondere, dal momento che ero ancora molto indecisa su cosa mi dovessi aspettare nell'immediato futuro: di poter riprendere la mia strada con Daryl, dopo aver chiarito la mia posizione con lui, o di finire invece nelle loro mani come dei prigionieri.
C'erano altre mille domande che mi affollavano la mente, come per esempio quanti fossero stati gli "altri" a cui si era riferito, dove fosse stata la loro base, se davvero erano dei militari e se allora possedessero informazioni preziose, ma in realtà non riuscivo a distogliere l'attenzione dalla foto che avevo tra le mani.
La ragazza a cavalcioni di una staccionata, intenta a tenere scostati i capelli dal viso per il forte vento che le faceva anche svolazzare il vestito, mi ricordava davvero me stessa in un'epoca che ora mi pareva impossibile fosse esistita.
- All'epoca di quella foto aveva quindici anni. E' sempre stata una brava ragazza... solo che poi ha incontrato sulla sua strada qualcuno che ha saputo trascinarla davvero in basso.
Quello che c'era stato nella voce del texano era stato dolore sincero, ci avevo vissuto in mezzo troppo a lungo da quando tutto era precipitato per potermi sbagliare.
- Quando i miei zii mi hanno chiamato pregandomi di venire qui a riprenderla... bè... era già troppo tardi. Di quella Lisa era rimasto ben poco...
Alla fine avevo trovato il coraggio di sollevare lo sguardo, incontrandone uno che mi aveva fatto rabbividire tanto era stato pieno di accuse e di rimpianti.
- Ma l'avrei comunque riportata indietro con me, dalla sua famiglia, e avevo anche giurato che avrei fatto di tutto per farle tornare quel sorriso. Perchè eravamo quasi più fratelli che cugini... siamo cresciuti insieme. E ancora non mi spiego come sia potuto succedere che...
All'improvviso aveva smesso di parlare, tornando ad incupirsi e stringendo i pugni sino a sbiancarsi le nocche. A quel punto non avevo avuto bisogno di altro per capire cosa avesse avuto in mente.
- A me spiace per tua cugina, qualsiasi cosa le sia successa, ma se pensi che io abbia bisogno di essere salvata da Daryl sei fuori strada. Io e lui facevamo parte di un gruppo di sopravvissuti che sono stati insieme per tanto tempo. Ci avete trovati ammanettati perchè stavo per fare qualcosa che mi avrebbe messo in pericolo secondo il suo punto di vista, ma siccome non volevo dargli ascolto, bè ha adottato quella soluzione anche se un pò estrema...
- Beth, quanti anni hai?
Mi aveva interrotto bruscamente, i pugni sempre contratti.
- Io non credo che...
- Rispondi alla mia domanda, per favore.
Sinceramente non avevo idea del perchè di quella domanda, ma vista l'insistenza con cui me l'aveva riposta, mi ero limitata a rispondere.
- Diciotto.
- Sei poco più di una ragazzina.
- Forse lo sarei stata in tempi diversi...
- Rimani una ragazzina, qualsiasi inferno abbia vissuto anche tu sinora, e lui un uomo che ti ha piegato alla sua volontà.
Qualcosa mi aveva frenato in tempo dal ribadirgli che le cose non stavano affatto così ed era stata la netta sensazione che qualsiasi cosa avrei potuto aggiungere, non lo avrebbe distolto dall'idea che fossi nei guai come lo era stata sua cugina.
"Tu hai l'aria di non centrare molto con uno come lui", quella frase aveva assunto un significato ben preciso nella mia testa, facendomi pensare che la sicurezza e la libertà di Daryl dipendessero da me e dalla mia capacità di gestire la situazione con il Texano.
- James... è così che ti chiami, giusto?
- Sì.
- Credo di aver capito di potermi davvero fidare di te.
Nel frattempo gli avevo teso la foto della cugina che ancora avevo tenuto in mano. Lui l'aveva ripresa, guardandola per un attimo, prima di riporla nella tasca dei pantaloni.
- Per questo mi sento di chiederti se puoi accompagnarmi tu da Daryl. Così potrai vedere tu stesso che non rappresenta una "minaccia" per me.
Se lo avevo preso in contropiede con quella richiesta non lo aveva dimostrato in nessuna maniera.
- E se invece lo fosse... bè, sarai lì pronto ad intervenire, giusto?
