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Autore: dreamer_J812    11/06/2015    4 recensioni
HTTYD-Pirate AU.
Astrid Hofferson fa parte di una temibile ciurma di pirati.
Hiccup Haddock è figlio del re di un piccolo regno.
Il destino farà incrociare i loro cammini.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup si era svegliato presto.
Aveva molta fame; dopotutto, anche se la sera prima aveva mangiato, era stato a digiuno per due giorni.
Si era alzato in piedi e si era diretto verso la dispensa.
Si chiedeva se potesse prendere qualcosa; non aveva il permesso e lì non era certo considerato un principe, ma non poteva andare a svegliare Astrid solo per chiederle di poter mangiare.
Il suo sguardo pensieroso si era posato su un cestino pieno di frutta che si trovava accanto a lui e Hiccup, preso dalla tentazione, aveva afferrato una mela. Dopotutto, non se ne sarebbe accorto nessuno, aveva pensato. Se l’era rigirata tra le mani qualche secondo, riflettendo ancora sul se fosse giusto quello che stava facendo, quando una voce femminile lo aveva ridestato dai suoi pensieri.
-Ancora fame, Haddock?
Hiccup aveva subito posato la mela e si era voltato di scatto.
Astrid era entrata nella stanza. Indossava una maglietta bianca con sopra un corpetto nero allacciato sul davanti, dei pantaloni lunghi dello stesso colore e i soliti stivali marroni, sulla spalla aveva un pappagallo dal piumaggio giallo e blu.
-I-io v-volevo solo…avevo, emm…-aveva balbettato lui in preda all’ansia.
-Calmati, non abbiamo mai ucciso nessuno per una mela.- gli aveva detto la bionda prendendo il frutto e tirandoglielo.
Hiccup lo aveva preso al volo e si era tranquillizzato, poi aveva guardato la bionda come per chiederle se posse davvero o se lo stesse prendendo in giro.
Astrid aveva annuito con la testa, accennando un piccolo sorriso, così il ragazzo si era messo a mangiare.
-Stai cominciando a ragionare come noi.- aveva detto dopo un po’ la bionda, interrompendo il silenzio e prendendo anche lei un frutto.
Il castano aveva smesso di mangiare e aveva alzato lo sguardo dal pavimento per guardare la ragazza.
-In che senso?
Astrid gli aveva fatto un cenno con la testa indicando la mela e Hiccup, in quel momento, aveva capito cosa intendesse.
-No, non la stavo rubando! Stavo solo…-aveva cercato di giustificarsi il giovane, ma la bionda lo aveva interrotto nuovamente.
-Sì, sì…dicono tutti così!- aveva detto la bionda con un tono moderatamente scherzoso, addentando il frutto.
-LADRO-LADRO!- aveva gracchiato il pappagallo, provocando una risata della giovane.
Hiccup, imbarazzato, stava per scusarsi ma Astrid lo aveva prevenuto.
-Non devi scusarti.- aveva detto con tono freddo.
-Come facevi a…
-Sto imparando a conoscerti.- lo aveva interrotto ancora lei, mentre accarezzava con l’indice il collo del pappagallo, il quale pareva gradire quelle attenzioni.
-Come si chiama?
-Stormfly.
Il castano aveva allungato una mano per fare una carezza all’animale, ma questo si era voltato per beccarlo e lui aveva tolto velocemente la mano.
-Non prendere troppe confidenze.- aveva detto la bionda con il tono freddo e distaccato di sempre, avviandosi verso la porta- Con nessuna delle due.
Poi era uscita e aveva urlato agli altri ragazzi di svegliarsi.
Hiccup era andato sul ponte; sapeva che lo attendeva un’altra incessante giornata di lavoro.
 
E così era stato.
Il giovane aveva lavorato tutto il giorno insieme agli altri, sopportando gli scherzi poco simpatici e le derisioni di Eret e Snotlout, lamentandosi il meno possibile, cercando di non combinare guai e ubbidendo ai comandi della bionda.
Da quella sera avrebbe dormito nella stiva insieme ai ragazzi, su una vecchia e sporca amaca, che era sempre meglio di quella cella buia e zozza.
I giorni successivi trascorsero nello stesso modo, con Hiccup che sgobbava come un mulo da soma; si chiedeva perché i compiti peggiori toccassero sempre a lui.
 
