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Autore: yuuutsu    11/06/2015    3 recensioni
Avere presente quel genere di ragazzo tanto carino e dolce, ma che quando ci si mette vi fa arrabbiare in maniera esagerata perchè gioca a fare il figo?
Ecco, questo è lui.
E, invece, avete presente quel genere di ragazza apparentemente tanto timida e riservata, ma che alla fine sa il fatto suo?
Questa è lei.
Chi sono loro? Davide e Mariavittoria: migliori amici dai tempi delle medie. Anche se uno dei due non sembra pensarla così...
Sarà sempre così? Resteranno ancora a lungo 'migliori amici'? Chi può saperlo...
La cosa certa è che un bel giorno, un incontro inaspettato gli cambierà la vita, irrompendo nella loro allegra routine quotidiana come solo una tempesta potrebbe fare. 
Impareranno che le cose brutte sono dappertutto, e che accadono alle persone che meno se lo meriterebbero, ma anche che non è detto che debbano per forza condizionare totalmente l'esistenza di questi.
Vi siete incuriositi? 
Bene, benvenuti nel loro mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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POV GIOVANNI


Il suono della sveglia del mio cellulare irrompe nelle mie orecchie, destandomi dal sonno profondo e ininterrotto in cui ero caduo ieri sera...
Con un sonoro sbadiglio mi alzo a sedere, prendo il cellulare e stacco la sveglia. Ore: 8:40.
Lo sapevo... Mai una volta che mi svegli appena suona quella maledetta cosa (era impostata alle otto e mezza, ma io l'ho sentita solo ora... Uff)!!
Con un -altro- grosso sbadiglio mi alzo e mi dirigo verso il bagno.
Entro e chiudo la porta alle mie spalle, poi mi abbasso e mi sciacquo la faccia con l'acqua gelida che scorre dal rubinetto del bagno dell'ospedale e ciò mi aiuta a svegliarmi un po'.
Quando rialzo la testa rimango a fissare lo specchio, con lo sguardo incrociato al suo riflesso e ciò che vedo è un ragazzo che si è appena svegliato con i capelli buffamente arruffati e gli occhi ancora velati dal sonno.
Già... I capelli arruffati...
Quante volte sono stato per più di mezz'ora a sclerare davanti allo specchio perchè non riuscivo a metterli a posto, ma al solo pensiero che un giorno (magari neanche troppo lontano) potrei guardarmi allo specchio e non trovarli più lì ad irritarmi mi viene una malinconia terribile, ma ora non devo tempo con queste paranoie... Mi hanno già tenuto sveglio troppe notti e non è proprio questo il momento per farli riaffiorare. Devo muovermi, altrimenti farò tardi all'appuntamento con la ragazza di ieri sera... 
Alle nove meno cinque sono pronto e, cercando di non fare rumore per non svegliare quel dormiglione del mio compagno di stanza, esco in corridoio e prendo l' ascensore che uso per arrivare al primo piano.
Appena questo si apre, mi catapulto fuori e comincio ad andare alla ricerca del bar. 
Se non ricordo male dovrebbe essere vicino alla sala d'attesa, quindi dovrei girare al primo corridoio a destra... O a sinistra? 
Aaaaaaaargh! Questo non è un ospedale, è un labirinto!
Sospiro demoralizzato, quando sento qualcuno picchiettare sulla mia spalla.
Mi giro e mi ritrovo davanti due occhi verdi-azzurri che mi guardano divertiti.
"Ehm... Ciao!" Dico io
"Ciao!" Risponde lei sorridendo 
"Dimmi un po'" continua poi con un sorrisetto sghembo "non è che non sapevi dove andare?"
"Chi? Io? Nooooo! So benissimo dove si trova il bar!" rispondo io
"Ma davvero?"
"Si!"
"E allora visto che lo sai, prego. Vai avanti tu..."
"Ehm, certo! Dunque... Per prima cosa dobbiamo svoltare..."
"Mh... E dimmi, DOVE dobbiamo svoltare?"
"A... Sinistra!..?" 
Vedendo la sua faccia mi correggo subito 
"Cioè, ehm, destra!"
Scuote la testa e si mette a ridere, per poi farmi segno di seguirla.
Arrivati al bar, lei prende un caffè e una brioche, io nulla con la scusa di aver già fatto colazione con quello che mi hanno portato le infermiere (che in realtà dovrebbero passare alle nove e mezza, ma lei a quanto pare non lo sa).
"Senti, ma... Non dovrebbe essere vietato ai pazienti venire qui? Cioè, noi dovremmo mangiare quello che ci portano, mentre questa è roba per i 'visitatori'" le chiedo virgolettando con le dita l'ultima parola
"Beh, si ma non hai considerato una cosa..."
"Ossia?"
"Io sembro una paziente per caso?"
Beh, con quell'abbigliamento (pantaloni larghi solo sotto -come li chiamano? Zampa di elefante?- e camicetta colorata), direi proprio di no.
"No, effettivamente no"
A guardarmi, neanche io sembro un paziente in fin dei conti, ma non è che me ne vado in giro come se nulla fosse...
"No problem quindi!" Dice facendomi l'occhiolino.
Ci sediamo ad un tavolino e cala un silenzio imbarazzante...