C'era stato un lungo momento di silenzio, durante il quale il mio cuore non aveva smesso di martellare per la paura di sentirmi rispondere in maniera negativa, mentre io ormai sentivo il disperato bisogno di vedere con i miei occhi che Daryl stesse davvero bene. Ormai ero abbastanza certa che le intenzioni del Texano fossero state buone nei miei confronti, molto meno verso di lui.
- Okay, se davvero lo vuoi vedere, ti accompagno.
Credo che il mio viso avesse mostrato il sollievo provato per la sua risposta, perchè negli occhi del mio interlocutore era passato un lampo di incertezza... o forse di disapprovazione, ma a quel punto per me l'importante era stato soltanto che avrei visto Daryl.
- Ce la fai ad alzarti da sola, o hai bisogno di aiuto?
Non avevo esitato nel provare ad alzarmi, sospirando nuovamente di sollievo per il fatto che non era stato difficile restare in equilibrio dopo un piccolo sbandamento iniziale.
- Mi sento un pò debole, ma ce la faccio.
- Quando hai mangiato l'ultima volta?
Mi aveva preso in contropiede con quella domanda, più che altro perchè non me l'ero aspettata.
- Stamattina.... della carne in scatola...
Mi aveva fissato per un attimo, poi aveva socchiuso leggermente gli occhi, come se mi stesse studiando con più attenzione.
- Quella che avete trovato nello chalet?
- Sì, ve ne ha parlato Daryl dello chalet?
Cos'altro gli aveva detto? Ma non avevo fatto in tempo a chiedergli altro, perchè dalle scale che portavano all'ufficio era sbucato nuovamente Baker.
- Bene, vedo che sei in piedi.
Il suo volto sfigurato non aveva più attirato la mia completa attenzione, così gli avevo rivolto uno sguardo d'insieme, notando quanto fosse stato massiccio il suo fisico. Sembravano essere entrambi in grande forma, quindi mi ero chiesta quanto potesse essere stata organizzata e rifornita la loro "base".
- Sì, mi sento solo un pò debole.
- Quello è normale, sei rimasta incosciente per quasi un giorno.
La notizia mi aveva fatto vacillare, ma c'era stato il Texano pronto a sostenermi, un contatto che mi aveva subito messo sulla difensiva, inducendomi a scostarmi bruscamente.
- Pensavo glielo avessi detto, Ranger.
- Non ne ho avuto modo e lei non me lo ha chiesto.
Non avevo capito se si stesse giustificando o se lo stesse semplicemente informando, ma a dire il vero che tipo di rapporto intercorresse tra loro, se più o meno amichevole, al momento non era nelle mie priorità.
- Io vorrei vedere Daryl...
Avevo riportato l'attenzione di tutti e due su ciò che mi premeva, inducendoli a scambiarsi un'occhiata che non ero riuscita ad interpretare.
- Sì, la stavo giusto accompagnando da lui, Baker.
- Okay, io ero venuto a dirti che saremo pronti a partire entro un'ora al massimo.
Il Texano si era limitato ad annuire, dopodichè ci eravamo tutti avviati verso le scale, per cui la mia attenzione si era concentrata sull'ambiente intorno. Avevo supposto giusto pensando che mi fossi trovata in un capannone, perchè mi ero ritrovata a camminare tra macchinari su cui era rimasta abbandonata la produzione di quelle che sembravano essere state custodie di plastica. Mi era sembrato di intravedere anche i resti di alcuni vaganti, ma il passo abbastanza spedito dei due uomini mi aveva impedito di guardare meglio. Mille domande erano tornate ad affollarmi la mente ed avevo pensato che forse Daryl potesse già conoscere, a differenza mia che ero rimasta incosciente, qualcosa di più sulla situazione in cui eravamo finiti. L'unica cosa su cui mi ero fatta un'idea abbastanza precisa, era che la mia somiglianza impressionante con la cugina del Texano mi aveva già messo in una condizione particolare con lui.
- Il tuo amico si trova qui.
Baker si era fermato davanti ad una doppia porta con la scritta "ingresso riservato al personale addetto" che era stata bloccata con una spranga di ferro infilata tra le maniglie. Mi ero sentita osservata dagli sguardi di entrambi, mentre forse stavano cercando di capire la mia reazione davanti al fatto che avevano chiaramente imprigionato Daryl lì dentro.