Era passata una settimana.
Aveva nostalgia di casa.
Gli mancava la sua camera, la sua famiglia, anche i litigi con suo padre. Gli mancava Toothless, il suo cavallo e il suo migliore e unico amico, e le loro passeggiate sulle colline al confine del regno. Si chiedeva come stesse, sapeva che anche a lui sentiva la sua assenza. Gli mancava Gobber, il fabbro di corte nonché vecchio amico di Stoick; per Hiccup era un po’ come uno zio, da piccolo passava molto tempo nella sua bottega e gli aveva insegnato tante cose.
Si era ricordato in quel momento che Gobber, prima di diventare fabbro e dedicarsi all’artigianato, era stato un pirata. Era stato imprigionato e condannato a morte, ma Stoick aveva visto che era pentito e aveva deciso di revocare la sua pena per dargli una seconda possibilità invitandolo a vivere e lavorare nella città, così erano diventati buoni amici.
Il fabbro raccontava spesso a Hiccup delle sue avventure piratesche, leggende perlopiù, credeva; ma ora si chiedeva se fossero davvero solo invenzioni della fantasia di Gobber. Al castano stavano venendo in mente alcune frasi che gli aveva detto l’uomo: “non contraddire mai un pirata poteresti rimetterci una gamba” “sono ossessionati dal tesoro” “l’unico vero amico dei pirati è il rum” “pazzi, non temono la morte”. Magari quegli strambi insegnamenti, se così si potevano chiamare, avrebbero potuto tornargli utili, aveva pensato il giovane.
Forse, dopotutto essere un pirata non era poi così male.
Stava cominciando ad abituarsi a quella vita.
Stava imparando a conoscere i ragazzi ed a capire come andavano le cose lì. Pian piano si stava inserendo nella ciurma, nonostante le burle continue dei due mori. Cristian e Philip non gli davano particolarmente fastidio, perlopiù stavano nel loro. Andava d’accordo soprattutto con Fishlegs, che era sempre molto disponibile e pronto ad aiutarlo, e quindi passava gran parte del tempo insieme a lui. Astrid era sempre fredda e acida, ma a Hiccup pareva che si fosse addolcita un po’, o meglio, che non lo odiasse più come prima; ora lo detestava esattamente come faceva con gli altri. Sembrava strano, ma credeva che in fondo, sotto quella corazza rude, distaccata e impassibile, ci fosse una ragazza sensibile e divertente. Che si stesse innamorando di lei? No, non poteva essere; lui era un principe e lei una piratessa, non avevano niente in comune, facevano parte di due mondi diversi. No, era impossibile, si era convinto.
 
Era notte e Hiccup, come spesso gli succedeva da quando era su quella nave, non riusciva a prendere sonno e si perdeva in un mare di pensieri.
All’alba si era alzato, stando attendo a non svegliare nessuno e si era diretto sul ponte.
Aveva appoggiato le mani al bordo della nave, mettendosi a guardare il mare, sebbene, con la foschia che c’era, non si riuscisse a vedere molto.
Il mare era calmo e c’era un gran silenzio.
Lo stesso non si poteva dire della mente del castano, nella quale c’era una gran confusione, mentre lui naufragava in quel mare burrascoso fatto di dubbi e domande.
Sapeva che lo stavano cercando, ma come facevano a trovarlo se neanche lui sapeva dove si trovasse?
Un rumore di passi lo aveva fatto tornare alla realtà.
-Buongiorno.- aveva detto il castano ad Astrid, voltandosi e appoggiandosi di schiena al bordo della nave, mentre lei si era avvicinata per mettersi nella stessa posizione in cui stava prima lui.
-Ciao.- lo aveva salutato, senza degnarlo di uno sguardo, fissando anche lei il mare.
-Come mai siete già sveglia?- aveva chiesto girando il volto verso di lei.
-Sono io che faccio le domande qui.- gli aveva risposto bruscamente- Tu piuttosto, che ci fai qui?
-Pensavo.- aveva risposto lui tornando a guardare quella distesa sconfinata di acqua salata.
-A cosa?- aveva domandato la bionda cercando di non mostrare troppo interesse.
-Niente…-aveva risposto il giovane con tono un po’ triste e malinconico.
-Tu pensi troppo, Haddock.- aveva detto la ragazza con tono saggio e spensierato.
-Avete ragione.- aveva detto Hiccup prima di andarsene a mettere a posto delle funi.
Ormai sapeva cosa doveva fare e come doveva farlo.
Astrid aveva voltato leggermente la testa e lo aveva guardato allontanarsi, ma quando lui aveva alzato lo sguardo si era girata di nuovo, facendo finta di niente.
“E’ proprio strana” aveva pensato il giovane.
 
 
 
Angolo della Pazza
Hi guys! Rieccomi! Scusate se ci ho messo così tanto ad aggiornare, sono consapevole che questo capitolo non è dei migliori, ma spero vi sia piaciuto!
Vi chiedo un piccolo favore: potreste lasciare una recensione? Mi farebbe tanto piacere sapere che ne pensate della storia. Grazie a tutti!
Un abbraccio
   
 
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