"Ehm... Dunque... Ci siamo dati appuntamento per conoscerci, no? Quindi direi di cominciare dalle basi... Come ti chiami 'Astronaut'?
"Azzurra. Mi chiamo Azzurra. E tu, invece?"
"Io sono Giovanni."
"Bene Giovanni. Quanti anni hai?"
"20. Tu?"
"Sul serio hai vent'anni?!"
"Si, perché?"
"Beh, non l'avrei mai detto. Sai, da come ti comporti sembri decisamente più piccolo..."
"Ma se mi hai avuto davanti per solo mezz'ora! Vabeh, lasciamo stare... Tu , invece, quanti anni avresti?"
"19."
Silenzio. Di nuovo. 
Ma di breve durata stavolta, perchè subito lei riattacca a parlare
"Eeeeee... Dimmi un po' come mai sei qui?"
"Ehm... Tu?"
"Non lo sai che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?" Dice guardandomi falsamente irritata, per poi riprendere passando un dito sul bordo della tazza 
"Comunque, sono stata portata qui perchè due giorni fa sono svenuta all' improvviso e mi stanno facendo dei controlli.. Sai, TAC e roba varia...
E tu? Me lo vuoi dire o no?"
"Ecco, io... Hoillinfomadihodgkins" finisco tutto d'un fiato e a voce bassa
"Come?" Dice lei
"Hoillinfomadihodgkins" ripeto a voce più alta
"Ma insomma, non puoi parlare in un tono più comprensibile?"
"HO-IL-LINFOMA-DI-HODGKINS!!!" dico quasi urlando, ma tenendo gli occhi chiusi e le mani serrate a pugno sulle cosce.
"Oh... Ecco, io... Scusa." Finisce in un sospiro "Deve esserti costato tanto ripeterlo così tante volte..."
"N-no, lascia stare, non è colpa tua..."
Alzo la testa, cercando di sorridere e di scordare che proprio per questo motivo mi aspettano probabilmente i peggiori mesi della mia vita...
Fortunatamente lei all'improvviso si mette a sorridere e cambia argomento, cominciando a parlare (anzi a monologare) del fatto che la maggior parte delle volte riesce a parlare a sproposito e a rovinare le conversazioni con chiunque e via dicendo...
Così, parlando ininterrottamente di tutto e di più con la pazzona che ho scoperto chiamarsi Azzurra, passa il tempo e quando alzo lo sguardo sull'orologio da parete appeso al muro rosso del bar, mi accorgo che si sono fatte le dieci e mezza.
È arrivato l'orario.
"Ehi, Azzurra, scusa un attimo."
"Si?"
"Scusami, ma devo andare. È quasi ora che cominci la chemio. Mi spiace ."
"Ma di cosa!? Non preoccuparti, vai!"
"Grazie. Ciao!" dico alzandomi dalla sedia e mettendola a posto, cosa che fa anche lei.
"Ciao!" Risponde allontanandomi
"Oh!" Dico io tornando sui miei passi "Aspetta un attimo!"
"Dimmi..." dice lei voltandosi 
"A quando il prossimo appuntamento?"
"A quando vuoi." Risponde fermandosi e segnando qualcosa su un foglietto con una matita presa dal bancone 
"Prendi. Questo è il mio numero di cellulare." Finisce porgendomelo 
"Okay. Ehm, ciao." dico -anzi, sussurro- per poi andare via
"Ciao" la sento dire alle mie spalle.
Raggiunto il primo ascensore schiaccio il pulsante col numero 3 e aspetto che finisca la corsa.
Quando esco, mi avvio a passo lento verso il reparto di oncologia, dove un' infermiera mi conduce alla sedia dove mi somministreranno i medicinali e comincia a preparare il necessario.
Faccio un respiro profondo chiudendo gli occhi e cerco di rilassarmi -inutilmente... Anche perchè ho sempre avuto la fobia degli aghi- aspettando che l'infermiera finisca i cosiddetti 'preparativi'.
Dopo un po' sento il laccio che viene legato al mio braccio e quasi subito dopo la puntura dell' ago che penetra nella vena.
"Allora, la prima sacca ha cominciato a scendere. In tutto la terapia dovrebbe durare circa tre ore e mezza. Okay?"
"Okay..." Dico sospirando. 
Mi sembra già di sentire l' orrenda sensazione della medicina che entra nelle mie vene e la cosa mi fa sentire malissimo, ma so che è improbabile, visto che scende molto lentamente...
"Senti un po' ragazzo... Ma non hai nessuno che ti faccia compagnia?"
"No. Perchè?" dico con voce spezzata
"Beh, la prima volta è sempre la peggiore."
"N-non fa niente, va bene così."
"Sei sicuro di non volere che vada a chiamare qualcuno?"
"Non ce n'è bisogno." Dice una voce conosciuta al mio lato "Resto io con lui."



NOTE DELL' AUTRICE:
Saaaaaaalve!
Come state? Io bene!
Allora, oggi sono di frettissimissimissima, quindi spero solo che il capitolo piaccia anche a voi (è il primo che mi piace veramente -dici la verità, solo perchè c'è Giovanni al centro dell'attenzione... Eeeeeeeh?? ndmecattiva- -zitta tu! ndme-) e vi faccio questa domanda:
Che ne pensate di Azzurra?
Ora, -come sempre- ringrazio tutti (I LOVE YOUUUU!! SIETE I MIEI AMATI TEMERARIII *^*) e dedico il capitolo a summer_day (oggi più che mai).
A giovedì!
Baci, KNT <3
   
 
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