- L'accompagno dentro io, Baker.
- Sì, va bene, però ricordati che non tollererò altre insubordinazioni da parte tua.
Mi sarebbe stato impossibile non cogliere la tensione che quelle parole avevano scatenato nel Texano, che però si era limitato ad annuire, prima di iniziare a sfilare la spranga per poter entrare. Il cuore aveva ripreso a battermi forte, perchè stavo finalmente per scoprire in che condizioni avrei ritrovato Daryl. Mi ero incitata ad essere forte, per affrontare il tutto con più lucidità possibile, ma nel momento in cui avevo intravisto la sua figura in piedi, di spalle, le emozioni avevano preso il sopravvento e mi ero praticamente gettata su di lui. Gli avevo dato appena il tempo di voltarsi e capire chi fossi, prima di stringerlo con tutta la forza del sollievo di trovarmi di nuovo insieme a lui. Solo in quel momento, mentre con un certo impaccio anche lui mi aveva posato le mani sulle spalle, avevo permesso a me stessa di ammettere quanto fossi stata terrorizzata all'idea che non lo avrei più rivisto.
-
Beth...
Risentire la sua voce mi aveva portato sull'orlo delle lacrime, rendendo la mia battaglia nel trattenerle ancora più difficile.
- ... stai bene?
- Certo che sta bene, ci siamo presi cura di lei proprio come ti è stato detto! Cos'è, ci sei rimasto male nello scoprire che non siamo degli stronzi privi di scrupoli come te?
Il Texano era intervenuto ancora prima che potessi rispondere io, sbottando con un tono che esprimeva tutto il disprezzo e la rabbia che doveva provare nei confronti di Daryl. Di riflesso mi ero stretta ancora di più a lui, perchè non avevo idea di come sarebbero potute andare le cose per noi, soprattutto per lui.
- Vaffanculo, Ranger.
Quelle parole, pronunciate con voce altrettanto aggressiva e sprezzante, mi avevano fatto capire che il suo spirito era rimasto intatto e pronto ad affrontare qualsiasi cosa.
- Ti piacerebbe vero, brutto bastardo? Così potresti tornare a fare i tuoi porci comodi con lei...
- Non è vero! Le cose non stanno così! Perchè non lo vuoi capire! Daryl non mi ha mai fatto del male! Per me, sei tu lo sconosciuto di cui avere paura, non lui!
Qualcosa dentro di me era esploso come una bomba davanti a quella nuova aggressione del Texano, spingendomi a voltarmi verso di lui per affrontarlo con una decisione che sino a cinque secondi prima pensavo impossibile.
- Lisa... cioè, Beth... hai detto che ti fidavi di me...
- Stalle lontano, se non vuoi che ti stacchi la testa dal collo.
Era successo tutto velocemente, e senza che potessi farci molto, perchè nel momento stesso in cui Kidd aveva fatto un passo verso di me, Daryl si era fatto avanti dandogli uno spintone.
- Aspettavo solo che mi dessi un buon motivo per farlo, bastardo.
Il pugno del Texano era stato più rapido delle sue parole, colpendolo allo stomaco e facendolo piegare in due, per poi assestargliene subito un altro. Dopo un primo momento di paralisi, il mio cervello mi aveva ordinato di intervenire per aiutarlo, ma era stato il tempo necessario perchè Daryl reagisse, assestando a sua volta un pugno in pieno viso al suo avversario, facendolo barcollare all'indietro. Un secondo dopo, però, era stato di nuovo pronto a gettarsi addosso a Daryl, iniziando così una lotta in cui avevano dimostrato entrambi di saper colpire ed incassare con la stessa violenza, e a cui avevo potuto assistere impotente.
- Fermateli!
Quando le porte si erano spalancate, quel comando imperioso mi era sembrato il miracolo che avevo chiesto a Dio, perchè arrivasse qualcuno a farli smettere prima che potessero davvero uccidersi di botte.
Insieme a Baker, si erano fiondati dentro altri tre uomini, che si erano subito adoperati per dividere Daryl e il Texano, nonostante entrambi avessero cercato di picchiarsi ancora.
- Portatelo fuori di qui! Con lui ci parlerò non appena avrò finito qui.
L'atteggiamento assunto da Baker era stato davvero molto simile a quello di un ufficiale che si rivolgeva ai suoi sottoposti, persino nella postura, dato che si era piazzato a gambe divaricate e mani dietro alla schiena. A renderlo più minaccioso ancora, stavolta c'era stata anche una fondina da cui spuntava il calcio di una pistola. Avevo visto che anche l'uomo che tratteneva Daryl era armato, oltre ad essere anche fisicamente muscoloso come gli altri che avevano portato via il Texano.
Il pensiero del Governatore e della sua follia si era di nuovo affacciato nei miei pensieri, facendomi tremare involontariamente.
- Sig. Dixon, se adesso il mio uomo non le spezza l'osso del collo, è solo perchè l'atteggiamento di Beth nei suoi confronti mi fa credere che lei ci abbia detto la verità. Quindi, considererò questo episodio con il Ranger Kidd, come la conseguenza di una sua situazione personale che non lo rende obiettivo nei vostri confronti.
A discapito della sua espressione gelida, le sue parole mi avevano ridato speranza circa il nostro destino.
- Quello stronzo è proprio fuori di testa e non sa quello che dice...
- Sig. Dixon, non credo che lei si possa atteggiare a vittima totalmente innocente nei confronti del Ranger Kidd, date le ripetute provocazioni a cui l'ha sottoposto in precedenza, quindi lascerei perdere le rimostranze e passerei ad argomenti più importanti.
A quel punto Daryl si era agitato con l'intento di far capire che voleva essere lasciato libero, cosa che era avvenuta non appena Baker aveva fatto un cenno di assenso all'uomo - o avrei dovuto dire soldato? - che lo stava ancora tenendo.
- Connor, lasciaci pure soli. Raggiungi Mckenzie e accertati che Kidd si sia dato una calmata, okay?
- Sì, Capitano.
Mentre l'uomo aveva lasciato la stanza, io avevo cercato Daryl con lo sguardo, nell'intento di capire attraverso la sua espressione se riteneva che quell'uomo fosse stata una minaccia o meno, ma quando avevo incrociato i suoi occhi, li avevo trovati pieni di emozioni contrastanti, al punto che non ero stata in grado di riuscire ad interpretarle.
Poi Baker aveva ripreso a parlare e il suo sguardo era tornato sull'uomo che al momento poteva decidere di noi come avrebbe voluto.
- Allora, Sig. Dixon, credo che adesso ci siano i presupposti corretti per poter discutere di un nostro eventuale accordo. Ritengo, però, che lei prima ne vorrà parlare con Beth, giusto?
Nonostante fossi stata lì con loro, nessuno dei due aveva spostato lo sguardo su di me, continuando invece a fissarsi. Quando Daryl aveva annuito in risposta, mi era sembrato che avesse appena fatto una scelta difficile, perchè le sue spalle si erano irrigidite ulteriormente. Di conseguenza anch'io ero ripiombata in uno stato di tensione ancora maggiore rispetto a quella che già avevo avvertito.
- Temo però di non potervi lasciare più di una mezz'ora per discutere tra di voi, perchè tra un'ora esatta dobbiamo lasciare questo posto. Nel frattempo, vi farò portare acqua e cibo, soprattutto per te, Beth, che hai bisogno di rimetterti in forze.
Lo sguardo di Baker, stavolta, aveva incluso anche me, facendomi sentire a disagio, dal momento che non sapevo davvero cosa avrei dovuto pensare di lui.
- Okay, allora vi lascio. Quando torno, ovviamente, dovrà darmi una risposta definitiva, Sig. Dixon.
Senza aggiungere altro era uscito, lasciandomi sola con Daryl, il quale non appena le porte si erano richiuse, si era lasciato scivolare a terra, seppellendo la testa tra le ginocchia come se non fosse più stato in grado di fare altro. Mi ero precipitata immediatamente vicino a lui, inginocchiandomi per essere alla sua stessa altezza.
- Daryl! Che cos'hai? Stai male?
Il fatto che non avesse nemmeno sollevato la testa, mi aveva spinto ad appoggiargli una mano sulla spalla per indurlo a reagire, e così mi ero accorta del tremore che aveva preso a scuoterlo.
- Daryl, ti prego, parlami! Mi stai spaventando...
Il suo tremore si era fatto più forte, come la mia agitazione, così avevo iniziato ad alzarmi con l'intento di andare a cercare Baker, quando la sua mano mi aveva afferrato per un polso, ritirandomi giù bruscamente.
- Sto bene... solo... non ho avuto la certezza che ti avrei rivisto veramente sino a che non sei entrata qui.
La sua voce era stata talmente bassa e arrochita, che quasi avevo fatto fatica a sentire, però comunque avevo sentito. E quello che non aveva detto con le parole, era stato così chiaro lo stesso, che mi aveva spinto ad abbracciarlo per condividere con lui la stessa angoscia che avevo vissuto anch'io sino a quando non lo avevo rivisto con i miei occhi.
- Daryl, ho avuto paura anch'io.
Lo avevo detto io ad alta voce, quello che lui aveva solo silenziosamente ammesso, perchè avevo capito che stava lottando per non farsi travolgere dalle emozioni che anch'io stavo provando per il fatto che fossimo di nuovo insieme.
Non potevo fare a meno di pensare come avevo potuto credere di riuscire a separarmi da lui, che era rimasto l'unica persona con cui avevo stabilito un legame affettivo.
Perchè sì, in quel momento, abbracciata a lui in quella maniera goffa, avevo realizzato che i miei sentimenti per lui avevano subito un ulteriore approfondimento e per quanto la cosa da un lato mi rendeva vulnerabile, dall'altra mi faceva sentire viva e speranzosa come non credevo sarebbe più potuto succedere.
- Beth... ho bisogno che tu mi faccia una promessa in questo momento...
Di nuovo la sua voce arrochita era stata in grado di toccare corde dentro di me che non pensavo potesse raggiungere.
- Che promessa?
A quel punto aveva rafforzato la presa sul polso che non mi aveva lasciato andare.
- Devi promettermi che farai di tutto per non morire.
Le lacrime che ero riuscita a trattenere per tutto il tempo, ora avevano rotto gli argini come un fiume in piena, perchè ancora una volta il messaggio nascosto di Daryl era stato un altro.
Devi promettermi che non mi lascerai solo.
- Te lo prometto, Daryl.
Lo avevo sentito tirare il fiato, come se qualcosa lo avesse lasciato libero finalmente di respirare.
- Okay.
Era passato forse un altro minuto, prima che il tremore di Daryl iniziasse a diminuire, insieme alle mie lacrime. Solo a quel punto, tutti e due avevamo trovato la forza di lasciarci andare, rimanendo semplicemente seduti accanto.
- Devo dirti un pò di cose che sono successe mentre eri incosciente, Beth.
La sua voce aveva riacquistato un tono più deciso, dandomi la certezza che stesse tornando padrone delle sue emozioni.
- E devo anche parlarti della proposta di Baker, che credo valga la pena di essere presa in considerazione.
Iniziavo a sentirmi di nuovo meglio anch'io, soprattutto perchè stavamo parlando di un futuro che ci avrebbe visto ancora insieme, qualsiasi cosa avremmo dovuto affrontare.
- Okay, va bene. Ti sto a sentire.
Ed ero stata ad ascoltarlo senza interromperlo, mentre un pezzo dopo l'altro, mi aveva fornito il quadro di quello che era successo da quando io avevo perso conoscenza mentre stavamo fuggendo nel bosco.


 



 
Note


Che dire di questo ultimo momento tra Daryl e Beth?
Dico che io ho questa visione di loro, con Daryl che deve fare i conti con il fatto che ha il terrore di perdere Beth, ma che non vuole ammetterlo apertamente, perchè teme che farlo lo renderà debole e vulnerabile.
E Beth, che diversamente da lui, ha il coraggio di guardare in faccia le sue emozioni, riconoscendo che il suo legame con Daryl sta diventando un vero e proprio affetto.
Il "però" di cui parlavo in apertura, si riferisce proprio al fatto che il legame tra loro è ancora solo un germoglio... quindi di strada da fare ce ne sarà ancora tanta!
So che mi odierete perchè vi ho lasciato senza spiegazioni chiare su chi siano gli uomini con cui si ritrovano, anche se ho già seminato un sacco di indizi che vi avranno dato un'idea, o almeno credo.
Comunque, nel prossimo capitolo capirete bene a cosa andranno incontro!
Vi risaluto e ci sentiamo alla prossima.
Laura
  
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